Unipol- Gnutti: lo scandalo

 

  By: GZ on Venerdì 16 Febbraio 2007 01:31

40 milioni nelle tasche di Consorte e Sacchetti Milano, 15 feb - La chiusura dell'inchiesta su Antonveneta riserva qualche sorpresa. Soprattutto per i capi di imputazione che riguardano gli ex timonieri di Unipol, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, che sono stati completamente riscritti e ipotizzano ora una presunta appropriazione indebita per circa 40 milioni di euro. I Pm Giulia Perrotti ed Eugenio Fusco, nella conclusione delle indagini sulla mancata scalata ad Antonveneta, scrivono infatti che i due - in concorso con l'imprenditore bresciano Chicco Gnutti, con Gianpiero Fiorani e Boni (ex Pop. di Lodi) -"dovendo Gnutti, presidente di Hopa Spa, erogare somme di denaro a Consorte e Sacchetti, versava agli stessi la complessiva somma di circa 40 milioni di euro, facendo acquistare dalle predette società (di Gnutti, ndr) ai blocchi e con operazioni costruite ad hoc, titoli venduti dai predetti Consorte e Sacchetti a prezzi superiori a quelli di mercato; Fiorani e Boni mettevano a disposizione di Sacchetti i conti correnti 046/1009/08 e 046/1010/09 in data 29.10.2001 affidandoli nella misura necessaria per effettuare un'operazione di trading mobiliare - curata da Boni in intesa con Fiorani - dalla quale conseguiva una plusvalenza di 2.587.449 euro, su ciascun conto, realizzata per mezzo dell'acquisto di azioni Olivetti, sul mercato e la contestuale cessione delle stesse ad un prezzo del 95 per cento circa superiore a quello di mercato, rivendute in blocco, su disposizione di Gnutti Emilio ai figli Thomas e Arianna Gnutti, i quali, a loro volta, le rivendevano, al medesimo prezzo (quello maggiorato del 95 per cento rispetto al prezzo di mercato) a una societa di Gnutti". "Quindi - scrivono ancora i pubblici ministeri - mettevano a disposizione di Consorte e Sacchetti gli altri due conti 046.1039.38 e 046.1038.37 in data 19 novembre 2001 sui quali venivano bonificate le plusvalenze realizzate con l'operazione su titoli Olivetti suindicata e concessi affidamenti nella misura necessaria per effettuare ulteriori operazioni di trading mobiliare curate da Boni d-intesa con Fiorani, dalle quali conseguiva una complessiva plusvalenza di 34,6 milioni di euro realizzata per mezzo dell'acquisto di titoli a prezzi di mercato, da parte di Consorte e Sacchetti, e la contestuale rivendita degli stessi alla società e con le modalità che li acquistavano su disposizione di Gnutti ai blocchi a prezzi notevolmente superiori". La procura ritiene infatti che nell'acquisto dei titoli Olivetti la coppia di manager Unipol abbia rivenduto a una percentuale dal 35 al 70 per cento superiore rispetto al mercato, incassando 2,6 milioni di euro, titoli Eni con guadagno di 3,4 milioni, Autostrade quattro milioni, Olivetti 3,4 milioni, Mps Capitalia 10,6 milioni a una percentuale fino al 20 per cento superiore, Fingruppo 3,6 milioni, Antonveneta sette milioni. Questi soldi finirono poi girati sui conti personali, sempre per l'accusa, di Consorte e Sacchetti presso due fiduciarie.

 

  By: gianlini on Lunedì 30 Giugno 2003 11:35

la Bonino da qualche tempo vive in Egitto, per contrastare l'infibulazione non credo voglia perdere il suo tempo con Unipol (forse perchè sa che è più facile far smettere l'infibulazione in Africa che non far smettere di rubare certi nostri amici)

Rimarrebbe forse Emma Bonino - gz  

  By: GZ on Lunedì 30 Giugno 2003 03:28

mah... la cosa impressionante è che c'è ora un inchiesta della magistratura su Unipol-Gnutti ed è su fatti recenti e macroscopici per chiunque capisca l'aritmetica delle elementari, ma nessuno ne parla salvo forse questo Beppe Scienza che sembra con le sue critiche uno shakarov nella russia dei bei tempi. Intanto Emilio Gnutti continua a essere citato tutte le settimane sui giornali per le sue iniziative, ma nessuno che scriva ".... Gnutti... il quale da alcuni mesi è sotto inchiesta per per 14 milioni di un rimborso sospetto dei bond Unipol...". I tre scandali finanziari recenti in italia sono; i) Cirio con Cragnotti ii) il "My Way" del Monte Paschi in cui l'importo è di migliaia di miliardi di lire, se uno legge tutta la storia è sensazionale come truffa legale iii) questo di Unipol che non è il solito "insider trading", è il caso di una società quotata che si dissangua facendo un operazione suicida senza motivo e appena prima che la annunci vedi scambiare alcune decine di milioni dei suoi bond invece delle solite migliaia. E chi è che li compra ? Gnutti che è uno dei soci di Unipol (e anche di Monte Paschi....) Perchè nessuno, ma proprio nessuno dei tanti partiti e movimenti che ci sono in Italia difende le vittime di queste manipolazioni e al massimo trovi qualche piccolo sito internet che ne tratta ? Perchè è tutto "bipartisan", Cragnotti è un privato, ma con amicizie in AN, Monte Paschi e Unipol sono da sempre il cuore della finanza dei Diesse Rimarrebbe forse Emma Bonino in Italia che non è in pasta, ma i radicali di economia non ne hanno mai masticata molta, figurarsi i bond Unipol o MyWay, per cui tiremm innanz così ------------------------------------------------------------------------------- ".(Unipol) ....Non è il tipico insider trading, ovvero utilizzo illecito di informazioni riservate. La vicenda delle obbligazioni Unipol 2000-2005, sfociata nelle recenti indagini a carico dell’imprenditore bresciano Emilio Gnutti, sua moglie e altre sei persone, è più complessa. Ed è unica nelle cronache finanziarie italiane degli ultimi anni. E’ dal 1978 che seguo il mercato obbligazionario italiano e di rimborsi anticipati ne ho visti a centinaia. Però mai nessuno simile a quelli decisi l’anno scorso dalla compagnia d’assicurazione bolognese, chiaramente dannosi per i propri azionisti. Tenendo in vaita i prestiti e sfruttando la differenza di rendimento rispetto ai Btp 2005 (allora sul 4,65%), la società poteva infatti lucrare circa 12,8 milioni di euro con le Unipol al 2,25% e 1,3 milioni con quelle al 3,75%. Perché dare un calcio a 27 miliardi di lire? Tutto ciò mi lasciò perplesso, mentre non fece ne caldo né freddo ai gestori dei fondi comuni che, avendo in pancia azioni Unipol, avrebbero dovuto curarsi un po’ di più degl’interessi dei loro clienti. A ogni modo decisi di approfondire la cosa. Andai a spulciare le compravendite di quei titoli, normalmente oggetti di scambi modesti, tipo 20-30 mila euro al giorno. Scoprii così, nelle settimane precedenti l'annuncio del rimborso (4-3-2002), volumi di milioni di euro del titolo al 2,25%. Il 24 gennaio 2002 addirittura 20 milioni al prezzo di 93. L'emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato, ma il 28 gennaio ne passarono di mano 9,8 milioni di euro al prezzo di 97. Chi comprava quelle obbligazioni evidentemente sapeva in anticipo dell’imminente rimborso a 100 lire. Ma era anche strano che qualcuno fosse pronto a vendergliene delle vagonate. Erano titoli suoi o magari di fondi comuni o gestioni separate di polizze vita? ........" ----------------------------------------------------------------------------

 

  By: gianlini on Lunedì 30 Giugno 2003 02:43

unipol quella delle cooperative rosse vicina più o meno al santo Cofferati, al divino Romano e al giusto D'Alema?

Perché l'Unipol ha buttato via 14 milioni di euro - Omar  

  By: Omar on Domenica 29 Giugno 2003 19:20

Perché l'Unipol ha buttato via 14 milioni di euro? Miaeconomia 22-5-2002 di Beppe Scienza (Università di Torino) Un prestito al 2,25%. Chi non farebbe i salti di gioia a trovare denaro così a buon mercato? Che dire allora della compagnia d'assicurazioni Unipol? Aveva un'obbligazione a un tasso così basso e l'ha rimborsata anticipatamente, quando invece poteva aspettare fino al 30 giugno 2005. Di per sé la cosa dovrebbe rallegrarmi, se mi è permessa una nota personale. Infatti nella mia pagina all'Università di Torino http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/scienza/ segnalo alcune obbligazioni interessanti, rivolgendomi soprattutto ai lettori de Il risparmio tradito o dei miei articoli. E l'anno scorso avevo consigliato, fra gli altri, anche questo titolo, che era abbastanza conveniente anche aspettando la sua naturale scadenza. Così s'è invece trasformato in un affarone, venendo a rendere (su base annua) circa il 35% netto. Chi poteva però aspettarsi un comportamento così autolesionistico da parte dell'emittente? Rimborsando le Unipol 2000-05 2,25% (codice Abi 147627), gli amministratori della società hanno infatti procurato un bel danno agli azionisti. Anziché restituire i 318 miliardi di lire del prestito, bastava che comprassero banalissimi Buoni del Tesoro Poliennale di pari durata. Per esempio i Btp 1-7-2005, che rendevano sul 4,65% annuo. La differenza fra i due tassi avrebbe fruttato circa 12,8 milioni di euro da adesso alla scadenza. Analogo discorso vale per le Unipol 2000-05 3,75% (codice Abi 147628), parimenti rimborsate. Qui il danno è stato minore, ma pur sempre sui 1,3 milioni di euro. Insomma, la compagnia d'assicurazioni bolognese ha dato un calcio a quasi 27 miliardi di lire da ora al 2005. Silenzio dei fondi. Di fronte a una scelta così perniciosa per gli azionisti, uno si sarebbe aspettato qualche reazione da quanti si vantano di tutelare gli interessi degl'investitori. In particolare dai gestori dei fondi azionari che avevano in pancia azioni Unipol. Invece niente. Silenzio di tomba. Al che delle due l'una. O non hanno capito, cosa possibile perché, a giudicare dei risultati, i gestori italiani non brillano certo per perspicacia. Oppure se ne sono accorti, ma la finanza è un salotto buono in cui non bisogna criticare chi rompe un vaso cinese, per altro non suo. Strani acquisti. In realtà la faccenda puzza. Merita quindi andare a fondo. Infatti a inizio marzo l'Unipol comunica il rimborso alla pari dei due prestiti, che ovviamente si portano subito vicino ai 100 euro. Ma cos'era accaduto in precedenza? Andando a vedere gli acquisti in borsa, ne vengono fuori delle belle. Si tratta infatti di due obbligazioni generalmente poco trattate, con volumi giornalieri nell'ordine dei 20-30 o tutt'al più un centinaio di migliaia di euro. Curioso quindi che in gennaio e febbraio qualcuno spunti su come un fungo e in singoli giorni compri milioni del titolo al 2,25%. Il 24 gennaio addirittura 20 milioni di euro al prezzo di 93. Altri casi di volumi anomali, e un grafico, sono consultabili sempre sulla mia home page al Dipartimento di Matematica: http://www2.dm.unito.it/paginepersonali/scienza/. L'emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato e alcune sedute non veniva neppure scambiata. Ma il 28 gennaio scopriamo un volume di 9,8 milioni di euro al prezzo di 97. Tutti questi sono dati pubblici, facilmente reperibili sullo stesso Sole 24 Ore. Stupisce quindi nella sezione "Risparmio & Famiglia" non se ne faccia parola nella risposta a una lettera che giustamente adombra il sospetto di irregolarità (5-5-2002, p. 24). Per i giornalisti del quotidiano della Confindustria è troppa fatica consultare i numeri passati della loro testata? Cosa fa la Consob? Una piccola indagine dell'organo di controllo sarebbe opportuna. E' infatti molto strano che qualcuno certi giorni abbia improvvisamente fatto acquisti così mastodontici, per giunta a prezzi poco convenienti. Da inizio 2002 le quotazioni del reddito fisso sono generalmente scese, quelle delle Unipol 2000-2005 invece salite. Dunque non si vede proprio l'interesse a tali acquisti, a meno di sapere in anticipo dell'imminente rimborso. Inoltre è stupefacente che ci fosse qualcuno bello pronto, per esempio il 24 gennaio, a vendere una tale barca di titoli. Tutto questo è sorprendente. Abbiamo cercato lumi da parte dell'Unipol, ma c'è stato raccontato che le obbligazioni erano state rimborsate perché il tasso d'interesse era alto (!). Abbiamo insistito per ottenere qualche giustificazione meno strampalata, ma nonostante ripetute telefonate la stiamo ancora aspettando. A questo punto viene addirittura il dubbio che il rimborso anticipato, in spregio agli interessi della società, sia stato deciso proprio per permettere quegli strani acquisti. ------------------------------------------------------------------------------- NO COMMENT GNUTTI SU SOSPETTO INSIDER BOND UNIPOL MILANO, 3 APR 2003 12:18 Un secco ''no comment'' e' tutto cio' che oppone Emilio Gnutti all'apertura di un'inchiesta della Procura di Milano che ipotizza un caso di insider trading sul riacquisto di obbligazioni Unipol. Le persone indagate sono otto e tra queste lo stesso imprenditore e finanziere bresciano Emilio Gnutti, consigliere di amministrazione della compagnia bolognese. Le indagini coordinate dal pm Eugenio Fusco ieri hanno portato alla perquisizione di diverse societa' in tutto il nord Italia condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Milano. I militari hanno perquisito sedi della Unipol, del Lloyd Adriatico, della Banca Antonveneta, di una Sim milanese e della bresciana Hopa. L'inchiesta e' nata in seguito a una segnalazione fatta dalla Consob alla Procura di Milano. L'ipotesi di insider trading riguarda il buy back di obbligazioni Unipol da parte della stessa compagnia. Le obbligazioni erano state emesse nel 2000 con scadenza al 2005 ma invece e' stato deciso il rimborso anticipato nel febbraio 2002. Circa due mesi prima dell'operazione, i bond sarebbero stati rastrellati a un prezzo superiore di mercato ma inferiore alla pari, cioe' a quello del rimborso. Le informazione privilegiate sul rimborso anticipato, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, sarebbe circolata nel giro degli amministratori e dei loro partner finanziari.(ANSA). -------------------------------------------------------------------------------- BOND UNIPOL, INDAGATI ANCHE MOGLIE E AMICI GNUTTI MILANO, 3 APR 2003 12:51 Anche Ornella Pozzi, moglie dell'imprenditore bresciano Emilio Gnutti, risulta indagata nell'inchiesta della Procura di Milano sul sospetto insider trading sulle obbligazioni Unipol. Da quanto si e' appreso negli ambienti giudiziari oltre alla consorte, sarebbero indagati anche alcuni amici dello stesso Gnutti che secondo gli inquirenti non farebbero parte del mondo finanziario. Alcuni di questi sarebbero gia' stati interrogati. Durante le perquisizioni avvenute ieri tra Milano, Bologna, e Trieste tra i vari documenti sarebbero state sequestrate anche agende personali --------------------------------------------------------------------------- Miaeconomia 4-4-2003 Unipol, la storia dei bond indagati La procura di Milano ha aperto un’indagine, su segnalazione della Consob, in merito al caso Unipol, l’assicurazione bolognese che ha ritirato in modo sospetto nel febbraio 2002 alcune obbligazioni con scadenza 2005. Come segnalato all’epoca da Beppe Scienza (www.beppescienza.it), professore dell’università di Torino, in un’intervista rilasciata a Miaeconomia, la Unipol annuncia il ritiro anticipato delle obbligazioni a 100, mentre sul mercato i titoli vengono scambiati a valori nettamente inferiori, circa 92. Poco prima del ritiro delle obbligazioni alcuni manager hanno fatto incetta dei bond incriminati. Chi sono stati i fortunati? Uomini d’affare della Unipol ed Emilio Gnutti per conto proprio e probabilmente della Hopa (società da lui presieduta). Tutti movimenti che hanno insospettito la Consob, che ha prontamente segnalato il caso alla procura di Milano. Da qui l’apertura di un’inchiesta coordinata dal pm Eugenio Fusco con la perquisizione di diverse società in tutto il nord Italia. I militari hanno perquisito sedi della Unipol, del Lloyd Adriatico, della Banca Antonveneta, di una Sim milanese e della bresciana Hopailano. Per capire meglio quanto accaduto, Miaeconomia ha chiesto al professor Beppe Scienza (mailto:scienza@gmx.de)la sua versione allo stato attuale delle cose. Professor Scienza, ne sa qualcosa di questa vicenda? Ne so molto. Anzi io mi dichiaro colpevole e non posso esimermi da una chiamata di correo nei confronti di Miaeconomia. Infatti entrambi siamo colpevoli… di aver denunciato per primi questa porcheria. Si spieghi meglio. E’ semplice: il 22 maggio 2002 Miaeconomia pubblicò, dopo che altre testate mi avevano fatto difficoltà, un mio intervento in cui denunciai due cose, una più indecente dell’altra. Da un lato due rimborsi anticipati di obbligazioni dell’Unipol, di cui almeno uno puramente autolesionista, e dall’altro acquisti sospetti dei titoli in questioni poco prima che il rimborso fosse annunciato pubblicamente. Perché definisce autolesionisti quei rimborsi? Rimborsando le Unipol 2000-05 2,25%, gli amministratori della società hanno procurato un bel danno ai azionisti. Anziché restituire i 318 miliardi di lire del prestito, bastava comprare banalissimi Buoni del Tesoro Poliennale di pari durata. Per esempio i Btp 1-7-2005, che rendevano sul 4,65% annuo. La differenza fra i due tassi avrebbe fruttato circa 12,8 milioni di euro da allora alla scadenza. Analogo discorso valeva per le Unipol 2000-05 3,75%. Qui il danno è stato minore, ma pur sempre sui 1,3 milioni di euro. Insomma, la compagnia d'assicurazioni bolognese ha dato un calcio a quasi 27 miliardi di lire. Può spiegarsi meglio? Potrei fare un esempio attuale. E’ come se improvvisamente l’Alitalia decidesse di rimborsare alla pari, ovvero a 100 euro, le sue obbligazioni che attualmente quotano circa 88 euro. Perché mai dovrebbe farlo? Ma in tutto questo cosa c’entrerebbe la Consob o la Magistratura? In tutto questo forse ancora niente. Ma c’è altro. Decisi infatti di approfondire la questione. Per prima cosa telefonai all’addetto stampa dell’Unipol stessa, allora Emilio Spinardi. Questi, evidentemente ritenendomi un cretino, mi rispose che la decisione di rimborsare quel prestito (al 2,25% ripeto) era dipendente dall’alto tasso d'interesse(!). Insistetti per ottenere qualche giustificazione meno strampalata, ma nonostante ripetute telefonate la sto ancora aspettando. Al che m’insospettii e feci una mia piccola indagine. Andai cioè a spulciare le comprevendite di quei titoli alla Borsa di Milano e lì ne vennero fuori delle belle. Sembra un giallo: cosa scoprì a Piazza Affari? Dopo l’annuncio del rimborso anticipato, ovviamente i prestiti si portarono subito vicino ai 100 euro. Ma cos'era accaduto in precedenza? Quelle due obbligazioni generalmente poco trattate, con volumi giornalieri spesso nell'ordine dei 20-30 mila euro, furono acquistate in alcuni giorni di gennaio e febbraio nell'ordine di milioni di euro al 2,25%. Il 24 gennaio addirittura 20 milioni di euro al prezzo di 93. L'emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato e in alcune sedute non veniva neppure scambiata. Ma il 28 gennaio scopriamo un volume di 9,8 milioni di euro al prezzo di 97. Altri casi di volumi anomali, e un grafico, sono consultabili nella mia pagina Internet al Dipartimento di Matematica: www.beppescienza.it Cosa insinua con questo? Qui non si tratta d’insinuazioni, ma di fatti incontrovertibili. Io denunciai pubblicamente che un intervento degli organi di controllo era quanto mai opportuno. Perché qualcuno certi giorni aveva fatto acquisti così mastodontici, per giunta a prezzi poco convenienti? Da inizio 2002 le quotazioni del reddito fisso erano generalmente scese, quelle delle Unipol 2000-2005 invece salite. Non c’era convenienza a tali acquisti, a meno di sapere in anticipo dell'imminente rimborso. Inoltre è stupefacente che ci fosse qualcuno bello pronto, per esempio il 24 gennaio, a vendere una tale barca di titoli. E c’è di peggio. Cosa ha scoperto ancora? Mi venne il dubbio, e lo scrissi, che addirittura il rimborso anticipato, in spregio agli interessi della società, sia stato deciso proprio per permettere quegli strani acquisti. Comunque la cosa ha avuto eco? Molto poco, in realtà. Venne ripresa il 1-6-2002 da Borsa & Finanza e poi denunciata alla Consob dall’Adusbef. E a quanto pare la Consob non è stata col le mani in mano. Però c’è qualcuno che avrebbe dovuto parlare e invece è stato ben zitto. A chi si riferisce? Al risparmio gestito: di fronte a una scelta così perniciosa per gli azionisti, era doverosa qualche reazione da quanti si vantano di tutelare gl'interessi degl'investitori. In particolare dai gestori dei fondi azionari che avevano in pancia azioni Unipol. Invece niente. Silenzio di tomba. Al che delle due l'una. O non hanno capito, cosa possibile perché, a giudicare dei risultati, i gestori italiani non brillano certo per perspicacia. Oppure se ne sono accorti, ma la finanza è un salotto buono in cui non bisogna criticare chi rompe un vaso cinese, per altro non suo. Credo che l’episodio non si possa definire semplicemente un caso di insider trading. Oltre al fatto che qualche ben informato ci abbia guadagnato, era il rimborso in sé ad essere penalizzante per gli azionisti della compagnia. In ogni caso questa vicenda dimostra che non sempre si riesce a farla franca. Tobia De Stefano ---------------------------------------------------------------------------------- Gli strani rimborsi di Unipol Beppe Scienza (Libero 19-4-2003 p. 17 ) Non è il tipico insider trading, ovvero utilizzo illecito di informazioni riservate. La vicenda delle obbligazioni Unipol 2000-2005, sfociata nelle recenti indagini a carico dell’imprenditore bresciano Emilio Gnutti, sua moglie e altre sei persone, è più complessa. Ed è unica nelle cronache finanziarie italiane degli ultimi anni. E’ dal 1978 che seguo il mercato obbligazionario italiano e di rimborsi anticipati ne ho visti a centinaia. Però mai nessuno simile a quelli decisi l’anno scorso dalla compagnia d’assicurazione bolognese, chiaramente dannosi per i propri azionisti. Tenendo in vaita i prestiti e sfruttando la differenza di rendimento rispetto ai Btp 2005 (allora sul 4,65%), la società poteva infatti lucrare circa 12,8 milioni di euro con le Unipol al 2,25% e 1,3 milioni con quelle al 3,75%. Perché dare un calcio a 27 miliardi di lire? Tutto ciò mi lasciò perplesso, mentre non fece ne caldo né freddo ai gestori dei fondi comuni che, avendo in pancia azioni Unipol, avrebbero dovuto curarsi un po’ di più degl’interessi dei loro clienti. A ogni modo decisi di approfondire la cosa. Andai a spulciare le compravendite di quei titoli, normalmente oggetti di scambi modesti, tipo 20-30 mila euro al giorno. Scoprii così, nelle settimane precedenti l'annuncio del rimborso (4-3-2002), volumi di milioni di euro del titolo al 2,25%. Il 24 gennaio 2002 addirittura 20 milioni al prezzo di 93. L'emissione al 3,75% aveva ancora meno mercato, ma il 28 gennaio ne passarono di mano 9,8 milioni di euro al prezzo di 97. Chi comprava quelle obbligazioni evidentemente sapeva in anticipo dell’imminente rimborso a 100 lire. Ma era anche strano che qualcuno fosse pronto a vendergliene delle vagonate. Erano titoli suoi o magari di fondi comuni o gestioni separate di polizze vita? Insomma, molte cose non quadravano. Pensai dunque che valesse la pena segnalare il fatto e lo feci coi limitati mezzi a mia disposizione. Descrissi la faccenda nella mia pagina web all’Università di Torino (www.beppescienza.it) e la raccontai a Miaeconomia il 22-5-2002. Al che una delle più attive associazioni di consumatori, ovvero l'Adusbef, fece un esposto all'organo di controllo, cioè alla Consob. La quale, quatta quatta, procedette a indagini, passando poi il caso alla Magistratura. Quali siano i veri responsabili, io non lo so. Quello che so è che non è un normale caso d'insider trading, come quando uno compra azioni sapendo che verrà lanciata un'offerta pubblica d'acquisto (Opa) a un prezzo più alto. In situazioni simili l'Opa risponde a una logica sua propria, indipendentemente da fenomeni d’insider trading. Il caso dell'Unipol è del tutto diverso. Il rimborso anticipato, in spregio agli interessi della società, si capisce solo se finalizzato a permettere quegli strani acquisti. O vogliamo credere all'addetto stampa della società Emilio Spinardi che, trattandomi come un cretino, mi raccontò che le Unipol 2,25% erano state rimborsate perché il tasso d'interesse era molto alto, "di fatti a lui in banca sul conto corrente davano di meno"?