Mmmhh, che il terrorismo, FORSE, non sia SOLO e TUTTA colpa nostra? - polipolio
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By: giveme5 on Martedì 03 Luglio 2007 15:47
La vogliamo capire una buona volta ?
“Il vero motore della violenza è la nostra teologia, non le vostre
scelte”. Dice un ex mujaheddin
Londra. Con un ghigno. Così Hassan Butt,
ex membro del gruppo radicale al Muhajiroun
(“i Migranti”), ha spiegato domenica
dalle pagine dell’Observer come lui e gli altri
jihadisti liquidavano le spiegazioni e i
mea culpa degli analisti occidentali, che
“gli attacchi terroristici sono la conseguenza
della politica estera occidentale”, che sono
“il frutto della guerra in Iraq e di quella
in Afghanistan”, che “ce la siamo andata a
cercare”. Butt – che prima di lasciare la rete
estremista nel febbraio del 2006 si occupava
della raccolta di fondi e del reclutamento
di giovani nel Regno Unito – oggi è
un pentito sotto scorta ed è già stato aggredito
e accoltellato dagli estremisti che non
hanno accettato la sua fuoriuscita. Spiega
che il problema del terrorismo non nasce
dalla politica estera britannica. E’ piuttosto
una questione teologica. “Chi dava la colpa
al governo Blair per le nostre azioni faceva
soltanto propaganda a nostro favore, e oggi
ci aiuta a tenere lontana ogni analisi critica
del vero motore della nostra violenza: la
teologia islamica”. “La teologia islamica
formale – spiega Butt – a differenza di quella
cristiana, non ammette separazione tra
stato e religione. Non c’è alcun ‘date a Cesare
quel che è di Cesare’, sono un corpo unico”.
Il mondo intero è “Dar ul-Kufr”, terra
degli infedeli. Quindi da covertire. “Quello
che un tempo spingeva me, e oggi spinge
tanti altri, a progettare attentati devastanti
in Gran Bretagna – la nostra madrepatria –
o all’estero è la volontà di combattere per
la creazione di uno stato rivoluzionario che
finalmente porti la giustizia islamica a
trionfare sul mondo”. “A riprova delle affermazioni
di Hassan Butt, c’è il videomessaggio
di Mohammad Sidique Khan, uno
dei kamikaze del 7 luglio”, dice al Foglio
Shiv Malik, giornalista inglese, autore dei
reportage più approfonditi sui terroristi
che colpirono Londra nell’estate del 2005 e
ora all’opera, con l’aiuto di Butt, per la pubblicazione
di un libro sui giovani estremisti
britannici. “C’è una parte del video del kamikaze
che è la più importante, ma la meno
citata. Khan se la prende con gli islamici
moderati che continuano a dire ai loro fratelli
di rispettare le leggi dello stato in cui
vivono. E dice loro: come avremmo mai conquistato
territori, in passato, se avessimo
obbedito a questa regola?”.
IlFoglio, 03.07.2007