COPERTURA DA CRASH... POSSIBILE SENZA INFICIARE TROPPO IL RENDIMENTO?

 

  By: XTOL on Martedì 21 Agosto 2007 14:59

l'inflazione c'e', eccome. che non si sia ancora all'iperinflazione e' evidente, ma a questo proposito l'unica domanda che mi pongo e': quanto manca? il mio quadro non prevede solo il dollaro usato come carta igienica, ma anche tutte le valute non ancorate all'oro o a materie prime nazionali.

 

  By: gianlini on Martedì 21 Agosto 2007 14:51

il punto è che gli elicotteri di bernanke non si librano in volo ovunque a disseminare i loro dollaroni, ma sono fermi, in stallo, sopra la sede della GS o della Merril linch per questo non si crea inflazione o iper-inflazione

 

  By: XTOL on Martedì 21 Agosto 2007 14:36

come si diceva una volta: il punto (per me) e' un altro. il mio interesse e' stato stuzzicato dai passaggi che riguardano la psicologia dei controllori della moneta, la' dove si dice che trovavano sempre ottime scuse per cercare le cause dell'iperinflazione ovunque, tranne che nei loro comportamenti, garantendosi cosi' una buona coscienza nel perseguire il proprio vantaggio (quello della categorie che ne approfittavano), fino a perdere il controllo della situazione. anche allora le differenze rispetto ai precedenti storici fornirono scuse intellettuali, proprio come ora. quello che si sta ripetendo con deprimente ripetitivita' e' il processo psicologico, in virtu' del quale, se anche fosse ancora possibile recuperare un quadro virtuoso, non sara' fatto. in altro thread si evidenziava la parabola intellettuale di greenspan. adesso sembra che anche buffet ci fornisca prova di quel processo. ^speciale credibilita'#http://michelespallino.investireoggi.it/speciale-credibilita/^

 

  By: XTOL on Martedì 21 Agosto 2007 14:33

 

  By: Esteban on Martedì 21 Agosto 2007 14:31

^Housing Bubble vs. Great Depression#http://www.youtube.com/watch?v=pLjo7-J1qho&mode=related&search=^

 

  By: Fortunato on Martedì 21 Agosto 2007 13:52

Personalmente ritengo che il vero problema sia di credibilità, al di là di tutti i numeri molto importanti. Fortunato

 

  By: Sir Wildman on Martedì 21 Agosto 2007 13:52

Crollano i rendimenti dei t-bill a 3 mesi .... avversione al rischio?

 

  By: polipolio on Martedì 21 Agosto 2007 13:33

GZ, è ovvio che hai ragione a proposito dell'articolo citato (il che dimostra -en passant- che pigliare 110L non è sufficiente). Se leggi bene fra le righe dici esplicitamente ciò che cercavo di suggerire. Inoltre l'iperinflazione tedesca aveva a che fare essenzialmente con M1, anzi solo con parte di essa, che qui certamente non è coinvolta. Personalmente ho poi grossi dubbi che m3 possa essere inflativa se non per le interazioni con m2 e m1. Semmai credo che il problema -potenziale- sia il credit crunch evocato da Zì Bordi, appunto connesso con m3

 

  By: GZ on Martedì 21 Agosto 2007 13:06

No, è un asino, in economia dato che tutti usano solo parole e qualche dato a caso può sembrare che due discorsi sono simili, ma se guardi i dettagli noti se uno capisce qualcosa o ripete solo degli slogan dice che in america avrai iperinflazione perchè "la stampa di moneta, che sta accelerando visibilmente", ma dove, come, quando ? ripetere lo slogan "...stanno stampando moneta..." sono capaci tutti, ma in Germania negli '20 aumentavano i biglietti in circolazione del 100% ogni mese... la crescita di M2 e M3 che sono quello che si intende più o meno come "moneta" oggi è in europa identica a quella in america, sul 12-13% anno in entrambe per cui se ci sarà "iperinflazione" ci sarà in tutte e due (per non parlare di India e Cina che hanno dei +25%) questo non capisce i meccanismi basilari e le definizioni elementari dei libri di testo del primo anno di economia ------------- Negli USA si sono precostituite le condizioni che potrebbero portare ad un iperinflazione. Innazitutto la stampa di moneta, che sta accelerando visibilmente . Inoltre il fatto che tutte le categorie del paese sono piene di debiti, ed hanno un fortissimo incentivo a vederseli svuotare di valore; è diffuso in tutta la società americana, esattamente come accadde in Germania, dove i più la vedevano con favore. Certo ci dicono che l’inflazione senza tenere conto delle case, delle azioni, delle materie prime, del petrolio e degli alimentari, è al 2%. Peccato che ciò sia dovuto, come spiegato più volte, a una media statistica tra i prezzi dei servizi che salgono in molti casi del 5% e passa all’anno, e quella dei prodotti manufatti che sotto l’incalzare della concorrenza asiatica scendono. Ma ciò consente di dire, come i tedeschi dell’epoca, che non ci sono problemi di eccesso di moneta perché i prezzi crescono meno; e poi si dirà che ce ne vorrà altra di moneta, quando i prezzi inzieranno a salire più di quest’ultima (come in parte già per case, azioni, etc.) Infine, il governo ha lanciato una campagna bellica pluriennale che rende necessario trovare una fonte di finanziamento enorme. Certo potrebbe aumentare le tasse, ma il solo dirlo pare già ridicolo, molto più facile stampare dollari. Naturalmente manca la condizione essenziale per scatenare l’iperinflazione. La perdita di fiducia nel dollaro. A tutt’oggi, gli americani hanno fiducia nel dollaro e nei propri governanti. Di fronte a situazioni di disastro finanziario come quello in california, arrivano a eleggere un attore, la politica spettacolo li galvanizza e li fa correre numerosi alle urne. Vuol dire che ancora hanno fiducia, pur nei limiti intellettuali che questo popolo mostra ogni giorno che passa,e credono sia un gioco a lieto fine comunque vadano le cose. Ma ha fiducia anche il resto del mondo che continua ad accumulare dollari in cambio delle propie merci. Come abbiamo visto credono al momento che questo sia il minore dei mali, che sia ancora nel loro interesse. Fino a quando, i cittadini americani e l’estero continueranno ad avere fiducia nonostante vedano le presse di fort knox stampare sempre più pezzi di carta verdi? Nessuno può dirlo, perché abbiamo a che fare con la psicologia delle masse. Anche in Germania fino all’ultimo avevano resistito, ma appunto l’esperienza storica mostra che poi arriva il giorno fatale. A meno ovviamente che non ci si fermi in tempo. Secondo i benpensanti ci si fermerà non appena sarà ripartita l’economia e l’occupazione; non hanno capito che in breve tempo dopo un eventuale restrizione creditizia il paese sprofonderebbe in recessione perché ha accumulato troppi debiti; pertanto non si fermeranno in tempo. Dopo la fase iperinflazionistica, il dollaro scomparirà dalla scena; può darsi che si seguirà la strada tedesca (nuova banca centrale, nuova moneta ancorata a beni reali) o può darsi che date le dimensioni, si arrivi a più monete federali (già oggi i singoli Stati hanno molte autonomie fiscali), perché più facilmente controllabili dai cittadini com’era in Europa prima dell’euro. A proposito e L’europa? L’inflazione vera (loro la chiamano “percepita”) è già al 6%, ma il rischio di iperinflazione al momento non esiste perché il controllo della moneta è saldamente in mani tedesche, la cui memoria appunto garantisce che difficilmente si possa ricadere nello stesso errore. Purtroppo però l’Europa dovrà subire le conseguenze del disastro americano, cioè meno esportazioni che si

 

  By: polipolio on Martedì 21 Agosto 2007 12:13

Mah, secondo me dice le stesse cose di GZ, a mio avviso solo parzialmente condivisibili, solo che Zibo argomenta molto meglio e inoltre porta elementi fattuali più concreti e specifici rispetto alla situazione attuale. Tra l'altro il punto che non mi è chiaro è la diminuzione di valore reale della massa monetaria: se questo non fosse episodico, sarebbe la cura migliore per la malattia ... L'alternativa sarebbe di avere una velocità di circolazione crescente, ma anche questa ha un limite superiore. Semmai a quel punto dovrebbe tornare in auge il baratto, come nella russia sovietica.

 

  By: gianlini on Martedì 21 Agosto 2007 00:58

per molti aspetti l'articolo è interessante,anche di un certo impatto due cose però vanno notate: il regime di guerra mi sembra però che sia ampiamente sovrastimato cioè gli stati uniti devono finanziare una guerra in iraq che è per quanto notevole piuttosto limitata in relazione alla loro dimensione la germania aveva lanciato una sfida uno contro tutti, di ben altra dimensione relativa la seconda: nella germania del dopoguerra mondiale i marchi ce li avevano un po' tutti, a quanto sembra oggi la stragrande maggioranza dei soldi è in mano allo 0,5 % della popolazione, ricchi finanzieri e banche, che non hanno nessuna intenzione di spenderli non appena possibile, anzi già lo fanno alla grande proprio perchè sono tutti già indebitati, non si capisce da dove salterebbero fuori tutte queste tonnellate di carta moneta che genererebbero allora sì inflazione, ma che al momento nessuno sembra avere l'estrema polarizzazione della ricchezza fa anche da paracadute al dollaro: perchè ricchi russi, arabi, brasiliani, messicani, indiani e cinesi dovrebbero rinunciare al dollaro, moneta nel quale vendono e comprano di tutto, dai barili di petrolio alle aziende, dai calciatori agli yacht per avere in mano un'altra moneta che o è di un sistema in bilico (euro) o di un sistema corrotto ed asfittico (yen) o di un pugno di gnomi fra le montagne (Chf)? magari alla fine gli abitanti del Missouri potrebbero volere il Dollaro di Sant Louis e quelli di Anchorage, il Bear Dollar, ma tutti quelli di cui sopra?

 

  By: Fortunato on Martedì 21 Agosto 2007 00:48

Grazie di nuovo, XTOL con questo hai voluto superarti; i miei complimenti. Fortunato

 

  By: XTOL on Martedì 21 Agosto 2007 00:09

un ^articolo ben fatto#http://michelespallino.investireoggi.it/speciale-iperinflazione/^ e di gradevole lettura (imho) a proposito di iperinflazione, printing machines e regime di guerra, con commenti finali interessanti

 

  By: Moderator on Venerdì 17 Agosto 2007 16:41

a questo punto l'unica per oggi è comprare il Giappone , mi pare

 

  By: GZ on Giovedì 16 Agosto 2007 22:00

la gente comune oggi crea probabilmente un 10-15% del volume medio giornaliero di scambi a New York, i loro soldi sono nei fondi e fondi pensione l'unica opinione che conta è quella dei gestori e traders ormai