Il male assoluto

 

  By: Fortunato on Venerdì 19 Ottobre 2007 20:12

Zibo, la mia valigia è pronta, la sua? Fortunato

 

  By: GZ on Venerdì 19 Ottobre 2007 20:07

per fare della consulenza finanziaria dovrai pagarti un assicurazione obbligatoria da 1.5 milioni, fare esami, iscriverti all'albo, pagare nuove tasse e bolli... per fare un blog, dovrai iscriverti a un albo, pagare nuove tasse... presto gli verrà in mente che è obbligatorio per chi ha un sito farsi un assicurazione, in caso qualcuno diffami qualcun altro .. stanno rifacendo l'Impero Bizantino, dove si lavorava più che altro per seguire tutte le regole che i governanti escogitavano, evitare multe, ottenere permessi, farsi autorizzare, ottemperare ad obblighi, pagare le decime, le gabelle, le esazioni...

 

  By: Fortunato on Venerdì 19 Ottobre 2007 20:03

Amici leggete,prego: una vera "delizia". http://www.civile.it/news/visual.php?num=45712 http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2092327 Fortunato

 

  By: gianlini on Venerdì 19 Ottobre 2007 19:58

ma è vera o è una bufala? sbaglio o anche cobraf.com sarebbe incluso nella lista di siti da chiudere (se non si adegua alla normativa)?

 

  By: Fortunato on Venerdì 19 Ottobre 2007 19:44

Dal blog di Beppe Grillo: "La legge Levi-Prodi e la fine della Rete Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro. I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog? La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura. Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”. Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili. Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico. Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it Postato da Beppe Grillo alle 12:40 in Informazione / Commenti (2864) / Commenti piu' votati / Scrivi / Iscriviti / Autenticati / Invia ad un amico / GrilloNews / La Settimana / Trackback (17) / Le opinioni sui Blog 18 Ottobre 2007 " Se veritiera la notizia si commenta da sola. La mia parteza definitiva dall'italia si avvicina sempre più. Fortunato

 

  By: Fortunato on Lunedì 15 Ottobre 2007 15:28

Simpatico blog. http://teppista.blog.kataweb.it/2007/04/27/dottoressa-boccassini-mi-consenta/ Fortunato

 

  By: GZ on Domenica 14 Ottobre 2007 21:46

Per fare carriera negli enti pubblici bisogna essere stati nelle BR "...Claudia Gioia, è una delle dirigenti del Museo d'arte contemporanea di Roma, quattromilacinquecento euro di stipendio,. Era stata condannata a 28 anni di carcere per l'omicidio del generale dell'Aeronautica Licio Giorgieri e per il ferimento dell'economista Da Empoli, era nelle Unità comuniste combattenti (Ucc) ..." Inutile prendersela con i ^rumeni che fanno gli stupri come Grillo ora#http://www.beppegrillo.it/2007/10/stupro_libero.html^, i terroristi italiani con alcune centinaia di omicidi sulle spalle sono tutti liberi senza eccezione e praticamente tutti sono stati assunti in enti pubblici (perchè avevano amici che hanno fatto carriera in politica) ----------------------------------- Nicola Solimano Ex di Prima linea, condannato a 22 anni lavora alla Fondazione Michelucci di Fiesole, costituita nel 1982 dalla Regione Toscana e dai Comuni di Pistoia e Fiesole. È stato consulente della Regione Toscana per la nuova legge a tutela dei popoli Rom e Sinti e fra i coordinatori di un campus internazionale nell'ambito dell'iniziativa regionale Porto Franco, per conto dell'Assessorato alla cultura della Regione. Corrado Federico Alunni Fondatore Br, 58 anni, arrestato nel 1978 dopo esser passato nelle Formazioni comuniste combattenti. Nel 1980 tenta la fuga da San Vittore insieme a Vallanzasca, nel 2003 scrive un libro con altri autori (La rapina in banca, storia, teoria, pratica), da anni è fuori di galera, lavora in una coop informatica. Anna Cotone Ex bierre del Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell'ex assessore dc Ciro Cirillo, arrestata nel 1982, in semilibertà da anni, lavora dal 2002 nella segreteria politica dell'europarlamentare di Rifondazione comunista, Luisa Morgantini. Vittorio Alvaro Antonini Già responsabile della colonna romana Br, coinvolto nel sequestro Dozier, arrestato nel 1985, è in semilibertà dal 2000. Ogni giorno entra ed esce di prigione per lavorare all'esterno. Presiede l'associazione culturale Papillon-Rebibbia promotrice della protesta che nel 2004 si è allargata a tutte le carceri d'Italia. Ha avuto l'onore di essere convocato a Montecitorio dalla commissione-giustizia per discutere dei problemi delle galere. Smentì di esser stato perquisito in cella dopo l'omicidio D'Antona. Lauro Azzolini Membro esecutivo delle Br nel processo a Moro, 62 anni, tre ergastoli, l'uomo che sparò a Montanelli, è libero. Da semilibero ha iniziato a lavorare in una coop che si occupa di non-profit, settore disabili, per la Compagnia delle Opere. Barbara Balzerani Svariati ergastoli, ai vertici delle prime Br-Pcc, autrice del libro Compagna Luna per Feltrinelli, ha lavorato con la coop Blow Up di Trastevere specializzata nell'informatica musicale. Arrestata nel 1985 ottiene i primi permessi agli inizi degli anni Novanta. Marco Barbone L'assassino del giornalista Walter Tobagi si è pentito ed è tornato libero. Lavora in una tipografia a Milano. Cecco Bellosi Ex componente della colonna Walter Alasia, in manette nel 1980, condannato a 12 anni, libero nel 1989. Presiede un centro di recupero di tossicodipendenti a Nesso che collabora con l'associazione Lila. Vittorio Bolognese Colonnello delle Br-Partito Guerriglia, è in semilibertà dal settembre 2000. Ha lavorato come operatore informatico alla coop romana Parsec dove ha trovato Pancelli, Piccinino e altri ex irriducibili. Franco Bonisoli Brigatista del commando di via Fani, ergastolano, 13 anni di carcere, dissociato, è libero. Ha fatto il grafico in una Coop di Sesto San Giovanni, lavora in una società di servizi ambientali. Paola Besuschio Il suo nome venne fatto dalle Br durante il sequestro Moro, era detenuta, ne volevano la liberazione in cambio del leader dc. Lavora in una cooperativa statistica. Anna Laura Braghetti Ex compagna di Prospero Gallinari, è coinvolta nell'omicidio del giudice Vittorio Bachelet, è la carceriera di Aldo Moro in via Montalcini, nota come signora Altobelli: condannata al carcere a vita. Ha scritto alcuni libri, dal 1994 lavora tutti i giorni all'organizzazione di volontariato vicina ai Ds, Ora d'Aria che si interessa alle problematiche dei detenuti. Paolo Cassetta Esponente tra i più duri del partito armato, raffica di condanne alle spalle, è semilibero da un bel pezzo. Lavora stabilmente alla coop 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale intorno a cui gravitano vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Bruno Seghetti e Cecilia Massara. Geraldina Colotti Militante delle Ucc, ex insegnante di filosofia, ferita in un conflitto a fuoco nel gennaio del 1987, ha lavorato alla coop romana 32 dicembre, oggi è impiegata al quotidiano Il Manifesto dove lavora anche l'ex bierre Francesco Piccioni, semilibertà dal 1999. Renato Curcio Fondatore e ideologo delle Br, gira l'Italia facendo conferenze in scuole, università, consigli comunali, presenta i suoi libri ai festival dei partiti. In tv, sulla berlusconiana Canale 5, è arrivato a dire che le vittime degli anni 70 sono i suoi compagni di lotta morti sul campo. Da dieci anni è a capo della coop editoriale Sensibili alle foglie che si occupa di studi sulla lotta armata, carcere e droga, tema quest'ultimo cavalcato da don Gallo, il parroco antagonista di Genova, che ha presentato il libro edito da Curcio insieme a Dario Fo. Condannato a 30 anni, ne ha scontati 24, è semilibero dal 1993. Alessandra De Luca Anche lei brigatista nel processo a Moro, è in semilibertà da tempo. È stata candidata col partito di Bertinotti alle regionali del Lazio, ma non ce l'ha fatta. Roberto Del Bello Ex brigatista della colonna veneta, condannato a 4 anni e 7 mesi per banda armata, oggi lavora al Viminale come segretario particolare di Francesco Bonato, sottosegretario agli Interni per Rifondazione comunista. Sergio D'Elia Dirigente di Prima linea, sconta 12 anni di carcere. Liberato e ottenuta la riabilitazione, entra nel partito radicale. Nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista della Rosa nel Pugno e diventa segretario d'aula di Montecitorio. Fra polemiche e proteste. Adriana Faranda Fa parte della direzione strategica delle Br, aderisce presto alla dissociazione guadagnando la libertà. Viene rilasciata nel 1990 e affidata all'opera di don Calabria dove lavora al computer. Scrive libri, ha fatto la fotografa. Finisce al Costanzo Show, e sono polemiche infinite. Diego Fornasieri Insieme ad altri ex detenuti è attivo nel non-profit attraverso la cooperativa sociale di prodotti biologici Arete. Guerrigliero di Prima linea, incassa una condanna a 30 anni nel 1983. Libero. Alberto Franceschini Fondatore con Curcio delle Brigate rosse, nel 1983 si dissocia. Oggi lavora a Roma con la Braghetti all'associazione per detenuti Ora d'Aria. Condannato a più di 50 anni di galera, esce dal penitenziario nel 1992 dopo 17 anni di reclusione. Scrive libri, partecipa a conferenze. Prospero Gallinari Membro del commando che sparò alla scorta di Moro in via Fani, responsabile della prigione del popolo, è libero da tantissimi anni per problemi di cuore. Claudia Gioia Primula rossa delle Unità Comuniste Combattenti subisce una sentenza a 28 anni di prigione per il delitto del generale Giorgieri e per il ferimento dell'economista Da Empoli. È in libertà condizionale dal gennaio 2005. Nel 1991 finisce intercettata mentre parla, in cella, col br Melorio di un tentativo di ricostituzione delle Ucc. Eugenio Pio Ghignoni Brigatista coinvolto e condannato nel processo Moro, è il responsabile della Direzione Affari Generali dell'Università Roma Tre, cura la sicurezza. Maurizio Jannelli Già capocolonna romano delle Br, ergastolo per vari crimini (tra cui la strage di via Fani) ha lavorato alla Rai come autore a partire dal 1999. Per il Tg3 ha seguito Il mestiere di vivere, Diario Italiano, Residence Bastogi, fa parte dello staff della trasmissione sportiva Sfide. Ha scritto Princesa, libro su un transessuale suicida. Natalia Ligas Nome di battaglia Angela, la dura delle Br-Partito Guerriglia che partecipò al massacro di piazza Nicosia a Roma, ergastolana, permessi premio a partire dal 1998, dal 2000 è semi-libera nonostante non si sia mai dissociata. Maurizio Locusta Partecipa al delitto Giorgieri (24 anni di pena), viene estradato dalla Francia nel marzo 1988, dopo qualche anno esce ed è assunto alla fondazione Lelio Basso-Issoco come assistente di sala consultazione. Francesco Maietta Ex militante delle Ucc, condanne pesantissime, lavora part time in un ente importante dal 1990. Si è sposato nel 1998 a Ostia con una ragazza della Caritas. Suo testimone di nozze, il presidente emerito Francesco Cossiga. Corrado Marcetti Ex di Prima linea, oggi è direttore della Fondazione Michelucci a Fiesole. Nadia Mantovani Dissociata, condannata a 20 anni per appartenenza alle Br, ottiene la condizionale a gennaio '93 quando sconta due terzi della pena. Ex fidanzata di Renato Curcio, è tra le fondatrici dell'associazione per il reinserimento dei detenuti Verso Casa. Il 23 agosto 2004 la sua performance sugli anni di piombo al meeting di Rimini ha riscosso molto successo tra il pubblico di Cl. Mario Moretti Il numero uno delle Br, leader della direzione strategica, partecipa al sequestro Moro, dopo 17 anni di carcere, 9 di clandestinità e 6 ergastoli, nel 1994 ottiene il permesso di andare alla Scala. Una volta fuori, in lavoro esterno, si occupa di volontariato. Esperto di informatica partecipa alla fondazione della Cooperativa Spes composta da ex irriducibili dissociati. La coop ottiene vari contributi, anche dalla Regione Lombardia, insieme all'associazione Geometrie variabili cerca forme di lavoro non alienanti per i detenuti. Scrive libri. Valerio Morucci L'ex postino delle Br durante i 55 giorni del caso Moro, scontati 17 anni di prigione, dissociato, è libero. Autore di libri di successo (l'ultimo, La peggio gioventù) vincitori di premi letterari con Il collezionista (la VI edizione di Esperienze in giallo) lavora come consulente informatico. Roberto Ognibene Gode dei benefici dovuti alla legge sui dissociati e lavora come impiegato al Comune di Bologna. Ave Maria Petricola Quest'anno la Provincia di Roma ha assunto quest'ex pentita brigatista, nome ricorrente al processo Moro, come responsabile del centro di Torre Angela, VII municipio della Capitale, che trova lavoro ai disoccupati. Amnistiata nel 1987, nel 2004 la ritroviamo nella lista degli assistenti sociali regionali. Remo Pancelli Killer dell'ala militarista delle Br Colonna 28 marzo, l'ex dipendente delle Poste del sequestro D'Urso, viene bloccato dai carabinieri il 7 giugno del 1982. Pluricondannato, è inserito in una coop sociale (che ha ospitato altri ex terroristi rossi). Marco Pinna Soldato della colonna sarda delle Br, è vicepresidente della coop ambientale Ecotopia. Susanna Ronconi Storica figura del troncone toscano di Prima Linea, lavora al Gruppo Abele di Torino dove ha la responsabilità delle cosiddette Unità di strada. Nel 1987 guadagna il primo permesso-premio per la sua dissociazione. È stata consulente di Asl e Comuni del nord Italia, collabora alla pubblicazione del Rapporto sui diritti globali a cura dell'associazione Informazione&Società per la Cgil Nazionale. Un'interrogazione di Gasparri (An) e Giovanardi (Ccd) la segnalano come beneficiaria di una consulenza da parte dell'allora ministro Livia Turco. Giovanni Senzani Il criminologo delle Br-Partito Guerriglia, irriducibile fino al midollo, già sospettato di essere il Grande Vecchio del sequestro Moro, ergastolano per l'omicidio del fratello del pentito Patrizio Peci, esce nel 1999 in semilibertà ma un anno dopo è dietro la scrivania di un centro di documentazione della Regione Toscana denominato Cultura della legalità democratica e inserito nel progetto Informacarcere. Nel 2001 si è scoperto che il centro poteva clonare tutti gli atti, anche quelli segreti, della commissione parlamentare sulle stragi. È coordinatore della casa editrice di sinistra Edizioni Battaglia. Marco Solimano Ex di Prima linea, oggi è consigliere dei Ds al Comune di Livorno. Da circa dieci anni è assistente volontario al carcere di Livorno come responsabile Arci.

 

  By: GZ on Venerdì 28 Settembre 2007 13:57

solite balle, questo giornalista inventa tutto, la Columbia è piena di gente che simpatizzava con questo Alla Columbia e in università del genere non invitano e anzi protestano se qualcuno prova a invitare a parlare Rumsfeld o la Rice o un repubblicano. Cioè è impossibile che Rumsfeld o la Rice parlino e invece Ahmane come si chiama lo invitano. Le poche volte che un rappresentante del governo repubblicano parla in una campus americano i professori scioperano e gli studenti di sinistra bloccano il campus, a Stanford un ente di ricerca privato collegato all'università (non l'università) ha chiamato Rumsfeld su un tema di politica militare specifico e i professori si sono rivoltati. Invitano invece senza problemi il dittatore che organizza tutti i giorni le stragi dei soldati americani e che solo due anni fa ha fatto arrestare e morire per torture in prigione una giornalista canadese-iraniana venuta a Teheran nel rapporto della commisione dell 11 settembre ad esempio è scritto che l'Iran era coinvolto nella strage delle Khobar Tower in arabia (40 americani morti), in Iraq trovano tutti i giorni bombe preparate in Iran, il motivo per cui i soldati americani muoiono sono le mine anti-carro che sfondano anche i veicoli corazzati e sono prodotte in Iran, non sono fatte in casa i professori di sinistra invitano questo criminale che fa lapidare le donne in modo che in Iran viene legittimato, quando torna in patria lui usa il fatto di essere stato invitato nella più prestigiosa università di NY nei confronti dell'opposizione per dire :"...voi dite che sono un boia, ma guarda qui.. mi invitano alla Columbia University a un dibattito.." questo è un regime sull'orlo del collasso, che aumenta la repressione ogni giorno e loro gli danno una mano

 

  By: defilstrok on Venerdì 28 Settembre 2007 12:42

Giusto per la cronaca (a propostio della visita di Amanhinejad alla Columbia): NEW YORK - Il giorno dopo Ahmadinejad, in USA: titoli bassi sui giornali. L'evento relegato alle pagine interne, o in coda ai TG. I commenti della grandi firme, imbarazzati, in tono minore. Io non c'ero; ma a giudicare dai commenti e dalla laconicità dei resoconti, i grandi media americani sono assaliti dal dubbio: aver fatto una figura del Katz. Traditi dalla frenesia di superarsi in zelo per Sion, di mostrare che, per amore di Israele, sono pronti ad esagerare e a diventare infantili. A cominciare dal povero rettore della Columbia University, Lee Bollinger. Ha avuto lui l'incauta idea di invitare Ahmadinejad a risponder alle domande degli studenti; si trattava di dimostrare la superiore libertà di parola americana (free speech). Una pioggia di furenti deplorazioni, telefonate e minacce esplicite deve avergli fatto passare le notti più insonni della sua placida vita di professore. I titoli dei giornali («Il Male è atterrato», New York Post), ma soprattutto la folla rumoreggiante davanti all'università («Altro che farlo parlare, arrestatelo!», «L'Iran finanzia Hamas», «Terrorista» «Hitler»): e specialmente il fatto - che le TV non hanno potuto nascondere - che quegli «studenti e comuni cittadini» ostili portavano quasi tutti la kippà e sventolavano bandiere con la stella di David. Per un rettore americano, questo significa una cosa chiara: puoi dare addio ai finanziamenti, alle donazioni, ai grants e borse di studio di cui vive l'ateneo. I munifici donatori, i mecenati, i ricchi generosi con la cultura, nella città più giudaica del mondo, non ti daranno più un centesimo. Hai chiuso. Il povero Bollinger ha pensato di rimediare: sì, ho invitato il Mostro, ma solo per cantargli in faccia il fatto suo. E così, Ahmadinejad non s'era ancora seduto sulla poltrona del dibattito, che il povero professore gli ha detto: «Signor presidente, lei esibisce tutti i segni di un crudele dittatorello (a petty and cruel dictator). Perché è così spaventato che cittadini iraniani esprimano le loro opinione per il cambiamento? Francamente, in tutta schiettezza, io dubito che abbia il coraggio intellettuale di rispondere a tali domande. Quando uno come lei viene in un posto come questo, si rende semplicemente ridicolo: è sfacciatamente provocatorio o sorprendentemente maleducato». Così tutto d'un fiato, prima che l'altro avesse emesso una sola parola. Applausi isterici dagli «studenti» in kippà: bene! Così parla l'Occidente!... Ahmadinejad ha risposto. Calcando le parole: «In Iran, la tradizione esige che quando si invita una persona a tenere un discorso, rispettiamo i nostri studenti abbastanza da consentire loro di formarsi un proprio giudizio da sé, e non riteniamo necessario uscire con una serie di critiche ancor prima che il discorso venga pronunciato, per vaccinarli preventivamente. Tuttavia non voglio cominciare rispondendo a questo comportamento insultante». Per soccorrere il povero rettore che s'era preso del grossolano maleducato dal Mostro, è intervenuto il vice-rettore John Coatsworth, che doveva fare il moderatore: con un occhio alla platea in kippà e alle donazioni in pericolo, ha posto al nuovo Hitler una domanda secca: «E' vero che lei e il suo governo perseguono la distruzione dello Stato di Israele?» (Ah, stavolta l'ho messo in trappola: egli confesserà, come i colpevoli nei telefilm di Perry Mason, e i fondi sono salvi). Ahmadinejad: «Noi amiamo ogni persona. Noi siamo amici degli ebrei. Ci sono molti ebrei che vivono tranquilli in Iran» (vero, hanno anche seggi al parlamento); per esempio, pensiamo che la nazione palestinese dovrebbe poter decidere il proprio futuro con referendum». Coatsworth, proprio come Perry Mason davanti a un colpevole sfuggente: «Risponda con un semplice sì o no, prego». Ahmadinejad: «Lei fa le domande ed esige la risposta che vuol sentire. Io le chiedo: la questione palestinese è di importanza internazionale? Mi risponda con un semplice sì o no». E tutto è andato avanti così. Il reporter della CBS, voglioso di mostrare il suo zelo per Katz: «Signore, il popolo americano sa che il suo Paese è uno Stato terrorista, che esporta il terrorismo nel mondo. Doveva capire che visitare il sito del World Trade Center avrebbe fatto infuriare gli americani». Ahmadinejad: «Mi meraviglio. Come può parlare per l'intera nazione americana? Lei è un giornalista, rappresenta la stampa. Il popolo americano conta 300 milioni di persone. Ci sono punti di vista diversi là fuori». Lei non vuole riconoscere Israele, insiste un altro «Noi non riconosciamo un regime basato sulla discriminazione e l'espansionismo. Quel Paese ha aggredito la Siria la settimana scorsa e il Libano un anno fa». Lei nega l'olocausto! (Sion, prendi nota, io lotto per te!), grida un altro. Ahmadinejad risponde che la faccenda richiede «ulteriore ricerca», e che comunque, perché devono essere i palestinesi a pagare il prezzo di un fatto accaduto in Europa? Vorrei, aggiunge, «una risposta chiara». Silenzio. 26/9/2007 Maurizio Blondet

 

  By: Fortunato on Venerdì 14 Settembre 2007 19:04

Ora gianlini voglio metterla di buon umore, la prego di leggere attentamente il link, lo trovo molto interessante come spiegazione delle mie tesi descritte nel mio precendente post. Si diverta. http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Pasta-e-latte-gratis-contro-il-caro-prezzi/1768970/6 Ora cortesemente la prego di dare una sua opinione agli imbecilli che hanno organizzato una manifestazione del genere, odio quando questi lerci e spudorati non prendono le decisioni giuste per salvaguardare i più deboli: quelli che hanno un bisogno vero quello di lenire la fame. Questo mio pensiero non è nè idealismo nè utopia, è realtà vera! Fortunato

 

  By: Fortunato on Venerdì 14 Settembre 2007 18:52

Gianlini, legga e guardi le facce postate da Zibordi, capirà benissimo perchè preferisco "l'arabo di turno" a moltissimi italiani, che non voglio descrivere attraveso un attributo che potrebbe essere preso come pesnte dai soliti ben pensanti e buonisti,le persone più spregevoli al mondo in assoluto: sono le peggiori sotto ogni aspetto. Sbaglio? Fortunato

 

  By: GZ on Venerdì 14 Settembre 2007 16:46

ieri ricevimento in grande pompa dell'ambasciata di Libia a cui partecipa mezzo governo italiano da D'Alema a Dini per ^celebrare l'anniversario della dittatura di Gheddafi#http://213.215.144.81/public_html/articolo_index_34377.html^ oggi rivevimento con tutti gli onori riservata al presidente golpista della Repubblica Islamica del Sudan, Omar Hassan al-Bashir, quello che tutti denunciamo per i massacri in Dafur.. di Putin e del fatto che l'italia ora sia il partner privilegiato della Russia perchè l'appoggia in sede UE su tutto non ne parliamo sull'appoggio agli hezbollah in Libano (l'esercito italiano è andato lì per proteggerli in sostanza dopo che Israele li aveva attaccati) lasciamo perdere Sono coerenti in tutto, liberano 28.000 criminali dalle prigioni italiane con l'indulto e celebrano senza mai mezza parola di velata critica (come invece fa la Merkel e Blair) i dittatori criminali del mondo ----------------- ... il presidente del Consiglio Romano Prodi (e anche quello della repubblica Giorgio Napolitano) per l'accoglienza con tutti gli onori riservata al presidente golpista della Repubblica Islamica del Sudan, Omar Hassan al-Bashir, da ieri notte in visita ufficiale nel nostro paese. Ad aprire le ostilità contro la scelta italiana di ricevere un dittatore che molti vorrebbero davanti al tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanità, come un qualsiasi Milosevic, sono stati 25 deputati inglesi e francesi al parlamento europeo che hanno scritto una pesante lettera aperta allo stesso Prodi. E ieri la polemica era stata ripresa anche da Amnesty International, per una volta non strabica nelle proprie denuncie contro chi viola i diritti umani. Oggi, poi, l'International Herald Tribune dava molto risalto a questa polemica in un articolo intitolato "La visita in Italia del leader del Sudan fa crescere la preoccupazione internazionale".

 

  By: gianlini on Mercoledì 12 Settembre 2007 12:15

A proposito di manipolazione della realtà da parte dei giornalisti questo è il resoconto del cronista che naturalmente se la prende con l'autista del tir se guardate le immagini si vede bene come non ci sia contatto fra tir e auto ma, invece, come l'auto compia una manovra brusca esagerando la reazione ad uno spostamento abbastanza contenuto del tir verso sinistra, sbattendo contro il guardrail e andando poi a tagliare la strada al tir che prosegue la corsa, sbandando vistosamente ma per aver dovuto evitare l'auto e non come conseguenza di un primo, inesistente, urto il cronista non accenna minimamente invece al fatto che la colpevole principale è, probabilmente, l'amministrazione che ha costryuito e progettato l'autostrada, e che non ha predisposto alcuno spazio di fuga o di sicurezza a sinistra della corsia, che è ridotta al minimo spazio indispensabile...chi è stato in germania o austria o olanda sa bene a cosa mi riferisco.... da noi è molto più facile prendersela con l'autista distratto o con il cittadino evasore e ubriacone Firenze, l'incidente con una vittima ripreso dalle telecamere dell'autostrada MILANO — Venti secondi per morire. Istanti lunghissimi, tra panico, terrore, dolore: la tortura più grande se la morte non arriva all’improvviso. Per un pensionato di 87 anni, è andata proprio così. La sua vita è finita tragicamente in un incidente sull’autostrada Firenze Mare. E sarebbe rimasto uno dei tanti scontri ormai ordinari, che si registrano giorno dopo giorno, allungando la lista infinita di decessi e feriti sulle strade italiane, se la sequenza mortale non fosse stata ripresa dalle telecamere della Società Autostrade. Un documento agghiacciante trasmesso ieri da TG1 e Studio Aperto, che racconta come si può morire oltre l’ipotesi della «tragica fatalità». È l'ora di punta lungo l’autostrada Firenze Mare, tra il casello di Pistoia e quello di Lucca. Le immagini, sia pur in lontananza, riprendono con chiarezza un’utilitaria nera che cerca di spostarsi sulla sinistra per sorpassare. Una manovra non azzardata, nonostante il traffico sulla carreggiata. E accade l’incredibile, almeno a giudicare dalle circostanze apparentemente filmate. Nello stesso tempo un Tir affianca l’auto, come se cercasse di speronarla. Realtà non finzione. Alla guida dell’utilitaria c’è un uomo di cinquant’anni, e a bordo ci sono i suoi anziani genitori. Eppure la sensazione forte è di essere finiti in un frame di «Duel», il film di Steven Spielberg dove il protagonista David Mann si mette alla guida come ogni giorno, e improvvisamente si ritrova a competere con un mostro d’acciaio che gli taglia la strada e gli toglie il respiro. Novanta minuti di tensione nei quali è impossibile staccarsi dallo schermo. Ma qui siamo sulla Firenze Mare, e al volante non c’è David Mann. Eppure c'è una sfida aperta, senza ragione. Il conducente del Tir stringe sulla sinistra, e l’utilitaria finisce contro il guard-rail. A questo punto, se è lecito credere che all'inizio l'autista si fosse distratto, ora è impossibile pensare che non si sia accorto dell'urto. Infatti non è finita. L'auto rimbalza, perde il controllo, ruota su se stessa attraversando la carreggiata (a due corsie). E la tragedia si compie mentre l’automezzo pur vedendosi tagliare la strada dalla vettura che viaggia come una scheggia impazzita, continua la sua corsa. Indisturbato, senza neppure fermarsi. E si lascia dietro un rottame, schiantatosi contro un vivaio, con un morto e due feriti. Sarà il conducente dell’auto (sopravvissuto insieme alla madre), figlio del pensionato, a raccontare alla polizia stradale la dinamica dell’incidente. E alle sue parole si aggiungono queste immagini capaci di far rintracciare il nome della ditta di trasporti alla quale appartiene il Tir. È bastato un colloquio con il titolare per risalire, senza margine di errore, al conducente di turno a quell’ora su quella tratta. Per lui l’ultima corsa.

sarà il richiamo ancestrale - gz  

  By: GZ on Mercoledì 12 Settembre 2007 00:23

...e infatti il Ministro degli Esteri italiano ricorda l'11 Settembre oggi dichiarando che occorre fare entrare in Europa quanti più musulmani possibile inserendo la Turchia nella UE il che è logico visto che i terroristi erano musulmani che lavoravano ad Amburgo dopo avervi studiato all'università e si erano quindi integrati in europa (Mohamed Atta lavorava in uno studio di architetti tedeschi) se quindi la Turchia fosse già stata parte dell'Europa prima dell'11 settembre e milioni di turchi avessero potuto stabilirsi liberamente in tutta Europa come fanno ora i rumeni per "Al D'Alem" invece di 20 terroristi con Mohamed Atta ne sarebbero arrivati 200 dall'europa e New York e Washington sarebbero un bel mucchio di rovine fumanti (Dalema è etimologicamente un nome arabo, i suoi antenati sono probabilmente arabi di puglia, sarà il richiamo ancestrale) --------- ^11 settembre, avere Turchia in Ue migliore risposta,dice D'Alema#http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2007-09-11T103231Z_01_COR136107_RTRIDST_0_OITTP-DALEMA-TURCHIA.XML^ BARI (Reuters) - L'entrata della Turchia nell'Ue è la risposta più adeguata ai "profeti della guerra di religione", una soluzione "non teorica" che promuoverebbe la convivenza tra civiltà e religioni diverse. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Massimo D'Alema a margine di una conferenza alla Fiera del Levante di Bari, commentando il sesto anniversario degli attacchi dell'11 settembre negli Stati Uniti. "Oggi ricordiamo l'anniversario di una data tragica dello scontro di civiltà", ha detto D'Alema. "Penso - ha continuato il ministro - che la migliore risposta ai profeti della guerra di religione sarebbe avere nell'Unione Europea un grande paese democratico islamico come la Turchia" -------------------------------- Ora lo so che è difficile da credere, ma conosco gente che lo ha votato ------------------------------- ^D'Alema: integrazione esemplare con Albania#http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/noti.php?id=193098^ 'Non siamo all'anno zero: in realta' i processi di integrazione sono in atto e quello che e' avvenuto tra l'Italia e l'Albania nel corso di un lungo periodo, quasi 20 anni, rappresenta una esperienza esemplare. L' Albania era per noi un problema, e' diventata una opportunita''

 

  By: lanci on Martedì 11 Settembre 2007 20:24

A proposito, tra un buy e un sell ... ^oggi è l' 11 settembre#http://americathebeautiful.splinder.com/post/13796523^