E' ora di vendere le telecom

 

  By: polipolio on Lunedì 13 Dicembre 2004 08:40

In un altro post (non trovo più quale) segnalavo che il costo del debito nuovo per il LBO su Tim sarebbe di 3.1% circa. Segnalavo erronemente il dividend yeald attuale, che invece è circa al 5%. 200 basis point di spread a favore, not bad! Segnalo inoltre che il sito di Penati (che avevo visto coi miei occhi) è ora 'in costruzione'.

 

  By: GZ on Venerdì 10 Dicembre 2004 15:47

In ogni caso in termini di calcolo del valore di Tim è possibile sostenere come fa qui ^Penati su Repubblica#http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/economia/telecom/guadfusione/guadfusione.html^ che Tronchetti dovrebbe offrire di più, fino a 5.9 euro quindi se il tono delle borse resta buono fino a Natale ragionando a spanne puoi avere dei fondi esteri (quelli italiani sono legati alle banche che sono anche loro in parte nella partita) che si mettono di traverso e puoi scommettere su una pressione al rialzo su Tim e al ribasso su Pirelli e Camfin

 

  By: Moderatore on Lunedì 06 Dicembre 2004 23:31

---------------------------------- ....restare in Olimpia con il 16,8% non avrebbe senso. La quota acquisita da Gilberto Benetton al momento dell’uscita di Roberto Colaninno è troppo piccola per contare davvero, ma troppo importante per essere considerata una semplice diversificazione finanziaria. Il risultato? «O la partita si gioca fino in fondo oppure si abbandona il campo», sarebbe stato il commento di Luciano Benetton, da sempre il più freddo sul fronte delle utility. Ma uscire da Telecom con una minusvalenza da brivido non fa piacere a nessuno. Meglio raddoppiare, dunque, in occasione della ricapitalizzazione di Olimpia propedeutica alle nozze tra Telecom e Tim. D’altra parte, proprio i Benetton hanno frenato il progetto di Marco Tronchetti Provera, pronto nel cassetto da settimane. Ma a Ponzano Veneto le decisioni si prendono così, dopo ampie consultazioni: un metodo che funziona, a giudicare dalla corsa che ha portato il gruppo a un giro d’affari di 7 miliardi con appena 1,9 miliardi di debito. E così, alla fine, il clan si è ritrovato sulle posizioni di Gilberto, l’anima finanziaria della famiglia. Certo, prima di cavalcare quest’ultima avventura nelle telecomunicazioni, Gilberto ha avuto diversi faccia a faccia con il numero uno di Telecom; e più volte avrebbe messo sul piatto la possibilità per i Benetton di contare di più nel cda della cassaforte e in quello del colosso tlc. Gilberto, secondo indiscrezioni di buona fonte, si sarebbe spinto addirittura oltre. Pare che da Ponzano Veneto sia partita la richiesta di una gestione diretta della Tim. Proposta che sarebbe stata rispedita al mittente, non senza una congrua contropartita, tale cioè da assicurare ad Alessandro Benetton un posto di prestigio nel colosso delle telecomunicazioni. In ogni caso, come dovrebbe essere strutturata l’operazione? Le ipotesi sul tavolo sarebbero due: se Edizione Holding optasse per l’ipotesi di partecipazione più ampia l’iniezione di liquidità dovrebbe aggirarsi attorno a 3 miliardi di euro, altrimenti le risorse che verranno messe sul piatto scenderanno a 2 miliardi. I conti sono presto fatti. Pirelli è pronta a fare la propria parte (oltre a quella delle banche azioniste qualora Benetton facesse un passo indietro), così come Hopa si sarebbe detta disponibile a partecipare pro quota (16%). Non resta che Edizione. Se la finanziaria dovesse sottoscrivere per intero la propria quota dovrebbe prepararsi a staccare un assegno da 500 milioni. Se invece si accollasse anche la quota lasciata inoptata da Unicredito e Intesa (aumentando la partecipazione in Olimpia poco sotto il 30%), l’esborso salirebbe fino a 1,2 miliardi. Il gioco vale la candela? Nel 2001 la famiglia investì un miliardo nell’operazione Telecom; quella partecipazione ora vale in Borsa circa 860 milioni. Conti alla mano, i Benetton dovrebbero iscrivere a bilancio una potenziale minusvalenza di 140 milioni. La partecipazione all’aumento di capitale avrebbe perciò l’effetto positivo di ridurre il valore di carico dell’investimento. Inoltre, solo un anno fa la perdita era decisamente più elevata. Il titolo Telecom, dall’agosto 2003, quando è diventata operativa la fusione con Olivetti, ha infatti guadagnato ben il 30 per cento. Un recupero che potrebbe proseguire sull’onda del progetto di fusione tra la telefonia fissa e la telefonia mobile, riportando addirittura in largo profitto la contabilità dell’operazione. Una quasi certezza, visto che il mercato, in queste ultime sedute, ha dimostrato di apprezzare l’idea dell’integrazione. Ma per essere della partita Ponzano Veneto deve prepararsi a cedere qualche gioiello. Tempi e modi di «raccolta» del capitale necessario sarebbero infatti due punti non ancora definiti. La famiglia potrebbe decidere di uscire da Banca Antonveneta, considerato che l’istituto potrebbe presto confluire nell’orbita della Popolare di Lodi. La partecipazione (4,86% del capitale) a valori di mercato assicurerebbe un introito vicino a 255 milioni. L’altro dossier sul tavolo è Autogrill. Sul gruppo di ristorazione autostradale, controllato con il 56,7%, ci sono più ipotesi: la cessione di una partecipazione di minoranza seguita da un releverage su quanto resta. Possibile, infine, che venga messa all’asta anche la partecipazione nella Sagat. Insomma, l’impalcatura a sostegno dell’aumento di capitale di Olimpia può comprendere ogni mossa. Ma la decisione sembra presa: sia l’asse di sangue Luciano-Alessandro (contrari a sacrificare le commodity) sia l’amministratore delegato di Edizione Holding, Gianni Mion, sono infatti disponibili a rimescolare le carte in portafoglio. Un portafoglio, peraltro, di tutto rispetto: Autostrade e Telecom rappresentano una bella fetta del potere economico italiano, per giunta il più protetto dalla concorrenza. Che dire? All’album di Gilberto, collezionista di utility,^ manca solo l’Enel#http://www.borsaefinanza.it/art.pic1?P=art.htm&ID=118399^.

 

  By: Moderatore on Lunedì 15 Novembre 2004 20:29

Telecom Italia è un mix vincente tra rendimento e appeal speculativo. E ci vuole un occhio di riguardo per le azioni di risparmio. Oggi la pensano così quasi tutti gli analisti. L’attesa è tutta per la riorganizzazione con Tim che, secondo le opinioni più diffuse, dovrebbe essere annunciata in marzo, durante la presentazione del piano industriale triennale. «Sino ad allora - commentano gli analisti di Ubm - il flusso di notizie non dovrebbe essere particolarmente forte. Ma i fattori di interesse per il titolo rimangono la sottovalutazione rispetto ai fondamentali e l’elevato rendimento del dividendo pari a quasi il 4% per le ordinarie e prossimo al 6% per le risparmio». Ottimista sul futuro è l’ufficio studi di Centrosim, che su Telecom Italia ha un giudizio «comprare» con target di 3,2 euro, oggi è a 2,8 euro: «In situazioni incerte è sempre meglio posizionarsi nella parte alta della catena di controllo (Telecom Italia controlla Tim, ndr)». E, dice ancora Centrosim, «a breve meglio le risparmio: se cresce ancora la cedola offriranno il 6,5%». Più prudente Goldman Sachs: Telecom è cara rispetto ai concorrenti (rapporto prezzo utili pari a 13 contro 11 delle altre), ma gode di ^una forte posizione competitiva nel business domestico e di uno yield davvero extra large.#http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=B^

 

  By: cisha on Venerdì 22 Ottobre 2004 14:11

Per JAZZTEL PLC ....fortunatamente non ci sono dentro..la mia era solo una curiosità per evntualmente entrarci a fare un giro....ma ho la sensazione che siano gli stessi che già ce l'hanno in putrefazione da qualche mese che tentano di tirarla su approfittando di notiziole vaghe che ogni tanto escono fuori sui telefonici ed i titoli aggregati al comparto. Magari smuovono il titolo per un paio di giorni (che se uno guarda il grafico vede che il titolo è veramente precipitato nell'oltretomba)lo alzano di un 10-15% acchiappano qualche credulone e poi se lo rimangiano in 4e4'otto. E' solo fantasia.

 

  By: giuseppe cuneo on Venerdì 22 Ottobre 2004 11:50

Mi associo sulla domanda se tenere o vendere Jazztel. Siamo tutti in perdita ma non so se per il titolo è un 'inizio di un nuovo trend o una fiammata da prendere al volo per "servire" il titolo. Non dimentichiamoci Covad che dal'inferno era salita a 6 $ circa un anno fa per poi tornare sulla fascia 1,2-1,8 $ dove è attualmente.

 

  By: cisha on Giovedì 21 Ottobre 2004 20:11

JAZZTEL PLC....un cadavere che rimbalza da 2gg. e perchè??? chi mi sa risolvere a questo dubbio??? Visto che è nel portafoglio europa seppellito da tempo...forse è arrivato il momento di farci un giro??? A qualcuno l'ardua sentenza.

 

  By: Gano on Mercoledì 20 Ottobre 2004 15:24

Puo' darsi. Pero' ho in portafoglio TIM e Telecom Italia e per ora mele tengo. Non credo molto nella diffusione "popolare" dell' UMTS. I servizi che offre, quelli che rendono l' UMTS "speciale" sono carissimi e destinati a rimanere tali per molto tempo. D' altronde, pur potendomelo permettere, uso un cellulare normale, perche' mi serve per quello per cui l' ho comprato: telefonare. Quello Made in Italy che ho, pagato 70 euro con abbonamento TIM, mi basta e mi avanza. Di piu' di questo non saprei che farmene (non ho nemmeno la macchina fotografica integrata...). Internet wireless: provi a calcolare quanto costa scaricare per Mb. Oramai i PC sono dappertutto: in casa (ne ho tre in rete), in ufficio, in vacanza al mare (dove ho connesso il portatile con Interfree)... dove userei internet sul cellulare? In autobus? Noooooooooooooooooooo!!!!!!!! ;-)

Boom dell'Umts, finalmente - gz  

  By: GZ on Mercoledì 20 Ottobre 2004 14:48

In realtà per ora vendere le telecom italiane non sembra giusto perchè sono il settore dimenticato che in un rally di fine anno beneficerebbe ecc... ma intanto finalmente è arrivato in Italia un internet portabile, su BlackBerry o TREO o Notebook con una vera banda seria e offerte di cellulari a sconto da parte della H3G, società del gruppo Hutchison Whampoa qualcuno lo ha già ? come va ? questo sviluppo dimostra che mentre "i grossi problemi" li vedono tutti (indebitamento, terrorismo, inflazione/deflazione...) invece i miglioramenti continui che le aziende creano (nei settori dove hanno concorrenza) arrivano in ordine sparso e non sono notati dagli esperti. Nel medio periodo comunque significa che anche gli enormi margini di TIM (che sono tuttora circa 10 volte quelli delle società di cellulare americane analoghe !!) saranno erosi -------------------------------------------------------------- L’Umts ha portato una vera concorrenza ^H3G quasi regala i cellulari (19 euro) e conta 1,5 milioni di clienti. Tim, Vodafone e Wind scelgono ovviamente un’altra strada#http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=GRA^ Dopo anni di deludente attesa, l'Umts, ovvero la terza generazione mobile (in sigla 3G), registra un forte e inaspettato boom: e il mercato dell’Umts promette di essere molto più competitivo di quello Gsm, con una forte concorrenza centrata soprattutto sui prezzi dei nuovi telefonini e del traffico voce. Dopo un avvio molto problematico, H3G, il gestore che ha puntato tutto sull'Umts, sta finalmente facendo la parte del leone, con oltre un milione e mezzo di clienti, in gran parte catturati in questi ultimi mesi. Ma anche gli altri concorrenti stanno affilando le armi per non rimanere indietro nel mercato del futuro. Tutti scommettono sulle vendite natalizie. H3G punta decisamente sulla leadership di prezzo, sussidiando i telefonini - che sono in offerta a 19 euro (anche se il cliente non può cambiare gestore) - e applicando dei prezzi molto competitivi anche sui minuti di traffico (grazie soprattutto alla tariffa di 9 centesimi al minuto). Il sussidio dei terminali è una novità per il mercato italiano, e così pure lo scontro quasi frontale sulle tariffe. Ambedue rischiano però di ridurre i margini dei gestori mobili. «Siamo il nuovo entrante sul mercato e quindi dobbiamo avere una strategia aggressiva - afferma Vincenzo Novari, amministratore delegato di H3G -. Vogliamo trasferire ai clienti i vantaggi della rete Umts, che è almeno tre volte più efficiente del Gsm e che quindi consente tariffe minori. Ma puntiamo a un pubblico di fascia alta: non a caso abbiamo conquistato i clienti più pregiati». La strategia della società del gruppo Hutchison Whampoa è chiara: abbassare le barriere di accesso finanziando i terminali, «bloccare» in questa maniera i clienti sui suoi servizi, diminuire le tariffe per la voce e guadagnare invece dai servizi dati più pregiati. H3G ha acquisito clientela con una spesa più elevata della media: i suoi clienti generano ricavi mensili di 48 euro, contro la media del settore di circa 32 euro. «I servizi più richiesti dai nostri clienti sono quelli di personalizzazione del telefonino (loghi e suonerie), poi quelli di intrattenimento legati ai programmi Tv e ai giochi, e poi le videochiamate - spiega Novari -. Offriamo la banda larga mobile e chiederemo che anche i telefoni di terza generazione vengano finanziati dal governo come già succede per gli accessi a banda larga fissa e i decoder della televisione digitale». H3G punta a mantenere il più a lungo possibile la leadership sul mercato dell’Umts: ma i competitor non vogliono seguire la società di Novari nel finanziamento ai telefonini. Si stima che la Tim abbia venduto in pochi mesi oltre 500 mila telefoni e PcCard di nuova generazione; la società guidata da Marco De Benedetti punta a raggiungere un milione di terminali 3G (con il nuovo marchio Tim Turbo) venduti complessivamente nel 2004, grazie alla campagna di Natale. Per Tim il 3G non comprende solo l'Umts ma anche l'Edge, una rete che consente velocità di poco inferiori a quelle Umts (in media 150-200 kbit/s contro i 200-300 dell'Umts) ma che, a differenza dell'Umts, avrà una copertura completa a livello nazionale già entro il 2004. A livello di funzionalità, l'Edge, diversamente dall'Umts, non permette, almeno attualmente, di fare videotelefonate. Ma anche questo divario verrà prevedibilmente superato; ed entro novembre Tim dovrebbe immettere sul mercato un telefono dual mode (Edge e Umts). Carenza di apparecchi Pietro Guindani, il capo di Vodafone Italia, ha affermato che non intende sovvenzionare i terminali (e bloccare i clienti). Vodafone non vuole una guerra dei prezzi e (come del resto Tim e Wind) non differenzierà i prezzi delle comunicazioni via rete Umts da quelli Gsm. Guindani punta piuttosto a portare i servizi dati di Vodafone Live (con oltre 1,3 milioni di clienti) anche sulla rete Umts. Finora il leader globale della comunicazione mobile è stato penalizzato dalla carenza di disponibilità di telefonini Umts. Ma questa strozzatura - che a suo tempo ha fortemente frenato anche H3G - dovrebbe essere presto superata: Vodafone ha annunciato che a partire dai prossimi mesi disporrà di dieci nuovi modelli di telefonini, anche di fascia bassa. E sia Vodafone che Tim prevedono forti riduzioni delle tariffe mirate al pubblico più pregiato. Anche Wind annuncerà entro la fine di ottobre il suo ingresso sul mercato 3G. Un fatto è certo: il nuovo mercato promette di essere molto competitivo (e più difficile di quello Gsm).

 

  By: Nemo on Mercoledì 31 Marzo 2004 10:48

Ma, questa storia del dividendo PG al 50% del valore titolo non mi è chiara. Capisco che l'azionista di maggioranza ha bisogno di soldi, ma in questo modo non ammazza il titolo ? Che manovra è ? Ne sapete niente ? Oppure...non ho capito niente ??

 

  By: Luigi Luccarini on Martedì 12 Novembre 2002 10:45

Volumi spaventosi sulle Telecom rnc sin dall'apertura. conversione in arrivo?

 

  By: Noir on Lunedì 11 Novembre 2002 12:37

Quello che dici può essere anche vero ma non sottovalutare il credito d'imposta generato dal dividendo (rastrellando un pò meno del 2%, per non fare la segnalazione, ti porti a casa 15/20 Euro di utile) ..

Dividendi Anticipati di Tim e Telecom - Luigi Luccarini  

  By: Luigi Luccarini on Lunedì 11 Novembre 2002 12:07

Questa storia dei dividendi anticipati di Tim e Telecom mi lascia sempre più perplesso. L'unico motivo per cui la distribuzione avviene prima della scadenza del 2002 mi sembra debba essere ricondotto alle difficoltà di Pirelli, a cui UBS ha dimezzato il target (e in Svizzera hanno sempre buon fiuto...) e che probabilmente ha bisogno di liquidità che finirebbe per arrivare dall'unica società operativa che incassa a dovere (Tim). Il punto è che - private del suo maggior appeal, che è proprio quello del dividendo - alle telecom resterebbe la scomoda situazione di restare utilities trattate a multipli da aziende tecnologiche. Brutta storia. Ma il peggio è che la dinamica dei prezzi che la distribuzione del dividendo favorirà sulle rnc lascia pensare che la manovra di anticipare lo stacco sia anche destinata alla fine a rendere ineludibile la conversione di queste ultime, con la conseguenza di un possibile bagno di sangue sulle ordinarie - diciamo un 20% secco dai valori attuali. Il fatto che non torneremo mai sopra 24800 di mib30 (mia personalissima opinione) lascia pensare che le vittime della prossima fase di ribasso siano proprio le nostre telecom, con obiettivi però piuttosto tetri. Si accettano opinioni in proposito.