Finpart: non investo più in Italia - massimo

 

  By: Kurtinaitis on Martedì 10 Settembre 2002 12:48

Massimo, io ovviamente rispetto il tuo parere. Aggiungo che ho sempre molto apprezzato i tuoi lavori di analisi pubblicati su questo forum. Però ti voglio far notare che a chiunque è concesso comprare il futuro della società: e si può farlo anche oggi, a prezzi notevolmente inferiori a quelli che pagheranno coloro che quel futuro lo dovrebbero sottrarre. Il discorso della diluizione sarebbe valido se i nuovi soci entrassero in società senza pagare pegno, ma i loro sono denari che entrano nelle casse della società ed andranno a ripianare parte del debito (paradossalmente sarebbe bene che tutti i soldi fossero impiegati così, saremmo certi che ad ogni euro che entra dall'aumento corrisponde un euro in meno di debiti). Cioè, tanto per dire, non siamo nel caso delle Olivetti pagate 4 euro (dai nuovi entranti) che poi crollarono, perchè allora quei soldi finirono nella Bell e quindi nelle tasche di pochi e non della società, qui è la società che riceve un'iniezione di capitali. Se anche fosse vero (cosa che io non credo) che l'azione è stata pilotata al ribasso per permettere ai nuovi soci di entrare, questa manovra ha dato e dà a tutti l'opportunità di comprare le stesse azioni a un prezzo notevolmente inferiore a quello che pagheranno loro. Capisco che certe mosse avevano fatto sperare in una conclusione più positiva per i vecchi azionisti, per esempio un'opa. Però la realtà è che le dismissioni si erano arenate, e questa conclusione della faccenda mi sembra una mossa quasi obbligata per ridurre l'indebitamento che, con la sua entità, rischiava di portare i conti in rosso già a livello di mol. Ora mi pare che si siano ripristinate le condizioni per far bene, i problemi finanziari sembrano essere stati risolti o comunque attenuati, ovviamente tutto sta alla capacità del management di far funzionare la parte economica della società, cioè a dire produrre fatturato e utili. Ciao

 

  By: massimo on Martedì 10 Settembre 2002 12:17

io la penso diversamente:un aumento di capitale è sempre sempre sempre diluitivo perchè gli utili e il valore della società vanno divisi per un numero maggiore di azioni e poichè le compriamo per il loro futuro con l'aumento di capitale il loro aumento futuro ci è sottratto, la questione delprezzo di mercato serve solo a farli andare inoptati per farli acquisire ad altri ed è a mio parere una rapina che sfrutta i buchi della legge e penso che tutti i comunicati stampa di facchini che diceva di non sapere chi stava facendo crollare il titolo siano una presa in giro perchè quando si cerca un colpevole è SEMPRE chi ne ha beneficiato quindi chi pensate possa essere stato a farli crollare? conclusione io di questo tizio non mi fido più e non compro più, anzi, in riferimento alla incapacità degli investitori italiani faccio notare che uin fatto simile in USA non sarebbe stato dimenticato facilmente e Facchini lo avrebbero aspettato al varco quando cercherà rpestitit che avrebbe dovuto pagare ad un prezzo molto alto, ma qui fa questo perchè sa che più si intrappolano i soci e più si guadagna senza alcuna ritorsione ne dal mercato e nè dall'autorità di controllo, come potete giustificare che sia autorizzato un aumento di capitale a prezzi supoeriori??? è chiaro che in un mercato chiaro sarebbe fallito, quindi perchè viene fatto??? chiedete alla consob pure perchè lo permette, la risposta è sempre la stessa siamo in Italia ed io non ci compro più, perchè non hanno neppure il pudore di mascherare le manovre, in USA sono andati in galera e non mi risulta che ci siano trappole di questo genere alla luce del sole, anzi vengono presi terribili provvedimenti per non farli effettuare.

 

  By: massimo on Martedì 10 Settembre 2002 12:17

io la penso diversamente:un aumento di capitale è sempre sempre sempre diluitivo perchè gli utili e il valore della società vanno divisi per un numero maggiore di azioni e poichè le compriamo per il loro futuro con l'aumento di capitale il loro aumento futuro ci è sottratto, la questione delprezzo di mercato serve solo a farli andare inoptati per farli acquisire ad altri ed è a mio parere una rapina che sfrutta i buchi della legge e penso che tutti i comunicati stampa di facchini che diceva di non sapere chi stava facendo crollare il titolo siano una presa in giro perchè quando si cerca un colpevole è SEMPRE chi ne ha beneficiato quindi chi pensate possa essere stato a farli crollare? conclusione io di questo tizio non mi fido più e non compro più, anzi, in riferimento alla incapacità degli investitori italiani faccio notare che uin fatto simile in USA non sarebbe stato dimenticato facilmente e Facchini lo avrebbero aspettato al varco quando cercherà rpestitit che avrebbe dovuto pagare ad un prezzo molto alto, ma qui fa questo perchè sa che più si intrappolano i soci e più si guadagna senza alcuna ritorsione ne dal mercato e nè dall'autorità di controllo, come potete giustificare che sia autorizzato un aumento di capitale a prezzi supoeriori??? è chiaro che in un mercato chiaro sarebbe fallito, quindi perchè viene fatto??? chiedete alla consob pure perchè lo permette, la risposta è sempre la stessa siamo in Italia ed io non ci compro più, perchè non hanno neppure il pudore di mascherare le manovre, in USA sono andati in galera e non mi risulta che ci siano trappole di questo genere alla luce del sole, anzi vengono presi terribili provvedimenti per non farli effettuare.

il prezzo post aumento è maggiore - Kurtinaitis  

  By: Kurtinaitis on Martedì 10 Settembre 2002 11:40

Buongiorno a tutti, intervengo solo per ribadire che l'operazione di aumento di capitale non si può considerare diluitiva, perchè i nuovi soci accettano di pagare 1 euro per entrare in una società a cui il mercato attualmente attribuisce un valore per azione più basso. Questa è naturalmente una considerazione relativa al solo aumento di capitale. Ovviamente il valore teorico post aumento di 0,825 vale nel caso che la quotazione dell'azione il giorno prima dell'aumento di capitale sia effettivamente 0,75. Se è inferiore allora troveremo un valore teorico diverso, anch'esso inferiore, secondo le ben note tabelle che il sole 24 ore propone in occasione di questi eventi societari. Però non cambia il dato di fondo e cioè che, finchè l'azione resta sotto 1 euro, il teorico post aumento di capitale è sempre superiore al prezzo ante aumento. Poi ovviamente non è detto che il titolo debba per forza aumentare di prezzo, quello che mi sento di poter dire è che se calerà non sarà per com'è strutturato questo aumento di capitale, ma per altri motivi, speculativi, psicologici, o aziendali. Buongiorno e buon lavoro a tutti

 

  By: polipolio on Martedì 10 Settembre 2002 11:21

Scusate, forse sono ignorante ma mi pare che se gli azionisti di maggioranza sottoscrivono un aumento di capitale con sovrapprezzo sopra la quotazione rendono un servizio agli azionisti che si lasciano diluire. O no?

 

  By: Sandro Cecconi on Martedì 10 Settembre 2002 02:56

Cara Paola, quando si parla di ingegneria finanziaria sai bene che si parla di ben altre operazioni nelle quali un aumento di capitale può rientrare solo marginalmente all'interno di ristrutturazioni di controllo di gruppi societari. Ma questo è un altro discorso completamente avulso dal caso in questione. Inoltre esistono diritti inoptati soltanto per i motivi esposti nella mia precedente risposta a Massimo. Purtroppo ognuno di noi possiede il libero arbitrio ma molti hanno il terrore di doverlo esercitare. Felice notte. Sandro Modificato da - Sandro Cecconi on 9/10/2002 0:57:46

Giusto l'aumento con sovraprezzo - Sandro Cecconi  

  By: Sandro Cecconi on Martedì 10 Settembre 2002 02:39

Caro Massimo, quando ho parlato di ottima modalità dell'aumento di capitale intendevo che è stato giusto farlo con sovrapprezzo in quanto se fosse stato deliberato al nominale avremmo avuto come diretta conseguenza una diluizione del patrimonio netto per azione e pertanto l'amministratore delle società avrebbe reso un pessimo servizio all'azienda e a tutti gli azionisti indistintamente. Se infatti leggi con attenzione, ma lo avrai fatto ne sono sicuro, un altro post edito da un partecipante al forum di Zibordi, ti potrai rendere subito conto che con un prezzo ex ante di 0,75 e sottoscrivendo l'aumento di capitale così come proposto avremmo ex post un prezzo teorico dell'azione di 0, 82 circa (prendo il calcolo già fatto, dando per scontato che sia giusto). Perdonami ma il problema vero non è quello che hai posto secondo me; infatti alla base di tutto c'è un problema molto importante ovvero che il piccolo azionista, così come il grande, deve comprendere una volta per tutte che possedere un azione come 100 o mille o anche di più significa condividere le sorti della società per tutto il tempo che ne è in possesso. Ora io comprendo beniissimo il tuo sfogo, dovuto soprattutto al fatto che probabilmente molti tuoi clienti non vogliono capire il concetto espresso poco fa; sono altresì convinto che non dipende da te ma tutti noi che abbiamo deciso di svolgere questa professione (Zibordi docet) la prima cosa che dobbiamo fare è " svezzare, istruire, educare" tutti i nostri clienti i quali, nella stragrande maggioranza dei casi sono completamente "ignoranti" nel senso latino del termine ed investono in azioni sia direttamente che indirettamente soltanto perchè qualche volta sentono (ma non ascoltano) notizie dai giornali radio e televisioni e "danno un'occhiata di sfuggita" ai titoli di qualche quotidiamo. Noi tutti, te ce lo puoi insegnare, sappiamo perfettamente che sorta di somari, tolte le dovute eccezioni, ci sono nella categoria dei giornalisti italiani in questo campo. A presto. Sandro Modificato da - Sandro Cecconi on 9/10/2002 0:44:4

 

  By: paolagir on Martedì 10 Settembre 2002 01:11

...la chiamano pomposamente "ingegneria finanziaria"...dei miei stivali

Finpart: non investo più in Italia - massimo  

  By: massimo on Martedì 10 Settembre 2002 00:56

Sono sempre stato un estimatore di facchini, ma dopo quello che ho visto oggi io non investo più in Italia. Secondo te sta dando il buon esempio comprando ad un prezzo superiore ciò che costa meno sul mercato??? Non è così, vuole che nessuno usi i diritti per farli usare ad altri che per comprare i 58 milioni di azioni ci avrebbero messo anni e avrebbero fatto arrivare il prezzo a dieci euro e invece lo pagano meno del valore di prima dell'estate e facchini compra solo per non diluire la sua quota ad un prezzo che è sempre basso per le quantità che rileva, conclusione si sono divise le azioni tra loro dando i diritti ai soci senza permettergli di esercitarli avendo fatto crollare l'azione, perchè èper un socio di minoranza conta solo il prezzo ma per loro conta il prezzo e la quantittà e alla fine il piccolo socio si trova con la sua quota duiluita e chi avea il warrant ha il vecchio prezzo di esrcizio e il tempo regalatogli è invece da perdersi per aspettare più tempo per raggiungerlo, come dire, se non aumentavano il tempo avrebbero fregato ai warrant tutto il valore a casua dell'aumento di capitale che diluisce il sottostante invece aumentando la scadenza gli danno tempo di far svalutare l'investimento fino al raggiungimento dell'obbiettivo, sempre se nel frattempo ci sono altre speculazioni di queste diaboliche menti.

Provera, Passera e Facchini: bravi - Sandro Cecconi  

  By: Sandro Cecconi on Lunedì 09 Settembre 2002 22:37

Puntuali come lo era Kant nell'ora della sua passeggiatina quotidiana e ancora più puntuali dei migliori orologi svizzeri. Chi sono costoro? Ma è chiaro i nostri imprenditori e/o managers delle aziende di casa nostra. Vediamo il perché. Dopo lo scoppio di ogni bolla speculativa ecco che, more solito, si riaffaccia la campagna degli"Aumenti di Capitale". Ma procediamo con ordine. 1) nel mese di Agosto del 2001 quando il Gruppo Tronchetti Provera rilevò il pacchetto di maggioranza di Telecom Italia attraverso l'aquisizione di Olivetti, resosi conto dell'abnorme indebitamento di tutto il gruppo, alla conferenza di presentazione del piano strategico ha affermato con molto coraggio e onestà intellettuale alla platea di tutti gli analisti presenti che la prima cosa da fare era quella di alienare tutte le partecipazioni non strategiche al fine di ridurre l'indebitamento. Il fine è stato perseguito meticolosamente fino a ridurre, ad oggi, tale indebitamento di circa 4/mld €. Doveva essere fatto per il bene di un'azienda che come tale è patrimonio di tutta la nazione. Ritengo comunque che non sia finita qui e che l'aumento di capitale sia stato soltanto rinviato per stabilire, una volta che le dismissioni saranno completate, di quanto dovrà essere tale aumento. Ad ogni modo, questo è il mio parere, Tronchetti Provera ha fatto benissimo e pertanto gli faccio anche qui i miei complimenti per la sua sagacia nel saper fare il manager e di arrivare con tempismo davvero encomiabile a certe considerazioni e decisioni. 2) E' di oggi la riunione del CDA di Intesa-BCI nella quale il neo manager, C. Passera, alla fine ha dichiarato che entro il c.a. l'azienda dismetterà partecipazioni non strategiche per 14/15MLD€ in Italia e circa 8/mld€ all'estero. Inoltre, molto probabilmente, ci potrà essere l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile il cui ammontare e il cui rapporto di conversione non ci è ancora dato sapere, ma dal momento che ha fatto tali dichiarazioni ritengo sarà emesso in un prossimo futuro. Anche a lui faccio i miei complimenti per le motivazioni dette al precedente punto 1. Comunque anche in questo caso l'aumento di capitale è solo rinviato per le stesse motivazioni di prima. 3)Il CDA di Fin.Part. in ottemperanza ad una delega ricevuta nel luglio del 2000 ha deliberato un aumento di capitale con l'emissione di 100/mln di azioni di nominali 0,58€ al prezzo di 1€ con 0,42 di sovrapprezzo che farà entrare nelle casse della società 100/mln €. Tali risorse serviranno al rafforzamento patrimoniale della società nonché a sostenere lo sviluppo delle attività strategiche; inoltre il piano di dismissioni procederà regolermente verso quelle attività no-core e del real-estate non strtegico. Facchini ha anche dichiarato che dopo l'operazione sul capitale di cui sopra il socio di riferimento continuerà ad avere la stessa partecipazione di ora, questo significa che il suo investimento in Fin.Part. aumenterà, quindi è lui stesso a dare il buon esempio. Pertanto anche Facchini merita il mio e il nostro plauso non solo per l'aumento del suo investimento ma, soprattutto, per le modalità dell'aumento di capitale. Questi tre managers da me nominati hanno fatto da apripista ad una stagione, la cui durata a me non è dato sapere, tesa a dimenticare le idiozie prodotte dal 1998 in poi. E prima avverà prima riusciremo a risolleverci anche se le risorse finanziarie destinate agli aumenti di capitale nell'immediato saranno al sostentamento dei corsi azionari. Ma questa è l'unica via percorribile per le società quotate e non: la ricapitalizzazione.