By: GZ on Lunedì 21 Ottobre 2002 16:59
Qui ci sono gli stessi calcoli fatti da Alessandro Penati sul corriere oggi e ne viene fuori alla fine con una stima più positiva, sui 5 miliardi di euro di capitalizzazione (ora Fiat ne costa 3.9 miliardi).
Ovviamente occorre fare assunzioni sulle perdite dei prossimi due anni del settore auto e sulla possibilità effettiva di chiudere alcuni impianti. Quindi sono stime non facili, e non entro nel merito, ma queste due valutazioni che sono tra le più scettiche (e di due fonti che cito sempre) mi sembra diano la forchetta di prezzo di valutazione di Fiat.
Diciamo che sembra essere ora a metà di un -15% possibile nel caso peggiore (DRKW e Breakongviews) e un +20% in quello migliore (Penati)
------- .....Corriere della sera 21/10 ---A. Penati ...--------
.... le banche che partecipano al risanamento chiedono alla Fiat di vendere circa 3,5 miliardi di attività (ma le danno una mano rilevando il 14% di Italenergia a un prezzo generoso, e contando come dismissione un finanziamento garantito da un put sul rimanente 24,6%); consolidano 3 miliardi di debiti a breve fino al 2005 (dopo che la Fiat avrà potuto esercitare l'opzione di vendere alla Gm), col diritto di convertire il credito in azioni se Fiat non avrà rispettato gli obiettivi del piano; rilevano il 51% della società di credito al consumo Fidis permettendo a Fiat di deconsolidarne il debito. L'intervento è finanziario, mirato a impedire un'immediata crisi di liquidità e a evitare il declassamento di Fiat, dandole il tempo di esercitare la put verso Gm, alla fine del 2004.
Fiat non è sull'orlo del fallimento. Il dissesto riguarda solo l'auto. In Borsa, l'intero capitale vale oggi 4,7 miliardi di euro: un valore che presumibilmente incorpora l'uscita dall'auto entro il 2005. Nella difficile congiuntura del primo semestre di quest'anno, le attività industriali, auto esclusa, (aviazione, macchine agricole e per costruzioni, autocarri, automazione, servizi per le imprese, componentistica) hanno prodotto circa 30 miliardi di ricavi e 600 milioni di risultato operativo (dati annualizzati). Ai parametri europei del settore (25% del fatturato o 11 volte gli utili prima di imposte e oneri finanziari) valgono circa 7 miliardi. Ci sono poi altri 7 miliardi di partecipazioni (valutando Italenergia, Fidis e Ferrari al valore delle transazioni con le banche; Toro a 0,7 il valore di libro, in linea con i parametri di mercato; le società quotate, ai prezzi di Borsa; e le joint venture con Gm, a sconto del 20% sul prezzo di carico); 3,5 miliardi di attività liquide; e 18,7 miliardi di crediti finanziari, ipotizzando che valgano l'80% del loro valore nominale (inclusi i crediti Fidis). Immaginando che l'auto sia ceduta a costo zero, il totale delle attività è 36,2 miliardi di euro. Ma Fiat è pur sempre un marchio forte, con l'8% del mercato automobilistico europeo (e il 25% di quello italiano): anche ai risicati multipli del settore (25% il fatturato) fanno 6 miliardi. Dedotte le potenziali perdite di qui al 2005 (cautelativamente 2,5 miliardi), per il rimanente 80% di Fiat Auto Gm dovrebbe essere disposta ad accollarsi almeno 2 miliardi di debiti; che porterebbero a 31 (incluso Fidis) l'indebitamento totale. Sottraendo i debiti al totale delle attività, il capitale è di 5,2 miliardi: una stima vicina alla valutazione espressa dalla Borsa; e che rappresenta l'attuale aspettativa del valore della società per gli azionisti a risanamento compiuto. Dimostra come una soluzione di mercato (senza intervento dello Stato) non solo sia possibile, ma sia anche ritenuta probabile.
Perché lo scenario configurato dalla Borsa si realizzi, Fiat deve però aderire al piano di rientro dei debiti e tagliare rapidamente i costi (impossibile agire sui ricavi in tempi brevi) per evitare che le perdite dell'auto brucino la cassa, e non si arrivi a fine 2004 (dato che Gm non ha interesse ad anticipare i tempi, visto che la sua posizione negoziale può solo migliorare).
Fiat dovrebbe rispettare con facilità il primo vincolo sui debiti: le operazioni già concluse (Italenergia, Fidis, Ferrari, Teksid) e quelle plausibili (Comau) sono sufficienti. Più difficile il taglio dei costi, che passa necessariamente per un forte ridimensionamento della capacità produttiva: non si possono produrre auto che nessuno vuole comprare. Fiat, quindi, ricorre al sistema degli ammortizzatori sociali.....
Modificato da - gz on 10/21/2002 15:9:20