3 milioni di disoccupati, 3 milioni di scoraggiati e 250mila immigrati l'anno - GZ
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By: GZ on Domenica 27 Ottobre 2013 00:54
Il Fatto riporta con risalto sotto il titolo ^"Lavoro, più di sei milioni a casa tra disoccupati e scoraggiati"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/26/lavoro-piu-di-sei-milioni-a-casa-tra-disoccupati-e-scoraggiati-che-non-cercano/757350^ che ai 3,07 milioni di disoccupati si aggiungono 2,99 milioni di persone che non cercano, ma sono disponibili a lavorare (gli "scoraggiati"). E che sui 3 milioni di disoccupati ufficiali metà, 1,5 milioni, sono al Sud e complessivamente tra Sud e Nord pure la metà (1,5 milioni) dei disoccupati sono giovani (sotto i 34 anni).
Ma vigliacco se in articoli del genere o negli editoriali che li commentano qualcuno menziona CHE MENTRE CI SONO 6 MILIONI DI PERSONE CHE NON POSSONO LAVORARE^ ALLO STESSO TEMPO OGNI ANNO ENTRANO ALTRI 250 MILA IMMIGRATI#http://cobraf.com/forum/coolpostEconomia.php?topicGroupID=1&topic_id=6011&reply_id=123538060^ (vedi i calcoli dettagliati dell'articolo di una settimana fa)
Oggi sembra normale, ma se leggi la storia anche negli Stati Uniti, che vengono sempre citati come il modello da seguire per l'immigrazione, ogni volta che ci fu una recessione seria o una Depressione il movimento sindacale e i partiti e organizzazioni dei lavoratori scatenavano un putiferio per bloccare l'immigrazione (in genere usando proprio la violenza). Intorno al 1890 ad esempio fu bloccata interamente l'immigrazione dall'Asia, dopo la depressione del 1922-1923 furono introdotte restrizioni all'ìmmigrazione nel 1924 con il Nationality Act (INA) e poi nel 1930 appena l'economia cadde in Depressione la prima cosa che il presidente ^Hoover fece fu un decreto che bloccava totalmente l'immigrazione#http://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10007411^. E Roosevelt andando al potere nel 1933 non si sognò di rimetterlo in discussione. Nel 1938, dopo l'Anschluss dell'Austria alla Germania e le leggi razziali ad esempio, c'era un forte domanda di immigrazione negli USA di ebrei e ^lo stesso il Congresso rifiuto di allentare le restrizioni all'ìmmigrazione#http://www.ushmm.org/wlc/en/article.php?ModuleId=10007411^. (Senza contare che fino al 1967 l'immigrazione negli USA rimase strettamente limitata solamente e chi proveniva dall'Europa)
E' sempre stato ovvio che quando non c'è abbastanza lavoro è contro gli interessi della maggioranza di un paese far entrare immigrati. Come mai questa logica è stata ora obliterata, per cui puoi adesso leggere venti articoli e sentire dieci dibattiti sulla disoccupazione senza che qualcuno nemmeno menzioni questo fatto (e la Lega che ancora ne parla viene sbeffeggiata come una manica di trogloditi ?)
E' perchè le persone che contano hanno la cameriera o la badante immigrata e non si trovano giovani italiani a raccogliere la frutta a 5 euro l'ora ? Ma nel 1890 o 1920 o 1930 in America non era lo stesso ? Anche allora i benestanti e chi impiegava lavoro avevano la loro convenienza a far entrare comunque manodopera a basso costo dalla Cina o dal Messico. Ma la società e la democrazia americana imponevano invece le ragioni dei lavoratori (americani). Come mai oggi neanche si discute nemmeno che è assurdo lasciare da 3 a 6 milioni di persone disoccupate e continuare allo stesso tempo a far entrare immigrati da tutto il mondo ?
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^"Lavoro, più di sei milioni a casa tra disoccupati e scoraggiati che non cercano"#http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/26/lavoro-piu-di-sei-milioni-a-casa-tra-disoccupati-e-scoraggiati-che-non-cercano/757350/^
Tra disoccupati e sfiduciati, più di sei milioni di persone sono a casa. Senza lavoro. Lo rivelano le tabelle Istat sul secondo trimestre 2013, secondo cui ai 3,07 milioni di disoccupati si aggiungono 2,99 milioni di persone che non cercano ma sono disponibili a lavorare (gli scoraggiati sono tra questi), oppure cercano lavoro ma non sono subito disponibili.
Nel secondo trimestre 2013 – secondo la tabella sulle ‘forze lavoro potenziali – c’erano 2.899.000 persone tra i 15 e i 74 anni che pur non cercando attivamente lavoro sarebbero state disponibili a lavorare (con una percentuale dell’11,4%, più che tripla rispetto alla media europea pari al 3,6% nel secondo trimestre 2013). A queste si aggiungono circa 99.000 persone che pur cercando non erano disponibili immediatamente a lavorare. Nel primo gruppo, ovvero gli inattivi che non cercano pur essendo disponibili a lavorare, ci sono quasi 1,3 milioni di persone ‘scoraggiate’, ovvero che non si sono attivate nella ricerca di un lavoro pensando di non poter trovare impiego.
Trovare un lavoro resta una chimera soprattutto al Sud e tra i giovani: su 3.075.000 disoccupati segnati nel secondo trimestre 2013 quasi la metà sono al Sud (1.458.000) mentre oltre la metà sono giovani (1.538.000 tra i 15 e i 34 anni, 935.000 se si considera la fascia 25-34 anni). Se si guarda alle forze lavoro potenziali il Sud fa la parte del leone con 1.888.000 persone sui 2.998.000 inattivi potenzialmente occupabili. Se si guarda alla fascia dei più giovani sono potenzialmente occupabili nel complesso (ma inattivi) 538.000 persone tra i 15 e i 24 anni e 720.000 tra i 25 e i 34 anni con una grandissima prevalenza di coloro che non cercano pur essendo disponibili a lavorare.