E' un conflitto mondiale

 

  By: Andrea on Giovedì 15 Settembre 2005 03:22

"Guerriglia" ? Guerriglia ??? La maggior parte la chiama ancora "Resistenza", diamine!!!

 

  By: GZ on Mercoledì 14 Settembre 2005 23:57

Per riuscire a trovare vittime ieri ^hanno finto di offrire lavoro a degli operai disoccupati#http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=709807&chId=30&artType=Articolo&back=0^ in modo da indurli ad avvicinarsi a un camioncino imbottito di esplosivo. Hanno già messo bombe ai matrimoni e ai funerali, rapiscono degli handicappati per mettergli la cintura di dinamite comandata a distanza e farli esplodere a loro insaputa in mezzo alla folla, hanno fatto saltare bombe in mezzo a bambini che prendevano caramelle da dei marines, un mese fa hanno sparato su una processione religiosa.... esiste qualche precedente al mondo di questa bestialità che i media insistono a chiamare "guerriglia". dove adescano con una falsa offerta di lavoro dei disoccupati per sventrarli con una bomba ? Dov'è anche solo un briciolo dell'indignazione che suscitava il mancato finanziamento di ricerche sulle cellule staminali embrionali ? Nessuno raccoglie fondi o manifesta per questi irakeni che dopo un milione di morti sotto Saddam ora soffrono il sadismo omicida dei suoi ex-fedelissimi e altri fanatici ? Dove sono le dimostrazioni, le bandiere arcobaleno, i film impegnati a Cannes, dov'è l'ONU, le marce ad Assisi con i vescovi e gli intellettuali, dove sono gli editoriali in prima pagina come per Abu Ghrab e Guantanamo, i girotondi, i concerti con gli U2 e Sting, i libri e documentari di michael moore, dove sono i miliardi che vengono versati ai palestinesi dalla UE, dove è la mobilitazione dei servizi segreti occidentali (quelli usati per pagare riscatti per le Simone e la Sgrena, che in cambio dichiaravano la loro comprensione per i criminali).... -------------------------------- ....Una campagna di attentati sudicidi per vendicare l'offensiva delle forze irachene e statunitensi a Tal Afar. Così si spiegherebbe la devastante ondata di violenza che ha sconvolto la mattinata odierna di Baghdad, stando alla rivendicazione via internet della cellula di Al-Qaida guidata dal terrorista giordano Abu Musab al Zarqawi. Oggi, nella capitale, oltre un centinaio di persone sono morte in almeno sei attentati suicidi. L'attacco più grave è avvenuto nel quartiere di Kadimiyah: ancora incerto il bilancio delle vittime, che secondo fonti sanitarie sarebbe di 114 morti e 179 feriti, mentre il Ministero degli Interni parla di 88 morti. Le vittime erano operai in cerca di lavoro, che facevano la fila presso un ufficio di collocamento: l'attentatore, alla guida di un minibus, ne aveva radunato un gruppo attorno al veicolo fingendo di voler offrire loro un impiego prima di far detonare i circa 200 chili di esplosivo. Altre tre autobombe in altrettanti quartierei nella parte occidentale di Bagdad hanno provocato decine di morti e feriti. Secondo il ministero dell'Interno, un kamikaze ha fatto esplodere l'auto sulla quale viaggiava ad un incrocio nel quartiere di Choola, provocando la morte di quattro persone ed il ferimento di altre 22. In un altro quartiere della capitale, Adl, un uomo ha lanciato la sua vettura contro un convoglio dell'esercito iracheno. Tre soldati sono morti. E l'elenco di vittime continua. Poche ore dopo, un'altra autobomba è saltata in aria in un quartiere della zona nord della capitale e ha ucciso 11 persone. Il kamikaze si è fatto esplodere vicino ad una fila di civili che aspettava di riempire bombole di gas. E ancora, due autobombe dirette contro convogli militari americani sono esplose su una grande arteria del distretto meridionale di al-Jadida. Feriti almeno tre soldati Usa. Sempre questa mattina a Taji, città a nord di Baghdad dove vivono sia sciiti che sunniti, un commando ha fatto irruzione all'alba in alcune abitazioni private, ha prelevato 17 uomini, li ha radunati in una piazza e li ha crivellati di colpi .... ---------------------------------------------------

 

  By: GZ on Mercoledì 24 Agosto 2005 13:33

Una fatto piuttosto sensazionale in tutto questo imbroglio è che negli ultimi anni quasi tutti i luoghi sacri della Mecca sono stati rasi al suolo per fare posto a centri commerciali ed uffici. Dato che è vietato ai non musulmani avvicinarsi alla Mecca nessuno ha potuto fare foto di quello che è successo, ma ^lo riportano diversi diversi musulmani su diverse riviste#http://www.thestar.com/NASApp/cs/ContentServer?pagename=thestar/Layout/Article_Type1&c=Article&cid=1121941845096&call_pageid=968256290204&col=968350116795^. Come se a Roma il governo facesse abbattere S.Pietro per costruire ipermercati o a Betlemme si spianasse la Chiesa della Natività per farci delle villette a schiera. Dato che succede alla Mecca c'è invece silenzio perchè gli arabi sono intimiditi dai miliardi dei sauditi e i media occidentali hanno terrore di immischiarsi nei fatti dell'Islam. Questa distruzione della Mecca rende particolarmente ridicola l'agitazione per i "luoghi sacri di Gerusalemme" della religione musulmana o per il danneggiamento di moschee in Iraq, ma oltre a questo getta luce sulla mentalità della gente che controlla metà del petrolio del mondo e ispira tanti fanatici Il motivo per cui il governo saudita distrugge i luoghi storici della sua religione non è la speculazione edilizia, ma il fatto che per la loro forma di Islam whannabita non ha alcuna importanza conservare delle memorie storiche. E' una mentalità per cui meno tracce concrete della storia passata ci sono meglio è, ed è preferibile evitare che si pensi al Profeta come un personaggio storico vissuto nel anno 700 le cui idee riflettevano in qualche modo il suo tempo ------------------------------------------------- ".....During the past 50 years, the holy cities of Mecca and Medina have suffered incalculable violence. More than 300 historical sites have been levelled systematically. Only a few historic buildings remain in Mecca — and these are about to be demolished. "We are witnessing now the last few moments of the history of Mecca," says Sami Angawi, a Saudi expert on the Islamic architecture of the Holy City. "Its layers of history are being bulldozed for a parking lot." Angawi, who has fought to conserve the historic sites of the Holy City for more than 25 years, has no doubt what is largely to blame: Wahhabism, the dominant religious tradition of Saudi Arabia. The Wahhabis, he says, "have not allowed preservation of old buildings, especially those related to the Prophet." Why? Because other Muslims will relate to the history of the Prophet, and they will then see him as a man living in a particular time and space that placed particular demands on him and forced him to act in particular ways. The Wahhabis want to universalize and eternalize every act of the Prophet. For them, ^the context is not only irrelevant but dangerous. It has to be expunged#http://www.thestar.com/NASApp/cs/ContentServer?pagename=thestar/Layout/Article_Type1&c=Article&cid=1121941845096&call_pageid=968256290204&col=968350116795^

 

  By: banshee on Sabato 22 Marzo 2003 15:01

Per il momento, gli iraniani sembrano contenti. I curdi un po' meno, dopo l'invasione umanitaria turca di stanotte....... ___________________________________ Una notte di bombardamenti e la penisola di Al Faw cade i soldati iracheni fuggono o si arrendono ai britannici dai nostri inviati CARLO BONINI E GIUSEPPE D'AVANZO AL FAW (sud Iraq) I TRE commandos inglesi appaiono lungo il muro che chiude la città di Al Faw al confine iraniano. Sono in fondo a un corto viale con gli alberi nani di dattero, tra i canali Arjz ("Grande") e Azrak ("Blu") del delta dello Shatt el Arab. I pasdaran non sembrano sorpresi di vedere quei soldati. Dice l'ufficiale dei "guardiani della rivoluzione": "Per tutta la notte l'artiglieria ha colpito la città, mentre le forze speciali risalivano il fiume a bordo di barchini. Erano più o meno le 8.30 di giovedì sera". Ora sono le 18 di venerdì e i colpi degli "Howitzers" ancora rimbombano oltre il muro della città. Sono colpi sordi che lasciano una lunga eco cupa. Quattro salve, in una successione di otto secondi, si ripetono due volte nell'arco di un minuto, di tanto in tanto si odono raffiche di mitragliatrice e colpi singoli. Alte colonne di fumo si alzano a sud della moschea, a un centinaio di metri da un edificio più alto dove sventola la bandiera inglese. Alle 18 si combatte ancora intorno ad Al Faw. Non sono i combattimenti della notte. Furiosi. Gli elicotteri da combattimento della XVI Brigata aviotrasportata inglese volano radenti sui canneti alle spalle della città lungo la riva del grande delta del Shatt el Arab, che in questo lembo della penisola meridionale dell'Iraq raccoglie le acque del Tigri e dell'Eufrate. La gente di confine dice: "Li stanno cercando ovunque. Almeno quelli che hanno fatto in tempo a lasciare la città". "Quelli" sono i poveri cristi della IV armata irachena Al Faw. I fanti delle divisioni Hammurabi e Medina. Non è che ci siano molti punti di fuga protetti. Tra il fiume e la città ci sono i canneti e migilaia di palme da dattero. Alle spalle della città, c'è una striscia di deserto e ancora un altro canale del delta. E ora qui, mentre cala il sole, i Dragoni della Regina stanno completando il rastrellamento. Per la definitiva conquista della penisola che, dall'altra parte dell'isola di Bubiyan, ha visto i marines issare la bandiera americana sul porto commerciale di Umm Qasr. Nel villaggio di Manuhi dicono che ci sono state "centinaia di prigionieri". Difficile dire quanti, si sa solo che "decine e decine" di soldati iracheni si sono arresi. Agitavano degli stracci da lontano verso i loro aggressori, gridavano, farfugliando, "help! help!", aiuto, aiuto. Erano ragazzi pelle e ossa. Con la faccia di contadini denutriti. Morteza Asadi, 28 anni, che quando lo chiamano fa il raccoglitore di datteri a giornata, li ha visti andare incontro al nemico con le braccia alzate, masticando quella sola parola d'inglese che la paura in quel momento gli portava alle labbra. Ora Morteza ciondola lungo il fiume, sulla sua bici. Non fa più caso ai tonfi degli Howitzer inglesi. "Sono andati avanti per tutta la notte, e ormai sono più di 22 ore. E' stato peggio che con gli iracheni. Soltanto di tanto in tanto quelli dalla città tiravano un colpo. Ma hanno smesso di tirarli dopo che gli inglesi sono venuti su dal fiume con le loro piccole barche". Da quel che si può ricostruire, nella notte tra giovedì e venerdì, le cose dovrebbero essere andate così. Intorno alle quattro del mattino, dall'isola di Bubiyan, una colonna di mezzi e uomini ha risalito il fiume verso al Faw. I pescatori di Manuhi a bordo delle loro lance impiegano non più di 15 minuti. Non di più avranno impiegato i paracadutisti della 16[ba] brigata d'assalto, la 40[ba] e 42[ba] unità dei Dragoni della Regina, i Topi del deserto e i Royal Marines. A quel punto, le centinaia di pezzi di artiglieria inglesi avevano già fatto il loro lavoro dentro e intorno alla città. I commando dovevano soltanto ripulirla dalle "sacche di resistenza", mentre le colonne corazzate cominciavano a proteggere gli impianti di pompaggio in riva al Golfo Persico. Impianti che con i 5 miliardi di barili di riserve fanno di al Faw la chiave strategica della guerra in questa parte di Iraq. Tocca agli inglesi, da quel che si capisce, chiudere a sud la partita con Saddam Hussein. Ci sono ragioni storiche che lo hanno consigliato: c'è un lungo filo che stringe in un nodo l'Inghilterra e quest'angolo di mondo. Nel 1914, gli inglesi strapparono ai turchi Bassora e la difesero nel 1941 dalla rivolta araba. Gli inglesi hanno imparato, in Irlanda, che cos'è una guerra civile e qui dovranno evitarla quando presto (come si teme) si fronteggeranno sciiti e sunniti iracheni. Degli inglesi la gente del villaggio Arvandkenar non ricorda nulla. E' quasi tutta araba e nonostante ciò ha un pessimo ricordo di Saddam Hussein. Nel 1988 per riprendere questi canneti e, ovviamente, i pozzi di al Faw lanciò contro gli iraniani un'offensiva che "costò un numero di vite umane che non si riesce ad immaginare". Come nelle paludi di Khorramshahr, le carcasse dei tank di Saddam fanno parte ormai del paesaggio. Oggi, ad Arvandkenar, si va a "vedere la guerra" nel giorno di festa. E' il primo dell'anno. Tutti sono in ghingheri. Si compra il gelato alla frutta nei piccoli chioschi lungo strada. Ci si pigia nella macchina e si va ad al Faw. A salutare gli inglesi. Che, come dice un omone dalla guance ben rasate, "ci stanno liberando di quel fastidio che è Saddam". Lungo il breve viale che porta alla città irachena, i guardiani della rivoluzione sembrano, all'inizio, divertiti dalla curiosità dei pescatori e dei contadini. C'è chi si è portato un binocolo per vedere meglio. C'è chi invece sfoggia la videocamera. L'atmosfera è allegra, leggera. Da giorno di festa, appunto. Un avvenimento di cui si parlerà a lungo. Per anni. Un avvenimento di quelli che non ti può sorprendere distratto o disinteressato. Ci devi essere anche tu. Anche tu devi essere testimone. L'ufficiale dei Pasdaran comincia a infastidirsi per quell'assembramento. Tutti vorrebbero salutare i commando inglesi e l'ufficiale in divisa verde-nero, quasi colto da un moto di gelosia o di decenza patriottica, agita il suo mitragliatore e caccia via tutti. Nega ai suoi uomini di darsi da fare "Via! Via di qui! Questa è una guerra, non una festa". E bercia ancora mentre i suoi uomini mangiano mandarini e stendono un cavo per le comunicazioni: "Che state a fare? Cacciate questa gente!". La gente oggi è disposta a ridere anche degli ordini dei Pasdaran. L'omone dalla faccia rasata sa come aggirare l'ostacolo. Invita gli altri a seguirlo. C'è un sentiero sterrato che, costeggiando le acque dell'Ariz, arriva a guardare da un poggio al Faw. Ci si arriva tutti insieme come per una festosa processione. "Andiamo in Iraq, andiamo in Iraq", dice l'omone ai bambini e alla moglie che trascina un thermos di tè. Le trincee iraniane sono ora alle spalle. E, a dire il vero, i soldati che le presidiano sembrano nervosi per i colpi di artiglieria e per tutta quella gente che comincia a sistemarsi lungo il sentiero come fosse un pic-nic. Tocca alle donne versare il té, distribuire mandarini, banane, datteri succosi e biscottini dolci al pistacchio. Masoud Mobaraksan, 24 anni, bidello nella scuola del villaggio di Manuhi, è il solo che non sembra essere contento. Gli chiediamo il perché. Non ha voglia di dare molte spiegazioni. Prima si allontana, poi con circospezione ce lo ritroviamo di nuovo accanto. Sembra aver pensato alle cose da dire. E le dice in fretta. "Siete pazzi a e festeggiare. E se dopo l'Iraq toccasse a noi, in Iran? Come ci si può dimenticare che ci sarà stanotte, domani, presto, un nuovo bombardamento? Questa volta Bassora. E quanti moriranno? E saranno tutti soldati?". Il fatto è che sono proprio i soldati iraniani i più allegri. Due di loro inforcano una Honda 125 e se ne vanno verso i commando inglesi. Li si vede agitare le braccia, fumare una sigaretta, portarsi più volte la mano destra sul cuore (è un gesto di ringraziamento). Poi, se ne tornano indietro. Uno di loro grida: "Notizie nuove! Gli iracheni hanno accerchiato gli inglesi in città. Scommettete che questa sarà la notizia di Saddam?" Tutti ridono. Nessuno fa caso all'ennesimo "bum" del cannone. Nessuno sembra preoccupato dell'esplosione che ad Abadan (la raffineria iraniana, tra le più grandi al mondo): ha devastato la stazione di pompaggio numero 11. Chi l'ha colpita?

Chi sa scommette che Saddam sia andato - gz  

  By: GZ on Venerdì 21 Marzo 2003 20:27

Come lo so ? Non lo so, ci sono dei rumor certo, la BBC lo dice, ma ho studiato un poco come andò nel caso della guerra del 1991 in Kuwait e l'oro non andò a picco al momento dell'inizio dei combattimenti e oggi sta semplicemente collassando, è sceso a 326 in questo momento ed era a 350-360 solo 10 giorni fa e a 380 solo un mese fa il che vuole dire che "chi sa" scommette che Saddam sia già fuori combattimento (nella foto: l'Oro che ti insegnano che in caso di guerra è un bene rifugio) Modificato da - gz on 3/21/2003 19:35:26

 

  By: GZ on Venerdì 21 Marzo 2003 20:05

se ci fossero indizi anche vaghi che i turchi e gli iraniani o i russi o altri entrino in un conflitto o possano entrarci vedresti subito il dollaro cominciare a soffrire e i bond e l'oro tornare su

 

  By: michelino di notredame on Venerdì 21 Marzo 2003 20:01

I mercati fanno il loro mestiere, fanno quello che devono fare. Saddam cade davvero, e anche presto. Dovrebbero approfittarne per comprimere l'obbligazionario su livelli ancora più bassi. Idem il petrolio, visto che ci sono. It's a long way to go, my friend.

 

  By: GZ on Venerdì 21 Marzo 2003 19:40

se fosse così l'obbligazionario non crollerebbe come sta facendo e così il petrolio e l'oro sempre più basso sui mercati c'è la gente che sa le cose e scommette dei soldi nella direzione degli eventi (treasury bond) Modificato da - gz on 3/21/2003 19:21:39

 

  By: michelino di notredame on Venerdì 21 Marzo 2003 19:27

Stock: Petrolio

Saddam e' gia' il passato. Hai truppe usa a est di Teheran e a ovest. Un attacco in piena regola alla Rivoluzione khomeinista, ben dissimulato nelle prime fasi, ma ormai evidentissimo. A questo punto, l'Iran deve entrare. O entra o chiude baracca. In sostanza, quello che ha detto Putin: non e' piu' una crisi locale. Siamo nel 39 ragazzi. Si sente l'odore lontano un miglio.