I bilanci delle maggiori società italiane

 

  By: Gano on Mercoledì 09 Novembre 2005 23:56

E' vero. Pero' a me di questi giorni non riesce comprarla. Ogni volta che ci provo mi prende un inspiegabile mal di testa e ci rinuncio.

ENI è spettacolare, - gz  

  By: GZ on Mercoledì 09 Novembre 2005 20:28

ENI è spettacolare, è uscita con risultati che stracciano sia i competitori che le previsioni e il titolo fa solo +1.5% I "big oil" sono un poco depressi questo mese perchè il greggio da 70 è sceso a 60$ e in america oggi il parlamento discute la proposta di mettere una tassa speciale del 50% sull'utile fatto sopra i 40$ al barile (cioè calcolano quanto dell'utile è dovuto al prezzo superiore a 40$ e lo tassano con un ulteriore 50%) Ma non vuole dire tanto, queste sono occasioni d'acquisto -------------------------------------------------------- ENI 3Q Net Pft +48%; Output Outstrips Rivals By Kenneth Maxwell Of DOW JONES NEWSWIRES MILAN (Dow Jones)--Italy's ENI SpA (E) reported a 48% rise in third-quarter net profit Wednesday on surging oil prices, outstripping rivals Total SA (TOT) and Repsol YPF SA (REP) in production volumes. The world's sixth-biggest oil company by market capitalization said net profit jumped to EUR2.34 billion in the third quarter from EUR1.59 billion in the same period last year. That was well ahead of a consensus forecast of EUR2.05 billion compiled by Dow Jones Newswires. For company watchers the pick of ENI's performance came in an 11% increase in oil and gas output. ENI said third-quarter production rose to 1.72 million barrels of oil equivalent a day from 1.55 million boe/d in the third quarter of 2004. Repsol had reported a 4.4% drop in third-quarter output to 1.16 million boe/d, and Total's output dropped 2% to 2.43 million boe/d. Acknowledging the current favorable environment for companies operating in the oil sector, Chief Executive Paolo Scaroni said in a statement that the company remains "comfortable with our guidance of achieving the strongest-ever operating and financial results in ENI's history." Despite that, Chief Financial Officer Marco Mangiagalli said later during a conference call that ENI has no current plans to pay a special dividend to shareholders. "We don't consider that to be an appropriate approach," Mangigalli said, "but we'll finalize our dividend policy early next year." Buoyed by the better-than-expected increase in production volumes - the most optimistic observers had forecast a 9% increase - ENI's operating profit rose 44% in the third quarter to EUR4.19 billion from EUR2.92 billion in the same period last year. That was well ahead of the EUR3.61 billion penciled in by analysts. Citing strong performances in Libya and Angola, ENI said operating profit at its exploration and production division jumped 51% to EUR3.68 billion in the third quarter from EUR2.44 billion in the same period a year earlier. Meanwhile ENI said its financial health had enabled it to slash debt. At the end of September, net debt stood at EUR6.38 billion, 39% lower than EUR10.46 billion at the end of 2004. Analysts had alerted investors before the announcement to ENI's strong production profile. In a note published at the end of last month, Intermonte Securities reiterated a buy rating on the shares, saying ENI has "superior production growth compared to its peers." Intermonte has a target price of EUR30.80 on ENI shares. Meanwhile, ING analysts had expected "phenomenal volume growth." ING has a buy rating on ENI shares with a target price of EUR26.50. ENI shares closed 1.5% higher in Milan at EUR22.65 as investors absorbed the positive numbers. "The earnings were much better than we expected," said one analyst in Milan. "The (11%) production increase was also well above our forecast of 5% growth."

 

  By: ma on Giovedì 17 Giugno 2004 21:17

3 motivi per vendere Eni primo * Si e concluso oggi il ciclo di DeMark di vendita partito il 24 maggio e ora attendiamo una giornata di inversione per entrare. secondo * L'onda 5 di Eliott potrebbe essere terminata (le tre impusive hanno circa la stessa ampiezza e la struttura partita da febbraio è da manuale). terzo * Lunedì stacca il dividendo e molti grossi potrebbero alleggerire le posizioni in essere. Siccome Eni è il mercato italiano mi aspetto una sottoperformance del nostro mercato rispetto agli altri.

 

  By: panarea on Mercoledì 11 Giugno 2003 14:34

come si valuta un mercato? Con il p/e e basta? No. Faccio esempio: siamo tutti d'accordo che eni enel e autostrade hanno business aciclici, fondamentalmente di monopolio nello loro rispettive attività basi. Il loro beta rispetto al mercato è + o - lo stesso sul lungo periodo. Quindi in termini di p/e dobrebbero costare tutte uguali. invece no. I p/e sono : eni 11 enel 18 autostrade 30 A prima vista si capisce subito che quest'ultima è cara. Ma facciamo un passo ulteriore. Per qualunqhe ragioniere p/e=1/i cioè il rapporto p/e è inversamente proporzionale al tasso di interesse richiesto dagli investitori per un business di quel genere. Se vogliamo fare i fighi edotti, il tasso i = beta x (premio sul rischio)-tasso risk free (vedi CAPM). Ora il premio sul rischio italiano è prossimo a zero (negli usa lo misurano in circa 40 anni, non meno, e in italia dal 1960 i btp stanno battendo la borsa perchè questa è poco efficiente vedere ultima analisi mediobanca mentre negli usa, + efficienti, il premio è sul 5/6%). Quindi in italia i = r.f. ossia i = tasso btp. oggi i =3% Quindi dovrebbe essere così. Proviamo eni = 1/11 = 9% enel = 1/18 = 5.5% autostrade = 1/30 = 3.2% In pratica autostrade rende quanto dovrebbe, mentre enel e ancor + eni rendono molto di più. Così sembran favole, perchè presuppongono che per 30/40 anni queste società continuerrano a dare gli stessi utili, ma se vedete i dividendi (che sono - degli utili in genere) che eni stacca ogni anno non siamo lontani. Questo rafforza quanto detto da ZB: il mercato non è nè caro nè a poco (chi confronta il p/e con quello medio degli ultimi x anni, non capisce, il p/e è funzione dei tassi, non un numerino a se) occorre selezionare i titoli giusti e seguire, applicarsi e avere fortuna. In teoria eni e autostrade fanno business simili (forse un po' + ciclico la prima, ma la seconda è ora piena di debiti. come contendibilità zero entrambe) ma la prima rende quasi 3 volte tanto la seconda. Certo eni non è il max come appeal x un trader, però .....

Eni valutazione ridicola - panarea  

  By: panarea on Martedì 08 Aprile 2003 12:51

Nei manuali di 5a ragioneria c’è scritto come si fa a valutare un’azienda: si considera il Valore V come una rendita posticipata immediata del reddito normale R per il tasso i ossia V = R / i (i dovrebbe essere un tasso provo di rischio su una durata stabilita, senza distinzioni ulteriori, io per l’Italia ci metterei il tasso dei BOT a 3 mesi al lordo della tassazione). Siccome il popolino compra azioni non aziende intere, dividendo il tutto per il numero delle azioni, si ottiene P = EPS / i ossia il P prezzo di una singola azione è dato dall’utile per azione (Earnings Per Share) fratto il tasso. Se dividi il tutto per Eps ottieni P/ EPS = 1/ i siccome P / EPS è il famoso P/E, siamo arrivati, abbiano trovato la formulina magica che tutti usano per valutare se la borsa è cara o no. E qui vieni il bello: perché P / EPS non è un rapporto assoluto, ma in funzione di 1/ i e questo tanti se lo scordano. Chi se ne frega che nel 1970 il P / EPS era più basso, per forza i stava anche al 15%!!! Quindi, per fare il matematico, P / EPS = f(i), il rapporto magico è funzione, inversamente proporzionale, del tasso non è un termometro assoluto. Le serie storiche dei P/E quindi sono, in questo senso, del tutto inutili. Il giochino quindi diventa più sofisticato e difficile: se i risalisse prima degli EPS (ossia il tasso risalisse prima degli utili societari) la borsa si troverebbe presto cara (è il caso di aziende come Autostrade, società a utili costanti e aciclici, la cui valutazione alta è il frutto dell’attualizzazione a bassi tassi di questi utili), se invece risalissero gli utili prima dei tassi, allora la borsa si troverebbe a buon mercato. Il giochino è difficile perché prevedere l’andamento dei tassi, variabile macro –economica e sistemica, è complesso (è una variabile funzione di elementi economici come gli stessi utili societari ma anche extra come tensioni geopolitiche e corrispondenti fiammate inflattive su petrolio ect.) e ancor più prevedere gli utili societari EPS, variabile micro-economica specifica, anch’ essi funzione di 1000 cose. Un consiglio pratico: vedere gli P/EPS delle azioni, selezionare quegli più bassi e chiedersi come mai è basso. L’unica spiegazione è in genere che il mercato si fida poco nelle capacità dell’azienda di mantenere, nel lungo periodo (la famosa rendita), il livello di reddito attuale (EPS). Un esempio? Eni, P/EPS basso, nonostante una certezza quasi granitica che nei prossimi anni continuerà a fare utili. Vi spaventa che non è contendibile? Chi se ne frega, sul lungo è un’azienda che creerà utile, quindi valore per gli azionisti e che ora non costa tanto. Avete paura che il petrolio cada a 12 usd il barile? Facciamo un calcolo cretino subito: ammettiamo che gli EPS di Eni siano funzione (non lo sono perché l’azienda trasforma il greggio, non lo estrae come il Kuwait) diretta e proporzionale del prezzo del greggio. Se questo si dimezza, gli EPS si dimezzano. Ok quindi basta moltiplicare per 2 il P / EPS attuale di Eni per trovarsi in mano un’azienda con un P/EPS sempre piuttosto basso. Quindi comprate Eni e vendete quasi tutto il resto del listino italiano. Chiedete al vostro promotore finanziario di comprare 100 eni al mese per 5 anni e poi ne riparliamo….