By: Moderatore on Sabato 11 Ottobre 2003 23:10
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Alerion
Investment company e società di partecipazioni sono sempre più affollate. Ecco perché fanno gola i club della finanza. Gli esempi di Alerion, Bim e Hopa, chi comanda nelle tre società e quali sono le mosse che preparano. Il caso eArchimede.
Piccoli salotti crescono
Avanti, c’è posto. Crescono i piccoli salotti della finanza, tra opa, aumenti di capitale e scambi di partecipazioni. Crescono e in casi come la bresciana Hopa si sdoppiano, tanto sono diventati articolati. A un certo punto della sua giovane storia la finanziaria di Emilio Gnutti ha dovuto creare un fondo di investimenti ad hoc come eArchimede per far posto a vecchi e nuovi soci (oltre 100 in tutto). Numerosa è anche la compagine di Alerion, il salotto creato da Giuseppe Garofano sulle ceneri dell’ex Fincasa44, il cui consiglio di amministrazione è costituito da ben 15 persone. E si allarga anche la base azionaria di Bim, la Banca intermobiliare di Franca Segre, che proprio di recente ha aperto le porte a nuovi azionisti, rivedendo in parte la sua tradizione di club esclusivo. Ma come si spiega la crescente corsa al salotto finanziario da parte di piccoli e grandi imprenditori? A fornire una possibile spiegazione del fenomeno è Finmatica, il gruppo hi-tech quotato a piazza Affari che ha fatto della partecipazione a banche e finanziarie una strategia di sopravvivenza (vedere articolo in pagina). Un tempo i salotti buoni, da Mediobanca a Gemina, da Hdp a Pirelli, erano appannaggio dei grandi capitalisti, la razza padrona, e soprattutto venivano interpretati come centri di potere. Nei nuovi salotti di oggi, invece, si concludono soprattutto affari, ci si scambiano quote di capitale, si fa lobbing in modo trasversale. Milano Finanza è andata a mettere il naso nei tre più in voga per capire chi comanda al loro interno, quali sono le possibili mosse future e, in qualche caso, come stanno cambiando pelle.
Tutti gli uomini di Garofano. Il salotto più giovane è Alerion, anche se è nato per l’intuizione di una vecchia conoscenza del mondo industriale e finanziario come l’ex numero uno di Montedison, Garofano. Costituito ufficialmente il 14 maggio 2003, con la nomina del nuovo cda, Alerion si è fatta subito notare per l’operazione Reno De’ Medici.
Un vero blitz, che fonti vicine alla società rivelano essere stato preparato in soli due giorni. Per tutti Alerion è uguale Garofano, anche se il manager non figura direttamente né come azionista né con una carica operativa (è presidente onorario). Di sicuro è sua la regia dell’operazione di trasformazione di una finanziaria di partecipazioni immobiliari come l’ex Fincasa in una investment company, mettendo insieme personaggi come Luigi Agarini, Salvatore Ligresti, Marcellino Gavio e Alfio Marchini. Ciò che è meno noto è che accanto a Garofano si muove una squadra costituita da giovani manager, da lui accuratamente allevati ai tempi dell’Ibi. Sono quattro, Giulio Antonello, Federico Caporale, Valerio Fiorentino ed Emanuele Rossini, tutti fra i 35 e i 40 anni. A ciascuno sono affidati compiti e deleghe a seconda del settore di competenza. I quattro rispondono al presidente, il veronese Gastone Colleoni, che ha pieni poteri. Fiorentino, Antonello, Rossini siedono anche nel consiglio di Alerion, mentre Caporale è segretario del consiglio e responsabile degli affari generali. Sono i raider di Alerion, vanno a caccia di opportunità di investimento e creano l’architettura finanziaria delle operazioni.
Mentre Garofano si sta dedicando a tempo pieno al progetto di ristrutturazione di Reno De’ Medici. Energia, infrastrutture e nuove tecnologie sono i settori in cui Alerion si prepara a fare le prossime mosse. Anche se non rinuncia a mettere in portafoglio partecipazioni di carattere finanziario. Un esempio? Quella acquisita nella Banca intermobiliare, da oltre 20 anni salotto buono torinese, dove sono passate molte delle operazioni finanziarie messe in piedi da Carlo De Benedetti, socio storico di Bim così come lo è Salvatore Ligresti.
D’Aguì, gran cerimoniere. Alerion è entrata con poco meno del 2% lo scorso gennaio in occasione della vendita a Bim di Ibi bank da parte del gruppo Ibi. La Bim ha di recente varato un aumento di capitale da 100 milioni, il cui artefice è stato Pietro D’Aguì, a.d. e socio fondatore della private bank che è anche uno dei maggiori soci di Borsa italiana. In occasione della ricapitalizzazione, D’Aguì ha svolto il ruolo di gran cerimoniere del salotto torinese, mettendo in campo le sue amicizie personali e familiari. Così in Bim sono entrati Luca Montezemolo (il cui figlio Matteo ora siede nel cda), Alcide Leali, fondatore dell’Air Dolomiti, Pierluigi Crudele, patron di Finmatica (presente anche nel patto di sindacato di Alerion) e l’immobiliarista romano Danilo Coppola. Secondo alcune indiscrezioni Bim starebbe valutando ora alcuni dossier relativi a piccole banche quotate a piazza Affari. Ma fonti ufficiali della banca spiegano che sono premature nuove operazioni, avendo da poco concluso l’acquisizione del gruppo Simphonia della famiglia Abbondio. L’obiettivo di Bim è crescere nella gestione di patrimoni, dove ha già raggiunto i 9 miliardi di euro.
Così Hopa cambia pelle. Per due anni Hopa è stata l’emblema della finanza nordista, quella che si contrapponeva alla finanza laica di Mediobanca e a quella cattolica di Mittel. Dopo la scalata a Telecom, però, molte cose sono cambiate. E a un certo punto questa etichetta è cominciata a stare stretta a Gnutti, che, forte anche delle continue richieste di adesione, ha deciso di raddoppiare. Così è nato eArchimede, fondo di investimenti controllato da Hopa e guidato da Angelo Facchinetti, con un azionariato di minoranza molto diffuso e trasversale. Dopo l’aumento di capitale, che si è chiuso ad agosto, eArchimede vede come socio di maggioranza Hopa (44,8%), seguita da Unipol al 14,07%, Pop. Lodi all’11,92%, gruppo Lonati al 7,15%, gruppo Bertoli al 2,57%, Boscolo al 2,38%, Pacchioni all’1,9% e Banca lombarda all’1,4%. Il salotto bresciano è stato dunque ridisegnato. Hopa, da gestore di operazioni finanziarie, si è trasformata in holding di partecipazioni in grandi gruppi, con eArchimede, che gestisce le operazioni di piccolo e medio calibro, e la romana H.Optima, che fornisce consulenze e servizi a tutto il gruppo (vedere servizio in pagina). Tra le prime operazioni concluse da eArchimede, l’entrata in Clessidra, il fondo di Claudio Sposito, e l’acquisizione di una partecipazione di minoranza in Merzario, la società di logistica di Pierluigi Crudele
Milano Finanza -
Numero 202, pag. 10 del 11-10-2003
di Mariarosaria Marchesano