È un aspetto che fa parte della soluzione, che io ho dato in questa maniera:
In un paese sviluppato, chi ha un QI appena sufficiente rifugge dal lavoro manuale e di fatica, di tedio.
Quindi rimane la classe di QI sotto la media della popolazione autoctona, per eseguire tali compiti.
I lavoratori stranieri, invece, fanno parte di una classe di QI molto più spostata verso valori elevati.
Vuoi per l’intraprendenza, vuoi per le mancate possibilità di lavoro intellettuale in patria.
Ovviamente meglio avere un muratore, un idraulico, un autotrasportatore intelligente che uno idiota: per ovvi motivi.
Sempre di fare una scelta si tratta, comunque, visto che di idioti ne hai molti pure nel loro insieme straniero.