Ragionamenti del nano da giardino

 

  By: manx on Giovedì 30 Gennaio 2014 19:50

non è un caso di creazione di moneta ?

 

  By: Moderatore on Giovedì 30 Gennaio 2014 18:57

articolo vergognoso del Corriere ---- Cosa dice il decreto di riassetto della Banca d’Italia Chi guadagna con il riordino della proprietà di via Nazionale. La valutazione dei «saggi». Il ruolo delle grandi banche di STEFANIA TAMBURELLO Il decreto riordina l’assetto proprietario della Banca d’Italia, che è un ente di diritto pubblico, dopo anni di discussioni e di tentativi andati a vuoto. Il primo passo per farlo è stata la rivalutazione del capitale rimasto fermo alla cifra – 300 milioni di lire - versata alla costituzione dell’Istituto, nel 1936. La conversione in euro ha reso forse più evidente l’esiguità del valore pari a 156 mila euro, anche di fronte a quello delle altre banche centrali europee che si sono invece adeguate nel tempo. Il decreto propone quindi la rivalutazione di quei 156 mila euro a 7,5 miliardi. L’ammontare è stato definito direttamente dagli esperti della Banca d’Italia coadiuvati da 3 «saggi» - Franco Gallo, Andrea Sironi, Lucas Papademos - sulla base della rivalutazione di quella parte del capitale (che è minima rispetto al patrimonio complessivo della nostra banca centrale) legata all’attività cosiddetta di signoraggio, cioè quella di battere moneta e farla circolare. In altre parole, all’attività centrale originaria dell’ex Istituto di emissione. Tutto il resto, e soprattutto le attività istituzionali di politica monetaria, erano e sono fuori dal capitale rivalutato che il decreto prende in considerazione. Al momento della costituzione il capitale di Bankitalia suddiviso in 300 mila quote di partecipazione nominative da 1000 lire ciascuna (convertite in 0,56 euro) era stato distribuito presso enti finanziari di rilevanza pubblica – assicurazioni, enti previdenziali, banche e casse di risparmio- cioè nella grandissima parte aziende che a seguito del processo di trasformazione delle banche pubbliche in società per azioni e di privatizzazione dei primi anni Novanta, hanno cambiato pelle. In particolare le banche che oltre ad essere state privatizzate si sono riorganizzate e unite fra loro per restare sul mercato. Il risultato è che le banche più grandi, come Intesa Sanpaolo soprattutto e poi Unicredit, si ritrovano in portafoglio quote rilevanti del capitale. Ecco perché il panorama degli azionisti di Bankitalia è privato (succede anche in altre banche centrali, Giappone, Usa in testa) ed ecco perché- appunto per evitare che ci siano soci troppo forti - il decreto prevede un tetto del 3% al possesso consentendo che sia la stessa Banca centrale ad acquisire la quota eccedenti, in via temporanea per rimetterli in tre anni sul mercato. Un mercato nuovo e limitato comunque a soggetti «idonei» indicati dalla legge e sui quali Palazzo Koch manterrà una sorta di potere di veto. C’è da dire che i partecipanti avranno diritto ad un dividendo per le loro quote da 25 euro ciascuna, un rendimento misurato sul valore come è stato finora, ma continueranno a non avere alcuna voce sull’attività istituzionale della Banca. Chi guadagna dal riassetto? Certamente la definizione di un problema che si trascina da tempo fa piacere alla Banca d’Italia, ma anche lo Stato avrà i suoi benefici in termini di imposte sulle plusvalenze che le banche azioniste dovranno versare in base alle quote possedute. Queste ultime potranno beneficiare – e non sarà certo poco – della rivalutazione che rafforzerà i rispettivi patrimoni ed anche la possibilità di allargare l’attivo cioè i prestiti all’economia, legata appunto all’ammontare del capitale. Non lo potranno fare a valere sul bilancio 2013 e quindi non servirà per superare meglio gli esami della Bce in vista dell’avvio dell’Unione bancaria, ma su quello successivo. Per l’Italia comunque avere banche solide è un elemento di forza in Europa.

 

  By: hobi50 on Giovedì 30 Gennaio 2014 18:13

No,Robom il passaggio è diverso anche se non lo conosco nei dettagli. Le banche azioniste erano in realtà ,un tempo,di proprietà dell'Iri ( o giù di li ). Quando ci sono state le privatizzazioni si è trascurato il fatto che non è molto normale che l'istituto di emissione venisse ad essere controllato da banche DIVENUTE private. Ma la cosa non era nemmeno troppo importante perché le banche azioniste venivano remunerate ogni anno con il 6% del valore storico del valore delle azioni(165.000 E. di nominale) e, forse,ma non ricordo bene, con qualcosa d'altro legato ad una certa riserva nel bilancio... I manigoldi ,delinquenti e bugiardi, la porcata l'hanno fatta adesso ,rivalutando il Capitale Sociale con un passaggio di riserve su CUI VIENE CALCOLATA LA REMUNERAZIONE ANNUA. Ecco che una cosa che non valeva un caz..zo, di punto in bianco vale 7,5 miliardi ... Hobi

 

  By: robom1 on Giovedì 30 Gennaio 2014 15:47

Io non sono mica d'accordo su quanto afferma l'autore dell'articolo. Secondo voi, premesso che già adesso la banca d'italia non è piu' (da un pezzo) nelle mani di enti pubblici (tranne l'inps), la riserva straordinaria di chi è, se non dei suoi azionisti?

 

  By: XTOL on Giovedì 30 Gennaio 2014 15:46

gianlini.. con questo intervento ti sei guadagnato l'oscar della stupidità per tutti gli anni a venire. anche un cetriolo in termini relativi è piccolo, ma quando te lo mettono nel posto sbagliato (e te lo meriteresti) fa un male cane

 

  By: gianlini on Giovedì 30 Gennaio 2014 09:50

in termini assoluti saranno anche abbastanza soldi, ma in termini relativi...un Carlos Slim qualsiasi è quasi più ricco di quanto oro abbia la banca d'italia (e alle quotazioni attuali, figuriamoci anni fa) e che cmq batte quasi tutte le altre banche centrali

La rapina a Banca d'Italia - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 30 Gennaio 2014 03:54

Il motivo principale per cui i titoli bancari italiani, a parte quelli che annunciano aumenti di capitale pesanti come BancoPopolare, non cedono come il resto delle borse è probabilmente che Banca d'Italia, custode del nostro patrimonio aureo, monetario ed immobiliare, si avvia a diventare di proprietà dei gruppi bancari e finanziari e con velocità che ha dell'incredibile Qui due articoli fatti molto bene sul tema, il primo più dettagliato e il secondo di Marco della Luna più sintetico ----- Decreto Legge n.133/2013 denominato IMU-Banca d'Italia Approfittando dello scarso interessa dei media, il Governo sta procedendo come un treno nella conversione in legge del Decreto Legge n.133/2013, denominato IMU-Banca d'Italia, ponendo sempre la questione di fiducia su tutte le votazioni, compresa la votazione finale prevista entro il 29 gennaio 2014, nonostante le proteste In realtà vale la pena di cercare di capire quali sono le reali modifiche che vengono introdotte in Banca d'Italia e quali le loro conseguenze, perchè in questo momento si sta compiendo "il più grande furto contro il popolo italiano dalla sua Unità", e l'obbiettivo non è, come insegnano i creatori di romanzi di gialli, il contenuto della più grande Banca d'Italia, ma è la Banca stessa. Attualmente la Banca d'Italia è una istituzione di diritto pubblico, le cui quote di partecipazione sono quasi interamente in mano a soggetti privati, principalmente Intesa San Paolo 30% ed Unicredit 22%, per effetto della svendita dell'IRI nel 1992, portata avanti da Andreatta e Prodi, e delle successive fusioni avvenute tra banche. Nel 2005 la Legge n.262 del 28/12/2005, al comma 10 dell'art. 19, obbliga il trasferimento allo stato delle quote di partecipazione alla Banca d'Italia, prevedendo l'emanazione entro tre anni di un Regolamento per disciplinare il trasferimento delle quote in possesso di “soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici”. Ma questo trasferimento non è mai avvenuto negli ultimi otto anni ed, non solo, questo Decreto Legge vuole mettere la parola fine a questa ipotesi, permettendo alle banche private di mettere le mani su uno dei patrimoni più importanti al mondo. Infatti la Banca d'Italia, è una delle più importanti e ricche banche centrali, soprattutto per le sue Riserve Auree , pari a 2.712,60 tonnellate di oro, che sulla base del valore attuale dell'oro, pari a circa 30 euro/grammo, corrisponde a 80 miliardi di euro, collocandosi al terzo posto nel mondo dopo solo gli Stati Uniti 8966 ton. e la Germania 3744 ton., ma prima di tutte le altre grandi potenze mondiali : Francia 2685 ton., Cina 1162 ton., Russia 960 ton., Giappone 843 ton., India 614 ton., Arabia Saudita 323 ton., Regno Unito 310 ton., ecc...Oltre alle riserve auree, la Banca d'Italia possiede le riserve monetarie e qualcosa come 6.500 immobili tra i più prestigiosi in tutte le più grandi città italiane, per un valore complessivo difficile da calcolare, ma che supera abbondantemente i 100 mld di euro. La Banca d'Italia è quindi una istituzione che fa gola a molti, anche perchè partecipa con il 12,50% al capitale della Banca centrale Europea, per cui diventa importante comprendere quali sono le modifiche realizzate dalla conversione in legge del Decreto legge n.133 analizzando singolarmente i suoi singoli articoli e commi : • L'art.4 comma 1 definisce la Banca d'Italia istituto di diritto pubblico e banca centrale della Repubblica Italiana, e questo si sapeva, ma dichiara anche che "È indipendente nell’esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze.", e questa è una novità perchè l'indipendenza nella gestione delle finanze è una caratteristica propria di un "proprietario" e non di un "partecipante". • L'art.4 comma 2 autorizza la Banca d'Italia ad aumentare il proprio capitale, mediante l'utilizzo delle riserve statutarie di proprietà dei cittadini, da 156.000 euro fino a 7.500.000.000 euro, ed anche qui la modifica è consistente in quanto comporta un aumento pari a 48.000 volte del "valore" delle quote di partecipazione, un bel regalo non c'è che dire. Nel momento in cui aumento il "valore" delle quote è perchè trasformo una partecipazione, con dividendi ridicoli, in una proprietà vera e propria, che è il vero motivo della modifica. • L'art.4 comma 3, infatti, prevede che ai partecipanti possono essere distribuiti dividendi annuali fino al 6% del capitale sociale, cioè fino a 450 milioni di euro, dividendi sottratti agli utili della Banca d'Italia, che per la sua natura pubblica, sono del popolo italiano. • L'art.4 comma 4 definisce i soggetti cui possono appartenere le quote di partecipazione, tra cui non c'è lo stato, ma solo banche, assicurazioni, fondazioni, enti ed istituti di previdenza e fondi pensione, basta che abbiano l'unico requisito necessario, la sede legale in Italia, mentre non importa se sono di proprietà italiana o straniera. • L'art.4 comma 5 stabilisce che "Ciascun partecipante non può possedere, direttamente o indirettamente, una quota del capitale superiore al 3 per cento.", per cui obbliga chi detiene quote superiori a cedere la parte eccedente, autorizzando al comma 6 la Banca d'Italia ad acquistare questa quota in attesa di venderla ad altri soggetti aventi i requisiti di cui al comma 4. Quindi, non solo ti rivaluto le quote, ma ti dico anche che devi vendere l'eccedenza rispetto al 3%, per cui la Banca d'Italia pagherà un valore 48.000 volte più alto, facendo un regalo insperato alle banche che hanno le quote eccedenti, come Intesa San Paolo ed Unicredit. • L'art.6 commi 1 e 2 modificano l'art.114 ed abrogano l'art.115 del Regio Decreto n.204 , impedendo allo stato di esercitare un controllo effettivo sull'attività della Banca d'Italia, eliminando la possibilità di esercitare il potere di veto sia dell'Ispettore Governativo che del Ministro del Tesoro. Questo fatto insieme all'indipendenza nell'esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze, impedisce qualsiasi controllo da parte dello stato sull'attività di vigilanza sulle banche, che diventa solo formale, e permette una "gestione privata" del patrimonio pubblico della Banca d'Italia, di fatto pone le basi per il suo trasferimento in mano ai privati. • L'art.6 comma 3 abroga il comma 1 dell’art.5 del Decreto Legge n.691 del 17 luglio 1947, che impediva al Consiglio superiore della Banca d'Italia di avere ingerenza nelle materie del Comitato interministeriale credito e risparmio CICR, cioè l'organismo del Ministero dell'Economia e delle Finanze che deve garantire l’alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio. • L'art.6 comma 4 abroga il comma 10 dell'art.19 della Legge n.262, per cui le quote della Banca d'Italia non verranno trasferite in mano pubblica, ma rimangono in mano di soggetti privati, prevalentemente banche, in contrasto con la natura pubblica della Banca d'Italia e con l'enorme patrimonio accumulato per conto del popolo italiano in regime di "monopolio". Riassumendo, con la definitiva approvazione di questo Decreto Legge si raggiungeranno i seguenti obbiettivi : • viene impedito il trasferimento delle quote allo stato, attuando la definitiva privatizzazione della banca d'Italia, istituzione di diritto pubblico che amministra un ingente patrimonio di proprietà degli italiani; • viene meno la garanzia che la Banca d'Italia possa esercitare con obbiettività il suo ruolo di vigilanza del sistema bancario privato, perchè diventa di proprietà di alcune delle banche che dovrebbe controllare; • attraverso la rivalutazione delle quote e la necessità di venderle per rientrare nel limite del 3%, si fa un regalo immediato di circa 7.500 milioni di euro alle banche private, prelevandoli dalle riserve statutarie di proprietà dei cittadini, ed una rendita garantita per il futuro pari a circa 450 milioni di euro; • si abrogano tutte le norme che permettavano allo Stato, attraverso il potere di veto del Governo e del Ministero del Tesoro, di esercitare un controllo effettivo sulle decisioni deliberate dagli organi della Banca d'Italia nell’esercizio dei suoi poteri e nella gestione delle sue finanze. A questo punto, la nostra Banca d'Italia, custode del nostro patrimonio aureo, monetario ed immobiliare, si avvia a diventare di proprietà dai grandi gruppi bancari e finanziari, con velocità che ha dell'incredibile : - il decreto Legge è stato pubblicato il 30 novembre 2013 e sta per essere approvato definitivamente in soli due mesi, feste natalizie e fine anno compresi. Ma era necessario ed urgente procedere con questa riforma, perchè altrimenti avremmo corso il rischio di disporre in questo momento di crisi del nostro patrimonio pubblico accumulato in tanti anni e, peggio, di avere una Banca d'Italia in grado di vigilare sul sistema bancario italiano senza il solito conflitti di interesse. --------- ...a pag. 8 di MF di ieri, 22.01.14, intitolato Inevitabile e giusta la fiducia sulle quote Bankitalia, e siglato “MF”. Esso loda la decisione del governo di porre la fiducia sulla conversione decreto legge che autorizza la permutazione di capitale netto con cui quasi 7,5 miliardi di riserve della Banca d’Italia vengono passate a capitale sociale, portandolo da 156.000 Euro a 7,5 miliardi di Euro. I titolari del capitale sociale – tutti privati (95%) tranne Inps – ricevono così una moltiplicazione gigantesca delle loro quote senza tirar fuori un centesimo. Annuncio che su questa operazione e il suo contesto allargato alla c.d. Unione Bancaria Europea e al c.d. Meccanismo di Vigilanza Unificato, come cardini di una strategia antisociale e antinazionale, ho dedicato un saggio critico in uscita presso Arianna col titolo Sbankitalia. Tesi centrale dell’articoletto, è che non si tratti affatto di un maxiregalo ai banchieri è certo perché lo ha dichiarato il governatore Visco (scelto dai privati partecipanti o soci di Bankitalia, ossia dai beneficiari). E invece lo è, un regalo, perché è un incremento oggettivo del valore delle loro quote, a spese delle riserve della BdI (che è un ente pubblico), senza alcun corrispettivo, e senza che vi sia correlazione tra il capitale di rischio investito dai soci o dai loro danti causa (156.000 Euro in tutto) e l’incremento di valore anzidetto; cioè non si può dire che quei 156.000, come investimento nelle attività di BdI, abbiano prodotto utili tali da giustificare una siffatta moltiplicazione di valore, perché BdI ha realizzato i suoi utili senza usare quei ridicoli 156.000 Euro, bensì emettendo denaro e scambiandolo con buoni fruttiferi, che poi in parte vende. Quindi MF non dice la verità: questa operazione è un regalo fatto dal governo Letta coi soldi pubblici a finanzieri e banchieri. Ma l’articoletto esige di essere stroncato soprattutto per un altro aspetto, insieme tecnico e sostanziale, giuridico ed economico, ossia che esso passa sotto silenzio il vero problema, il vero scandalo: il capitale sociale (di una società come una srl o una spa) è capitale di rischio che i soci investono in una società per dotarla dei mezzi per esercitare le sue attività di impresa, ossia per farle ottenere credito dalle banche e dai fornitori, con cui consentirle di pagare merci, servizi, beni strumentali, collaboratori, etc. Orbene, ovviamente la Banca d’Italia, e in generale le banche centrali di emissione, non hanno alcun bisogno di un capitale sociale, di un capitale di rischio, di credito bancario. Quindi quei soci o partecipanti (che partecipano solo alla spartizione degli utili e all’uso, spesso discutibilissimo perché in conflitto di interesse, dei poteri di vigilanza, disciplina e macroeconomici della banca centrale) non hanno ragion d’essere. Sono lì solo a fare i loro interessi di parte. Assurda e incostituzionale è dunque questa situazione e l’apologia che l’articoletto ne fa, non certo la legge del 2005, con cui esso se la prende, e che voleva nazionalizzare l’istituto centrale di emissione. 24.01.14 Marco Della Luna

 

  By: GZ on Giovedì 30 Gennaio 2014 03:52

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  By: pana on Sabato 18 Gennaio 2014 07:39

chi dice che gli italiani sono poco efficienti? per stipare una tonnellata di roba tossica su un metro quadro occorre essere super efficienti ! Falda contaminata, per ogni metro quadro di terreno oltre una tonnellata di rifiuti speciali tossici http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/contaminata-la-falda-scempio-nel-casertano.aspx

The Taliban Patrols Kabul in Roller Blades... This is Real - YouTube

 

  By: lutrom on Domenica 12 Gennaio 2014 12:08

[...] il motivo per cui i vari Monti, Letta, Renzi vendono gli interessi nazionali è che la nazione Italia non esiste più da tempo e non è un mistero, ripetono tutti i giorni che solo all'interno della UE e solo come parte del mercato globale abbiamo futuro che è un modo di dire che l'Italia non esiste --------------------- Questa cosa la diceva (dice) anche la Lega (ma la Lega vede la non Italia in ambito regionale, locale e non globale), la dice anche la storia, ma detta dalla Lega (del ladro-buffone handicappato) questa grande verità non veniva accettata, invece per quanto riguarda la storia molti non la comprendono... Ora però questa grande verità viene accettata per... altra strada, ma la sostanza è simile... Le ipocrisie della politica: la stessa cosa detta da alcuni non viene accettata, detta da altri sì... Così molti operai si sono fatti (e si faranno) inculare dalla sinistra (Renzi) perché è sinistra (e quindi non può essere liberista inculaoperai), molti piccoli imprenditori si sono fatti (e si faranno) inculare e tassare dal nano e dall'ebete pelato (Alfanino) perché sono di destra e tutti sanno che quelli di destra abbasseranno le tasse, al contrario dei sinistri...

 

  By: Moderatore on Domenica 12 Gennaio 2014 03:03

da Paolo Cardena, ^"Vincitori e Vinti"#https://www.facebook.com/pages/Vincitori-e-Vinti/283618041657251?ref=stream^ ---- A prescindere da come la si pensi e dalle responsabilità dei due marò, uno stato che commette gli errori di valutazione commessi dallo stato italiano nel caso in specie, e che abbandona due cittadini italiani (ancor prima che militari) al giudizio di una corte straniera, che potrebbe condannare i due militari alla pena capitale, è uno stato che non merita di esistere. E' un NON STATO. E infatti, la fine che sta facendo, è sotto gli occhi di tutti. ---- E' un osservazione semplice ma fondamentale, il motivo per cui i vari Monti, Letta, Renzi vendono gli interessi nazionali è che la nazione Italia non esiste più da tempo e non è un mistero, ripetono tutti i giorni che solo all'interno della UE e solo come parte del mercato globale abbiamo futuro che è un modo di dire che l'Italia non esiste

 

  By: GZ on Domenica 12 Gennaio 2014 02:59

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  By: pana on Lunedì 13 Maggio 2013 10:52

SESSO, RICATTI E BUGIE: DUE ANNI FA SCOPPIAVA IL CASO STRAUSS KAHN DOVE CI HANNO GUADAGNATO TUTTI TRANNE DSK La Diallo ha preso dei soldi, il suo avvocato Kenneth P. Thompson, ha annunciato l'intenzione di candidarsi per il ruolo di procuratore capo a Brooklyn - Cyrus R. Vance Jr., che arrestò DSK, è stato elogiato per la sua correttezza http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sesso-ricatti-e-bugie-due-anni-fa-scoppiava-il-caso-strauss-kahn-dove-ci-55623.htm PS spiegazione complottistica, DSK ha fatto l errore di parlare apertamnente di quello che per tanti u tabu, ovvero la sostituzione del dollaro come valuta di riserva.. http://www.rte.ie/news/business/2009/0325/115558-dollar/

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  By: traderosca on Mercoledì 24 Aprile 2013 10:50

Duca cmq spero ed auspico che nasca un governo che per non soccombere perché sono coscienti di essere all'ultima spiaggia,possa fare qualcosa di buono.........anche per annientare la forte opposizione...e se così sarà....il ringraziamente incodizionato del popolo italiano dovrà essere fatto a quel movimento di opposizione.......che dovrà essere sempre sostenuto perché controlli e stimoli chi governa a portare avanti quelle riforme che necessitano al paese........ in modo onesto e meno interessato.......

 

  By: traderosca on Mercoledì 24 Aprile 2013 10:25

"guarda che una cosa è l'opposizione ad un governo o a un partito, altra cosa è essere contro il sistema. L'opposizione contro un governo o un partito è legittima e sacrosanta....... essere contro il sistema vuol dire fare la rivoluzione totale...... vuol dire uccidere il malato, per debellare la malattia......... francamente mi sembra sia da evitare come la peste....." Duca, bisogna vedere cosa si intende per sistema........nel caso Italia,è il sistema dei partiti che dal 1970 con la scusa del compromesso storico e dei governi di unità nazionale,ecc.ecc che potevano avere una ragione contigente per risolvere problemi di interesse nazionale,invece hanno colto l'occasione per spartisi privilegi,potere e quant'altro,a volte governando insieme,a volte con una opposizione forte su problemi secondari,ma accomodante con una spartizione,sui grandi problemi economici,privilegi e gestione dello stato.Questo è un sistema che ci ha portato alla rovina,prova ne sia che cambiano nomi,partiti,coalizioni, ecc.ecc.ma il sistema è sempre quello,anzi la situazione tende sempre a peggiorare. Ora siamo arrivati alla soluzione finale,ennesimo tentativo degli stessi partiti, politici che si aggregano questa volta alla luce del sole come negli ultimi anni, per continuare nella politica precedente con un tentativo di addossare la responsabilità in modo vergognoso e inaudito al quel barlume di finalmente protesta,sana e onesta opposizione che si è creata in questi ultimi anni. Il fatto grave che tramite il potere dei media,braccio armato di questo sistema e la compiacenza di milioni di italiani che sono stati privilegiati dal sistema clientelare per avere consensi messo in atto dai partiti,tale sistema resisterà sino all'autoannientamento......................... un caro saluto