tutto quello che avreste voluto sapere su Benetton e non avete mai osato chiedere - angelo
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By: angelo on Giovedì 15 Aprile 2004 01:20
Conosco molto benmje il gruppo avendo lavorato con LUciano 5 anni .
Conoisco molto bene il settore
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Bene, sono lieto di parlare con chi ha lavorato nel settore.
Io non ho la sua esperienza, ho solo seguito il titolo per una decina d’anni all’interno di un ufficio studi, ed ero tra quelli che un paio di volte all’anno si recavano in Corso di Porta Vittoria e salivano quello stupendo scalone settecentesco per ascoltare dal management previsioni che raramente venivano realizzate, ed avevano frequenti colloqui con la sua ex-collega Mara di Giorgio (e collaboratrici) per seguire il business.
Premessa: non ci sono motivi per difendere ad oltranza la famiglia di Ponzano. In passato li ho visti appropriarsi della liquidità (che era anche degli azionisti di minoranza) appioppando al gruppo quella ciofeca di SportSystem, operazione inopportuna sotto tutti gli aspetti ed in conflitto di interesse, e nessuno a dire nulla. Li ho visti comprare Autostrade dopo Autogrill, ma all’epoca nessuno aveva nulla da ridire contro questo doppio quasi-monopolio.
Poi evidentemente devono aver pestato piedi importanti (diciamo – tra gli altri - quelli di un doppio cognome, doppio cognome = doppia importanza) e il vento è cambiato. Fallisce la Parmalat ed i nostri campioni della stampa “indipendente” scrivono che la prossima sarà Benetton. E da altre parti si dice (con qualche anno di ritardo, ma che importa?) che Autogrill non dovrebbe rinnovare le proprie concessioni sulla rete di Autostrade, perché forse c’è un minimo di conflitto di interessi
E così, a volte, gli andamenti dei titoli in Borsa sono legati più a quei bizzarri segnali di fumo, od a quegli strani tam tam che si odono nei cieli della finanza, che all’andamento del business……
Ma non divaghiamo.
Per cominciare vediamo se ho capito bene. (senza ironia, ma a volte capire il concetto da quello che lei scrive, anzi, da come lo scrive, non è facile):
dal punto di vista fondamentale, Benetton è da shortare (in linea generale, poi il timing può essere studiato meglio), oltre che per la debolezza delle vendite di settore (innegabile, ma che devo aspettare a comprare in Borsa un ciclico, l’anno delle vendite di picco?), anche per le seguenti ragioni che attengono alla singola impresa:
1)Gli utili sono “scarsi e non reali” (virgoletto perché qua la faccenda si fa importante);
2)Cassano non è un esperto del tessile/abbigliamento;
3)Il progetto di sviluppo della catena di megastore è concettualmente sbagliato perché essi hanno un P&L “che non è poi così bello” (che vorrà dire “non essere poi così bello?”)
4) Immobili: al momento lo spin off non è stato deciso e comunque il loro effetto è “non così fenomenale” (che vorrà dire “non così fenomenale”? E che c’entra Edizione Holding se stiamo parlando di Benetton Spa?);
5)È sopravvalutata in termini di multipli sull’EV e non ha una buona generazione di cassa
Numeri però lei ne indica pochi (anzi nessuno), e questo è un peccato perché – at the end of the day - anche l’analisi fondamentale è fatta di numeri.
Ma vediamo un attimo in dettaglio i singoli punti:
1)gli utili sono scarsi? Non so, io so che il ROS consolidato è del 12,3% e se si considera il core business dell’abbigliamento casual (80% dei ricavi), il ROS è del 14,4%. E’ tanto od è poco? E’poco, se si ricorda quali erano le aspettative del gruppo, che solo pochi anni fa diceva di voler raggiungere rispettivamente il 16,5% ed il 18,5%. E’ tanto se si pensa che è circa il doppio della media di settore, e che io non conosco molte altre aziende comparabili che vantano un ROS migliore.
Gli utili non sono “reali”? Beh, allora in questo caso lei sa qualcosa che non è noto a tutti. Forse il bilancio ha zone d’ombra? Ci sono appostazioni discutibili? Secondo noi, che pur con tutti i limiti di essere “esterni”, il bilancio l’abbiamo rivoltato come un calzino (sa le “voci” di cui sopra erano realmente preoccupanti), è improbabile. L’unica voce che può sollevare dubbi riguarda proprio l’acquisto degli immobili (di cui parliamo dopo) che sono stati appostati in carico a società estere. Una prassi diffusa ed attuata per ovvi motivi, ma che non permette un controllo puntuale della voce.
2)Cassano non è la persona giusta? Può darsi che lei abbia ragione, non da oggi si susseguono i rumours di ripetuti attriti tra la famiglia Benetton ed il CEO. Prima di consigliare il titolo, abbiamo riflettuto a fondo su questo punto, ed abbiamo concluso che il CEO in Benetton conta, ma fino ad un certo punto. La “creazione di valore” del passato non è stata effettuata da particolari CEO (il rimpianto Gilardi, ricorderà, era un uomo di finanza prima che di industria) ma dalla famiglia stessa, che pur avendo formalmente fatto un passo indietro nella gestione è ancora più che presente (mi dicono) in funzione di pungolo e controllo.
3)i megastore rendono meno dei negozi tradizionali? Questo non lo so, è un dato assolutamente “TOP SECRET” per ragioni (dicono) di concorrenza. Neanche sottotortura la brava Di Giorgio se lo lascerebbe scappare (e se lei ha numeri io sarò felice di ascoltarla: quant’è la vendita annua per MQ di un megastore? E quanta per un negozio tradizionale? Perché se non sappiamo questi due numerini, possiamo solo fare chiacchiere da bar della borsa). In ogni caso, se la proprietà transitiva vale anche in questo caso, visto che il megastore in tutti i settori rende più del negozio tradizionale, non vedo perché questo non debba succedere per Benetton.
4)Immobili: al momento lo spin off è in alto mare. Verissimo. Ed allora? In borsa c’è la strana idea che gli immobili diventano visibili (creano valore) solo se vengono separati dalla società operativa. E’ una stupidaggine, gli immobili sono degli azionisti Benetton, siano essi spinoffati oppure no.
Ed il loro effetto “non è poi così” fenomenale? Non so cosa lei intenda per fenomenale. Io so soltanto che negli ultimi 4 anni Benetton ha speso 480 milioni di euro (dicasi 480 milioni di euro”!!) per i soli “muri” del progetto megastore perché è conscia che si tratta di investimenti che nessun franchisee potrebbe sopportare da solo.
E qui siamo proprio al bivio. Delle due è l’una, tertium non datur: o siamo davvero in una seconda Parmalat e questi immobili non esistono, se non nel bilancio. Oppure questa azienda è talmente in crisi che può permettersi di investire 480 milioni di Euro in asset che non sono strettamente legati al suo core business (Benetton non è una società immobiliare, vero?).
Io non ho certezze, so solo che prima di propendere per la seconda ipotesi abbiamo guardato con attenzione anche il bilancio di Edizione holding. L’indebitamento è tirato ma sostenibile (almeno con questi tassi), e le plusvalenze potenziali sulle partecipazioni enormi. Dopo l'utilizzo di tutto lo scrupolo che è possibile dall'esterno, abbiamo dovuto concludere che Benetton non sembra un nuovo Tanzi.
5)Certo che Benetton va valutata in termini di EV. Ma se proprio vogliamo fare come quelli bravi, nel calcolo dell’EV si sottrae il valore degli immobili che sono un investimento a parte. Ed allora si vede, esattamente come per il P/E, che i multipli sono un po’ diversi da quelli che si trovano su Bloomberg.
Certo che Benetton va valutata in termini di generazione di cassa. Per cos’altro si dovrebbe comprare un titolo così se non per la generazione di cassa? Ma siamo sicuri che la generazione di cassa è insufficiente? Se si assume di realizzare quel piano che lei ha definito (a ragione) troppo conservativo, si arriva ad una generazione di free cash flow di circa 600 milioni di Euro nel 2004-2007, dopo investimenti per circa 400 milioni.
E’ davvero troppo poco se comparata con l’EV attuale di 1788 mln di Euro (capitalizzazione + minorities 1800 mln + indebitamento finanziario netto 468 mln – immobili 480 mln)?
Quindi si compra senza dubbi?
No, l’investimento perfetto non esiste: si compra sempre col dubbio, quando si è troppo sicuri si sa come va a finire………….
I dubbi riguardano:
- l’andamento del settore: OK, fa pena. Ma dobbiamo chiederci: è strutturale o congiunturale?
- Inditex doveva venire a fare sfracelli in Italia, anche con l'aiuto del gruppo Percassi (franchisee Benetton, Swatch, uno dei più importanti in Italia per capacità di trovare le giuste locations). Any news from them, lately?
- la possibilità di non realizzare il piano. Questo è un rischio reale, soprattutto per la parte che richiede la delocalizzazione produttiva. Io ho seguito abbastanza da vicino la delocalizzazione di Marzotto e ricordo che i ritardi di implementazione alla fine han fatto perdere il posto ad uno di quei guru di settore di cui forse parlava lei (quello che teorizzava la creazione di valore attraverso il passaggio da una logica di sell in ad una di sell out ………… ) che dopo per un po’ è andato a “creare valore” in FinPart. Ma nel prezzo a cui sono entrati quei pochi pazzi che si son fidati (8,76 Euro) esisteva un margine di sicurezza ala W. Buffet? La nostra risposta è stata si.
As always, time will tell.
PS Ciò detto, mi fa piacere che siano in molti negativi sul titolo. Di solito capita che abbiano loro più fretta di ricoprirsi, di quanta noi non si abbia di vendere.
PPS mi spiegate perché riuscite tutti a postare grafici enormi, ed io non riesco a mettere un semplice grafichino da Tradestation?