Ore 7:00
Sveglia. Steso nel letto urli primitivo per quindici minuti battendo ossessivamente i pugni e i talloni sul materasso finché la voce non diventa un rauco guaito. Bello carico, ti alzi.
Ore 7:15
Yoga. Dopo un grosso fanculo al sole, ti metti nella posizione dell’elettore responsabile, ovvero braccia a terra, schiena inarcata e bacino sollevato. Questa posizione ha lo scopo di rilassare i muscoli dell’ano. Torneranno utili più avanti.
Ore 7:45
Colazione. Frutta fresca e un bello yogurt. Te li spalmi in faccia come pitture da guerra, mentre sottovoce ringhi cose che sembrano bestemmie. Scopo mio. Sporco d’olio. Trisnonna sultana.
Alla fine del rituale decidi che non voterai PD.
Ore 8:00
Doccia + piantino.
Ore 8:30
Ti rileggi il programma del centrodestra con sotto i Children Of Bodom a tutto volume. Decidi che voterai PD.
Ore 9:30
Venti minuti di contemplazione davanti alla borsa di tela Feltrinelli con la faccia di Berlinguer (14,99 €, merde). Fallo per lui, ti ripeti. Fallo per lui. Decidi che non voterai PD.
Ore 10:00
Ti leghi a una sedia e ti rincoglionisci ascoltando “Le elezioni” di Gaber in loop. Alla fine ne esci sereno e placido come Siddharta Gautama sotto l’Ashwattha e decidi che sì, che mannaggiaisanti voterai PD. Che è una questione di partecipazione, di buon senso, di etica civile. Poi un tuo amico ti manda un video di Letta che parla degli occhi della tigre e tu diventi Begbie di Trainspotting e inizi a sfasciare tutta casa con la racchetta del padel.
Ore 10:30
Non puoi votare PD, dai non puoi. Tu sei quel cazzo di Charlie Brown, loro sono quella minchia di Lucy e il tuo voto è la palla da football. Sto giro non ti fai fregare. Poi è giusto che imparino, non puoi fare una campagna elettorale sul niente e sperare che la gente ti voti, dai.
Ore 10:45
Recuperi la scheda elettorale dal cassetto delle mutande. Lei ti guarda e dice:
- Sarà tutta colpa tuaaaaa.
- Zitta.
- I fasci al governo ricadranno su di te! Cento volte su di te!
Infili quella piccola stronzetta in tasca, pigli le chiavi ed esci.
Ore 11:00
Sul pianerottolo la vicina di casa, dolce nonnina sfornabiscotti guance di burro, ti flauta un
- Buongiorno!
Tu ti rassereni guardando la cascante giovialità di quella paffuta anziana e ti rendi conto che alla fine ha ragione Gaber, è una bella giornata di partecipazione democratica e tanto basta.
- Tanto vince la Meloni e vi dà una sistemata a tutte voi zeccacce.
Tu la guardi. Lei sorride.
Decidi di votare PD.
Ore 11:15
Sei in macchina quando alla radio trasmettono la notizia che Letta ha votato per sbaglio la Meloni.
Decidi di non votare PD. E guardandoti allo specchietto pensi, ma sì, tanto son maschio, bianco, eterosessuale, come va, va, io sto in una botte di ferro.
Ore 11:30
A un semaforo un pensiero molto poco meloniano ti s'illumina in testa.
Sì, ma gli altri?
Decidi di votare PD.
Ore 11:45
Sugli scalini delle scuole medie capisci che no, che è una stronzata. Mica è Capitan Planet, non è che se voti PD significa che salvi il paese. Perché
a) Che tu li voti o non li voti questi perdono male lo stesso.
b) Son pure loro una bella manica di brancaleonici dementi.
E c) Come i ragazzini a ripetizione e i cani che ti cacano ancora in salotto, forse è il caso di metterli di fronte ai loro fallimenti perché possano imparare qualcosa. E un bel 13% alle elezioni dovrebbe aiutare.
Quindi deciso: non li voti.
Ore 12:00
In fila al seggio incroci gli occhi di una bimbella bionda accanto alla madre. E pensi che c’è un futuro ancora da salvare, non possiamo far ereditare alle nuove generazioni il peso della tradizione del meno peggio.
La bimba ti guarda, e dice
- E mo ve se inculamo, merde.
Decidi di votare PD.
Ore 12:05
Entri nel seggio 8. Consegni scheda elettorale e documento. Ti danno le schede e la matita. Guardi la lavagna con segnata l’affluenza.
- Bassina.
- È ancora presto. Cabina due.
Vai in cabina due. Apri le schede. Guardi i simboli.
Chissà se pisciare in una cabina elettorale ricade nel penale.
Penale.
Ridacchi.
Ore 12:06
Poni la matita sopra il simbolo del PD. Ma esiti.
ICE Daniela, [24/09/2022 19:10]
Il vietcong che è con te inizia a darti degli schiaffetti sul viso.
- Mau! Mau! Pidi mau! - urla.
Tu non ce la fai. La mano trema.
Ore 12:07
Hai un’esperienza extracorporea. La tua mente viaggia attraverso questa orrenda campagna elettorale. Vieni investito da una slavina di dichiarazioni deliranti, proposte idiote, facce da culo e culi a forma di faccia. Ti scorrono addosso tutti i meme, tutte le improbabili battute, le sparate, gli slogan, tutte le forme grottesche che assume la classe dirigente quando è sicura di parlare a un brando di idioti. Vedi Berlusconi su Tiktok, Salvini che ammette di sudare, Di Maio da Nennella che fa Dirty Dancing, La Russa che dice che siamo tutti eredi del duce, la candidatura di Vittorio Sgarbi, la Meloni che balla, Calenda che dice siamo solidi e compatti, la carbonara di Letta, il topocane di Mastella, gné gné, il dentista gratuito, combattere le devianze, il pulmino centrato dal fulmine, la patriota, i bimbi su Amazon, Peppa Pig.
È come una canzone di Rino Gaetano. Tutti ballano, tutti allegri.
Ore 12:08
- Va tutto bene? - domanda qualcuno da fuori.
Tu guardi in basso. Hai fatto una croce sopra il simbolo del PD.
Guardi in alto. Fra nuvole rinascimentali, compare tuo nonno partigiano.
Ti guarda deluso.
Ora lo sai. Non pasteggerai mai coi sacri agnolotti e non berrai mai l’idromele a 3,50€ al litro nelle grandi sale della Festa dell’Unità del cielo.
Il Valhalla di sinistra è chiuso per te.
E per quello di centrosinistra non hai i pantaloni giusti.
Ti sei dannato. Per sempre.
Ore 12:10
Consegni le schede, la matita.
- Targhetta ha votato – dicono.
Ma a te non sembra mica.
Ti ridanno il documento, però quando provano a ridarti anche la scheda elettorale tu scuoti la testa
- È meglio se la tenete voi. Che se la tengo io finisce che mi torna il vizio.
Ore 12:15
Fuori s’è messo a piovere.
C’hai dentro una tensione strana, a basso voltaggio. Una paura quieta mista a senso di colpa.
T’accendi una sigaretta, guardi la gente che viene a votare e pensi che Gaber aveva sbagliato.
Non è partecipazione.
È concorso in omicidio.