Condivido in pieno. E questo passaggio ad un mondo multipolare lo si fa con iniziative "soft". Troppo pericoloso e privo di reale convenienza andar giù pesanti.
Cinguetti twitter, post facebook, rappresaglie su obiettivi specifici, scaramucce circoscritte, sanzioni economiche molto parziali. Per quanto dissacrante possa sembrare questa affermazione, la guerrra in Siria è una guerra estremamente soft.
Nelle guerre hard le fazioni che si contrappongono impiegano e sacrificano una percentuale significativa dei loro uomini e mezzi. Iran-Iraq fu forse l'ultima guerra di questo genere, con due milioni di morti su un totale di 70-80 fra le due nazioni.
Fra USA, Russia, UK, Francia, Turchia, Iran e Arabia Saudita (gli attori della disfida siriana) contiamo 800 milioni di individui, che si combattono provocando qualche migliaio di morti siriani (le perdite dirette delle forze dei Paesi indicati sono arrivate forse a 50, ma probabilmente meno; possiamo se vuoi aggiungervi 3-400 morti per il terrorismo). 3-4 milioni di profughi in tutto. Una guerra incommensurabilmente soft. Un braccio di ferro mirante alla formazione dell'equilibrio dinamico e non dello scontro vero e proprio.
E' per questo che ritengo che commenti troppo pessimisti o troppo entusiasti per l'una o per l'altra fazione siano assurdi.