Offerta per fondiaria - fabrizio maiocco

 

  By: fabrizio maiocco on Giovedì 10 Gennaio 2002 15:35

interessante da articolo di Spinelli in Home page: La cocciuta impuntatura di Montedison sulla questione Fondiaria (grafico - notizie) non deve sorprendere nessuno; come, a ragion veduta, non ha sorpreso il mercato che fiuta lo scontro frontale, mettendosi in posizione di attesa, e una miriade di intrecci per la moltitudine di titoli coinvolti. Gli smacchi pesanti subiti dagli Agnelli (leggasi Telecom (grafico - notizie), leggasi Opa Generali/Ina, leggasi Ops S.Paolo/Imi-BancaRoma) dalla regia "del grande vecchio" oggi approfittano dei mutati rapporti di forza (e del mutato scenario politico) in campo focalizzando in Vincenzo Maranghi e nella sua presunta politica troppo accentratrice l'anello debole su cui fare leva per sovvertire un sistema inadeguato. Dall'Opa su Montedison, alle continue schermaglie su HdP (grafico - notizie), continue "punzecchiature" che sembrano precedere "la batosta definitiva" in grado di sotterrare il rivale? Molti segnali sembrano portare in questa direzione, ma forse viene da domandarsi come farà il gruppo Fiat (grafico - notizie) a sostenere la battaglia con una montagna di debiti (direttamente e indirettamente tramite Italenergia) e una redditività non certo eccellente tanto dall'essere costretto a ricorrere pesantemente al mercato? Sicuramente dietro al braccio di ferro fra Montedison e SAI (grafico - notizie) c'è una debolezza di fondo del Lingotto, alle prese con una trasformazione lenta ma costante del suo core-business guidata da Paolo Fresco cui sta dando "un'occulta mano" John Francis Welch, firmatario degli eccellenti risultati del gruppo americano General Electric (grafico - notizie), e di un modello di business profittevole, da dove lo stesso Fresco proveniva prima di approdare a Torino. Il punto di fondo è uno solo, garantire un valido sostegno alle difficoltà che Fiat continua ad incontrare col settore auto affiancandogli il settore energetico e quello assicurativo molto più redditizi e capaci di quegli utili in grado di sostenere la partita del rilancio del Lingotto. La partita è giocata da grandi strateghi, ma i veri obiettivi non tarderanno a manifestarsi ed è possibile che l'impellente necessità di liquidità del Lingotto chiami mosse impreviste per il mercato. E' evidente che Torino non ha digerito bene le dimissioni del "suo" ministro degli Esteri Ruggiero, per quale pare sia pronta la poltrona dello stesso Maranghi a Piazzetta Cuccia, e questa forse è la notizia più roboante di un quadro che assume sempre più toni di "Francia dipendenza" per Torino chiamata a ridurre drasticamente il suo debito per concentarsi sull' energia. Che c'entra Fondiaria allora? Fondiaria è un ottimo veicolo da trasporto partecipazioni che la recente legge Tremonti sulla defiscalizzazione delle partecipazioni assoggetta ad una sorta di holding, dove spiccano importanti quote in Mediobanca (grafico - notizie) e Generali (grafico - notizie) che fanno molto comodo a Torino qualora in Piazzetta Cuccia si arrivi (prima o poi alla conta), Fondiaria però è del tutto compatibile con Toro e un ipotetico compratore mtterebbe più di un piede nel dorato business delle assicurazioni italiane e garantirebbe una buona posizione sia nel ramo vita che in quello danni. La domanda però è un'altra! E' vero interesse protrarre uno scontro frontale con enorme dispendio di liquidità, aumentata dall'ovvio ingresso della speculazione sui titoli, che tra l'altro per i duellanti non è proprio che abbondi? La cosa certa è che Sai è intransigente sulla sua indipendenza e che Fondiaria non vuole fare da vittima sacrificale; sembra più ovvia una salominica pacificatrice spartizione; Fondiaria(svuotata dalle partecipazioni) alla Fiat che potrà venderla, se vorrà, congiuntamente alla Toro e Milano Assicurazioni (grafico - notizie) alla Sai che diventerebbe leader nel ramo danni. Qualcuno ha tremato quando le dichiarazioni di U.Quadrino sul concreto interesse di Italgas (grafico - notizie) da parte di Montedison hanno portato ad un levata di scudi delle banche, che hanno richiesto urgenti precisazioni sulla portata dell'affare mettendo davanti a tutto il debito. Oggi Montedison ha venduto Ausimont ai belgi della Solvay, ha un disegno preciso su Fondiaria e mira dritto al portafoglio di partecipazioni di Mediobanca ( o ad una fetta di esso) che risolverebbe d'un colpo ogni problema. A margine di tutto è fermo sentore che il piccolo risparmiatore ci siano, ancora una volta, le briciole vedendo manovre finanziarie appetitose passare ben oltre il ristretto cielo di Piazza Affari. Che bello sarebbe, per una volta, essere smentiti!

 

  By: GZ on Giovedì 10 Gennaio 2002 13:28

turani dai tempi di sindona & C e di "razza padrona" è uno che lavora per uno degli schieramenti ma se si tiene presente l'angolo da cui scrive è più utile di altri

Fondiaria è già sotto controllo - quarterback  

  By: quarterback on Giovedì 10 Gennaio 2002 13:16

Giovanni mi perdonerà ma non riesco ad entusiarmarmi granchè su quello che scrive Turani .Primo perchè si leggeva anche di più qualche mese fa sul molto più indiscreto dagospia.Secondo perchè scrive sul giornale del Conte Caracciolo che è fratello di Donna Marella Caracciolo in Agnelli. E il solo pensiero che Peppiniello scriva qualcosa di privo del visto della casa sabauda mi fa venire la ridarella.Infine con poca spesa si potrebbe fare un inchiestina appena un pò più tecnica.Perchè a Tronchetti gli fanno fare il viaggio di nozze al tar per evitare il consolidamento di olimpia in olivetti mentre Fiat non deve consolidare italenergia ? Fiat controlla talmente poco montedison che la sera di capodanno tra uno spumantino e un panettone gli" avvocati dell' avvocato" hanno deciso di vendersi la fondiaria ( in teoria già venduta a 9,5 ) a un prezzo di 6,5 e a chi?Alla Toro che fiat controlla direttamente. Come personale ,seppure modesto ,contributo alla riforma del diritto societario e della corporate governance propongo la reintroduzione dello ius primae noctis. Sempre a turani propongo un' altra inchiestina pepata. Si fa una contestatissima legge per sbattere fuori finalmente le fondazioni dalle banche obbligandole a scendere sotto il 51% . Perfetto .Il montepaschi si prende la bnl così la fondazione senese scende al 38% ,e i suoi mandarini controlleranno due banche al prezzo di una ,che sommate fanno il 4 gruppo in italia. Perchè bisogna fare le aggregazioni così "gli stranieri "( o "fratelli europei" a seconda del buffet a cui stiamo parlando) non ce le portano via.

Offerta per fondiaria - fabrizio maiocco  

  By: fabrizio maiocco on Giovedì 10 Gennaio 2002 11:43

Perchè Ligresti dovrebbe perdere i 500 mld di caparra versati?? A mio avviso, la mossa fatta da Fiat non è stata contro il mercato, come qualche giornalista aveva fatto rilevare nei gg scorsi, ma ha messo messo semplicemente la Sai nell'angolo, nel senso che ssse è effettivamente interessata a Fondiaria è GIUSTO che lanci un'offerta totalitaria e non solo sulla quota detenuta da Mediobanca. Ovvero si potrebbe anche ipotizzare un'offerta complessiva che comprenda ad esempio anche la Toro. D'altra parte mi sembra quanto mai fuori da ogni logica che venga mantenuto lo stesso prezzo (9,5 euro) per il 100 % del cap di fondiaria, potrebbe essere molto più ragionevole ridurre il prezzo e trovare una soluzione che renda il boccone più ricco. Naturalmente con la soddisfazione di tutti.

Turani su Mediobanca-hdp-fondiaria - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 10 Gennaio 2002 11:05

chissa perchè gli analisti non scrivono chiaro come i giornalisti economici migliori (vedi turani) ad ogni modo nonostante il tono sensazionalistico questa sembra la storia più interessante in italia al momento ------------------------------------- La Montedison, che è ancora proprietaria della Fondiaria (ma che ormai è controllata dagli Agnelli), lancia una sorta di ultimatum a Ligresti: lei non può comprare Fondiaria, ma se entro un mese ci porta un altro compratore, va bene. In caso contrario, la Fondiaria se la compra la Toro (che è la compagnia assicuratrice degli Agnelli). Dopo di che si farà la fusione Toro-Fondiaria e sarà nato il secondo gruppo assicurativo italiano. Tuoni e fulmini, ovviamente. Minacce di ricorso alla magistratura, e via di questo passo. Nei prossimi giorni è probabile che la battaglia diventi davvero incandescente. E questo perché non si tratta solo della Fondiaria. In realtà, gli Agnelli puntano a mettere Ligresti in scacco e quindi a aprire una trattativa con lui. L'obiettivo è abbastanza chiaro: rompere l'asse preferenziale che lega Ligresti all'attuale management di Mediobanca, cioè Vincenzo Maranghi. Ligresti, infatti, insieme a Pesenti, è uno degli ultimi soci fedeli a Maranghi. Se anche Ligresti dovesse andarsene, l'attuale amministratore delegato di Mediobanca rimarrebbe davvero solo, e quindi sarebbe costretto a venire a patti con Torino. E a Torino, peraltro, hanno già scritto questi patti. I punti più importanti sono due: fuori i Romiti (padre e figlio) da Hdp e dalla Rcs-Corriere della Sera, e ridefinizione di chi comanda in Mediobanca. Non a caso, ieri, qualche giornale parlava di riunioni fra i due Romiti (che con Fondiaria nulla hanno a che fare) e Maranghi. La battaglia è in parte comune. Tutti e tre si rendono conto che se Ligresti, azionista sia di Mediobanca che di Hdp, abbandona il campo o, peggio, passa al campo avverso, in piazzetta Cuccia suonano le campane a morto. Insomma, se nel mirino oggi c'è Ligresti, al quale gli Agnelli si apprestano a soffiare la Fondiaria, in realtà con lui hanno materia per trattare (la Montedison, cioè gli Agnelli, ha ad esempio il diritto di tenersi la caparra di 500 miliardi anche se Ligresti dovesse perdere la Fondiaria). E la stessa situazione c'è con Maranghi. Per Torino non è urgentissimo mandare a casa l'amministratore delegato di Mediobanca. Anzi, con lui ci sono molti argomenti su cui discutere. Il primo dei quali riguarda appunto la permanenza dei Romiti in Hdp e l'assetto azionario della medesima. Poiché lo stesso Maranghi da tempo sta facendo pressioni sui Romiti perché cedano la loro partecipazione (9 per cento) in Hdp, l'assedio che Torino si appresta a organizzare intorno a piazzetta Cuccia potrebbe indurlo a accelerare i tempi della liquidazione della famiglia Romiti. Gesto che a Torino sarebbe certo molto apprezzato. Insomma, se è vero che in queste ore i due Romiti e Maranghi si sono incontrati per decidere che cosa fare di fronte a questo nuovo assalto, è anche probabile che scoprano presto di avere interessi diversi. E se questo, l'Hdp, è il primo punto, il secondo riguarda certamente l'assetto proprietario di Mediobanca e della sua partecipazione più importante, cioè le Generali, l'unica vera grande compagnia internazionale che ci sia in Italia. Insomma, l'offensiva lanciata dagli Agnelli su Fondiaria è una sorta di missile a più stadi. Il primo stadio riguarda esattamente Fondiaria. Ma altre sezioni "intelligenti" del missile stanno già volando verso Hdp (bersagli segnati: Romiti padre e figlio), e verso Mediobanca e, forse, anche Generali. Se il blitz del luglio scorso sulla Montedison sembrava cosa grossa, è quasi niente al confronto con l'offensiva attuale. Questa volta si va direttamente al cuore di quello che una volta era il centro del potere economico italiano, e cioè al cuore di Mediobanca. E le risposte che gli assediati possono mettere in campo non sono molte. Al massimo possono trovare un cavaliere bianco (straniero), che si compri la Fondiaria al posto di Ligresti. Ma, ammesso che trovino un tale personaggio, la resa dei conti sarebbe solo rinviata di qualche mese