Genesi di un crash

 

  By: renzo on Martedì 04 Settembre 2007 12:05

Salve Sir, se leggi bene ho scritto che accanto ad un ribasso generalizzato dei tassi ci dovrebbe essere anche il controllo della liquidità attraverso (ad esempio) la limitazione all'accesso al nuovo credito. I livelli di liquidità del sistema sono, secondo me, in vari modi controllabili dalle banche centrali a prescindere dagli interventi sui livelli dei tassi. Se consideri inoltre che da una parte le nuove spese (che influenzano l'entità dei PIL dei vari paesi) sono normalmente sostenute attraverso operazioni di finanziamento (e tali operazioni dovrebbero essere appunto "controllate o contingentate") e che dall'altra ci sarà sicuramente un ridimensionamento dell'attività immobiliare (che con il proprio indotto pesa notevolmente sui PIL dei vari paesi), puoi comprendere da te che ipotizzare un surriscaldamento dell'economia e quindi eventuali problemi inflazionistici potrebbe essere quantomeno strano.

 

  By: Sir Wildman on Martedì 04 Settembre 2007 07:04

sei garantito fino a una certa cifra sui BOT e altri titoli di stato e un pò meno sulla liquidità in cc e tutto il resto anche se investito. Fondo Nazionale di Garanzia e il Fondo Interbancario di Garanzia non sono la stessa cosa: al primo aderiscono (obbligatoriamente) SIM, agenti di cambio, istituti di credito, mentre al secondo solo le Banche. La Direttiva n. 94/19 CE, prevede un livello minimo di garanzia di 20.000 EURO per singolo depositante. Il legislatore italiano ha recepito la direttiva con il D.L. del 4 Dic 1996 n° 659, in cui si prevede che il limite massimo di rimborso, richiamato dallo Statuto del FITD, non può essere inferiore a 103.291,38 Euro, per depositante. http://www.fitd.it/garanzia_depositanti/garanzia_dep.htm ----------------------- Scusa, ma le azioni sono a nominativo, mica sono titoli al portatore. Come fanno a portartele via ?

 

  By: Sir Wildman on Martedì 04 Settembre 2007 07:02

Renzo, vuoi inondare il mondo di liquidita' e' ti aspetti inflazione fisiologica? :-)

 

  By: Fortunato on Martedì 04 Settembre 2007 00:59

Caro Renzo, magari fosse così semplice come le sue domande e risposte. La realtà di solito è molto più complicata di ciò che apparentemente potrebbe sembrare. Pertanto nmetta di farsi domande così complicate (nessuno le potrà mai rispondere, mi creda!) e pensi soltanto a come fare del buon trading, il resto non conta nulla per i traders, serve solo a far discutere (molte volte inutilmente) gli economisti che è gente completamente diversa da noi. Fortunato

 

  By: renzo on Lunedì 03 Settembre 2007 18:04

Esiste una via d'uscita indolore ai problemi generati dalla bolla del credito? Secondo me si: un ribasso generalizzato dei tassi a livello globale per tutte quelle valute che avessero tassi di interesse superiori ad una determinata soglia, tale da mantenere sostanzialmente inalterati i differenziali di tasso esitenti tra quelle stesse valute. Per tutte le altre valute, al contrario, dovrebbe essere imposto un adeguamento meno che proporzionale, ossia tendente progressivamente a zero man mano che la specifica valuta presentasse già un tasso di interesse signifiucatamente basso (tipo Giappone). Accanto a tale misura poi, ai sistemi maggiormente indebitati, sia sul fronte pubblico che privato (tipo USA), dovrebbero esseri "imposti" (anche nella forma dell'autoregolamentazione) dei limiti di accesso al nuovo credito (sia privato che pubblico) in modo di stabilizzare sui livelli attuali lo stock di debito complessivo. Tali misure secondo me eviterebbero: - destabilizzanti shock valutari, - una possibile recessione, anche a seguito di un minor livello di fallimenti, dovuto alle maggiori risorse disponibili sia in capo privati che in capo alle aziende conseguenti al minor costo del debito. E, al contrario, favorirebbero: - il rientro automatico del debito grazie ad un'inflazione controllata su livelli fisiologici, - il ridimensionamento del carry trade, - la sostenibilità dei corsi azionari grazie ai minor costo del debito per le imprese (maggiorti utili) e alla maggior convenienza relativa delle azioni rispetto alle obbligazioni. Cosa servirebbe per ottenere tale risultato? Una concertazione a livello globale delle banche centrali e degli organismi di controllo (cosa però difficile da ottenere in tempi di "pseudo normalità"); oppure un evento esogeno, di rilevante portata soprattutto psicologica (come potrebbe essere un attentato) che fosse affrontato a livello globale, e che predisponesse, appunto, le varie autorità nazionali, alla concertazione. Attendendo di ricevere altri pareri in merito al rischio di alcuni asset in relazione al grado di liquidità del mercato (di cui ai post precedenti), colgo intanto l'occasione per postare questa ulteriore mia riflessione.

 

  By: temistocle2 on Lunedì 03 Settembre 2007 17:00

sei garantito fino a una certa cifra sui BOT e altri titoli di stato e un pò meno sulla liquidità in cc e tutto il resto anche se investito. Fondo Nazionale di Garanzia e il Fondo Interbancario di Garanzia non sono la stessa cosa: al primo aderiscono (obbligatoriamente) SIM, agenti di cambio, istituti di credito, mentre al secondo solo le Banche. La Direttiva n. 94/19 CE, prevede un livello minimo di garanzia di 20.000 EURO per singolo depositante. Il legislatore italiano ha recepito la direttiva con il D.L. del 4 Dic 1996 n° 659, in cui si prevede che il limite massimo di rimborso, richiamato dallo Statuto del FITD, non può essere inferiore a 103.291,38 Euro, per depositante. http://www.fitd.it/garanzia_depositanti/garanzia_dep.htm

 

  By: renzo on Lunedì 03 Settembre 2007 15:03

Grazie Hobi per la Sua risposta ma mi preme precisare che è anche per me chiara la differenza che esiste tra un fondo comune (etf compreso) ed un derivato. Volevo invece porre l'attenzione sul rischio legato alla liquidità del sistema soprattutto quando l'investimento avviene per mezzo di intermediari. Ciò perchè potrebbero generarsi alcuni paradossi: se acquisto un derivato su un indice, magari con effetto leva, non compro di fatto nulla, a parte una scommessa. Se compro un etf, compro invece, attraverso un interposto soggetto (l'SGR), qualcosa di "concreto" vale a dire le quote azionarie. Paradossalmente però, in caso di mancanza di liquidità nel sistema, potrebbe essere più interessante aver operato a leva con i derivati (inpegnando in tal modo poco capiale) piuttosto che aver investito grosse quantità di denaro (per assenza di effetto leva) in maniera indiretta attraverso istituzioni che gestiscono attività finanziarie. Ciò, semprechè la liquidità che avevo potuto lasciare "parcheggiata" in un conto, grazie all'effetto leva utilizzato, non rientri più, da un certo momento in avanti, nella mia piena disponibilità, a causa di un eventuale blocco del conto imposto unilateralmete dalla bannca, dal fondo o dalle autorità di vigilanza(vedi caso Argentina). E' chiaro che sto estremizzando ma è per comprendere meglio il fattore rischio illiquidità del sistema in relazione ai vari asset.

 

  By: hobi on Lunedì 03 Settembre 2007 14:40

Ad una parte della sua domanda risponderà eventualmente qualcun altro. Io le chiarisco un misconcept che risulta evidente dalle sue parole. Non confonda un Etf con i derivati. Con un Etf lei compra effettivamente un paniere di azioni contenute nella società veicolo. L'unico rischio è il cosiddetto rischio di settlement : cioè che chi ha messo in piedi l'ambaradan venda e scappi con la cassa. Quando acquista un derivato invece, tanto per non far nomi ad esempio lo S§P MIB40, lei non compra assolutamente niente. Fa solo una scommessa con la sua controparte. Ma anche qui c'è un rischio di settlement: che la società che gestisce l'ambaradan ( a parte scappare con la cassa) gestisca male i margini di garanzia. Hobi

 

  By: renzo on Lunedì 03 Settembre 2007 13:12

Poniamo il caso che, non a breve (considerato l'atttivisdmo delle banche centrali) ma fra un anno, diciamo dopo le oplimpiadi cinesi, ci sia veramente un crack del sistema, quali asset sarebbero effettivamente a rischio di perdite rilevanti? Vorrei in particolar modo riferirmi al rischio di perdite rilevanti a causa della mancanza di liquidità nel sistema. Ad esempio: tutti noi abbiamo disponibilità finanzirie depositati in conti bancari che servono per il nostro trading: potrebbero tali disponibilità essere a rischio (caso dell'Argentina che congelava i depositi bancari)? E ancora: se l'acquisto diretto di titoli azionari corrisponde all'acquisto di una quota di proprietà di un'azienda, e ciò è quindi assimilabile all'acquisto di un bene reale (come sarebbe comprare un'auto, un appartamento ecc..), cosa succederebbe qualora si fosse acquistato in maniera indiretta azioni magari attraverso un ETF, oppure attraverso dei fondi comuni di investimento, e anche per chi facesse opertività nei diversi derivati?

 

  By: Esteban on Sabato 01 Settembre 2007 20:01

Were Moody's and S&P to begin de-rating various classes of mortgage-backed security, large public investors such as pension funds would be forced, under their own investment policies, to sell those assets. If they could. Across the board de-rating would be a trickle that turns to a flood of market revaluation of all risky debt, whether subprime mortgages or not. Earlier this month Moody's announced the downgrading of 399 subprime mortgage-backed securities. To make matters worse, colleague S&P announced it was changing the way it evaluated subprime securities due to "unprecedented levels of misrepresentation and fraud, combined with potentially shoddy initial loan data". Now it had become really nasty. But the worse was yet to come. At the close of business last Tuesday, Bear Stearns announced that its two hedge funds (which, when we last left them, were supposedly worth 30 cents in the dollar) were close to worthless. Indeed, the riskier of the two funds was worth nothing. The other was valued at 9 cents in the dollar. The implication from this is that there might be assets out there that were once worth about US$800 billion that are actually worth close to zero. But that is just the subprime mortgage assets. All credit instruments are inexorably linked by an overall concept of credit risk. If it's subprime today, what's next? There could be a contagion that spreads to all markets, and ultimately has very, very serious ramifications for all asset valuations. ^What Is This Subprime CDO Crisis? #http://www.egoli.com.au/egoli/egoliStoryPage.asp?PageID=%7B5BEA3F34-C19D-423C-A5FC-53E4B5B30EAA%7D&Section=Feature^ ^Moody's downgrades 691 mortgage-backed securities#http://www.marketwatch.com/news/story/moodys-downgrades-691-mortgage-backed-securities/story.aspx?guid=%7BAABFB39A%2D0E9B%2D43B3%2DBF8A%2DB33955AB01C3%7D^

 

  By: XTOL on Venerdì 31 Agosto 2007 13:17

tutto il mondo e' paese. il saggio diceva: "lo stato è l'unico ente che piu' fallisce e piu' si ingrossa"

 

  By: Esteban on Venerdì 31 Agosto 2007 13:13

^Bush to Expand Government Role to Deal With Subprime (Update1)http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=a81ySpbqfsAY&refer=home^

 

  By: Mr.Fog on Giovedì 30 Agosto 2007 22:02

Ciao FOG, Non è che probabilmente costano una miseria e in caso di disastri possono aumentare di molto in valore e quindi le vende prima della scadenza ---------------------- Certo Esteban, ma il disastro ha da essere bello grosso e dubito che qualcuno si mettera' in denaro fino almeno a 900 di S&P.

 

  By: Esteban on Giovedì 30 Agosto 2007 21:54

Ciao FOG, Non è che probabilmente costano una miseria e in caso di disastri possono aumentare di molto in valore e quindi le vende prima della scadenza ?

 

  By: Mr.Fog on Giovedì 30 Agosto 2007 21:49

Qualche pazzo scatenato ha comprato put sullo S&P con strike 700... Pare piu' una scommessa che altro e con un grado di probabilita' di 0,0000000.... ----------------------- Bin Laden' Options Trades Have Wall Street Whispering By Steven Smith and Aaron L. Task Staff Reporters 8/30/2007 7:07 AM EDT As if the mortgage-market meltdown isn't enough to spook investors, some market players are worrying about unusual options bets that some observers have dubbed "Bin Laden Trades." The blogosphere and options trading desks have been rife with speculation about these trades, which are unusually large bets that the market will make a huge move in the next month. Some entity, or entities, has taken a large position on extremely deep in the money S&P 500 options, both puts and calls, that won't pay off unless the market undergoes an extremely large price move between now and the options' expiration on Sept. 21. The positions in question have left option industry experts perplexed to come up with a rational explanation for the trades, which are far from the best or most efficient way to profit from what would be outlier events. Those worrying about the worst-case scenario are recalling that large put contracts were placed on airline stocks, notably American, a unit of AMR and United Airlines, in the weeks leading up to the Sept. 11, 2001 terror attacks. The first area of focus is that open interest on September 700 S&P puts is 116,000 contracts, an unusually high number for such a low-probability trade. A put is a defensive bet that gives the holder the right to sell a security at a specified price, in this case more than 50% below the S&P 500's current level of 1463 as of Wednesday's close. For comparison's sake, according to the Option Clearing Corp., the open interest in the July 700 strike some three weeks prior to expiration on July 20 was 790 calls and 7,300 puts, and the August 700 strike showed 1,250 calls and 14,800 puts prior to Aug. 17 expiration. And the volume completely outstrips anything seen last September, when the S&P was around 1300, some 20% below current levels. In September 2006, the 700 strike had 600 calls and 7,500 puts, and no strike below 1000 had open interest surpassing 42,000 contracts, and that was the 900 puts.