Novuspharma

 

  By: GZ on Domenica 19 Giugno 2005 02:03

dopo la mega acquisizione di giovedi' di Vicuron Pharma da parte di Pfizer (1.9 miliardi e + 80% circa sul prezzo di borsa) persino il fondo settimanale di Abelson (notoriamente negativo su quasi tutto quasi sempre) spezza ora una per comprare i titoli biotech il motivo e' che molti verranno comprati come Vicuron da parte delle mega societa' farmaceutiche che hanno il mercato e il marketin, la cassa e pero' sono pericolosamente a corto di prodotti con patenti che spirano e la ricerca che si e' spostata sui biotech ---------------------------------da online.barrons.com ----------------- ............................. relief last Thursday that we read about Pfizer's proposed acquisition of Vicuron Pharmaceuticals for a cool $1.9 billion in cash. The announcement, unlike so many lately, wasn't accompanied by ugly sounds from dissident shareholders or threats of a class-action suit. But then, Pfizer's offer for this promising developer of anti-infection medications of $29.10 a share was 84% higher than Vicuron's closing price on Wednesday. We promptly buzzed our old pal Larry Feinberg, who runs Oracle Partners, a health-care hedge fund, to get his informed take on the deal. And although he's typically the epitome of cool, he sounded pretty excited. Not that he owns Vicuron, but rather he thinks the acquisition is the start of a massive consolidation in biotech, when a heap of midsized and smaller outfits will either merge or, more likely, be gobbled up by the big drug companies. Larry was ambushed earlier this year, as we related in March, when Tysabri, a new and extraordinarily effective treatment for multiple sclerosis, got yanked because of serious concerns about its safety. The stocks of Biogen Idec and Elan, which had developed the drug and in both of which he held big positions, were really clobbered. Nothing if not resilient, he has reduced his loss for the year to around 10%, from 21% at the end of that disastrous first quarter. Even post-Tysabri, Oracle has returned an average of 23% a year, after fees, to its investors, in the 16 years since the fund was launched. Biotechs, Larry notes, with few exceptions have been out of favor and sport quite attractive valuations. All the more reason why they are likely to attract acquisitors, especially since the big pharma companies are hungry for new drugs and flush with the $50 billion-plus in foreign profits they've been able to repatriate courtesy of the tax haven created by the so-called American Jobs Creation Act. The best and the least risky way to ride the gathering wave of consolidation he envisions, Larry insists, is not trying to pick possible takeover targets among the couple of hundred publicly owned biotechs, but to buy shares in the iShares Nasdaq Biotechnology Index Fund (symbol:IBB), traded on the Amex. Its holdings include some 163 biotech companies, so it's obviously set up to get a nice lift if Larry's right. The shares are off around 10% this year and their current price of $68 compares with $108 at its peak in 2001 (but, we guess, on Nasdaq, that's scarcely unusual).

 

  By: LaSignoraMaria on Lunedì 16 Giugno 2003 15:47

----------------Commenti ed Analisi Recenti su NOVUSPHARMA------------ ---------------------------da BORSA E FINANZA 14/06------------------- Grazie biotech»: è questo ciò che potrebbe affermare chi ha investito in questo settore nelle ultime settimane. Sui listini statunitensi, infatti, i titoli biotecnologici, nel periodo dal 12 maggio al 12 giugno, sono quelli che hanno registrato le migliori performance con un guadagno di oltre il 22 per cento. Un trend che non ha lasciato indifferente neanche i pochi titoli italiani quotati sul Nuovo Mercato legati a questo comparto. Vicuron e Novuspharma conquistano lo scettro dei maggiori rialzi del Numtel: dal 12 maggio al 12 giugno, i due titoli hanno registrato un guadagno rispettivamente del 18,99% e del 16,27 per cento. Resta indietro, invece, BbBiotech, cresciuta “solo”del 3 per cento. Positivi sui titoli biotech di Piazza Affari sono gli analisti di Banca Imi, che consigliano di incrementare (add) l’investimento sia su Novuspharma che su BbBiotech. Per Novuspharma l’obiettivo di prezzo indicato è di 25,8 euro per azione. Secondo un operatore, a rendere interessante il titolo sarebbe la possibilità che entro l’anno la società dia in licenza il suo prodotto di punta, il Pixantrone. E ciò «potrebbe influenzare positivamente la situazione patrimoniale». A credere nelle potenzialità del settore biotecnologico è però anche Ernst & Young. Secondo un recente report pubblicato dalla società internazionale di consulenza, il comparto potrebbe raggiungere la redditività entro il 2010 se nei prossimi anni verranno affrontati in maniera efficace gli ostacoli normativi. Nonostante il periodo difficile dei listini azionari, quindi, l’industria della biotecnologia rimane solida. Nel 2002 il fatturato complessivo del settore è aumentato del 15% superando i 41 miliardi di dollari, mentre oltre il 50% del fatturato le aziende biotech lo hanno reinvestito nelle attività di ricerca e sviluppo. Secondo Ernst & Young, inoltre, un numero sempre maggiore di società che operano nel settore delle biotecnologie si sta avvicinando alla soglia della redditività: «L’industria della biotecnologia - rileva Jurg Zurcher, responsabile del comparto biotech di Ernst & Young in Svizzera - sta dimostrando di essere in grado di affermarsi come impresa economica. Le aziende hanno compreso che periodi di 10-15 anni per raggiungere la redditività - continua Zurcher - non sono più accettabili per molti investitori. L’evoluzione del comparto somiglia a quella vissuta dall’information technology: le aziende stanno imparando che è più redditizio e vantaggioso integrarsi in modo che ciascuno contribuisca con un elemento essenziale nello sviluppo di prodotti e ne condivida i profitti». Considerazione che ritrae esattamente la storia di Vicuron, nata dalla fusione tra Biosearch Italia e Versicor, avvenuta nel febbraio del 2003. -------------------------------da WEBSIM------------------------------ Dalla ricerca al mercato. La strategia di Novuspharma prevede la gestione dei propri prodotti sino alla fase più avanzata del ciclo di sviluppo, ovvero la procedura di esame da parte delle autorità sanitarie, prima della licenza per la produzione dei farmaci. Tale scelta ha lo scopo di consentire alla società di massimizzare i ricavi da milestone e royalty rispetto a quanto accadrebbe se i diritti fossero ceduti in una fase di sviluppo clinico precoce. Novuspharma punta inoltre ad ampliare il portafoglio prodotti ottenendo farmaci in licenza da grandi società farmaceutiche e biotech. Focus sull'oncologia. Novuspharma considera strategico il settore dei citotossici e delle terapie innovative. Il mercato dei farmaci oncologici rappresenta oggi oltre il 5% del mercato farmaceutico mondiale. Il tumore rappresenta la seconda causa di morte nei paesi industrializzati. Le più recenti stime prevedono che entro il 2010 saranno 75 mln i cittadini affetti da una forma tumorale ANALISI FONDAMENTALE Dalla ricerca al mercato. La strategia di Novuspharma prevede la gestione dei propri prodotti sino alla fase più avanzata del ciclo di sviluppo, ovvero la procedura di esame da parte delle autorità sanitarie, prima della licenza per la produzione dei farmaci. Tale scelta ha lo scopo di consentire alla società di massimizzare i ricavi da milestone e royalty rispetto a quanto accadrebbe se i diritti fossero ceduti in una fase di sviluppo clinico precoce. Novuspharma punta inoltre ad ampliare il portafoglio prodotti ottenendo farmaci in licenza da grandi società farmaceutiche e biotech. Focus sull'oncologia. Novuspharma considera strategico il settore dei citotossici e delle terapie innovative. Il mercato dei farmaci oncologici rappresenta oggi oltre il 5% del mercato farmaceutico mondiale. Il tumore rappresenta la seconda causa di morte nei paesi industrializzati. Le più recenti stime prevedono che entro il 2010 saranno 75 mln i cittadini affetti da una forma tumorale. A partire dal 2005 Novuspharma dovrebbe invece chiudere l'esercizio in nero sia sul fronte dei margini (Ebitda margin atteso intorno al 60% del fatturato) che del risultato d'esercizio. Di seguito riportiamo i dati principali della società per il periodo 2000-2005

 

  By: Moderatore on Giovedì 27 Marzo 2003 13:17

--------Commenti ed Analisi Recenti su NOVUSPHARMA---------- --------------------da REPUBBLICA 24/03--------------------- Sia pure in mezzo a depressioni borsistiche e a lampi di guerra, la banca Tamburi & Associati ha continuato il suo lavoro mensile di analisi del Numtel, cioè del nostro piccolo Nasdaq. L’ultimo studio è piuttosto interessante perché sono usciti quasi tutti i dati delle società quotate al nostro mercatino tecnologico (44 in totale) e quindi comincia a essere possibile tirare le somme. Capire cioè come è andato il 2002 per le società che una volta si chiamavano «in rapida crescita» e che oggi invece ristagnano un pochino. Tamburi & Associati rilevano, intanto, che a livello aggregato (sommando cioè tutti i dati di tutte le società) l’insieme del Numtel segna nel 2002 un certo progresso rispetto al 2001. Per quanto riguarda il fatturato, ad esempio, la crescita è stata di circa il 6 per cento. Si è passati dai poco più di 5,9 miliardi del 2001 ai 6,25 miliardi di euro del 2002. Non è moltissimo, ma ci dice che le aziende del Numtel sono vive e operano fra di noi. In realtà, si va a vedere nel dettaglio la tabella elaborata dalla Tamburi & Associati, si vede che le cose sono molto peggio di quello che il dato appena riportato poteva far pensare. Le società che hanno dovuto registrare un fatturato in diminuzione rispetto al 2001 sono ben 20, quasi la metà. E ci sono anche crolli del 152030 per cento e un caso (Chl, commercio elettronico) in cui il fatturato è sceso del 47 per cento. Ma c’è anche chi è andato indietro del 75 per cento (Inferentia). Insomma, come notano gli autori del rapporto anche le aziende del Numtel hanno dovuto fare i conti con la cattiva congiuntura del 2002 e quindi hanno dovuto registrare arretramenti nel giro d’affari. In compenso, ci sono anche quelli che invece hanno fatto dei grandi balzi in avanti. Si tratta di exstartup che finalmente stanno entrando a regime o di aziende che lavorano in particolari settori. Non è un caso che il progresso maggiore, in termini di fatturato, sia quello di Novuspharma (+ 262 per cento). -----------------da WEBSIM 28/02---------------------------- Novuspharma ha chiuso il 2002 con una perdita in linea con le previsioni e una posizione finanziaria netta positiva per 109,8 milioni di euro. In una nota, la società biotecnologica ricorda inoltre che nel corso del 2003 verrà avviata la fase I di sperimentazione del proprio composto Pixantrone in pazienti affetti da sclerosi multipla. Il Pixantrone è attualmente in fase III per il trattamento del linfoma non-Hodgkin indolente in combinazione con Rituxan e ha risultati ''incoraggianti'' negli studi di fase I/II in combinazione con altri agenti citotossici. Nel 2002 la perdita netta è salita a 32,1 milioni da 15,8 milioni, in linea con le previsioni della società. La posizione finanziaria netta è scesa a +109,8 milioni da 141,8 milioni del 2001. ------------------------------------------------------------ Ampi spazi di crescita 1) La strategia di Novuspharma prevede la gestione dei prodotti sino alla fase più avanzata del ciclo di sviluppo, allo scopo di consentire alla società di massimizzare i ricavi derivanti dalla concessione delle licenze. 2) Novuspharma considera strategico il settore dei citotossici e delle terapie innovative per la cura dei tumori. I citotossici e le terapie innovative hanno offerto negli ultimi anni i più elevati tassi di crescita tra i medicinali oncologici. 3) Nel settembre 2002 Novuspharma ha raggiunto un accordo con la tedesca Micromet per lo sviluppo di un nuovo composto: l'MT 201. Tale composto presenta le caratteristiche per diventare un vero e proprio blockbuster (prodotto di successo), con un fatturato potenziale al picco delle vendite di 1 mld Eu. 4) Il fatturato 2002 di Novuspharma è atteso a 4,2 mln Eu, l'Ebitda negativo per 35 mln Eu, il risultato d'esercizio in rosso per 34,1 mln Eu. A partire dal 2005 è atteso invece il raggiungimento di risultati positivi sia sul fronte dei margini che del risultato d'esercizio. 5) Riprendiamo la copertura su Novuspharma con una raccomandazione molto interessante e un prezzo obiettivo di 33 Eu (upside 65%). ANALISI FONDAMENTALE Dalla ricerca al mercato. La strategia di Novuspharma prevede la gestione dei propri prodotti sino alla fase più avanzata del ciclo di sviluppo, ovvero la procedura di esame da parte delle autorità sanitarie, prima della licenza per la produzione dei farmaci. Tale scelta ha lo scopo di consentire alla società di massimizzare i ricavi da milestone e royalty rispetto a quanto accadrebbe se i diritti fossero ceduti in una fase di sviluppo clinico precoce. Novuspharma punta inoltre ad ampliare il portafoglio prodotti ottenendo farmaci in licenza da grandi società farmaceutiche e biotech. Focus sull'oncologia. Novuspharma considera strategico il settore dei citotossici e delle terapie innovative. Il mercato dei farmaci oncologici rappresenta oggi oltre il 5% del mercato farmaceutico mondiale. Il tumore rappresenta la seconda causa di morte nei paesi industrializzati. Le più recenti stime prevedono che entro il 2010 saranno 75 mln i cittadini affetti da una forma tumorale. A partire dal 2005 Novuspharma dovrebbe invece chiudere l'esercizio in nero sia sul fronte dei margini (Ebitda margin atteso intorno al 60% del fatturato) che del risultato d'esercizio. Corporate action? Il consensus stima che il 2003 sarà un anno di intense operazioni di fusioni e acquisizioni nel mercato delle biotecnologie. Negli ultimi mesi del 2002 si sono infatti moltiplicati i segnali in questo senso. Si può cominciare con la fusione tra Versicor e l'Italiana Bioserach (260 mln Eu di controvalore) e proseguire con l'accordo strategico da oltre 500 mln Eu stipulato recentemente tra Roche, leader mondiale nel campo oncologico, e l'inglese Antisoma. Roche ha pagato una front up fees per rilevare i diritti dei 2 farmaci in sviluppo (uno in fase I e uno in fase III) pari alla capitalizzazione di Antisoma: 43 mln Eu, e si è impegnata a versare altri 500 mln Eu per i prossimi 5 anni a titolo di milestone (premio) al raggiungimento di determninati risultati di ricerca sul altri farmaci. Secondo il consensus saranno le società biotech statunitensi e inglesi ad agire da predatori sulle aziende europee, in virtù della maggiore maturità sia sul piano industriale che finanziario. I paesi più interessanti sono la Germania e l'Italia. Riteniamo quindi che Novuspharma potrebbe essere un potenziale target per operazioni di fusione/acquisizione in virtù della propria solidità finanziaria e della qualità del portafoglio prodotti. Nelle nostro target non abbiamo comunque incluso un premio per l'ipotesi Opa. Conclusioni. Novuspharma si presenta con un interessante mix tra elevate opportunità di crescita e potenziale difensivo di breve termine (capitalizzazione di poco superiore alla cassa). L'elevata disponibilità di risorse finanziarie offre un floor contro sensibili fluttuazioni dei prezzi. La qualità del portafoglio prodotti in fase di sviluppo (il potenziale blockbuster, MT 201) e l'atteso incasso, a breve, dei primi frutti del BBR 2778 aumentano invece la qualità e la visibilità sui margini, da noi attesi in forte crescita nei prossimi anni. ------------------------------------------------------------

Novuspharma - gz  

  By: GZ on Martedì 14 Gennaio 2003 13:35

In teoria Novuspharma, titolo che da 81 di collocamento è sceso "solo" a 19 e rotti e che capitalizza 129 milioni avendo 115 milioni di euro di cassa al 30 settembre 2002 è valutata solo 14 milioni di euro (129 -115 = 14) Dato che ha fatturato nel 2002 circa 3 milioni non è forse esagerata come valutazione, ma è uno di quei titoli che con qualche annuncio di brevetto o accordo può fare qualche balzo improvviso se il settore biotech torna in auge (come penserei). Il problema è che occorre anche valutare bene cosa c'è dietro la società e come è gestita. Questo commento di SocQuote lo spiega e il quadro delle transazioni dei soci e manager non è molto confortante. Va conservato come promemoria quando il titolo facesse notizia nei prossimi mesi. ---------------- Socquote ------------------------- .... dunque, grazie alla " generosità " ( !?! ) dei sottoscrittori che gli amministratori hanno potuto scrivere che " con una posizione finanziaria netta attiva a fine settembre di 115 milioni di Euro ( 141,8 milioni a fine dicembre 2001 ) Novuspharma dispone delle necessarie risorse finanziarie per conseguire i propri obiettivi ". Una parte della liquidità è stata adoperata per acquisti da cosiddette " parti correlate ", da società, cioè, in cui sono presenti e/o hanno interessi azionisti di controllo e/o amministratori della Novuspharma. Novuspharma ha, infatti, stipulato accordi con due società: la Prolifix e la Micromet. I costi relativi incidono sull'esercizio per complessivi 5,4 milioni di Euro ( con ulteriori impegni a sostenerne fino a 20 milioni di Euro nei prossimi 4 anni ). Entrambe le aziende sono riconducibili agli stessi Venture Capital azionisti di Novuspharma e, nella seconda, il Dr. Platzer è anche Presidente del Cda della controparte. Nella nota degli amministratori si legge che le due operazioni, oltre alla valutazione di una società di consulenza esterna ( di cui ovviamente non si conoscono nè il nome nè tantomeno le credenziali ), sono state " attentamente valutate sotto il profilo economico e scientifico " dai consiglieri " indipendenti ". Sull'argomento è doveroso puntualizzare che il Consiglio della Società è composto da 7 membri: uno esecutivo ( l'Amministratore Delegato Spinelli ) e sei non esecutivi, di questi due ( due soltanto ! ) sono indicati come indipendenti: Max Brauchli e Michele Garufi. I due sono indipendenti " pro-forma ", in quanto in realtà sono azionisti storici, oltre che attuali della società. " A buon peso ": Garufi è CEO della Nicox SA Francia e Brauchli Amministratore della New Medical Tecnologie AG Svizzera. Gli " accordi con le parti correlate " devono essere stati oggetto di delibere del Consiglio di amministrazione, di un Consiglio in cui tutti avrebbero dovuto astenersi, ma evidentemente non lo hanno fatto. Il Collegio Sindacale ( Presidente Antonio Ortolani, sindaci effettivi Luca Blini e Andrea Zonca ) non pare abbiano espresso il proprio parere; pare di dover concludere che per loro tutto è regolare. " Plus " ( supplemento del " Il Sole 24 Ore " ) del 20 luglio ha titolato un pezzo di Riccardo Sabbatini su " Governance " : " La chimera dei consiglieri indipendenti". Come dargli torto ? Per finire: " Italia Oggi " del 27/11 : " Spinelli ha dichiarato nel 2003 Novuspharma a profitto " " Italia Oggi " del 14/12 : " Spinelli ha precisato che l'obiettivo Break-even è confermato per il 2004 ". Ha " toppato " " Italia Oggi " o Spinelli dovrebbe essere più coerente con le dichiarazioni che rilascia ? Forse pensa che con in tasca oltre 100 milioni di Euro, trenta milioni di perdite in più o in meno non intaccano la sua posizione Edited by - gz on 1/14/2003 12:40:22