Il Solare è per le banche - gz
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By: moher on Domenica 02 Dicembre 2007 12:07
Questo è un guest post di Paolo Stefanini, membro di ASPO-Italia, che è uno stralcio della sua relazione al convegno "Energie Rinnovabili e Impatto sul Territorio", promosso dal "Comitato Nazionale del Paesaggio" che si è tenuto a Castiglion Fibocchi, in Toscana, il 23 Novembre 2007. Nella sua relazione, Paolo Stefanini ha presentato il punto di vista di ASPO-Italia sulla situazione petrolifera e energetica in generale. Dopo di che ha presentato dei dati veramente impressionanti (direi agghiaccianti) sulla resistenza passiva che le amministrazioni locali stanno facendo contro l'introduzione dell'energia rinnovabile in Italia. Leggete e meditate! (UB)
L'unica fonte di energia sicura , illimitata e disponibile almeno per i prossimi cinque miliardi di anni sulla quale possiamo e dobbiamo contare è il Sole. Sull'Italia il Sole irraggia l'equivalente di 3.000 miliardi di barili di petrolio l'anno, a noi ne occorrono l'uno x mille; l'obbiettivo è quello di utilizzare al meglio questa risorsa.” Sembra che oggi la strada migliore da percorrere sia il metodo CSP (concentrated solar power), definito anche termodinamico. A Siviglia (600.000 abitanti) sono già operative le prime due centrali CSP delle 11 previste, che nel giro di quattro anni sostituiranno integralmente le attuali centrali a combustibili fossili, effettivamente la Spagna è all'avanguardia in Europa con progetti per 4.100 MW. L'Algeria ed il Marocco hanno obbiettivi ancora più grandiosi. In Calabria sono partiti finalmente i lavori della prima centrale da 50 Mw ; in effetti il dimensionamento di 50 Mw sembra essere il “taglio” ideale per motivi tecnici, e questo comporta l'ipotesi di dover realizzare numerosi e diffusi impianti; va in questa direzione la recentissima convenzione tra il Ministero dell'Ambiente e l'Areonautica militare per l'utilizzo degli aeroporti militari dismessi.
L'altra modalità integrativa di utilizzo dell'energia solare è il fotovoltaico, che ha come target “naturale” i privati e le piccole e medie imprese, con impianti da 2 Kwp sino a 250 Kwp, (con l'eccezione giustificata di impianti da 1 Mwp realizzati da aziende agricole per la valorizzazione di terreni improduttivi). L' installazione di tali impianti coniuga l'interesse privato e l'interesse pubblico ,infatti permette di affrancare gli utilizzatori dal costo della energia elettrica per i prossimi 30/40 anni, contribuisce a ridurre il rischio di black out estivi e l'immissione di CO2 nell' atmosfera e consente di diffondere la cultura delle energie rinnovabili; ciò è possibile e sostenibile economicamente grazie alla legge incentivante “conto energia". Il maggior difetto della prima stesura della legge ( denominata Matteoli) era l' ESIGUITA' del plafond : 100 Mwp iniziali, poi aumentati a 300 Mwp in corso d'opera. La “ratio” del provvedimento consisteva nel privilegiare i piccoli impianti ed infatti veniva fissato il LIMITE di 1 Mwp quale tetto massimo per avere il diritto agli incentivi e soprattutto la norma che ai grandi impianti era riservato SOLTANTO IL 15% DEL PLAFOND .
Oggi, con la stesura del febbraio 2007 (detta Pecoraro Scanio) abbiamo le seguenti modifiche. Tra quelle positive c'è la RIDUZIONE delle procedure burocratiche iniziali ; infatti non è necessario chiedere l'ammissione preventiva agli incentivi riconosciuti dal GSE, è un diritto acquisito per tutti coloro che avranno realizzato e messo in funzione un impianto. E' previsto un plafond per 3.000 Mwp in 10 anni, quindi in media 300 Mwp l'anno: di questi, nella prima fase, sono state prenotate risorse per 1.200 Mwp e poi , una volta raggiunta tale soglia, dopo ampia e diffusa informazione, saranno riconosciuti gli incentivi anche agli impianti in corso di realizzazione e messi in funzione nei 14 mesi successivi. Un altro punto QUALIFICANTE è l'aver puntualizzato che, per impianti sino a 1 Mega collocati in siti sui quali non insistano vincoli di altri Enti (ente Parco, Sovra Intendenza etc etc) il Comune è l'unico che deve dare l'autorizzazione all'impianto, anche in questo c'è la volontà di alleggerire l'iter burocratico, in pratica significa dimezzare i tempi rispetto a prima.
Ci sono invece aspetti NEGATIVI , fra questi la cancellazione del LIMITE di 1 Mwp perché un impianto sia ammesso ai contributi ma soprattutto l'abolizione del LIMITE del 15% di plafond per i grandi impianti. A seguito di queste variazioni, il target dei destinatari di tale provvedimento si è spostato dai privati e dai piccoli imprenditori ai grandi investitori istituzionali. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: in sette mesi sono stati attivati impianti (fonte Bersani) per 271 mega (su 300 potenziali previsti in 12 mesi) con una tendenza di crescita esponenziale e non proporzionale per l'intervento di Banche, Assicurazioni e Fondi pensioni per i quali sono appetibili investimenti che per venti anni garantiscono una resa finanziaria superiore ai titoli di stato. Ma tradotto in pratica che significa ? Significa che un impianto da 10 mega realizzato da un fondo pensione drena incentivi che potrebbero essere goduti da quattromila famiglie e poiché questi contributi vengono generati dalla sovra tassa A3 pagata da tutti, giudico immorale che una Banca sia legittimata ad appropriarsi di risorse che potrebbero andare a decine di migliaia di famiglie. INVITO quindi tutti a sollecitare, nelle forme più idonee, il ministro a ripristinare la soglia del 15% del plafond, che non è cosa da poco, visto che il 15% del plafond potrebbe soddisfare le richieste di oltre 100.000 famiglie.
Questo è il quadro nazionale con luci ed ombre, ma ora arriviamo alla messa in pratica. Questa legge è passata al vaglio della conferenza stato regione e quindi secondo logica dovrebbe essere attuata quasi in automatico, ma in seguito alla revisione dell'art. 5 della Costituzione, che delega alle Regioni l'attuazione delle politiche energetiche, abbiamo una situazione schizofrenica . La Regione Puglia in tre settimane si è adeguata alla normativa nazionale, idem la Sicilia e lì tutto procede speditamente, l'Abruzzo, con l' art 74 della L.R. 34 del 01/10/07 , ha PROIBITO a Province e Comuni di installare impianti fotovoltaici sui propri edifici a meno che non siano distanti oltre 500 mt da altre abitazioni, bloccando qualsiasi progetto già in itinere; evidentemente devono avere scambiato un impianto fotovoltaico con una pala eolica, tutto ciò è desolante e gravemente diseducativo.
E la Toscana ? Noi ...dormiamo ....e nei fatti boicottiamo il fotovoltaico oltre i 20 kwp,
infatti è vigente la L.R. 39 del 2005, precedente alla prima emissione della legge “conto energia”, e senza linee guida. Gli impianti fotovoltaici sono di fatto equiparati a centrali elettriche, a gas, a carbone e così via. Un' assessore provinciale all'ambiente, molto irritata, a maggio mi confermò che era prevista la stessa procedura di verifica, propedeutica alla valutazione di impatto ambientale per un impianto fotovoltaico da 50 kwp,( ovvero 400 mq di pannelli sul tetto di piccolo capannone di 1.000 mq ) ed una centrale a biomasse da 50 Megaw e concluse “abbiamo almeno il coraggio di dire che non vogliamo il fotovoltaico in Toscana”. Il nuovo Pier, che nella bozza presentata a maggio dall'ex assessore Artusa alla Giunta si uniformava alla legge nazionale, non è ancora stato approvato; di conseguenza le Province , in assenza del nuovo PER, hanno atteggiamenti a macchia di leopardo: Livorno e Firenze non vogliono essere coinvolte e demandano ai Comuni, Pisa pretende la conferenza dei servizi (10 enti : arpat, usl,vigili del fuoco, anas etc etc e quattro mesi buttati via) anche per un impianto da 21 kwp ( 160 mq di pannelli sul tetto). La Provincia di Arezzo raggiunge il Top, nel convegno del 4 maggio u.s. organizzato dall'ordine degli Ingegneri e degli Architetti di Arezzo con il patrocinio del Comune e della Provincia (ne sono testimone in quanto relatore sul “conto energia”), il dirigente della Provincia intervenne e chiarì a tutti i presenti che in assenza delle linee guida della L. 39,con un'ottica restrittiva e per timore di essere accusati di omissione di atti di ufficio, la Provincia esigeva la conferenza dei servizi anche per impianti da 1 kw . I professionisti presenti rimasero annichiliti.
Questo è il trionfo della burocrazia e l'esaltazione del costo improduttivo della politica. A loro volta i Comuni dicono la loro sui piccoli impianti privati, ci sono esempi diversificati. A Montopoli (Pi) chi realizza una tettoia per due posti auto in giardino e ci installa sopra un impianto fotovoltaico ha diritto ad una riduzione dell' Ici, il Comune di Montepulciano mette a disposizione un ufficio di consultazione per i cittadini al fine di armonizzare l'impianto all'estetica e riconosce una riduzione dell'Ici del 40% per due anni. Pontedera “regala” un incremento di volumetria ai costruttori se dotano i nuovi edifici di impianti fotovoltaici; ma su quelli esistenti pone un limite di 20 mq di pannelli oltre il quale scattano richieste di norme di sicurezza per l'installazione che comportano costi aggiuntivi per 3.000 euro. Infine Montecatini V.di Cecina emette un regolamento edilizio pignolo e prolisso per il fotovoltaico e poi “sbraca” su sei pale eoliche equivalenti a sei grattacieli di 40 piani, ma questa è un'altra storia ... Dopo gli Enti locali, altro interlocutore obbligato è Enel sia prima della messa in opera dell'impianto che successivamente al collaudo e poi se l'impianto è superiore a 20 kwp c'è da attivare il rapporto con l'Agenzia delle Dogane e provvedere alla ratifica del contratto con il GSE. Nonostante queste procedure un po' intricate, gli impianti vengono realizzati. Se uno ha tempo e competenze può anche seguire l'iter da sé, altrimenti è bene che si affidi a qualcuno che possa dimostrare un'esperienza pratica su impianti già realizzati,diffidando di facili semplificazioni,che poi generano ritardi molto costosi.
Dal lato economico un impianto fotovoltaico è conveniente a condizione che sia di prima scelta, in questo caso gli incentivi ripagano l'investimento sia in conto capitale che interesse e compresa la manutenzione; anzi alla ns latitudine sono sufficienti 15 anni e poi c'è addirittura un utile. A tutto questo si aggiunge il valore del risparmio dell'energia autoprodotta per i successivi 40/50 anni. Il problema è che in circolazione c'è solo un 50% di prodotti di prima qualità, quelli da scegliere per essere sicuri di ricevere integralmente il contributo nei successivi 20 anni; occorre attenzione quindi per non commettere errori irreparabili dei quali uno si accorge dopo dieci anni, quando è troppo tardi. E' un po' come l'oro: c'è a 24 K, a 18 K, a 14 K e poi c'è il piombo rivestito da una lamina d'oro.