EURO/DOLLARO

 

  By: GZ on Venerdì 20 Dicembre 2002 12:39

Dove c'e' guerra o guerriglia o tensione c'e' il petrolio o c'e' il gas. Con un paio di eccezioni forse. Sud America: Venezuela e Colombia Guerra imminente in Iraq Cecenia Afghanistan Persino le dispute di frontiera della Cina -------------------------------------------- Questo non è un ragionamento, ma una nozione di geografia. Di Petrolio o di Gas ce n'è un poco dappertutto nel mondo nel sottosuolo (salvo l'europa occidentale) per cui qualunque cosa succeda sulla terra succede nelle prossimità di qualche pozzo di petrolio o giacimento di gas. Le risorse naturali sono quasi sempre solo un pretesto che governi e dittatori fanatici agitano per giustificare le loro follie militari e aggressive. Afganistan: non c'entra niente il petrolio, si combatte dal 1979 senza quasi interruzioni, da quando è stato invaso dalla russia e non si è mai estratta una goccia di petrolio o di gas, nessuno ha sfruttato o guadagnato niente, è stato un danno e un costo e basta. Anzi e' l'unico posto del medio oriente con la palestina che non ha petrolio E SONO INVECE I DUE PAESI DOVE SI AMMAZZANO DI PIU' Cecenia: se legge Tolstoi uno dei suoi primi racconti parla della feroce guerra contro i ribelli ceceni nella quale Tolstoi era ufficiale e parliamo del 1840 circa. Sono 200 anni che i ceceni si ribellano, odiano i russi a morte e si fanno massacrare. I russi li hanno occupati quando il petrolio non sapevano neanche cosa fosse Colombia ? sono 30 anni che hanno la guerriglia, sono 150 anni che hanno colpi di stato sanguinosi e non hanno mai estratto un belino, il Messico che ha 2/3 del petrolio del sudamerica è invece pacifico, semmai è il contrario allora Cina ? non c'è nessuna guerra per il petrolio, di dispute sui confini ne hanno avute con tutti da sempre, hanno avuto 15 anni di guerra contro i giapponesi 8 anni di guerra civile, hanno combattuto in corea contro gli americani, invaso il tibet e dov'era il petrolio ? Proviamo a contare quante guerre e massacri avvengono in zone dove non c'è nessuna risorsa naturale a pagarla, tipo India e Pakistan che hanno fatto tre guerre con milioni di morti dal 1948 per territori montagnosi o paludosi o le guerre del vietnam e corea combattute per i due unici posti di tutta l'asia dove non c'è niente da sfruttare Ma la cosa ridicola è pensare che in un paese in cui la sanità ad es costa sui 1.000 miliardi di dollari annui e l'acquisto del petrolio da medio oriente pesa per 50 o 60 miliardi di dollari annui i politici rischino la carriera per far risparmiare (e come poi ? ) forse qualche miliardo di dollari sul petrolio dell'iraq

 

  By: banshee on Venerdì 20 Dicembre 2002 11:33

Un approfondimento della questione Blanchard vs JPM e Barrick....... _________________________________ BLANCHARD SUIT-The whole issue of a conspiracy to either drive gold down in recent years or to keep it from rebounding as quickly as it otherwise might just took on an entirely new complexion. Yesterday, the big New Orleans-based precious metals dealer Blanchard and Company filed a $2 billion antitrust-based suit against J.P. Morgan Chase and Barrick Gold (NYSE-ABX) accusing them, among other things, of "unlawfully combining to actively manipulate the price of gold" and making $2 billion in short-selling profits by suppressing the price of gold at the expense of individual investors. Some of you remember that the Gold Anti-Trust Action Group (G.A.T.A.) had a somewhat similar suit dismissed earlier this year in U.S. District Court in Boston. However, when the judge dismissed G.A.T.A.'s action, it was chiefly, he wrote at the time, on the grounds that G.A.T.A. did not have standing to sue. Since the organization itself could not prove that it had been damaged by the antics of the "gold conspiracy," it had no claim that could be acted on. The judge said, though, that he might be more amenable to considering a claim if it were brought by one or more parties who could prove that they were indeed damaged. Who better than Blanchard? This company has thousands upon thousands of customers who have bought gold in recent years. There could very well be a veritable parade of people brought into court who can claim they lost money by buying gold through Blanchard (or anyone else, for that matter.) While it was important for someone to pick up G.A.T.A.'s torch who could demonstrate they have standing, there is another big difference in the Blanchard suit. When G.A.T.A. filed its action, it named everyone and his brother as defendants; the U.S. Treasury, the Fed, the International Monetary Fund, the Bank of International Settlements and many more. Blanchard's suit, by contrast, does not seek to so flamboyantly go after every single party allegedly involved in various aspects of the now-defunct gold carry trade game. Instead, it has narrowed its targets to the two players who, arguably, are going to be most easily proven guilty. Barrick, as most of you already know, was the king of the hedgers among major gold producers. And it has primarily been J.P. Morgan Chase which has served as Barrick's enabler, allowing the mining giant to construct elaborate hedges that-until recently-benefited Barrick greatly. The trouble is that, at the same time, these hedging practices have endangered the very health of the venerable House of Morgan, who, according to most observers, will be left holding the bag if and when Barrick (which has conspicuously warned of late of production and earnings troubles) defaults on its obligations. And, these practices have served as one of the chief means of artificially driving down gold's price. "Since the end of 1987," according to Blanchard C.E.O. Donald Doyle, Jr., "when the collaboration between Barrick and J.P. Morgan began, the growth of global income and wealth would have lifted the gold price to approximately $740 if the price had been able to respond to the normal laws of supply and demand. If gold had kept pace with inflation, the price today would be approximately $760." The lawsuit, according to a Reuters release, claims that in the past five years Barrick and J.P. Morgan Chase injected millions of additional ounces of gold into the market - additions that were several times as great as the annual production of every gold mine in South Africa, the largest gold producing nation in the world. By using privately negotiated derivative contracts and concealing the addition of billions of dollars worth of (physical) gold with off-balance sheet accounting, Barrick was able to make it virtually impossible for gold analysts and investors to determine the size and the market impact of its trading positions. "The same type of accounting maze that hid Enron's debts made it possible for Barrick to manipulate the price of gold without the checks and balances that come from public scrutiny. As a percentage of Barrick's total assets, its off-balance sheet assets make Enron look like a champion of full disclosure," quipped Doyle. "Is Barrick a gold mining company, or is it a hedge fund with a mine out back?" The suit (continuing with Reuters' characterization) alleges that J.P. Morgan Chase financed Barrick's repeated short selling with remarkably advantageous terms not available to others, including deferred repayments and no margin calls. Doyle said the short-sales scheme between the bank and Barrick appears to be the proverbial "money for nothing." While the G.A.T.A. suit never had much of a chance, this one should prove different; and the progress of it will be most interesting to watch. Blanchard reports that it is in the process of setting up a web site that will allow those interested to follow the suit's progress: the site is www.savegold.com.

 

  By: michelino di notredame on Giovedì 19 Dicembre 2002 13:16

"Il mito del petrolio" ------------------------------------ Dove c'e' guerra o guerriglia o tensione c'e' il petrolio o c'e' il gas. Con un paio di eccezioni forse. Sud America: Venezuela e Colombia Guerra imminente in Iraq Cecenia Afghanistan Persino le dispute di frontiera della Cina... E fortuna che non abbiamo la guerra civile nel Mare del Nord (forse per il freddo, non lo so).

 

  By: Paolo Gavelli on Giovedì 19 Dicembre 2002 11:16

Dopo la guerra del 1992 è cambiato qualche cosa nel prezzo che gli americani pagavano per il greggio ? ----------------------- No: quindi il risultato è stato ottenuto. Cosa ci racconta, che gli USA o le multinazionali avrebbero preferito (e preferirebbero) trovarsi davanti a questo scenario: Saddam padrone anche del kuwait, arabia saudita in mano ai fondamentalisti, ecc, ma sono intervenuti allora e interverranno adesso per difendere i valori dell'occidente? Questa sarebbe da humour. Vedo che i concetti della psicologia evoluzionista (nel caso: si percepisce come eticamente utile quello che in realtà è un nostro vantaggio) faticano a farsi strada... 2ali

 

  By: gianlini on Giovedì 19 Dicembre 2002 11:06

senza essere un commercialista, posso dire che sono deducibili dall'Irpef solo gli interessi legati ad un mutuo nella misura massima del 7 % del reddito imponibile i primi anni gli interessi sono una quota rilevante della rata ma poi vanno via via scemando

 

  By: panarea on Giovedì 19 Dicembre 2002 10:44

"La guerra invece costerà alcune centinaia di miliardi di dollari, 10 volte di più di tutto il greggio irakeno, che corrisponde solo allo 0.2% del PIL USA" In primis la ringrazio x lo spazio che concede a tutti (cosa non rara). Per la deducibilità degli interessi dei mutui, rileggo una cosa e gliela propongo se le interessa. Condivo il fatto che il petrolio necessita agli USA meno che a noi e che l'attuale produzione in barili iraquena è ridotta (i giacimenti sembra siano il 10% delle riserve mondiali ma queste statistiche sono sempre un po' opinabili) per aumentarla post-guerra ci vorrebbero miliardi di investimenti per ammodernare le strutture estrattative. Quindi conta poco. Però, siamo a Natale, faccia un bel respiro e mi spieghi CHIARAMENTE perchè gli USA decidono di attaccare l'IRAQ. Prima di rispondere le ricordo che: 1 - come violazioni dei diritti umanitari e democratici, l'Iraq è suppergiù messo come la Cina e la Corea del Nord. Ma anche in Arabia Saudita e iran non stanno meglio. quindi l'iraq non dovrebbe essere il primo a essere "pulito" 2 - come livello di minaccia alla sicurezza americana e globale, sono sicuramente + pericolosi il Packistan e la corea del Nord, potenze nucleari. 3- i fatti tragici del 11/09/01 sono stati casuati quasi interamente da cittadini dell'Arabia Saudita, se si vuole punire i mandanti e gli esecutori meglio puntare le armate da altre parti.... 4- Bush viene da una famiglia di petrolieri. RIPETO MI SPIEGHI PERCHè GLI USA VOGLIANO SPENDERE UN % COSì ALTA DEL LORO PIL IN QUESTA GUERRA? PERCHè? QUAL 'E' IL MOTIVO VERO? Attendo la sua risposta e confido nella sua onestà intellettuale.

Il Mito del Petrolio - gz  

  By: GZ on Giovedì 19 Dicembre 2002 02:47

Stock: Petrolio

....forse ha davvero un commercialista tunisino: anche da noi i mutui sono in parte deducibili dall'IRPEF. Si informi... 5 - La guerra all'iraq la fanno per assicurarsi + petrolio, ossia rimandare + in là l'aumento degli interessi e x sostenere la domanda dell'unica industria manufatturiera rimasta sul suolo americano .... -------------------------------- A. per il mutuo non ho esperienza diretta, mi sembrava che uno non scalasse più di un 1/3 dall'Irpef in Italia. Se uno paga 600 euro al mese di rata del mutuo e guadagna 2 mila euro quanto deduce ad es? B. Quella del "guerra per il petrolio" è uno slogan da comizio e una scemenza se posso dirlo, a nessuno che abbia letto qualche cosa di serio viene in mente di sostenerlo. E' solo negli sceneggiati televisivi che chi scrive il copione ci mette che "la guerra scoppia per il petrolio" perchè gli ricorda Jeiar in "Dallas". i) Dopo la guerra del 1992 è cambiato qualche cosa nel prezzo che gli americani pagavano per il greggio ? Gli hanno fatto uno sconto, lo pagano meno dei giapponesi o dei tedeschi perchè hanno mandato l'esercito ? Dov'è stato il vantaggio ? Se è "per le Multinazionali" come Halliburton, Exxon, Shell e le altre per loro era forse meglio che il PETROLIO SALISSE DI PREZZO non che scendesse no ?. In teoria l'interesse di molte multinazionali sarebbe stato che Saddam lo facesse salire. Se è per il tenore di vita americano invece il greggio DOPO la guerra del Golfo in media è stato più elevato che prima della guerra... ii) L'Inghilterra e gli USA sono in realtà I DUE PAESI INDUSTRIALIZZATI CHE NE DIPENDONO DI MENO IN PROPORZIONE. Perchè hanno gas, nucleare, carbone e anche il proprio petrolio. Se qualcuno deve "garantirsi il petrolio" sarebbero i tedeschi, i giapponesi, i francesi e gli italiani o gli indiani o i cinesi che ne hanno meno e possiedono una combinazione inferiore di nucleare, carbone e gas. Ma il petrolio tutti LO COMPRANO, nessuno occupa paesi per garantirselo, l'ultimo è stato Hitler che temeva di perdere quello della Romania. iii) Sono discorsi privi di senso in tutti i casi. L'Irag produce al massimo a regime 3 milioni e mezzo di barili su 40 o 45 di produzione totale mondiale. Supponiamo occupino militarmente per 10 anni l'Iraq e se lo facciano dare gratis (forse lei immagina che funzioni così, come ai tempi della regina Vittoria). Quanto risparmierebbero rubando tutto il petrolio dell'Iraq, senza pagargli una lira ? 3 x 360 giorni = 1.100 milioni di barili X 20 dollari al barile di prezzo medio = 21 miliardi di dollari all'anno Il PIL degli USA è di 10.000 miliardi di dollari. Allora: 21 miliardi di dollari all'anno (greggio irakeno) ------------------------------------ 10.000 miliardi di dollari (PIL USA) = 0.21% del PIL USA!! La guerra invece costerà alcune centinaia di miliardi di dollari, 10 volte di più di tutto il greggio irakeno, che corrisponde solo allo 0.2% del PIL USA Ma ovviamente nessuno glielo ruba, tutti pagheranno il petrolio irakeno dopo la guerra al prezzo mondiale, così come lo si paga oggi e così come è stato prima e dopo la guerra del golfo. Gli sceneggiati televisivi, i film e i comizi sono più eccitanti, ma non sono la realtà. Modificato da - gz on 12/19/2002 1:57:47

 

  By: Sandro Cecconi on Giovedì 19 Dicembre 2002 02:00

Egr. Ospite ed Amico, Le statistiche da Lei espresse in precendenza sono abbastanza corrette e questo Le fa onore. Ma c'è un però. Ovvero: all'epoca della Guerra del Golfo, quella di Bush padre per intenderci, il Future Gold ha continuato a scendere sino a quando ha toccato un doppio minimo nel 1/1993 (327) e nel 3/1993 (326). Poi ha avuto una reazione contraria al Down Trend (puramente correttiva) fino a toccare una massimo relativo di 409 nell'agosto dello stesso anno, dopo di che ha fatto un classico pull-back ed è poi risalito a 394 nel 1/1994; da qui ha iniziato un periodo di accumulazione durato circa un anno per sfociare in un massimo relativo nel 2/1996 a 417 da dove è ripartito il down trend primario sino a toccare il minimo assoluto nel 8/1999 a 252.5. Questa è la data cruciale del cambiamento di trend che si poteva evincere dall'RSI classico (14 periodi)su compressione mensile. E' chiaro che occorre comparare quanto appena descritto con l'andamento dei tassi di interesse, delle quotazioni su tutti i mercati azionari etc, etc. Senza volermi dilungare in queste considerazioni ulteriormente, cominciamo ad analizzare l'andamento del Future Gold a partire da quella data. E' stato perfetta la sequenza: Max, pull-back, accumulazione e poi nuovo max crescente mentre i minimi dei pull-back sempre decrescenti. Davvero da manuale in modo ordinato senza mai entrare in ipercomprato e senza fasi di euforia, almeno sino a questo momento che secondo me sarebbe un segnale di esaurimento dell'up-trend e l'inizio della fase di distrubuzione. Tale mia considerazione, del tutto personale, è avvalorata non solo da una analisi chartistica ma anche eurstico-quantitativa sempre su compressione mensile dei dati la quale non ha mai mostrato sino ad ora neanche una divergenza, tolto l'OBV che sarà importantissimo seguire e monitorare con estrema attenzione, chiaramente per chi ha assunto posizioni long ma non solo. Infatti da un'attenta analisi di "momentum" su cinque periodi diversi possiamo evincere che sino ad ora il movimento è stato corale sino al 11/2002 quando una fascia di investitori si è messa short contro le altre 4 mostrando apparentemente una divergenza inspiegabile. Ora compariamo il COT-Gold e ci accorgiamo che nelle ultime settimane i Commercials, o parte di essi, hanno incrementato le loro posizioni short raggiungendo, dai dati del 10/12/2003, il max dell'anno in termini quantitativi. Ad ognuno di noi a questo punto è demandato fare tutte le considerazioni del caso e comportarsi di conseguenza. E' chiaro che ha una mia opinione, ma non è mai stata mia intenzione intervenire nel processo di scelta di ognuno di noi. Una felice notte a tutti voi. Sandro

 

  By: rael on Mercoledì 18 Dicembre 2002 23:50

Beh, intanto cominciano a muoversi gli ^avvocati#http://www.savegold.com/media/20021218m1.pdf^ e si comincia a portare davanti ai tribunali qualche carta. "As a percentage of Barrick’s total assets, its off-balance sheet assets make Enron look like a champion of full disclosure,” said Doyle. “Is Barrick a gold mining company, or is it a hedge fund with a mine out back?" The suit alleges that J.P. Morgan Chase financed Barrick’s repeated short selling with remarkably advantageous terms not available to others, including deferred repayments and no margin calls. Doyle said the short-sales scheme between the bank and Barrick appears to be the proverbial “money for nothing.” “Over the past five years, J.P. Morgan Chase loaned gold to Barrick at approximately 1.5 percent; sold the gold into the market and invested the dollar proceeds at approximately 6.5 percent; then paid both the proceeds from the sales and the 5 percent interest differential to Barrick whenever it repaid any of the borrowed gold. During a period when the price of gold dropped by more than 25%, Barrick’s annual operating cash flow increased by more than 400%.” “In 1983, Barrick was a start-up with a single mine in Canada, a founder with no experience in the gold business, and principal investors from Saudi Arabia. Today, through a combination of market manipulation and a 1992 transaction that the U.S. Secretary of the Interior described as ‘the biggest gold heist since the days of Butch Cassidy,’ Barrick has amassed off-balance sheet assets that are worth more than the market capitalizations of the next five biggest gold mining companies in the world combined,” said Doyle. ... come diceva Marty McFly: "andiamo sul pesante..." Modificato da - rael on 12/18/2002 22:58:34

 

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 21:23

ho letto oggi dei dati sul mercato dell'arte, dipinti, mobili, gioielli d'epoca e simili e sembra che sia in forte crescita un poco dappertutto nonostante le perdite in borsa perchè la gente cerca cose REALI in cui investire, quindi case, terreni e anche oro e arte Fino a quando non c'è una guerra o una crisi finanziaria e valutaria l'oro rientra tra i beni REALI verso cui i risparmiatori si stanno orientando ora Se il dollaro va in caduta verticale o se saltano delle grandi banche o se hai una guerra (che non duri una settimana o due) allora l'oro può esplodere veramente Può darsi che il rialzo dell'oro anticipi questi sviluppi, ma finora come variazione % rientra nei rialzi che si vedono sull'immobiliare, sulle materie prime, l'arte....

L'oro è riserva di valore. Inalterabile! - banshee  

  By: banshee on Mercoledì 18 Dicembre 2002 20:37

Vogliamo cercare di fare uno sforzo, e smetterla di considerare l'oro alla stregua di una semplice materia prima? Non lo è! Non lo è mai stato, nè lo sarà mai! E bisogna anche sgombrare il campo dalla tesi di Prechter, secondo cui l'oro non va bene in uno scenario deflattivo. E ribadisco infine che la paura della guerra è certamente un fattore del rialzo di questo metallo, ma non è l'unico, e tantomeno è il più importante. Ho fatto anche due conti, ed ho scoperto che mancano due decine di punti percentuali per i 400 dollari l'oncia. Non capisco perchè risulti così difficile immaginarlo a quel livello. Tra l'altro, sui grafici (che non sono il mio forte, è vero!) io vedo una fascia di resistenza proprio tra i 380 ed i 400 dollari. ________________________________________ New production and industrial consumption are relatively unimportant determinants of gold's price, even though many pundits make much of them. Unlike any other metal, most of the gold that has ever been mined is sitting in the vaults of central banks and the safe deposit boxes of investors. It's not being "used" for anything: its raison d'etre is simply to be an asset. What determines the price of gold therefore, is the desire of its owners to own it or to liquidate it and own something else. And that, in turn, depends on the inflation rate (how fast paper money is losing value), the chances of a credit collapse (the likelihood of deflation wiping out paper assets), and the general level of confidence in the future. The most likely alternatives are much higher inflation or uncontrolled deflation. The creation of more currency and credit are the only ways for the government to fund its deficits, transfer programs, bailouts and other disasters waiting in the wings. And if we have a financial accident, that in itself will be an excuse for the authorities to expand the money supply further. High inflation rates would send gold skyrocketing, much as they did in the 70s. Yet serious deflation would likely also cause the price of gold to explode. It is the only financial asset that's not simultaneously someone else's liability. And if we have deflation this time around, it won't be possible to buy government paper and wait in safety, as was possible in the 30s, for at least two reasons. First, a deflation would set off all kinds of spending programs and bailouts. The USG would go from being a questionable risk to a bad risk as it was forced to borrow on a huge scale to finance emergency spending, much of which is already mandated by law, while tax revenues were falling. Second, a deflation would almost certainly result in calls to reinflate as rapidly as possible-a course of action unlikely to inspire confidence in the dollar. Gold would soar in a serious deflation. Gold is a big winner in either scenario; it is a matchless crisis hedge. It's the only financial asset that's completely invisible and private. There are no social security numbers stamped on gold coins, and they leave no paper trail when they change hands. Unlike real estate, for instance, a government cannot easily find gold to tax or confiscate. Unlike stocks, gold doesn't represent a value that can be dissipated or mismanaged. Unlike bonds, gold cannot default. And unlike currency, gold cannot be inflated away. There are not many low-risk places for wealth to hide today. But plenty of wealth exists and, as the world's greatest coward, capital will look for a place to hide when things get scary. Gold is the perfect financial asset in times of uncertainty. This is not the 70s, when gold was a great speculation. You should view gold as a vehicle for savings and for conservation of capital. When you save, you're not expecting to hit a long-ball home run; you are simply trying to put away assets for future consumption. You want safety. You do not want to have to trust a government, a banker or the management of some corporation. You want the asset itself, something you can hold in your own hands. Gold is not a trading vehicle; it's a core holding. Buy it as privately as possible, put it away, and forget about it. Doug Casey

 

  By: Luigi Luccarini on Mercoledì 18 Dicembre 2002 13:14

Vediamo... Sul mio tavolo c'è una pratica di un'azienda (piccola) che ha quasi un vecchio mld. di debiti. Ingiunzioni tante, istanze di fallimento nessuna. Son passati due anni, quei debiti sono partite in attivo sulla contabilità delle aziende creditrici (sia pure in "prudente" svalutazione). Nella sostanza però possono valere zero, in termini reali. A fine anno banche e assicurazioni dovrano chiudere il bilancio operando molti "prudenti" ammortamenti finanziari. Ne riparleremo il 3 gennaio. Modificato da - luigi luccarini on 12/18/2002 12:16:56

 

  By: prozac on Mercoledì 18 Dicembre 2002 13:09

Prozac in linea di massima potresti avere ragione, ma devi anche convenire su un fatto. Il deficit commerciale degli USA è misurato in dollari, ovvero in ciò di cui gli USA abbondano oltre ogni limite - per motivi di espansione della mm - e quindi il relativo problema è al momento trascurabile. Invece sotto il profilo dell'eccesso di produzione - al limite della saturazione di taluni segmenti di mercato - siamo alla vigilia di una possibile seconda bolla. In fondo hanno chiuso in pochi quest'anno, rispetto a quanti non hanno più spazio sul mercato. Agli altri toccherà nel 2003 e nel 2004, a parer mio. ------------------------------------------------------------------------------------------ Stabilire tempistiche è sempre difficile, sulla sostanza son d'accordo Luigi

 

  By: prozac on Mercoledì 18 Dicembre 2002 13:02

Gz, sul fatto che il sistema economico Usa sia nel complesso più efficiente di quello italiano nel produrre ricchezza penso siamo tutti d'accordo. Quando ne parlo con amici per spiegar loro la differenza tra Italia e Usa faccio sempre il paragone con 2 famiglie. Nella famiglia italiana su 4 persone 2 producono e gli altri 2 campano con una pensione pagata dai primi 2 . Nella famiglia Usa invece lavorano in 3 e pagano la pensione al quarto . Inoltre gli Usa sono importatori netti di capitali al contrario di noi . Anche l'allocazione dei fattori produttivi lavoro e capitale in Usa è più efficente che da noi, nel senso che hanno un apparato burocratico che assorbe proporzionalmente meno risorse e se un'azienda non produce ricchezza da loro la si lascia più facilmente fallire. Siccome alla base della creazione della ricchezza c'è proprio il lavoro, la disponibilità di capitali e l'ottimizzazione della loro allocazione, è chiaro che nella famiglia Usa si produce più ricchezza che in quella italiana. Mi resta però il dubbio se sia giusto usare esclusivamente il metro economico per valutare 2 sistemi così differenti. Modificato da - Prozac on 12/18/2002 12:4:45

 

  By: panarea on Mercoledì 18 Dicembre 2002 12:16

Gentile Dott. Zibordi Alcune precisazioni: 1 - Le compagnia aeree falliscono perchè il business non è mai stato super remunerativo (veda intervista a Buffett di qualche mese fa che, praticamente, sosteneva che senza gli aiuti statali + o - nascosti portare le persone in aereo non è mai stato un super affare) e perchè il traffico è diminuito. Poi che un pilota sia + qualificato e voglia di + di un addetto pachistano a Wal Mart rientra nella logica delle cose. Lei ha un dentista curdo per risparmiare? Oppure il suo commercialista è tunisino, che così risparmia? In un paese di servizi post-industriale le persone hanno studiato non sono carne da macello (ossia non c'è sempre un disperato emigrato che fa lo stesso lavoro a poco) e vanno pagate. Certo, in italia gli ordini professionali sono chiusi e spero anch'io che i tunisini, o i loro figli, un giorno possano fare i commercialisti. Ma per ora fanno i lavori + duri. 2 - L'amico, purtroppo per lui, non fa (ancora) class action ma altre cose. Certo che guadagna + di 3'000 euro al mese, ma la retta universitaria x diventare avvocato non costava 2'000 euro l'anno come in italia...Ha pagato di +, ora guadagna di +. 3 - E' vero che l'operaio Fiat guadagna circa la metà del collega USA e che spende il doppio per comprare le stesse cose, ma è anche vero che l'80% delle famiglie è proprietaria della propria abitazione, SENZA MUTUO. L'americano busca di + ma deve pagarsi i debiti dell'università, della casa, della macchina, del frigo ect. Da noi il credito al consumo non è così diffuso. Zibordi la famiglia americana è un'azienda: ha + ricavi ma anche + costi (il servizio del debito), per giudicarla bisognerebbe valutare l'utile netto, non lo stipendio. Niente di male, ci mancherebbe, è uno dei sistemi + efficienti del mondo a creare ricchezza, soltanto che ora è troppo indebitato. 4 - forse ha davvero un commercialista tunisino: anche da noi i mutui sono in parte deducibili dall'IRPEF. Si informi... 5 - La guerra all'iraq la fanno per assicurarsi + petrolio, ossia rimandare + in là l'aumento degli interessi e x sostenere la domanda dell'unica industria manufatturiera rimasta sul suolo americano (quella bellica). Se così non è perchè fanno la guerra? La domanda non è banale: Saddam è un feroce crudele dittatore, ma anche il nord coreano o i cinesi non sono proprio delicati e democratici. Perchè primo Saddam? La corea del Nord ha già missili a lunga gittata e testate nucleari, è feroce e affama la gente. Perchè non si inizia da loro? Via, sia onesto, la guerra all'iraq la fanno perchè hanno bisogno di una guerra, qualunque, e hanno scelto dove era + facile e c'era il petrolio.