Scudi spaziali, dischi rotanti e Ayatollah

Bisogna che qualcuno lo dica ai giornalisti - GZ  

  By: GZ on Mercoledì 02 Aprile 2003 19:59

Non è ancora finita ovviamente, ma i giornali e i telegiornali da una settimana hanno fatto quasi solo questi titoli : ".. nessuno si aspettava la forte resistenza irakena che mette ora in pericolo l'avanzata..." "... la guerra può durare mesi e anche tutta l'estate e allora il caldo a 45 gradi......" "...Saddam al Contrattacco" (a otto colonne in prima pagina su repubblica dopo un imboscata a un convoglio di 12 soldati) "...i rischi di un conflitto che si estende e incendia tutto il Medio Oriente..." "...il fallimento del piano di attacco americano costringe il pentagono a ripensare tutto.." "... le liti tra inglesi e americani..." ".. esplode la rivolta dei generali americani sul campo contro Rumsfeld ..." "... le piazze arabe in rivolta, i governi indicano che non possono tenerle ancora per molto a freno..." " migliaia di irakeni che affluiscono dall'estero per combattere per le proprie case...." (una delle bufale più clamorose) “...4.000 kamikaze irakeni pronti a morire...” (finora se ne è visto solo uno, un altra bufala di dimensioni storiche) "... lo spettro del Viet-nam sulle colonne americane minacciate in mezzo al deserto..." Chiederanno scusa per non avere capito quasi niente e ripetuto la propaganda di un regime che mente anche quando dice che ore sono ?. Si ripete tutto come per la guerra del Golfo ( "... lo spettro del Viet-nam ...i rischi di un conflitto dall'esito incerto e che incendia tutto il Medio Oriente...) e l'Afganistan ("... milioni di profughi... i guerriglieri possono resistere per anni come con i russi...i rischi che si estenda tutto il Medio Oriente... "). Dove sono finiti i famosi piloti americani caduti sul fiume a bagdad che migliaia di irakeni cercavano in mezzo ai cannetti in diretta TV domenica scorsa ? Non ho mai visto un giornalista del TG o anche Mediaset commentare bufale del genere dicendo almeno: ".. in effetti in molte altre occasioni affermazioni del genere del regime irakeno sono poi risultate del tutto false ....". Tra un affermazione del gerarca ghignante col basco e i baffi a bagdad e la smentita o la dichiarazione di segno opposto di Tony Blair al parlamento inglese sembra spesso che dubitino più di quella di Blair. Bisogna che qualcuno lo dica ai giornalisti. I famosi "...rischi che il conflitto si estenda e incendi tutto il Medio Oriente..." di cui tutti blaterano a casaccio DIMINUISCONO QUANDO UNO COME SADDAM VIENE ELIMINATO E sapete perchè ? Perchè sono i dittatori fanatici che creano guerre a ripetizione, la maggioranza della gente è invece pacifica in tutto il mondo (anche se la propaganda fa di tutto per eccitarli). Ogni dittatore criminale di meno e maggiore è la probabilità di pace per i prossimi anni. E questo vale anche per "l'impatto sui mercati" Modificato da - GZ on 4/2/2003 18:1:57

seguendo solo i titoli di Reuters - gz  

  By: GZ on Lunedì 31 Marzo 2003 21:31

l'indice americano è un poco migliorato dopo aver toccato il fondo alle 16:15 e francamente l'unica cosa anche oggi che il mercato sta seguendo sono i titoli di Reuters o altri siti di informazione in tempo reale sull'Iraq Alle 16 ho visto passare su Debka un titolo "favorevole" (quello che ho citato nel pezzo di polemica quotidiana su queste faccende), vedi sotto, "Dramatic Shift in Battle around Bagdad, 101 Airborne Division breaks...." che dice che invece di essere fermi come dicevano i notiziari ieri e stamattina gli alleati hanno sfondato oggi a sorpresa arrivando alla periferia sud di Bagdad con 6 mila marines ecc.. Se ero più reattivo compravo gli s&p come trade seguendo solo questo titolo e basta, ovvio che se ne fossero arrivati altri simili stamattina non funzionava, occorre che siano titoli che indicano cambiamenti, cose nuove, che contrastino con l'umore del giorno prima perchè abbiano un qualche effetto, (se poi risulta che le truppe si fermano ed era solo una puntata da poco diventa sell di nuovo) ma al momento è tutto qui Modificato da - gz on 3/31/2003 19:39:26

 

  By: Leofab on Sabato 29 Marzo 2003 18:06

Non esiste per gli alleati moomento migliore delle prossime ore, per un blitz su Baghdad. L' opinione pubblica mondiale, e probabilmente anche l' irachena, è straconvinta delle forti difficoltà dell' esercito americano. Una macchina da guerra in ginocchio di fronte all' imprevedibilità della guerriglia di Saddam ! Addirittura i giornalisti corrono a riferire notizie, secondo le quali i cittadini iracheni in fuga salvano dalla fame diversi soldati !!!!!!!!!!!!! E ci meravigliamo delle bolle azionarie ? Sempre esistite e sempre esisteranno. Un blitz è, secondo me, in arrivo ad ore, se non minuti. Intanto un idiota con il nome Berlinguer si augura la vittoria irachena. Siamo all 'irrelatà assoluta. Una vita schiacciata in un water pieno di escrementi animali Modificato da - Leofab on 3/29/2003 17:7:22 Modificato da - Leofab on 3/30/2003 14:30:23

 

  By: banshee on Giovedì 20 Marzo 2003 11:20

ha consentito agli States - mediante la creazione artificiosa del superyen - di espandere i propri livelli di produzione oltre ogni limite consentito. __________________________________________ L'unica cosa che gli States hanno portato oltre ogni limite consentito sono i consumi. Consumi così voraci e pervasivi che producono un deficit commerciale di 500 mld di dollari all'anno ormai. Proprio perchè la produzione domestica non produce abbastanza da soddisfarla. L'America non produce un *****, in termini relativi. L'unica sovracapacità produttiva che hanno è nel campo dell'Information Technology.

 

  By: Luigi Luccarini on Giovedì 20 Marzo 2003 09:53

No, Zucconi ha detto martedì qualcosa di molto diverso e molto più aderente alla realtà dei fatti. Ha indicato come il programma della nuova destra repubblicana sia quello di operare una "normalizzazione" del pianeta, promuovendo - a carico di TUTTI i paesi del globo - la scelta di stare "o con, o contro", indipendentemente dall'esistenza di ragioni stringenti e contingenti per perseguire una tale politica. L'attacco all'IRAQ, in questo senso, prescinde dall'ONU perchè è il risultato di questo genere di politica che ovviamente è indotto dal disastro economico di una nazione costretta ora e per molti anni a sottomettere intere zone del globo per poter smaltire i suoi immensi magazzini. Io non sono così sciocco (e penso non lo sia neppure Zucconi) da pormi un problema di "scelta" tra Islam e Stati Uniti: ovvio che scelgo i secondi, 7 volte 7 come recita la Bibbia. Ma non è questo il punto. La ragione profonda del dissidio che sta spaccando il mondo e la cultura di derivazione mitteleuropea da quella anglosassone sta nel concetto di "tolleranza" che da parte americana si disconosce ormai come autentica ragione di esistenza e sopravvivenza (se non come istinto puro e semplice). La "diversità" è un fattore che viene ormai avvertito come destabilizzatore: si badi bene, l'assurdo è che questa metamorfosi culturale si sta realizzando proprio in paesi che hanno espresso una forte capacità ricettiva e di coagulo di differenti razze ed etnie. Inutile dire che questo tipo di "normalizzazione" è devastante anche sotto il profilo economico. la riduzione del Giappone ad uno stato di recessione perenne è stato il solo fattore che ha consentito agli States - mediante la creazione artificiosa del superyen - di espandere i propri livelli di produzione oltre ogni limite consentito. La stessa operazione viene compiuta ora ai danni dell'Europa, il cui ruolo subalterno è meno dichiarato rispetto a quello dell'oriente sconfitto nella seconda guerra mondiale e che per questo trova maggiore opposizione - specialmente dalla Francia che ha mantenuto un sensibile potere sulle zone del nord Africa che un tempo furono sue colonie o protettorati. L'egemonia economica indotta dalla sequenza produzione/induzione al consumo/ condizionamento standards produttivi altrui allo stato attuale vede favoriti gli Stati Uniti: i rapporti di cambio in questo momento danno all'euro un valore significativamente superiore a quello di gennaio 2000, evidentemente in quanto livello di equilibrio per sciogliere i nodi dell'over production made in USA. Tutto questo stato di cose è un artificio - ovviamente: è inutile salvare le palle di Intel affossando Philips o Infineon: ma tant'è, la situazione che si sta venendo a creare è molto più simile a quella di un'economia pianificata rispetto all'ipotesi tipica del libero mercato. Il Giappone, in questo senso, è quanto di più socialista oggi possa esistere: tassi a costo zero, denaro libero quindi; disoccupazione sotto controllo, sistema di previdenza sociale piuttosto solido e immobilismo generale dell'economia, nel senso che nessuno chiude, nessuno si espande e nessuno modifica gli assetti di mercato esistenti. Non si può fare nulla, salvo ogni tanto impedire allo yen di diventare troppo forte (e perchè poi dovrebbe?) e quindi mandare al macero un paese intero che negli anni '70 è stato guida del mondo industrializzato. Gli USA finiranno così è solo questione di tempo; e prima toccherà a noi, è inevitabile. Esisteranno solo poche imprese in tutto il mondo, grandi multinazionali che attraverso il controllo dei principali media (anche la rete, senza dubbio) e dei beni di primo consumo si mangeranno pezzo per pezzo la concorrenza ed eleveranno a standards di vita eterni i loro prodotti. Il fenomeno sta già realizzandosi in vari settori di mercato dove la concentrazione ha raggiunto livelli considerevoli. Abbattere l'ONU è il primo passo per lo scioglimento della Commissione CEE che è un ostacolo mica da ridere per questo tipo di operazioni. Poi un giorno ci scopriremo tutti poveri, con la desertificazione che avrà ricoperto metà pianeta, la mancanza d'acqua, l'aria irrespirabile ovunque, epidemie indotte o di generazione spontanea, invecchiamento demografico sempre più dirompente e - quel che è peggio - enormi flussi migratori provenienti dalle zone povere del pianeta, masse sempre più numerose e soprattutto sempre più ricche di quello che nella civiltà occidentale inizia a scarseggiare. Il fattore "uomo". Perchè noi saremo sempre meno e loro, i cattivi o presunti tali, sempre di più. Sempre più affamati e sempre più incazzati. Non è una buona politica Zibordi, ci pensi un po' su. Saddam, se tiene buoni curdi e irakeni, evita che anche questi ultimi partecipino alla competizione mondiale nella quale - mi sembra evidente - stiamo tutti un po' stretti e già da un pezzo. In fondo ha fatto un favore all'occidente così ed è per questo che fino ad ora nessuno lo ha attaccato così direttamente. Ed ora serve solo come monito e dimostrazione al mondo, niente di più.

 

  By: GZ on Mercoledì 19 Marzo 2003 22:39

Ripeto, qui si può leggere il testo integrale ^del discorso alla camera dei comuni inglese oggi di Tony Blair #politics.guardian.co.uk/foreignaffairs/story/0,11538,916789,00.html^ Non morde mica anche se è in inglese, lo mettete a confronto con Zucconi e altri simili commenti sul corriere o repubblica e giudicate Sono due mondi diversi. Con la mentalità delle elite e dell'intellighenzia italiana finisci come in Bosnia dove il presidente Izberegovitc nel 1992 diceva : "... gli europei parleranno parleranno solamente e ci lasceranno ammazzare.." (Zucconi è di Modena, i miei conoscevano suo padre e da bambino mi aveva procurato una foto firmata di Helenio Herrera, è un ottima famiglia. Ma ogni giorno si contorce per parlare della fede cristiana di Bush come se fosse il vero problema e il motivo per cui si vuole rovesciare Saddam. Che ci siano terroristi che vogliono fare fuori centinaia di migliaia di persone a ny o washington con armi di distruzione di massa e saddam gliele possa passare è un tema che lo annoia. Che quasi tutti i leader americani e i due terzi della popolazione popolazione siano d'accordo è irrilevante, per lui il fatto che il presidente dichiari di essere praticante lo fa "il presidente missionario". E Zucconi è uno dei migliori) Modificato da - gz on 3/20/2003 2:11:49

 

  By: Luigi Luccarini on Mercoledì 19 Marzo 2003 08:01

>>E' incredibile che un pericolo così evidente per il mondo, quella che è ora la minaccia numero uno della nostra epoca, che qualche regime criminale passi ai terroristi armi di distruzione di massa, venga annegata completamente in italia nella chiacchera insulsa dei commenti oziosi di dietrologia cretina dei vari Zucconi, Riotta, Caretto, Annunziata (per non dire di altri peggiori) che riescono a parlare di ogni idiozia pur di evitarla<< Limpido esempio di critica politicaly correct. (tra l'altro Zucconi è il mio direttore). Mi ricorda più o meno quanto accade in certi regimi, dove la dialettica viene troncata con un "... sono tutte minchiate, date retta a me!". Ovviamente la logica è la stessa che presiede alle numerose chiamate buy degli ultimi anni (a 29600 di Mibtel, all'atto dell'elezione di Bush, in occasione del trionfo di Berlusconi, ecc..). Una delusione vera, Zibordi. Siamo diventati come il festival di Sanremo e viene sempre più voglia di cambiare canale. Peccato davvero.

Difficile fare meglio di Tony Blair - gz  

  By: GZ on Mercoledì 19 Marzo 2003 02:36

Per chi legge l'inglese è difficile trovare qualcosa di più limpido del discorso di Tony Blair (^ qui trovate il testo integrale del discorso alla camera dei comuni inglese oggi #politics.guardian.co.uk/foreignaffairs/story/0,11538,916789,00.html^ Purtroppo i media italiani coprono tutte le fonti originali di informazione con la chiacchera, come delle cicale commentano all'infinito sui dettagli più stupidi e insulsi. Potrebbe passare di fronte a loro churchill contro hitler con :"... non ho altro da offrirvi che sangue, sudore e lacrime..." e invece di riportarlo in originale, direbbero: " mah... guarda, mi sembra che churchill ha usato dei toni melodrammatici troppo carichi ieri.." e subito coprirebbero il discorso con i loro commenti per dire che dietro c'è una manovra per affrettare le elezioni amministrative. Blair non è di formazione churchilliana, ma spiega con il dettaglio e la precisione del caso la storia delle armi chimiche, biologiche a nucleari in iraq e ricostruisce con chiarezza stupefacente la storia del conflitto con Saddam dal 1991 e le conseguenze per il mondo della scelta attuale. Dopo il discorso in parlamento (che in inghilterra ascoltano in molti perchè sono sempre rapidi e essenziali ) Blair sta risalendo nei sondaggi (e Bush dopo il discorso di ieri notte ha portato il supporto all'intervento dal 62% al 67% secondi i sondaggi) Ma per chi non crede a loro c'è anche Bill Clinton, il beniamino della stampa italiana, che ha detto questa settimana le stesse cose identiche a sostegno di Blair assieme al quale ha fermato Milosevic. E' incredibile che un pericolo così evidente per il mondo, quella che è ora la minaccia numero uno della nostra epoca, che qualche regime criminale passi ai terroristi armi di distruzione di massa, venga annegata completamente in italia nella chiacchera insulsa dei commenti oziosi di dietrologia cretina dei vari Zucconi, Riotta, Caretto, Annunziata (per non dire di altri peggiori) che riescono a parlare di ogni idiozia pur di evitarla Ma basta anche Clinton a dirlo in modo chiaro: " If we leave Iraq with chemical and biological weapons, after 12 years of defiance, there is a considerable risk that one day these weapons will fall into the wrong hands and put many more lives at risk than will be lost in overthrowing Saddam... In the post-cold war world, America and Britain have been in tough positions before: in 1998, when others wanted to lift sanctions on Iraq and we said no; in 1999 when we went into Kosovo to stop ethnic cleansing. In each case, there were voices of dissent. But the British-American partnership and the progress of the world were preserved. Now in another difficult spot, Blair will have to do what he believes to be right. I trust him to do that and hope the British people will too." - Modificato da - gz on 3/19/2003 1:54:42

 

  By: Luigi Luccarini on Martedì 18 Marzo 2003 18:27

... e la pagliacciata continua... Scusate ma con che le lancia le armi chimiche? Con la cerbottana? E a chi poi? Agli aerei? Ma quando finirà? Saddam respinge "in modo colorito" l'ultimatum. Ah, beh, è chiaro che avrebe dovuto dire: "scusate tanto, sento un po' di mal di testa in arrivo e vi giuro che mia moglie non c'entra". Ma dove viviamo da un po' di tempo, su Marte?

Saddam Hussein ha respinto l'ultimatum - gz  

  By: GZ on Martedì 18 Marzo 2003 18:14

Saddam Hussein ha respinto l'ultimatum e in modo colorito notizie che gli irakeni stiano caricando armi chimiche per un possibile attacco preventivo La Francia dichiara ora che combatterebbe assieme agli anglo-americani se venissero usate armi chimiche Il Giappone appoggia la guerra, ma non manda soldati --------------------------------------------------- Uday Hussein’s rejection. “The wives and mothers of those Americans who will fight us will cry blood, not tears,” he said. “They should not imagine that they will have a safe spot inside the land of Iraq or outside it.” Hussein’s son tauntingly urged Bush to leave his office in America with his family…” Further incentive for advancing military action came from the rising concern in the Pentagon that Iraqi forces may attack the invasion force poised in Kuwait with chemical shells – whether as a pre-emptive or to deter allied troops by demonstrating what lies ahead - not only for the invaders but for America’s Middle East allies if the invasion goes forward. US military sources concerned that Iraqi troops armed with chemical shells may have redeployed further south towards Kuwait border region for possible pre-emptive attack against US troops poised for invasion.

 

  By: Moderatore on Martedì 18 Marzo 2003 17:57

Dow Jones France To Join Iraq War If Chem Weapons Used - Ambassador

Come mai la prima reazione &#232; positiva - gz  

  By: GZ on Lunedì 17 Marzo 2003 18:02

Come mai (per ora) persino la prima reazione del mercato è positiva alla guerra ? (anche io temevo un primo contraccolpo negativo per poi partire in su e sono sorpreso per ora positivamente) Leggere cosa succede nella realtà in medio oriente I paesi arabi stanno facendo a gara per chiedere di partecipare alle operazioni militari e aiutare gli anglo-americani E non ci sono neppure proteste o manifestazioni perchè Saddam è uno dei personaggi più odiati della storia La sensazione è che tutto il medio oriente collabori e che quindi sia più facile del previsto ------------------------------------------------------ Arab Nations Hop Off Fence To Join US, Not Iraq (From The Wall Street Journal) By Yaroslav Trofimo Kuwait City, Kuwait -- AS THE U.S. and some of its traditional European allies split over the use of military force against Iraq, a surprising degree of acquiescence to a war has emerged in the region that would be most affected: the Arab world itself. With as little as days before an invasion could begin, cooperation from America's Arab partners has exceeded Washington's expectations. The U.S. military is receiving tangible help from all the Persian Gulf monarchies, Jordan and Egypt. With the notable exception of Syrian President Bashar Assad, most Arab governments -- even those that maintain public opposition to the invasion have quietly positioned themselves to be in America's good graces after a war. For many Arab rulers, earning credit in Washington by providing help with Iraq is viewed as the best way to stave off American pressure for "regime change" in their own lands. But their support is also made possible by a turnaround in Arab public opinion: Unlike in the 1991 Gulf War, few Arabs admire Saddam Hussein nowadays, and some of Iraq's former backers, such as Jordan, now firmly belong to the American camp. True, most Arabs dislike the idea of the U.S. invading an Arab state, says Gehad Auda, a professor of international relations at Helwan University in Cairo. But, unlike many Europeans, they also recognize the horrors of Mr.Hussein's rule. "Everybody knows about his brutality now, every man on the street." It is this awareness that explains the Arabs'lackluster opposition to war, Mr. Auda says. "We cannot really take a firm stand because the case is good on both sides." That lack of firmness was apparent in the nearly comical labors of the Arab League's peace team on Iraq. The group, comprising foreign ministers from Bahrain, Egypt, Syria, Lebanon and Tunisia, has traveled to the U.S. to meet Secretary of State Colin Powell, United Nations Secretary General Kofi Annan and others in a bid to prevent war. But, as the Arab delegation was about to head to Baghdad last week with a message from the international community to Mr. Hussein, Syria demurred, saying the delegation should display solidarity with Iraq instead. The mission quickly collapsed as a contemptuous Iraq simply refused to admit the Arab ministers. For the pro-U.S. Arab regimes, most of them unelected, self-preservation is a clear reason for siding with Washington. U.S. officials have been championing for months a domino theory under which democratization in Iraq will set off a chain reaction across the Arab world -- a theme raised in a recent speech by President Bush himself. "All the Arab regimes are afraid of America's attention in the future," says Dia Rashwan, a scholar at the Al Ahram Center for Political and Strategic Studies in Cairo. "So it's difficult for the Arab regimes to say no to America in deeds, even though some are saying no in words." That's why the Egyptian government, while filling a stadium with an officially organized protest against the war this month, also opened the Suez Canal and its airspace to the U.S. Navy and Air Force, and instructed the state-controlled media to print commentaries sharply critical of the Iraqi leader. It's also the reason that Saudi Arabia turned over to the U.S. military an entire airport in the northern city of Arar, ostensibly for "humanitarian operations," and allowed the use of another one in Tabuk, in addition to permitting an expanded U.S. presence at the Prince Sultan Air Base near Riyadh. "Saudi Arabia doesn't want war, but it has to consider the importance of its special relations and alliance with America, and its desire to see a Saddam-free Iraq," says Jamal Khashoggi, chief editor of the kingdom's popular al Watan newspaper. All the other Gulf monarchies are helping the U.S. war machine in one way or another. Kuwait, the main staging ground for a land attack, even barred its own citizens from the northern half of the country, where some 150,000 American and British troops gear up for war. There has been little protest against such displacement, or against the fact that the emirate looks like an occupied land as U.S. soldiers riding gunshot atop Humvee vehicles patrol Kuwaiti highways. The Kuwaiti establishment went out of its way to welcome the U.S. troops, minimizing the recent shooting attacks on U.S. servicemen and voicing approval of a war to remove the Iraqi regime. "The Americans are very popular here right now," says Ahmed al-Rubei, a Kuwaiti parliament member. "They liberated us, and we don't forget." It remains unclear how much this cooperation by America's Arab allies will be rewarded with a future influence in Iraqi affairs. The Gulf monarchies and Egypt have clear interests in what kind of regime will evolve in Iraq; for instance, they wouldn't want a Baghdad government controlled by the Shiite majority, or one that offers a haven for democracy activists from other Arab lands, or breaks with the Arab consensus over Israel. "Iraq is not an easy country. It is easy to win a war there, but for the peace and stability afterward you need the help of other countries," Kuwait's Mr. Rubei says. "That's why it is in the interests of the U.S. to cooperate with the Arabs on this." But it is far from certain that Washington wants such help -- a point emphasized by Syria's President Assad, who lambasted the other Arab states for offering their facilities for war on Iraq in a speech last week. Mr. Assad added caustically, and probably correctly, that the only reason no Arab army is joining a U.S.-led invasion force is because, unlike in 1991, Washington doesn't want the Arab forces around. "America is not allowing anyone [from the Arab world] to participate because it does not need anyone's participation," he said. Modificato da - gz on 3/17/2003 17:31:51

 

  By: GZ on Venerdì 14 Marzo 2003 19:59

L'italia è il paese del papa ad esempio e una buona metà del centro-destra è pacefondaio La Spagna e l'Inghilterra sono gli unici due paesi che rischiano, probabilmente conta il fatto che hanno avuto entrambe per 20 anni un terrorismo drammatico e quindi sono un poco più serie indipendentemente dal fatto che uno è un governo di sinistra e l'altro di destra Modificato da - gz on 3/14/2003 19:0:22

 

  By: gianlini on Venerdì 14 Marzo 2003 17:21

ragioni religiose c'ha l'Annunziata a cena devono concordare se vogliono riproporre Sant'Oro o Remigio

 

  By: giuseppe cuneo on Venerdì 14 Marzo 2003 17:14

E il nostro Berlusca, perchè non l'hanno invitato ?