By: Moderatore on Sabato 02 Ottobre 2004 18:57
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(www.corriere.it/economia) INVESTIMENTI Nelle classifiche brillano i prodotti dedicati alle piccole e medie capitalizzazioni che hanno battuto le blue chip
Ai fondi piacciono le piccole taglie
I margini di crescita di small e mid cap si sono ridotti. Sì a Sogefi, Danieli, Pininfarina, Esprinet, Socotherm
In Borsa il «piccolo» rende di più. A Piazza Affari, ma anche in giro per il mondo. Guardando le classifiche dei fondi azionari geografici con le performance più brillanti da un anno a questa parte, è facile vedere, infatti, che i migliori risultati sono proprio quelli dei prodotti specializzati sulle mid e small cap (medie e piccole capitalizzazioni). Si va dal »18% di Nextra azioni Pmi Italia (solo 7% la media dei concorrenti) al 5,2% di Fineco Usa small cap value (-2,41% la media). Nelle tabelle qui a fianco compaiono i nomi dei campioni annuali per cinque categorie. E, nei primi cinque posti, non manca mai un fondo small cap. In alcuni casi, in Piazza Affari ad esempio, quattro posizioni sui cinque sono occupati da casse comuni piene di «piccole» società.
Quella delle azioni Davide che battono i Golia dei listini è una tendenza che dura da anni. Per verificarla basta dare un’occhiata agli indici. Da fine 2000 ad oggi il Midex, l’indice delle medie azioni italiane, è salito di 15 punti in più rispetto al Mib 30. E il MibStar (il club delle medie-piccole ad alto potenziale di crescita) è andato ancora meglio, con un »32%, sempre rispetto al Mib 30. E il fenomeno è su scala mondiale. Negli Usa lo S&P Small Cap, negli ultimi quattro anni, ha battuto lo S&P500 di oltre 40 punti percentuali.
E adesso? Si è esaurita la spinta o ci sono ancora spazi di crescita per le piccole di qualità?
Corriere Economia ha girato la domanda ai gestori sulla cresta dell’onda, quelli che hanno scalato le classifiche con i fondi specializzati in taglie «small». Ecco le loro idee. Quasi tutti dicono che, a questo punto, solo un’oculata selezione di settori, temi di investimento e titoli può consentire di guadagnare ancora rimanendo in sella alle piccole.
LE VALUTAZIONI - Per Federico Trabucco, gestore di Montepaschi am, che guida Ducato Geo Europa Small Caps (10,9%) e Geo Globale Small Caps (»6,7%) ora in Europa le piccole capitalizzazioni hanno le stesse potenzialità di crescita degli altri titoli. Mentre negli Stati Uniti è meglio puntare sulle «large», destinate a far meglio «per motivi di valutazione e di composizione settoriale».
Una tesi condivisa in parte da Livio Perrone, responsabile del team small cap di Nextra Im: «Le small cap saranno frenate, soprattutto negli Stati Uniti da diversi fattori. Primo fra tutti il rallentamento della crescita economica e degli utili».
Paolo D'Alfonso , responsabile investimenti di Bim Sgr , e gestore di Bim Small Cap Italia (»17,16%), mette invece l’accento su altre sfumature: «La nostra visione sulle small cap è complessivamente positiva, ma solo perché riteniamo in generale che le Borse siano sottovalutate, soprattutto rispetto ai bond e agli immobili». E Fausto Covolan responsabile mercati azionari di Fineco am: «Guardando ai fondamentali le small cap europee e italiane restano ancora sottovalutate di un 10%. Che diventa un 15% se si considera la generazione di cassa, molto importante per valutare questo tipo di azioni».
TEMI & SETTORI - Dove guardare, allora, per scovare le piccole regine del futuro? Trabucco suggerisce di seguire dei temi più che i tradizionali settori. Come l'esposizione verso l'Europa dell'Est o i rapporti prezzo/utile in linea col mercato ma abbinati a forti tassi di crescita. «Non esistono forti temi settoriali», conclude. Tuttavia facendo la somma delle posizioni «siamo più impegnati su telecom e retail, meno sui finanziari e beni di capitale».
Mentre Covolan spiega che tra i temi di investimento più interessanti nel Vecchio continente «ci sono le aziende private specializzate sulla gestione ospedaliera che stanno aumentando molto in efficienza e quote di mercato». E nei servizi petroliferi c'è una miriade di piccole imprese con valutazioni basse che potrebbero essere ottime prede per le multinazionali petrolifere.
«Sono da preferire i comparti meno sensibili al rallentamento economico e quindi alla revisione al ribasso degli utili, come la distribuzione alimentare, le attrezzature ed i servizi sanitari, i servizi di pubblica utilità» dice Perrone. Oltre alla qualità di chi genera cassa e dividendi, con pochi debiti e buoni utili.
I TITOLI - Visto che la scelta delle singole aziende è molto importante per i gestori small cap ecco gli esempi indicati dagli intervistati. Trabucco segnala cinque campioni europei: Enterprise Inns (Gran Bretagna) che possiede e affitta pub; Coloplast (Danimarca) opera nel settore della salute; Germanos (Grecia) catena di distribuzione di telefonia cellulare; Zodiac (Francia) aereonautica; Dis (Germania) lavoro temporaneo.
Per Perrone, invece, i titoli che meritano una citazione sono, negli Stati Uniti, Energizer, Panera Bread, Yellow Roadway . Poi vengono la britannica iSoft , la belga Colruyt e la danese Novozymes. A Carlo De Vanna , gestore per l’Italia di Nextra, il compito di indicare una selezione tutta italiana. «Il titolo ideale - dice - dovrebbe avere un basso tasso di crescita, una stabilità di risultati e generare grandi flussi di cassa da destinare, in parte, al pagamento di dividendi».
Chi risponde a questo identikit? Danieli «perché la forte domanda mondiale di acciaio si ripercuoterà sulle commesse di impianti e perché potrebbe beneficiare della ristrutturazione della principale società controllata». E poi Navigazione Montanari «che opera nel settore dei noli marittimi che sta vivendo un periodo molto buono». E ancora Pirelli Real Estate , apripista nel settore dei fondi immobiliari ad apporto e infine Sogefi ,che mostra «grande attenzione ai costi e alla politica di dividendo».
A parere di D’Alfonso, invece, le storie di casa nostra che meritano attenzione sono Pininfarina («ottima crescita di fatturato e margini nei prossimi due anni non ancora colta del tutto dagli analisti»); Esprinet (chiara strategia di crescita gestita con grande attenzione ai risultati, basse valutazioni) e Socotherm (grandi opportunità di sviluppo e visibilità ottima per tutto il 2005). Mentre tra i finanziari sono da seguire Unipol privilegio , Credem e Banco di Desio .
Covolan, infine, ricorda che, alla base della scelta dei titoli, ci sono molti criteri. Che vanno dal fatto di essere leader nel settore industriale di appartenenza al management capace che va seguito e conosciuto il più possibile. I titoli preferiti? Carraro (forte generazione di cassa e ottimo management), Immsi (la sfida per Piaggio e Aprilia è intrigante), Nxt plc (tecnologia applicata agli altoparlanti piatti) e Beneteau (leader delle barche a vela).