By: sol on Sabato 28 Settembre 2013 17:11
Purtroppo Borghi non lo ha spiegato dettagliatamente anche perche' probabilmente Formigli ha la sua scaletta da seguire, non sa e non vuole improvvisare.
Le poche parole sono testualmente queste: «invece di tassare le pensioni più alte, bisogna farsi dare dall’Inps la differenza tra i contributi pagati e quello versato e tassare quella».
Se il ragionamento di Gianlini fosse corretto allora io che andro' (sempre se ci andro') in pensione col sistema contributivo dovro' ricevere tutta la pensione subito in una sola volta, perche' finche' rimango in vita non posso correre il rischio di non ricevere quello che ho versato.
Non funziona cosi' perche' il calcolo della pensione e' fatto tenendo conto di una vita media di X anni e i contributi versati vengono distribuiti nell'arco di quel periodo.
Quindi se io devo correre quel rischio lo deve correre anche chi e' andato in pensione con sistema retributivo, altrimenti e' inutile fare tanti discorsi sull'equita' sociale.
Tornado al discorso pratico quindi e' evidente che una mensilita' di pensione di chi ha avuto la fortuna di maturarla col sistema retributivo incorpora in parte contributi versati e in parte una plusvalenza data dalla differenza teorica delle retribuzioni degli ultimi anni rispetto a quelle dei primi anni di lavoro, da qui credo nasca il ragionamento di Borghi.
Lui sostanzialmente credo dica che chi negli anni ha avuto la fortuna di avvantaggiarsi maggiormente da questa differenza deve pagare una imposta superiore su questa parte in quanto puo' essere considerata mera plusvalenza. Un esempio eclatante sono i parlamentari che di sicuro non hanno nemmeno lontanamente contribuito rispetto a quello percepito di pensione, ma poi sicuramente ci sono altre cariche pubbliche come magistrati e dirigenti di ogni livello legati al mondo della politica che sicuramente hanno fatto il "salto di qualita'" negli ultimi anni della loro carriera pensando alla pensione.
Senza entrare nei discorsi tecnici del calcolo sicuramente l'INPS e' in grado di calcolare (al momento del passaggio all'eta' pensionistica), l'ammontare dei contributi versati attualizzati e l'ammontare della pensione da erogare per i prossimi N anni (eta' ipotetica media massima). Altrettanto sicuramente e' in grado di applicare il rapporto tra i due importi sulla singola mensilita' e sulla parte della plusvalenza trattenerne una percentuale a titolo di imposta, oltre a tassare il complessivo in modo ordinario come fa gia' ora.
In linea teorica il ragionamento e' corretto, in linea pratica non so quali problemi comporti. Se dovesse funzionare e' sicuramente una soluzione di equita' sociale perche' lenisce la distanza abissale tra i due sistemi pensionistici e sopratutto va a colpire chi non se li e' sudati.
Per postarlo sul sito bisognerebbe prima addentrarsi nella parte tecnica per capire quanto e come sia realizzabile questa teoria, quindi va approfondita prima, quel tanto che basta, da chi e' in grado di farlo.