Scudi spaziali, dischi rotanti e Ayatollah

 

  By: gianlini on Mercoledì 06 Ottobre 2004 15:51

guardi, non si riesce neanche a far entrare nella mente degli italiani che Bertinotti è un borghese fino al midollo che al confronto Fassino è un rivoluzionario, eppure ce l'hanno davanti tutti i giorni, cosa vuole fare con i mitici petrolieri texani?? (che poi il petrolio è anche in Oklahoma, ma non si è mai sentito parlare di petrolieri oklahomensi.....)

 

  By: cisha on Mercoledì 06 Ottobre 2004 15:23

Che ci vuol fare GZ...tutto è iniziato in Italia con le televisioni di Berlusconi dove sceneggiati tipo "DALLAS" e "DINASTY" hanno fatto scuola facendo peraltro la fortuna del cavaliere e di CANALE5 E rete 4. Quindi, siccome la maggior parte di quelli che scrivono gli articoli (specialmente su Repubblica) e di quelli che li leggono, non si sono mai persi mezza puntata, quando erano giovani, si ritrovano ora ancora più convinti. E' inutile è ancora una volta colpa di Berlusconi.

 

  By: GZ on Mercoledì 06 Ottobre 2004 15:08

La potenza degli sceneggiati supera qualunque altra forma di informazione Questa dei ricchi petrolieri texani è uno dei miti profondi entrati nella psiche collettiva e non c'è niente in questa generazione che lo possa incrinare: che io senta a cena uno che fa l'industriale di destra o veda un mio amico di scuola insegnante di filosofia di rifondazione a un certo punto viene fuori se parlano di politica nel mondo Se provi a spiegare che dal Texas esce ora circa l'1% del petrolio del mondo e che i petrolieri texani sono mezzi falliti e contano meno di mezzo emiro per non parlare di Mincato all'ENI non serve a niente. Le mega società di pubblicità e moda in centro a Manhattan fanno più soldi e hanno più potere dei petrolieri texani ma prova a spiegarlo Nel caso di Cheney hai uno che ha sempre lavorato per il governo dagli anni '70, più che altro alla difesa, già con Nixon e che in 40 anni di carriera ha speso esattamente quattro anni come amministratore delegato di una società che NON pompa petrolio in Texas come Chevron o Texaco, ma fa estrazione, "engineering and construction services" cioè una società di ingegneria che costruisce piattaforme per l'estrazione che affitta poi tutte le società petrolifere e altri servizi tecnici ingegneriestici. Cioè non possiere pozzi, fa ingegneria Personalmente Cheney è di famiglia modesta, non è arricchito come ad esempio Edwards che ha messo assieme almeno 80-100 milioni di dollari facendo causa agli ospedali e ha persino dato in beneficenza il grosso della sua liquidazione di stock options di Halliburton. Come tipo è un intellettuale che al sabato fa tenere seminari di storia alla casa bianca per il suo staff ed è una delle persone più intelligenti che sieda in un governo in giro per il mondo Per quello che conta, a differenza di Bush che lo ha perso, ha vinto ai punti il dibattito o al massimo pareggiato se leggi i commenti della stampa che conta.

 

  By: panarea on Mercoledì 06 Ottobre 2004 13:11

There is ample evidence from impeccable sources that the Islamist-Jihadist forces are adamant on striking out before the U.S. elections - - - - nel caso vincerebbe bush o kerry? ierisera edwards ha umiliato cheney, 20 anni di meno, cuore a posto, spietato avvocato certo, ma perlomeno non della cricca dei texani petrolieri. se non si inventa qualcosa il ticket bush-cheney perde

 

  By: cisha on Mercoledì 06 Ottobre 2004 11:56

1 Il disastro della gestione Fbi e CIA è dovuto agli anni della presidenza Clinton (è difficile cambiare l'attività di certi servizi senza avere almeno 10 anni di tempo) 2 Bin vuole Bush? E perchè mai? Con un manierista come Kerry avrebbe gioco facile a fare impantanare l'esercito USA e alleati con i media che appoggiano tutti i suoi dubbi. A meno che attualmente non bleffi. Infatti bleffa dato che ne lui ne Bush decidono un *****...decide l'economia MONDIALE cioè americana...mio caro XTOL.

 

  By: XTOL on Mercoledì 06 Ottobre 2004 11:48

poichè bin laden e bush hanno un'evidente convergenza di obiettivi (la rielezione di bushettino), si può immaginare dove al qaeda potrebbe mettere in atto l'attentato. non in usa, perchè potrebbe dimostrare l'incapacità dell'attuale amministrazione. il luogo perfetto è una nazione alleata, con truppe in iraq: inghilterra o italia. in questo modo terrorizzerebbe l'elettorato americano con conseguenze facili da immaginare. ipotesi 2- un attentato fallito in usa, ma mi sembra meno probabile xtol

 

  By: GZ on Mercoledì 06 Ottobre 2004 01:08

Yossef Bodansky e' uno dei pochi ad aver avvertito di quello che sarebbe successo con un libro nel 1999 “Bin Laden: The Man Who Declared War on America.” ed e' direttore della research a International Strategic Studies Association. ^Intervista di oggi di Bodansky#http://www.newsmax.com/archives/articles/2004/10/4/201642.shtml^ in cui spiega come le cose stiano andando male perche' ad esempio l'intelligence (Cia Fbi...) e' un disastro. La stessa cosa viene spiegata da Angelo Codevilla che ha lavorato per l'intelligence da giovane e ora insegna e studia queste cose a Princeton su Spectator di settembre ^U.S. Intelligence: A Losing Proposition#http://www.spectator.org/dsp_article.asp?art_id=7155^ e c'e' anche un pezzo oggi del NY Times e altri su Wall Street Journal in cui si parla di uno scontro violento e aperto tra la CIA e l'amministrazione Comunque insiste su una cosa rilevante per ottobre......... ......Bodansky There is ample evidence from impeccable sources that the Islamist-Jihadist forces are adamant on striking out before the U.S. elections. Some of the warnings specify a commitment to inflicting mass casualties on an unprecedented scale – perhaps through the use of a nuclear suitcase-bomb (which they definitely have). At the same time, however, the key terrorism sponsoring states urge prudence – fearing U.S. retribution. Right now, there are intense theological deliberations within the Islamist movement about what to do next. ^We will surely see the outcome of these deliberations....#http://www.newsmax.com/archives/articles/2004/10/4/201642.shtml^

 

  By: Moderator on Mercoledì 29 Settembre 2004 16:43

Il rappresentante della resistenza Iraniana (quelli arrestati alcuni mesi fa dalla Francia in un' operazione antiterrorismo))ha dichiarato che il presidente (Moderato) Katami ha dato disposizione di portare a termine la costruzione dell'atomica entro la prima metà del 2005 , essendo ormai in grado di farlo entro quella data. Non ci resta che sperare in un raid Israeliano.

 

  By: GZ on Mercoledì 29 Settembre 2004 15:37

------------------------------ ^Un professore clintoniano spiega perché un attacco nucleare è inevitabile, ma revenibile#http://www.ilfoglio.it/uploads/camillo/allison.html^ Graham Allison professore alla John F. Kennedy School of Government dell'università di Harvard e ha lavorato alle strategie del Pentagono durante le Amministrazioni Clinton. Ha scritto un libro, già segnalato nei giorni scorsi dal Foglio, "Nuclear Terrorism. The ultimate preventable catastrophe", presentato lunedì al Council on Foreign Relations di fronte all'élite giornalistica e finanziaria di New York. La tesi è la seguente: i nostri nemici fanno sul serio, noi siamo vulnerabili, le bombe nucleari ci sono, gli strumenti per costruirle sono a loro disposizione, le frontiere americane sono un colabrodo: quindi pensare a un attacco nucleare non è una riflessione sul "se" accadrà, ma su "quando" accadrà. "Anche voi italiani e voi europei ­ spiega Allison ­ correte lo stesso pericolo. Il loro primo obiettivo siamo noi americani, ma poi ci sono gli inglesi e gli europei in generale. Se i terroristi che hanno già colpito Madrid avessero avuto a disposizione un'arma nucleare è evidente che l'avrebbero usata. Così come sono certo che i ceceni non esiterebbero a far esplodere un'atomica a Mosca. Non ho particolari informazioni precise sull'Italia, ma nessuno può dirsi al sicuro". Allison spiega che una bomba di fabbricazione sovietica da 10 kiloton fatta esplodere a mezzogiorno a Times Square, nel centro di New York, provocherebbe istantaneamente mezzo milione di morti, più centinaia di migliaia di altre vittime in seguito ai crolli e agli incendi. Nel raggio di venti isolati non rimarrebbe in piedi assolutamente più niente, né mattoni né vite umane. Oltre, fino a poco più di un chilometro dalla detonazione, ci sarebbero altri morti, feriti, radiazioni ed edifici in fiamme. Lo scenario non è così inimmaginabile: nell'ottobre del 2001, la Cia aveva avuto segnalazioni di un progetto di al Qaida di far esplodere una bomba a Times Square. "Di cosa siano capaci i terroristi, lo abbiamo visto ­ dice Allison ­ Quale sia il loro obiettivo è scritto nei loro documenti. Bin Laden, dopo l'11 settembre, ha fatto sapere che il suo obiettivo è di uccidere almeno 4 milioni di americani ed ebrei, un numero che lui ricava dai morti in cinquant'anni di conflitto in Palestina, dalla prima guerra del Golfo, dalle sanzioni contro l'Iraq, dall'intervento in Somalia e dalla guerra in Afghanistan. E' evidente che voglia mettere le mani su una bomba nucleare". Alla domanda se sia facile ottenere o costruirsi un ordigno nucleare, Allison risponde di sì alla prima e di no alla seconda. Nell'ex Unione Sovietica ci sono tra le 30 mila e le 80 mila armi nucleari, malamente controllate e malamente conservate, dice. Nel 1991 l'attuale vicepresidente Dick Cheney disse: "Anche se i sovietici facessero un lavoro eccellente nel controllare il loro arsenale nucleare e anche se ottenessero un successo nel 99 per cento dei casi, rimarebbero almeno 250 bombe fuori controllo". Nel 1997 il generale Alexander Lebed rivelò alla trasmissione americana "60 minutes" che 84 delle 132 bombe nucleari di "formato valigetta" in dotazione al Kgb sono scomparse. Si tratta di dispositivi nucleari in miniatura che possono essere fatti esplodere da una sola persona in trenta minuti e non necessitano né di codici segreti né di autorizzazioni da Mosca. Questo è il pericolo più grande, spiega Allison, considerando il fatto che è praticamente impossibile controllare tutti i porti e tutti gli aeroporti americani. Ogni giorno 30 mila camion, 6.500 vagoni ferroviari e 140 navi consegnano 50 mila container con oltre 500 mila oggetti al loro interno. Su sette milioni di container che arrivano ogni anno negli Stati Uniti, solo il 5 per cento viene aperto per ispezione. Dal Messico, ha raccontato Time, ogni anno entrano tre milioni di clandestini. I terroristi potrebbero usare anche altre tecniche: colpire le centrali nucleari americane, oppure acquistare l'uranio arricchito o il plutonio necessario per costruirsi in casa la bomba. "Sono materiali che non esistono in natura ­ dice Allison ­ ma la cattiva notizia è un'altra: in giro ce ne sono abbastanza". "Una soluzione per prevenire questa catastrofe annunciata però c'è ­ continua Allison ­ e non è quella di trasferirsi in Midwest". Il punto centrale, che Allison spiega nella seconda parte del suo libro, è quello di negare ai terroristi l'accesso alle armi e al materiale nucleare. Per fare questo è necessario cambiare strategia e adottare la dottrina dei "tre no": no alle bombe in circolazione, no alle nuove bombe e no agli Stati nucleari". La Casa Bianca, secondo Allison, dovrebbe varare un piano prioritario e un'iniziativa diplomatica insieme con il presidente russo Vladimir Putin per rintracciare tutte le armi e i materiali nucleari in giro per il mondo al fine di metterli al sicuro. Il secondo punto è quello di impedire la creazione di altre armi nucleari. Allison ricorda che il "Trattato sulla non proliferazione nucleare è roba vecchia", al punto che non vieta agli Stati di produrre uranio arricchito e plutonio. Il terzo elemento della strategia di Allison è quello di non consentire ad altri paesi, cioè la Corea del nord e l'Iran, di diventare potenze nucleari. Bush sta sbagliando approccio, dice Allison, "non ha mai dichiarato guerra al nucleare". Da realista vecchio stampo, Allison sostiene che l'America non debba impegnarsi per cambiare il regime in Iran, ma piuttosto concentrarsi perché gli ayatollah abbandonino i progetti nucleari. Stesso atteggiamento sulla Corea del nord. Secondo il clintoniano Allison, le ricette dei neoconservatori sono ingenue: "Loro dicono che con il Male non si tratta, piuttosto lo si distrugge. Ma non funziona. L'America dovrebbe offrire un patto al regime di Pyongyang: se abbandonate il nucleare, vi lasciamo sopravvivere". Le sanzioni non sono sufficienti, conclude Allison, è necessario minacciare un intervento armato contro le centrali di produzione: "Gli israeliani sono molto bravi", conclude Allison, ma non dice come si fa in Corea, dove il VII Cavalleggeri con la stella di David non c'è.

 

  By: rael on Sabato 03 Luglio 2004 00:35

Sìsì, Tonino Guerra. Rivoltante!

 

  By: Bardamu on Giovedì 01 Luglio 2004 15:52

eppure c'è quel vecchio che mi sta pure antipatico che dice che l'ottimismo è (il sale?) della vita. Pare sia un poeta....come direbbe un leghista? ma va a laurà!!!

 

  By: GZ on Giovedì 01 Luglio 2004 14:09

GLI ITALIANI AI VERTICI DEL PESSIMISMO FINANZIARIO 1 lug - Gli italiani? Sono tra i piu' pessimisti del mondo, e' quanto emerge dall'indagine Investment Barometer del Wall Street Journal Europe. Il sondaggio e' stato svolto su un campione di 13.145 persone provenienti da 16 paesi dell'Europa Occidentale, Orientale, Russia, Turchia e Stati Uniti. Si tratta di soggetti che normalmente prendono decisioni di investimento finanziario. Gli italiani sono i piu' pessimisti riguardo al futuro dei propri asset, ''ben il 55% degli intervistati e convinto che nei prossimi 12 mesi risparmiera' meno o molto meno. Il 29% non si aspetta alcun cambiamento, mentre solo il 16% (soprattutto coloro che vivono lontani dalle grandi citta') hanno prospettive rosee). Da segnalare che nella media europea solo il 36% si attende di risparmiare meno mentre tra gli americani solo il 18% prevede di risparmiare meno. Da segnalare che 86 italiani su 100 dichiarano di possedere meno di 50 mila euro (soprattutto la componente con una eta' under 30), un livello che rispecchia la media europea, dove i piu' poveri risultano essere i tedeschi. Negli Usa, invece, ben 44 americani su 100 hanno un patrimonio superiore ai 50 mila euro.

Reddito Europa versus USA (aggiornamento) - gz  

  By: GZ on Domenica 20 Giugno 2004 18:20

A proposito dell'espansione ecnomica in corso. Negli ultimi giorni mi è capitato di staccarmi dalla "postazione" (un gruppo di terminali vari in mezzo a campagna) e di incontrare abbastanza gente in modo non virtuale e facendo anche due chiacchere vedo che il "sentiment" comune è più o meno quello che vedo riflesso anche nei giornali (o forse è un appunto un riflesso di questo) cioè è pessimista o al massimo apatico nei confronti del dell'economia Invariabilmente se apro bocca al momento suono come quello più ottimista del gruppo e anche se spiego subito per giustificarmi che non devo vendere piastrelle o fare entrare dei clienti in studio, seguo più che altro roba finanziaria estera, ma lo stesso vedo che nessuno mi segue. Se invece aggiungo che probabilmente l'anno prossimo ci sarà qualche guaio finanziario grosso perchè in effetti ci sono degli squilibri specie in America e i tassi di interesse sono troppo bassi e il dollaro bla bla bla.... allora vedo fare di sì con la testa. Bene, non so come andrà nei prossimi anni, ma negli ultimi tre o quattro anni c'è stato su questo sito, oltre alle raccomandazioni in senso stretto di borsa, anche una discussione sul retroterra economico e ho insistito che a dispetto del crollo del nasdaq e del terrorismo/iraq l'economia globale e quella americana in particolare andava benone. Ho fatto diverse volte l'esempio della filippina che qui vive in affitto e va in bici e della donna delle pulizie messicana (equivalente quindi come lavoro) che a NY ha la casa in proprietà e l'auto e altri esempi nella spesa sanitaria che è letteralmente doppia per abitante e così via..... Bene, vedo oggi uno studio svedese appena pubblicato in cui si confronta il Reddito Pro-Capite corrente dei vari paesi: al momento gli stati più poveri degli Stati Uniti come l'arkansas (l'equivalente usa della calabria) hanno quasi lo stesso reddito della Germania, quelli più ricchi arrivano anche un incredibile 90% in più e in media il reddito americano è del 32% più alto di quello tedesco e italiano (stranamente con la germania est ora sono quasi equivalenti). I dati sono di fine 2003 e tengono conto del cambio e dell'inflazione. (vedi GRAFICO A FONDO PAGINA) (Notare che agli inizi degli anni '80 il gap di reddito tra germania e francia e USA era quasi scomparso) Cosa dimostra ? beh... diverse cose, che la bilancia ottimismo/pessimismo era distorta perlomeno negli ultimi anni e in termini economici aggregati verso il pessimismo ... e poi anche l'europa continua a perdere terreno e sarebbe ora che ^ci si ponesse il problema del perchè#http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ECONOMIA&doc=LIB^ -------------------------------------- ^Europe vs. America June 18, 2004; Page 10#http://online.wsj.com/article/0,,SB108751426815241018,00.html?mod=opinion%5Fmain%5Freview%5Fand%5Foutlooks^ The study, "The EU vs. USA," was done by a pair of economists -- Fredrik Bergstrom and Robert Gidehag -- for the Swedish think tank Timbro. It found that if Europe were part of the U.S., only tiny Luxembourg could rival the richest of the 50 American states in gross domestic product per capita. Most European countries would rank below the U.S. average, as the nearby chart shows. ..... U.S. GDP per capita was a whopping 32% higher than the EU average in 2000, and the gap hasn't closed since. It is so wide that if the U.S. economy had frozen in place at 2000 levels while Europe grew, the Continent would still require years to catch up. Ireland, which has lower tax burdens and fewer regulations than the rest of the EU, would be the first but only by 2005. Switzerland, not a member of the EU, and Britain would get there by 2010. But Germany and Spain would need until 2015, while Italy, Sweden and Portugal would have to wait until 2022. Higher GDP per capita allows the average American to spend about $9,700 more on consumption every year than the average European. So Yanks have by far more cars, TVs, computers and other modern goods. "Most Americans have a standard of living which the majority of Europeans will never come anywhere near," the Swedish study says. But what about equality? Well, the percentage of Americans living below the poverty line has dropped to 12% from 22% since 1959. In 1999, 25% of American households were considered "low income," meaning they had an annual income of less than $25,000. If Sweden -- the very model of a modern welfare state -- were judged by the same standard, about 40% of its households would be considered low income. In other words poverty is relative, and in the U.S. a large 45.9% of the "poor" own their homes, 72.8% have a car and almost 77% have air conditioning, which remains a luxury in most of Western Europe. The average living space for poor American households is 1,200 square feet. In Europe, the average space for all households, not just the poor, is 1,000 square feet.

L' indicatore importante è il sondaggio per il presidente - gz  

  By: GZ on Giovedì 29 Gennaio 2004 02:09

Venendo dall'italia dove quello che fanno i politici ha impatto zero sulla borsa si fatica a capire che in America invece conta.I trader e gli operatori di Wall Street con alcune eccezioni ovviamente (Soros ad esempio) sono all'80-90% pro-Bush. Gli ^indicatori più importanti sono ora i grafici dei sondaggi#http://128.255.244.60/graphs/graph_Pres04_VS.cfm^. Guardate i grafici qui sotto. Dalla vittoria in Iraq in marzo fino a ottobre Bush è tornato su nei sondaggi, senza avere rivali tra i democratici e la borsa è salita. A novembre Howard Dean ha avuto il suo momento di gloria ed è arrivato nei sondaggi nella "zona di pericolo" per Bush, sul 40% con una punta al 48-50% ai primi dicembre. L'S&P 500 si è fermato quasi. Poi è stato preso Saddam e Dean è crollato al 15% da metà dicembre, mentre nessun altro sembrava avere chance contro Bush. E l'S&P 500 è partito per la tangente. Negli ultimi giorni di colpo Kerry è salito dal 10 al 38%... (cito da quello che ho scritto il mese scorso) ---------------------------------------------- "....Oggi l'ottimo Bob Pisani sul canale finanziario CNBC ha tenuto il suo solito sondaggio di fine anno tra i traders del New York Stock Exchange per chiedere loro quale siano stati i temi piu' importanti del 2003 e quali saranno i temi del 2004. Per il 2003 il tema numero uno che i trader hanno indicato e' stato l'Iraq, la ripresa economica era citata per terza o quarta a grande distanza. Per il 2004 il tema numero uno che viene ora indicato e che Bob Pisani riportava oggi sono le elezioni per il Presidente degli Stati Uniti...."

La cosa piu' importante del 2003 e' stato l'Iraq e la politica - gz  

  By: GZ on Mercoledì 31 Dicembre 2003 20:33

E' finito l'anno e sulle borse principali del mondo e' stato uno dei migliori del secolo. Lasciate perdere un attimo l'europa, per l'america e' stato il migliore anno dal 1982 e l'asia solo il 1994 in media e' stato meglio (per il giappone invece no), in generale la media dei titoli asiatici e americani e' salita del 70% (gli indici per capitalizzazione di meno...) Sono anche io stupito dai numeri finali, ma come ho scritto anche solo sui 500 titoli americani principali che formano l'S&P 500 il guadagno medio quest'anno e' stato del +68% dal minimo di marzo e in media sono tornati al livello del marzo 2000. Se leggete i post che sono qui nel forum con argomento "S&P500" o "Nasdaq" o "Dow Jones" vedete che se ne sono accorti in pochi, scorreteli e vedere che erano negativi sugli indici, al massimo vedevano un rimbalzo temporaneo subito in aprile, ma per il resto tutti i sistemi e indicatori citati qui erano negativi o cauti, era solo un rimbalzo di un mercato orso ecc... Praticamengte nessuno si e' accorto che ci sarebbe stato un rialzo di 9 mesi consecutivi senza cedimenti a NY con la media dei titoli americani che tornava ai livelli del 2000. Come mai gli operatori americani hanno comprato e non venduto e come mai quasi nessuno lo ha anticipato qui ? Oggi l'ottimo Bob Pisani sul canale finanziario CNBC ha tenuto il suo solito sondaggio di fine anno tra i traders del New York Stock Exchange per chiedere loro quale siano stati i temi piu' importanti del 2003 e quali saranno i temi del 2004. Per il 2003 il tema numero uno che i trader hanno indicato e' stato l'Iraq, la ripresa economica era citata per terza o quarta a grande distanza. Per il 2004 il tema numero uno che viene ora indicato e che Bob Pisani riportava oggi sono le elezioni per il Presidente degli Stati Uniti. Questa era la cosa che contava nel 2003, solo l'Iraq, se uno capiva quello era a posto e di tutti gli altri giochetti e grafici vari ne poteva fare a meno. La politica e' molto importante per capire le borse perlomeno quelle internazionali. Su questo forum ho dedicato un sacco di tempo a discutere come avrebbe funzionato il tema dell'Iraq e del terrorismo e della politica della presidenza Bush. In estrema sintesi anche se non sono stato abbastanza toro nemmeno io questo e' il contributo principale che ho dato, fare capire che lo scenario era completamente diverso da quello che trovate sui giornali e il suo impatto sulla borsa sarebbe stato estremamente positivo. I grafici e gli indicatori tecnici vanno bene, ma se uno capisce lo scenario globale politico ed economico e' ancora meglio.