Il seguito all’ennesimo sproloquio monetarista di Antitrader ( che comunque stimo e leggo - mi mette di buon umore- ):
>>>Non ve l'ha insegnato la nonna che i debiti si pagano? SOMARI CHE NON SIETE ALTRO,
e i vostri campioni B&B&R prima vi han fottuto il voto e poi vi han fatto un pernacchione. l'uscita
dall'euro, i minibot e tutte le stronzate sui sotterfugi per "non pagare" che manco a Forcella
sarebbero stati capaci.<<<
Mi appresto a fare l’ennesimo inutile tentativo didattico, che sarà sì, certamente fallimentare, ma magari
a qualcun’altro che legge, si potrebbe accendere una lampadina ( o un Led ).
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Le persone ( e Antitrader ) non capiscono il debito
Paul Krugman
-NB. Krugman sta parlando dell’economia USA, non certo di EU, dove quest’isteria del deficit viene scientemente portata ai massimi livelli.-
L’articolo di oggi riguarda il nostro deficit di mille miliardi di dollari, del quale nessuno pare preoccuparsi. Questa assenza di preoccupazione è giustificata. Non c’è alcuna buona ragione per credere che l’attuale deficit di bilancio stia provocando un danno significativo.
Quello che provocò un grande danno fu l’isteria del deficit che dominò il dibattito nelle classi dirigenti l’ultima volta che avemmo un deficit così grande, che si dà il caso fosse un periodo nel quale l’economia era profondamente depressa, e lo stimolo della spesa in deficit fu effettivamente una cosa positiva. Avrebbe dovuto essere evidente che l’ossessione dei deficit nel 2012 fu un enorme errore. Quello che è relativamente nuovo – e qualcosa da cui non ho potuto diffondermi in dettaglio nell’articolo – è la comprensione che il debito del Governo non è un grande problema neppure in una situazione di piena occupazione.
Una ragione per la quale le persone trovano questo difficile da capire e che esse stabiliscono una analogia tra la nazione nel suo complesso e una famiglia individuale. È questo che porta agli ammonimenti, che sembrano misurati, secondo i quali il deficit corrisponde a un furto verso i nostri figli, nello stesso modo in cui i genitori spendaccioni dilapidano l’eredità dei loro eredi.
L’analogia, tuttavia, è completamente sbagliata. Il debito è denaro che prestiamo a noi stessi – ovvero, per la maggior parte esso obbliga un gruppo di americani, i contribuenti, a fare pagamenti a un altro gruppo di americani, i possessori di obbligazioni. Esso non rende affatto la nazione più povera (è vero, c’è un piccolo avvertimento: una parte del debito è posseduta da stranieri. Ma essa non è quantitativamente importante).
Ora, ci potrebbero essere modi indiretti nei quali il debito ci rende più poveri. Col pagamento degli interessi, il Governo potrebbe dover spendere di meno o raccogliere maggiori tasse di quanto avrebbe dovuto altrimenti. E questo potrebbe ridurre la crescita – ad esempio, tasse elevate potrebbero ridurre gli incentivi a produrre ed a investire.
Quello che gli economisti sono arrivati a comprendere, tuttavia, è che anche questi costi indiretti del debito sono trascurabili.
Dopo tutto, perché il Governo deve alzare le tasse per misurarsi con un livello più elevato del debito? La risposta consueta è che, se non lo fa, il debito crescerà a dismisura: il Governo dovrà pagare di più in interessi, il che farà crescere il debito ulteriormente, portando a pagamenti per gli interessi persino maggiori, e così via.
Ma in questo modo non si considera il valore assoluto del debito; quello che conta è il rapporto tra il debito e la base fiscale, che per il Governo è fondamentalmente l’economia nel suo complesso, ovvero il PIL. E una crescita nel rapporto debito/PIL non sale a dismisura – piuttosto si dissolve! Perché? Perché il tasso di interesse sul debito federale è normalmente più basso del tasso di crescita dell’economia.
In questo momento in particolare, i bond decennali degli Stati Uniti stanno rendendo meno del 2 per cento, mentre il PIL normalmente cresce del 4 per cento all’anno – per metà reale, per metà a seguito dell’aumento dei prezzi. Dunque persino se il Governo soltanto raccogliesse denaro sufficiente per pagare le spese non dipendenti dagli interessi, ignorando totalmente gli interessi, il debito crescerebbe più lentamente dell’economia. E il rapporto col PIL si ridurrebbe nel tempo. Dunque, il Governo ha davvero bisogno di pagare per ciò che spende, ma assumere più debito oggi non renderà quell’obbiettivo in alcun modo più difficile in futuro.
Non voglio dire che il debito non produca mai danni. E se avete intenzione di innalzare il debito, dovrebbe essere per buoni propositi, come ricostruire le infrastrutture, non per dare ai ricchi persino più denaro da spendere in generi di lusso. Ma il debito non è un male assoluto, e ridurlo non dovrebbe essere la priorità di nessuno.