By: GZ on Venerdì 15 Luglio 2005 15:03
....... (norton) ...La situazione è dunque la seguente. Da un lato l'IPCC, le più importanti organizzazioni scientifiche di tutto il mondo e il consulente scientifico principale del governo ribadiscono la necessità di tagliare le emissioni. Dall'altro lato un gruppetto di scettici, inclusi i lobbisti finanziati dall'industria statunitense del petrolio, uno scrittore di fantascienza e il Daily Mail rifiutano di ammettere che gli scienziati hanno ragione. Sembra di essere tornati ai tempi della lobby del tabacco, che cercava di persuaderci che il fumo non provoca il cancro ai polmoni.....Incollo alcuni pezzi , di cui il primo , preso dal sito degli scettici ,è talmente ridicolo che uno si stupisce che non si vergognino della loro un pò sospetta compattezza :la faccia come il cu.......
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Ok, sono riuscito a leggere e mettermi in pari, inclusi i link:
i) Il comune della mia città natale ha un sito in cui spiega come l'aumento di CO2 contribuisce ad aumentare la temperatura usando termini di chimica che quadrano con gli studi universitari di Norton e di sua moglie e con gli articoli che hanno letto
ii) invece i centri di ricerca esteri (americani, ma non solo ci sono anche scandinavi) che criticano l'approccio di Kyoto sono pagati dai petrolieri
Giusto come accenno: l'industria petrolifera non subisce particolari restrizioni con il trattato di Kyoto, è quella manifatturiera che dovrebbe fare lobby. Che i docenti universitari che scrivono ad esempio su ^www.techcentralstation.com#http://www.techcentralstation.com/climatechange.html^ o ^Byorn Lomborg#http://www.lomborg.com/articles.htm^ siano prezzolati è un affermazione che si può scrivere su un forum perchè nessuna legge vieta di manifestare la propria irritazione sparando a casaccio.
La realtà è il contrario esatto. Ci sono enormi fondazioni come la Ford (famiglia Ford!) o la Rockefeller (!) finanziate da questi eredi di dinastie multi-miliardarie che da decenni vivono di rendita, non fanno più gli industriali e finanziano dozzine di centri di ricerca e cause ecologiste. Questi miliardari della terza o quarta generazione che nascono con 50 miliardi di dollari di patrimonio già investito e niente da fare tutto il giorno salvo telefonare ai loro gestori e private banking per ragioni di prestigio, coscienza sociale, per deflettere l'invidia, per apparire sui giornali o altre ragioni spendono miliardi per le cause ecologiche. (Anche Bill Gates, Soros e Warren Buffett danno somme enormi per cause sociali ed ecologiche). In parole povere: se vuoi avere dei finanziamenti devi dire qualcosa sui pericoli dell'effetto serra.
I manager invece delle varie BP, ENI, Total, Shell, Exxon sono gente non particolarmente abbiente che sono lì perchè li hanno promossi e vogliono alla fine incassare le stock options e poi andare da un altra parte o in pensione. Cercano di compiacere i media che possono rovinargli la reputazione e dato che non sono soldi loro seguono la corrente prevalente. Per cui ad esempio sono 30 anni che non si costruisce una sola raffineria in USA, immagina che lobby potente quella petrolifera paragonata a quella ecologica con dietro le dinastie più ricche del mondo
Se Norton si informa imparerà che non esiste al mondo una causa più finanziata al mondo di quella ecologica, ma ognuno è libero di vivere nel mito della enorme lobby dei petrolieri contro cui lottano con coraggio gli scienziati liberi da condizionamenti
Allora: Chi mette in dubbio che la temperatura negli ultimi 20 anni è salita e che ciò sia dovuto ad emissioni industriali ?
Quello che si mette in dubbio è che:
a) sia fuori dalla norma storica, cioè che sia maggiore di altri aumenti di temperatura che sono occorsi 500 o 1000 o 2000 anni fa per altri motivi e quindi la DIMENSIONE DEL PROBLEMA e in particolare le proiezioni sui prossimi 10 o 20 anni
b) sia dovuto al 90% ad emissioni industriali visto che ad esempio da fine anni '50 a fine anni '70 la temeperatura NON è salita, ma scesa leggermente. Questo non quadra con l'ipotesi che sia quasi interamente causato dall'industrializzazione. Se ad esempio c'è anche una componente NON legata all'industrializzazione questo solleva dubbi sulle proiezioni dei prossimi 10 o 20 anni perchè appunto negli anni '70 NON si prevedeva questo riscaldamento ( in certi casi il contrario)
c) che abbia senso concentrarsi sulle emissioni di CO2 in USA ed Europa A PREZZO DELLA CRESCITA ECONOMICA quando il boom dei prossimi 20 anni sarà tutto in paesi che sono fuori da Kyoto e non hanno la minima intenzione di entrarvi fino a quando non avranno raggiunto un tenore di vista simile al nostro. In altre parole rispettando i limiti di emissione di Kyoto in USA e Europa non risolvi il problema nel lungo periodo, ma intanto limiti la crescita delle aree che hanno interesse a investire in soluzioni alternative OGGI
d) che sia un problema tale da giustificare un taglio pesante alla crescita economica visto che è grazie alla crescita economica che poi ti puoi permettere di pagare investimenti in fonti alternative di energia
Questo è il punto cruciale e lo spiego bene perchè non qui le formule di chimica non c'entrano.
Se vuoi ridurre le emissioni di CO2 devi INVENTARE NUOVE TECNOLOGIE O RILANCIARE TECNOLOGIE come il nucleare che costano tanti tanti soldi e ne sottraggono quindi alle pensioni, alla sanità, alla scuola... entrando a un certo punto in contrasto con l'elettorato. In Europa ancora nessuno ha sopportato dei costi rilevanti per Kyoto, ma aspetta che tutte le restrizioni abbiano un impatto pieno e allo stesso tempo ci sia una bella recessione e poi vedrai
In USA, Europa e Giappone è possibile ora fare investimenti nella direzione di fonti alternative e se uno legge quello che fa General Electric, Ford, Toyota, Cypress Semiconductor e tanti altri vede che ci sono inizative di tutti i genere, finanziate dal mercato dei capitali privati. In Brasile, India, Cina, Messico, Indonesia ci sono però 3 miliardi di persone che se ne infischiano dell'effetto serra perchè prima vogliono arrivare dove siamo noi e in Africa altri che avrebbero bisogno di un poco di crescita economica solo per sopravvivere
I costi però devono essere giustificati dalla dimensione del problema