By: lu.luke on Martedì 11 Dicembre 2001 19:27
Caro Quarterback, se ci fosse un po' di giustizia in questo mondo si dovrebbe cominciare a scrivere una storia d'Italia un po' meno prona ai potenti di turno.
Bene, quando l'odiato Colaninno ha lanciato l'OPA su Telecom a tutti erano chiare le dimensioni del debito che avrebbero gravato la sua Olivetti e quindi il rischio di default della stessa azienda telefonica. Però gli Agnelli all'ultimo giorno utile - e con loro tutti i magnati della pseudo imprenditoria italiana decisero di aderire: fregava assai poco a loro della possibile crisi futura del "gigante". C'era Ipse, c'era Blu, c'era nonsochecosa e alla fine se Colaninno saltava in aria tanto meglio. Si potevano prendere a quattro soldi le reti e i cavi.
Invece Il ragioniere di Mantova è rimasto in piedi; e non solo, ma ha fatto guadagnare soldi a mezza Italia, mentre la Fiat (tanto per restare al nostro esempio) ogni qual volta ha lasciato pensare ad un allungo, ha poi tradito con bull trap gigantesche le attese degli azionisti.
Per questo io non ho mai pensato di vendere Olivetti, anche se ho qualche dubbio sull'effettiva autonomia di Tronchetti dalla sabaudia (penso di sì, a lume di naso, perchè so dell'astio che la famiglia Moratti sembrerebbe avere nei confronti dei torinesi...).
Il vero scandalo del nostro paese è proprio la sudditanza da quel Regno di Sardegna che poi non si spiega se non per il fatto che una volta (ma taaaanti anni fa) eravamo potenzialmente sudditi dei francesi, di cui gli Agnelli sono ottimi sodali da sempre.
Ovvio, come un sito governo.it diventato una barzelletta mondiale per le stravaganti traduzioni in inglese; ma il mondo va avanti - anzi è andato avanti - e lo fa senza di noi, come si vede nitidamente dal fatto che NESSUNA azienda italiana è mai oggetto di reale interesse da parte dei capitali stranieri.
Ma noi non è che ce ne accorgiamo: ma noooo, abbiamo la nostra stampa che illumina di immenso la scelta delle Olimpiadi a Torino, senza quantificare il danno che deriva dalle prevaricazioni messe in atto. per ottenerla. E il salone dell'auto? Una cosa che interessa a pochi, ma che ottiene una luminosità che neppure la serata degli Oscar...
Tutta la finanza italiana è ruotata per decenni attorno al ruolo degli Agnelli in Mediobanca, come facevano a controllare Generali, come la Sip, come Montedison, eccetera.
Il povero Gardini sa che ha dovuto pagare per sedersi al tavolo verde; e la magistratura appena ha potuto è andata giù pesante sull'arrampicatore perchè non sia mai...
Lo stesso Berlusconi è là dove può perchè è arrivata in extremis la benedizione di Agnelli e che cosa importa se per liquidare Romiti gli si affida niente meno che il Corriere? Nulla, in altri paesi potrebbe sembrare una sconcezza, ma da noi passa sotto silenzio.
Adesso che si sono "spostati" sull'energia, ecco la vendita delle Genco, il polo alternativo (naturalmente a prezzi da oligo-monopolio) per cosa poi? Ma diamine, per i 90 miliardi al Parma per Buffon sennò come li troviamo? Ah, dimenticavo: Zidane era più divertente che utile, peccato che il Real vincerà con lui tutto quest'anno, mentre la Juve, il giocattolo della senescenza, viaggia verso l'intertoto. Ma intanto si incassano 300 miliardi dai grulli, si ricompensa il buon Giraudo - il mago delle operazioni Sèstriere - e si tiene in libro paga tal Luciano Moggi perchè forse aiuta anche tenere sotto controllo il Banco di Roma (non si sa mai, una fusione a poche lire, così arriviamo anche al Vaticano). A quel punto il Paradiso sarà garantito e gli azionisti Fiat potranno sperare di riavere, quel giorno, le 16000 lire per azione sborsate negli anni '80, quando l'aziendina fu venduta a Gheddafi.
Se fosse stata svolta a Napoli, la vicenda avrebbe meritato un duetto tra Totò e Peppino. Ma è roba di Torino, quindi le diamo la prima pagina sul Sole.
Che spreco...
Modificato da - lu.luke on 12/11/2001 18:34:29