By: Moderatore on Domenica 01 Giugno 2003 15:52
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ASM Brescia
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....Un recente report di Mediobanca evidenzia i punti di forza delle municipalizzate e i driver di crescita su cui dovrebbero puntare per una strategia vincente: un buon mix in termini di generazione, efficienza di impianti, business integrato di produzione e distribuzione, convergenza fra elettricità e gas, una sufficiente massa critica in fase di acquisto delle materie prime necessarie, possibili fusioni e acquisizioni per crescere in termini dimensionali.
Il più importante atout di queste società rimane la generazione di elettricità: i prezzi in vigore continueranno a offrire, almeno fino al 2006-2007 - quando cioè la piena funzionalità delle nuove Genco dovrebbe aumentare competitività e concorrenza - elevati margini di profitto. La scarsa capacità di interconnessione dell’Italia limita le importazioni di energia, mentre i prezzi di produzione, a causa di centrali poco efficienti e, in molti casi, ancora obsolescenti, rimangono elevati: a fronte infatti di un costo di circa 58 euro per megawatt, i prezzi all’importazione si aggirano intorno ai 41 euro. Di conseguenza, sfruttare questo lag di efficienza può rappresentare un extra rendimento per le società in grado di cogliere l’occasione e sfruttare adeguatamente la situazione. Secondo l’ufficio studi di Mediobanca, le aziende avvantaggiate sarebbero quelle più sbilanciate verso la generazione di elettricità da impianti idroelettrici: in primis Aem Torino, la più flessibile fra le quotate, con quasi il 48% di capacità derivante da questa tipologia di impianti, mentre la milanese Aem dovrebbe mantenere la leadership in termini di capacità termica ed efficienza. Acea, invece, è considerata il peggior player in termini di generazione: alla bassa capacità di produzione da fonti idroelettriche, la società romana associa infatti anche una scarsa efficienza termica.
Nel complesso, le ex municipalizzate nel 2006 dovrebbero comunque arrivare a vendere oltre 13 terawatt, pari a circa il 13% del mercato italiano. La parte alta della catena del valore, la generazione, garantisce margini di redditività decisamente superiori rispetto a quelli offerti dalla vendita all’utilizzatore finale: anche in questo caso Aem e Aem Torino, venditori netti di elettricità entro il 2004, sarebbero ottimamente posizionati, mentre Acea, che negli ultimi anni si è concentrata sul versante della distribuzione sottovalutando la potenziale redditività insita nel processo di generazione, sta ora cercando di ribilanciare i due business attraverso la joint venture con Electrabel, anche se i nuovi impianti sono ancora in attesa di autorizzazione. A vantaggio di Acea, invece, c’è il portafoglio clienti vincolati (per i quali le tariffe restano di un 30-40% più elevate), cui, dopo l’acquisto della rete Enel, ha venduto circa 8 dei 9 terawatt distribuiti nel 2002.
Aem Torino, insieme ad Asm Brescia, sono le due utility preferite da Mediobanca, e vengono premiate entrambe con un giudizio di outperform e target price rispettivamente pari a 1,88 e 2,20 euro per azione. A favore della ex municipalizzata controllata dal comune di Torino giocano l’aumento di capitale in corso, che dovrebbe ridurre l’esposizione debitoria, e i nuovi impianti di Moncalieri e Pont Ventoux, che amplieranno il gap con i produttori meno efficienti. Asm Brescia può invece contare su un tasso di crescita stabile ma continuo, sulla forte visibilità del business della generazione e sulla redditività di quello delle acque, anche se lo scarso flottante rappresenta comunque un limite.