FIAT

 

  By: Moderatore on Venerdì 28 Marzo 2003 17:22

----------Commenti ed Analisi Recenti su FIAT--------------- ----------------da FINANZA E MERCATI 28/03------------------ Per Fiat spa una perdita netta di 2 miliardi e, per la prima volta dal ’94, nessun dividendo da offrire agli azionisti. «Nulla di sorprendente», commenta un analista che imputa il rosso della holding alla cessione, lo scorso dicembre, del 5,6% di Gm: una vendita che è costata al Lingotto una minusvalenza di 1,2 miliardi. E il resto della perdita? «Una conseguenza delle svalutazioni di altre partecipazioni finanziarie», spiegano dal Lingotto da dove giunge anche la conferma del rosso da 4,2 miliardi a livello di gruppo. Il cda di ieri ha fissato anche le date di convocazione dell’assemblea, il 10 maggio in prima e il 13 maggio in seconda. All’ordine del giorno ci sarà l’approvazione del bilancio, ma anche il rinnovo del consiglio. Riassetto necessario in vista della scadenza di alcune cariche e per «dotare la società di un organo amministrativo con adeguata presenza di consiglieri con caratteristiche di indipendenza», come ha scritto in una nota la casa automobilistica. D’altra parte, nell’ultimo anno sono state ben otto le uscite dal cda, tra le quali quelle di John Welch, Paolo Cantarella, Paolo Fresco e Renato Ruggiero; le new entry sono state invece solo sei. Sulla poltrona del numero uno ha preso posto Umberto Agnelli, mentre attorno al tavolo si sono seduti, tra gli altri, Luca Cordero di Montezemolo, Giuseppe Morchio (neo amministratore delegato) e Alessandro Barberis con la carica di vice presidente. Attualmente il cda è così composto da 12 membri che, per statuto, possono diventare 15: dunque è possibile che vengano accolti in consiglio altri tre membri, di cui almeno uno privo di mansioni operative. Tra l’altro, va valutata anche la posizione di Flavio Cotti che, entrato come indipendente nel cda del gruppo torinese perché fraterno amico dell’Avvocato, potrebbe decidere di abbandonare il Lingotto. Da considerare anche la posizione di Gabriele Galateri di Genola, impegnato nella guida della cassaforte della famiglia Agnelli, la Ifi, che presto non avrà più partecipazioni dirette nell’auto. Tornando a questioni più operative, sono stati quattro, nella storia della Fiat, gli esercizi di bilancio che non hanno garantito agli azionisti dell’azienda torinese un dividendo: i tre anni successivi alla seconda guerra mondiale (’45, ’46 e ’47) e il ’94. Nel frattempo, Fiat auto nel 2002 ha registrato una quota di mercato nel settore dei veicoli commerciali del 12,6% in crescita dell’1,3% rispetto al 2001. Ieri, inoltre, è stata ufficializzata la cessione alla banca brasiliana Itau del 99,99% di Banco Fiat per 256 milioni. Grazie alla manovra Fiat prevede di ridurre di 800 milioni l’indebitamento lordo e di 100 milioni l’esposizione netta, con un plusvalenza di pari importo. -------------------da WEBSIM 28/03-------------------------- Fiat Auto prevede di mantenere quest'anno un livello di attività pari a quello del 2002, con 1,9 milioni di auto prodotte, secondo l'ad Giancarlo Boschetti. La previsione si basa su un mercato europeo in flessione di 1-2 punti. Se il mercato dovesse scendere di più (per la guerra o per altre ragioni) ''avremmo chiaramente delle altre implicazioni'', ha aggiunto Boschetti a margine di un convegno di Automotor. Il gruppo prevede di vendere 1,3 milioni di auto (Fiat e Lancia) in Europa, 200.000 Alfa Romeo e 400.000 pezzi in Brasile. Rispetto allo scorso anno ''venderemo in Europa circa 20.000 auto in meno'', ha dettagliato Boschetti. Parlando ad una platea di componentisti, Boschetti ha detto che i risultati del piano di ristrutturazione ''ci confortano sulla strada intrapresa. Stiamo facendo gli interventi previsti, contenti di essere sulle tracce di quanto volevamo fare''. Fiat Auto è una azienda impegnata a cambiare profondamente, ''non solo la pelle ma anche la pancia, i comportamenti'', ha aggiunto. La conferma da parte dell'azionista della centralità dell'auto nel business del gruppo ''ci rassicura sulle prospettive del futuro'', ha aggiunto il numero uno di Fiat Auto che non ha voluto commentare le voci di stampa sulla sua possibile uscita. ''Ho molte cose da fare'', ha risposto sorridendo a chi chiedeva un commento. ------------------da MILANO E FINANZA 28/03----------------- "La decisione del Cda di non distribuire alcun dividendoper l'esercizio 2002 era scontata. Ritengo quindi che non sia in alcunmodo connessa alla flessione odierna del titolo che invece risente dellamancanza di notizie rilevanti". Lo ha affermato a MF-DJ un analista di unaprimaria sim milanese aggiungendo che il mercato e' preoccupato inparticolare per "lo stallo delle trattative con Gm". Fiat procede in calo del 2,2% a 5,69 euro. Nella sua storia il gruppodel Lingotto non ha distribuito alcun dividendo solo nel 1945, 1946 e nel1947 mentre nel 1994, in sede di approvazione del bilancio del '93, fudistribuito un dividendo alle sole azioni di risparmio. ------------------------------------------------------------ (ASCA) - Roma, 28 mar - ''Gli incentivi auto si possono benissimo prolungare ma non mi pare che siano cosi' incisivi''. Il presidente della commissione Attivita' Produttive della Camera dei Deputati, Bruno Tabacci, ritiene fondamentale per il rilancio della Fiat il recupero delle quote di mercato. ''Piu' importante e' l'opera dell'azionariato Fiat - prosegue Tabacci - la presidenza ad Umberto Agnelli e' un elevato segnale di incoraggiamento, inoltre la cessione di Toro da' credibilita' al piano di dismissioni. Le questioni centrali sono le quote di mercato, non gli incentivi''. ------------------------------------------------------------ (ASCA-Afp) - Roma, 26 mar - ''Abbiamo studiato le possibilita' di fare un offerta ma finora non l'abbiamo fatta'' ha detto all'Afp un portavoce di Snecma confermando quanto riportato oggi dal quotidiano economico francese Les Echos circa una offerta per Fiat Avio. ''Alla luce dell'attuale situazione economica sia per l'aeronautica e sia per l'aerospaziale, una acquisizione che con impiego di ingenti risorse liquide richiede grande cautela nonostante il nostro interesse per Fiat Avio'' ha chiarito il portavoce aggiungendo che la questione non e' chiusa. ------------------------------------------------------------ ANALISI FONDAMENTALE Risultati quarto trimestre. In linea con le nostre attese i risultati del quarto trimestre a livello di Ebit (breakeven) e indebitamento netto (3,8 mld Eu), mentre deludenti a livello di pre-tasse (-3,7 mld Eu vs. nostra stima di -1,9 mld Eu). Il risultato pretasse è stato fortemente al di sotto delle nostre attese a causa di oneri straordinari così riassumibili: a) svalutazione di partecipazioni (-410 mln Eu); b) costi di ristrutturazione (-600 mln Eu); c) svalutazione dell'avviamento (-300 mln Eu); d) ulteriori costi non operativi (-650 mln Eu); e) minori perdite legate alla vendita di asset (+250 mln Eu). Il risultato netto è stato pari a -2,97 mld Eu (-2,02 mld Eu) e migliore del risultato pretasse grazie a crediti fiscali e più elevate minorities (positive). ----------------------------------------------------------- Modificato da - Moderatore on 3/28/2003 16:22:40 Modificato da - Moderatore on 3/28/2003 16:41:46

 

  By: Moderatore on Venerdì 14 Marzo 2003 16:15

--------------- BREAKINGVIEWS ------------ Italian put-on GM/Fiat: Don't even think about it. That is probably the pithiest way to sum up General Motors' position towards Fiat's right to force a sale of its money-losing car business to the US automaker from 2004. At least, that is one reading of GM's latest 10K filing with the Securities and Exchange Commission. To be fair, GM's lawyers have tried their best to obfuscate the company's actual position regarding its duties to Fiat. But beneath the diplomatic legalese, two bones of contention clearly emerge. First, GM does not necessarily believe Fiat can force it to buy the 80% of the Italian car unit that it doesn't already own. And second, even if it did, GM may not be obliged to keep Fiat Auto afloat. The first issue is one for a judge to determine. GM says the option Fiat has to force it to buy Fiat Auto "could be rendered unenforceable by reason of actions Fiat may have taken." This appears to be a response to Fiat's recent sale of 51% of its finance arm Fidis. Because Fidis made money while the car business lost it, the sale might run afoul of one requirement in the master agreement not to dispose of assets that comprise a large chunk of Fiat Auto's value or its profits. To be on the safe side, Fiat negotiated a right to buy back the Fidis stake from the banks that bought the business. The second point is more ominous. GM reminds shareholders that acquiring Fiat Auto would require it to consolidate its losses and liabilities - and this could have a "material adverse effect" on its finances. It also says: "If Fiat Auto were to need additional funding, GM would have to decide whether or not to provide such funding." This implies GM could let the company go under. Of course, Fiat shareholders would not mind if they longer owned the company. But given the possibility that GM may not be there to fund Fiat Auto's losses, it is hard to see how Umberto Agnelli could cut the business loose without risking a forced exile from his home country. The GM put is no longer the get-out-of-jail-free card that investors had once counted on. Author: Rob Cox General Motors, in a 10K filing with the Securities and Exchange Commission, cast doubt on Fiat’s ability to force the US carmaker to acquire the 80% of the Italian group’s money-losing car business, Fiat Auto (FAH). In the filing published late Thursday, GM said it is "uncertain" as to whether Fiat could force it to buy Fiat Auto under an agreement the two companies reached in 2000, because "it could become non-exercisable under other provisions of the master agreement, it could be rendered unenforceable by reason of actions Fiat may have taken, or Fiat may choose to not exercise the put." In addition, GM said: "If GM were to acquire Fiat's FAH shares and thus become the sole owner of Fiat Auto, GM would decide what, if any, additional capitalization would then be appropriate for Fiat Auto. Specifically, if Fiat Auto were to need additional funding, GM would have to decide whether or not to provide such funding and under what conditions to provide any funding. "Unless FAH or Fiat Auto were subject to liquidation or insolvency, FAH's consolidated financial statements would be required for financial reporting purposes to be consolidated with those of GM. Any indebtedness, losses and capital needs of FAH and Fiat Auto after their acquisition by GM are not presently determinable, but they could have a material adverse effect on GM."

 

  By: panarea on Lunedì 03 Marzo 2003 14:31

La razza padana non vuole(va) l'auto ma le partecipazioni; in primis Toro (con cui si entra in Capitalia da cui si arriva a Mediobanca) e HdP (corriere della sera). Di fare automobili non se ne parla. Strano che tra tutti i commenti riportati si creda alla folgorazione sulla Via di Damasco di Umberto Agnelli: uno che ha sempre voluto vendere la Fiat Auto x deiversificare, ora fa il contrario, vende il resto e mette i soldi in Fiat Auto. E' una rivoluzione!! La verità secondo me è che gli Agnelli hanno 2 strade: la prima disfarsi dell'auto hic et nunc la seconda mettere altri soldi, fare un maquillage sui conti e poi vendere a GM tra qualche anno a prezzi migliori. La prima ipotesi non comportave nessun esborso ma prendevano 2 lire, con la seconda devono rinunciare a qualcosa (ma Fiat Avio e IPI sono molliche in confronto di Toro e HdP che per ora si tengono) ma si saranno già messi d'accordo con GM x avere + soldi dopo. A proposito sapete come voterà S.Paolo a Trieste in Aprile? Gli Agnelli ancora con Profumo o Umberto bacia Maranghi?

 

  By: fabrizio maiocco on Lunedì 03 Marzo 2003 13:30

...e intanto a questi prezzi negli ultimi giorni è passato di mano il 30-40% del flottante. Allora comprano, vendono o accumulano? Interessante era l'articolo di Guerci sul sole di sabato. In sostanza diceva che i prossimi 100 gg sono fondamentali per il gruppo. L'affermazione è estremamente corretta, dal momento che se finora Colaninno & co. hanno soltanto lanciato segnali di fumo, non è del tutto fuori luogo pensare che a fronte del perdurare di certi prezzi decidano di farsi avanti seriamente.

Bravi Agnelli per una volta - gz  

  By: GZ on Lunedì 03 Marzo 2003 13:05

Molti hanno detto male degli Agnelli (fatto salvo i giornali che loro controllano) nel momento di massima crisi Fiat, ma ora che mettono i loro soldi per salvarla silenzio A dire la verità la manovra Fiat-Ifi-Ifil è tremendamente complicata come intreccio di interessi e qui un inglese cerca di spiegare come funziona ad es tra i 100 e passa membri della famiglia Agnelli che devono decidere se sottoscrivere l'aumento di capitale. Le loro quote sono nella "GAC" un accomandita che ha una regola per decidere come liquidare chi non vuole partecipare a aumenti di capitale in Fiat e usa il valore di Ifi privilegio come parametro ecc... (forse è per questo che le privilegio sono così sacrificate ?...) La sostanza è però che la famiglia Agnelli nella persona di Umberto sta vendendo le attività che guadagnano come Ipi, Fiat Avio, Toro.. per mettere i suoi soldi e anche parecchi dentro l'Auto che invece perde una barca di quattrini. E dato che però sono decine gli Agnelli devono mettersi d'accordo perchè molti possono tirarsi indietro. Ma gli "Agnelli" intesi come il defunto Giovanni e Umberto stanno facendo qualche cosa come minimo di rischioso per loro pur di tenere in piedi Fiat Auto. E infatti i vari piani Colannino o Gnutti sono ora scomparsi nel silenzio da quando hanno visto che gli Agnelli sembrano fare sul serio riguardo all'auto. Gnutti e Colannino che sono gente di finanza (anche Colannino ha sempre ristrutturato dove c'era del grasso da scremare, ma non ha rimesso in piedi dei business) non avrebbero fatto niente del genere. ------------------------------- Breakingviews : Rob Cox ------------------ Fiat: Umberto Agnelli faces an unenviable task. Just days after the Italian industrial group founded by his grandfather reported E4.3bn in losses, he must convince more than 130 relatives to fork over cash to bring Fiat back into the black. The family members are meeting Monday under the aegis of Giovanni Agnelli & Co. (GAC), a private company that controls two other listed vehicles, Ifi and Ifil, which together own about a third of Fiat's shares. It is not an easy charge. Perhaps understandably, some Agnelli family members are wary of raising GAC's risk profile, which is increasingly the case as Fiat sells profitable assets to fix its Fiat Auto car business. A handful of them will surely not follow their money. So how will Agnelli assure the success of the fund-raising? Easy, he can take up the rights of those family members who do not participate in the capital increase. And there is an additional benefit to this for the newly appointed Fiat chairman - he could raise his stake in GAC from about 9%. That would allow him to consolidate control along with John Elkann, the heir and grandson of Gianni Agnelli, Umberto's recently deceased brother and former patriarch of the family. Here is how. GAC's bylaws stipulate a precise formula for determining net asset value. First, take its 60% stake in Exor - another private investment company owning real estate in Paris and the Chateau Margaux winery - which according to Lazard is worth about E450m. Add GAC's E8m of cash, the value of Ifi's listed preferred shares (E250m). That suggests GAC is worth about E710m. Deduct 25% for taxes, and the rights issue amounts to dilution of about 32%. That is the maximum that Agnelli could theoretically increase his stake. But there is a snag. The formula uses Ifi preference shares in determining GAC's value. Yet these trade at about a 40% discount to net asset value. Using Ifi's net asset value in the calculation reduces the dilution closer to 28%. This benefits Agnelli in two ways. Firstly, if he wants, and can afford, to increase his holdings in GAC, he can do so at near bargain prices. And if not, he has a good chance of persuading his relatives they would be leaving a fair bit on the table by not following their money. Modificato da - gz on 3/3/2003 12:7:53

 

  By: Moderatore on Lunedì 03 Marzo 2003 11:14

Merrill Lynch downgrades Fiat(FIA) to neutral from buy after announcement Friday it lost nearly EUR4 billion FY '02. Says buy rating had been underpinned by Fiat's put option to sell the hemorrhaging auto unit to General Motors (GM), but says lack of clarity over management's intentions on holding on to chance of unloading Auto, are casting shadow over value of stock. Also says restructuring plan for Auto is bogged down by political interference. Fiat 0.5% at EUR7.19. (END) Dow Jones Newswires 03-03-03 0912 Modificato da - moderatore on 3/3/2003 10:16:17

 

  By: DOTT JOSE on Venerdì 28 Febbraio 2003 19:32

e dire che berlusconi ha anche spiegato come fare a risanare la Fiat,..una mano di rosso cambiamo il nome in Ferrari..una aggiustatina alla carrozzeria per un design + moderno.. et voila !il risnamento e servito !

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: Moderatore on Giovedì 27 Febbraio 2003 20:57

--------------------------------------------- Commenti ed Analisi Recenti su FIAT --------------------------------------------- breakingviews.com Author: Hugo Dixon and Rob Cox Clever deals Fiat CEO: Giuseppe Morchio has two qualities that should stand him in good stead as Fiat's new chief executive. He knows the automotive industry and he is a clever deal-maker. Indeed, there are already signs that his arrival will hasten the sale of the FiatAvio aeronautics arm to Carlyle and open the sale of its insurer Toro up to international competition. But minority shareholders should be wary about his appointment and the other changes on the board. Fiat may get some clever deals. But how much will minority shareholders benefit? Morchio's great feat was the sale of Pirelli's optical technologies business to Corning for $3.5bn in cash. That was one of the greatest coups of the bull market. But three years down the road, Pirelli shareholders have nothing to show for this. The real winners were Morchio - and his then boss Marco Tronchetti Provera. Morchio himself pocketed over $150m. Morchio is presumably not coming to rescue Fiat out of charity. How big a cut will he get this time? Shareholders should be told. Another reason why shareholders should be wary is because Fiat's only two independent directors of international stature - Jack Welch, the former GE boss, and Felix Rohatyn, the former boss of Lazard in the US - have resigned. Both were close to departing chairman Paolo Fresco, so their departures may not be a shock. But the company's board has been tilted towards the interests of the controlling Agnelli family. That's potentially worrying in the current situation when all sorts of ideas are flying around about how Fiat might be broken up. Some of these schemes involve having the Agnellis on both sides of a trade. Fiat needs to find credible replacements rapidly. --------------------------------------------- 27 feb - Csfb rimane Neutral sul titolo Fiat e conferma target price di 12,50 euro, dopo l'annunciato cambio dei vertici che verra' ratificato nel Cda di domani. Rispetto alla figura professionale di Giuseppe Morchio, che assumera' l'incarico di Ad, gli analisti di Csfb ritengono che ''gli investitori apprezzeranno il suo carisma e la sua visione strategica'', gia' dimostrata, ''alla guida di della divisione cavi e sistemi della Pirelli, sebbene non ncrediamo che possa essere considerato un vero tagliatore dicosti'' concluude la nota di Csfb.

Fiat - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 26 Febbraio 2003 13:14

----------------------------------------------------- --Umberto Agnelli, leading shareholder of Fiat SpA (FIA), on Wednesday indicated a host of new appointments pending at Italy's largest industrial conglomerate. Agnelli, who will himself become chairman on Friday, said that Giuseppe Morchio, who transformed Pirelli (I.PIR) SpA's sleepy cables division into an international fiber optics star, will become chief executive. He also named Luca Cordero di Montezemolo, the acclaimed chairman and CEO of Ferrari, the profitable sports car unit that Fiat controls, to the board. The shakeup, due at a board meeting on Friday and communicated by Ifi SpA and Ifil SpA (I.IFL), the Agnelli family holding companies, comes as Fiat prepares to announce around EUR3 billion in net losses for 2002. Fiat's woes stem from a poorly-timed diversification drive led by Chairman Paolo Fresco, who Agnelli will replace, and from the related undeperformance of the company's 104-year-old core business of making cars. Fiat Auto had around EUR1.5 billion in operating losses last year and will probably add restructuring charges linked to slashing its work force by a fourth to its 2002 results. The new appointments consist of "people Agnelli trusts and symbolize his intention to kickstart Fiat's core business," said Gerardo Murano, an analyst at Analisi Dati Borsa in Turin, where Fiat is based. "Morchio won spurs on the international scene by leading Pirelli's drive into photonics, while di Montezemolo is what you might call a family jewel," Murano said. Alessandro Barberis, who was Fiat's chief operating officer until becoming CEO last December, will become vice president, Agnelli said. Barberis accompanied Fresco at recent meetings with Fiat's creditor banks and with General Motors Corp. (GM), which owns 20% of Fiat Auto. Under the terms of a 2000 share swap, Fiat can sell GM the rest of its ailing auto unit starting next year. Di Montezemolo has become one of Italy's most famous corporate faces thanks to his turnaround - on the racing track as well as on the financial side - of Ferrari. Fiat owns a 56% stake in Ferrari and has an option to buy back a further 34% it sold to Mediobanca SpA (I.MDB) last year. Fiat's creditors have welcomed Agnelli's ascension to the helm of Fiat, hoping that the family's direct involvement will lead to a clearer strategy for the iconic Italian industrial conglomerate. Agnelli has been critical of Fiat's choices since leaving the board in the early 1990s in an ouster designed by Fiat's then-creditor Mediobanca SpA (I.MDB). He focused on the family's diversified investment companies Ifi and Ifil, which own stakes in retail and travel businesses, paper makers and a famous Bordeaux winery. Some analysts have noted that it is a paradox that he is now charged with saving Fiat Auto, a unit Agnelli has in the past described as not necessarily strategic to Fiat's future. It remains to be seen whether Agnelli will approve a capital increase for Fiat, which is determined to raise EUR5 billion to kickstart the ailing auto unit. He has committed his clan's private holding company to a EUR250 million capital increase but may need to muster significantly more cash if the family is to maintain the 30.4% stake in Fiat it controls through Ifi and Ifil. Any change in that ratio could trigger clauses that annul Fiat's option to sell the auto unit to GM. Fiat is also expected on Friday to announce plans to sell Toro, its profitable insurance unit, and Fiat Avio, its profitable avionics unit, in a bid to raise as much as EUR4 billion. "Fiat's owners have broad shoulders," said Gabriele Gambarova, a Fiat analyst at Rasbank in Milan. "They will not let happen to Fiat what happened to Daewoo." Morchio, di Montezemolo and Barberis will all join Fiat's board, replacing Fresco, former General Electric Co. Chairman Jack Welch and former Lazard banker Felix Rohatyn. -------------da GDM 26/02-------------------- ROMA Il presidente della Fiat, Paolo Fresco si è dimesso. «Intende anticipare l'avvicendamento con Umberto Agnelli al vertice del gruppo. Per questo motivo Fresco proporrà la nomina di Agnelli alla presidenza nel prossimo Cda», si legge in una nota. «In merito alle indiscrezioni comparse in questi giorni - si legge ancora nella nota che riporta una dichiarazione di Fresco - voglio precisare che effettivamente intendo proporre al consiglio di amministrazione, che si terrà il prossimo venerdì, oltre alla cooptazione in consiglio del dottor Umberto Agnelli, anche la sua nomina a presidente della Fiat Spa. «Naturalmente - prosegue il presidente della Fiat - di questa mia intenzione ho informato la settimana scorsa il dottor Agnelli, che ha dato la sua piena disponibilità». «La mia volontà di garantire, come già avevo anticipato, una successione senza scosse - aggiunge il presidente della Fiat - mi ha fatto ritenere opportuno anticipare l'avvicendamento, rispetto alla prossima assemblea, affinché la Fiat possa avere immediatamente una guida per il futuro rappresentata dall'azionista di riferimento. Sono certo che questa mia decisione rappresenti un forte messaggio di chiarezza verso l'esterno e verso l'interno del gruppo». CON UMBERTO TORNA UN AGNELLI ALLA GUIDA DEL LINGOTTO - Aveva lasciato la Fiat nel '93 in contrasto con Mediobanca che aveva messo a punto il piano di ricapitalizzazione e di riassetto azionario del Gruppo torinese. Venerdì ne diventerà presidente, e avrà il compito di rilanciare il gruppo in uno dei momenti più difficili per il Lingotto. A Umberto, il più giovane degli Agnelli (è nato a Losanna il primo novembre del 1934), toccherà insomma affrontare quei problemi che già nel '91, da responsabile dell'Ifil e quindi come rappresentante dell'azionista di riferimento, aveva indicato, avanzando alcune preoccupazioni sul settore auto. Il primo incarico di una certa responsabilità Umberto lo assunse a soli 22 anni, quando, come aveva già fatto Gianni, iniziò il suo cursus honorum con la presidenza della Juventus, mantenuta dal '56 al '62. Fu lui che portò in Italia Omar Sivori e John Charles e che costruì una delle Juventus più forti della storia. Si faceva intanto le ossa alla Sai, l'allora piccola compagnia di assicurazioni che seppe organizzare e trasformare in uno dei principali gruppi assicurativi del Paese. Poi andò ad affrontare un'altra sfida manageriale, questa volta fuori dall'Italia, alla Fiat France, ed anche in quel caso la rafforzò tanto da farla diventare il più importante investitore straniero Oltralpe. Nel '68 assunse la responsabilità del Gruppo Affari internazionali della Fiat e nel '70 divenne amministratore delegato della Fiat Spa. FRESCO: BENE L'INCONTRO CON LA GM «L'incontro di New York con i vertici GM è andato bene». Lo ha detto Fresco spiegando però che «sono sempre tappe intermedie, comunque andate bene». Questi incontri, ha sottolineato, preludono a un rafforzamento dei rapporti tra i due partner. «È un'evoluzione positiva direi - ha aggiunto - dobbiamo riconoscere che abbiamo un ottimo rapporto già adesso». Fresco, spiegando che la collaborazione tra Fiat e GM va bene già adesso, ha detto a proposito degli incontri avvenuti a New York: «Questi incontri sono rivolti a vedere se si può fare qualche cosa di più e di meglio e direi che siamo su quella strada: la base è la collaborazione industriale». Secondo il presidente di Fiat, anche per gli azionisti la cosa più importante è «che la collaborazione industriale vada avanti, perché se va avanti si rafforza e poi le altre cose sono conseguenze inevitabili». Fresco ha commentato che la gente «non lavora tanto insieme se dopo vuole ridurre i rapporti finanziari». A proposito di questo aspetto Fresco ha detto «non mi inoltro in questo discorso perché il giorno che avessimo qualcosa da annunciare lo diremo. In questo momento non ce l'ho». GM: NON CAMBIA I NOSTRI RAPPORTI - La nota con cui Paolo Fresco ha annunciato la sua intenzione di lasciare la presidenza della Fiat ad Umberto Agnelli non muta la posizione verso il Lingotto intrapresa negli ultimi anni da General Motors, la casa automobilistica americana titolare del 20% di Fiat Auto. «In questo momento - spiega la portavoce di Toni Simonetti, commentando il comunicato rilasciato dal presidente del gruppo torinese - per noi non è cambiato niente. Abbiamo grande rispetto per Fresco e comprendiamo la sua decisione in merito a una successione nella leadership alla Fiat». DOSSIER TORO AVANTI Le cose «sono così avanti che venerdì daremo una relazione significativa agli azionisti, al mercato, in maniera che tutti lo sanno allo stesso tempo». Lo ha detto Fresco a Londra, a proposito della cessione della Toro Assicurazioni, la compagnia controllata dal Lingotto messa sul mercato. Fresco ha quindi sottolineato che durante il Consiglio d'amministrazione di venerdì prossimo, «abbiamo un sacco di delibere. Dobbiamo parlare anche di Fidis, di Fiat Avio, dobbiamo parlare di Toro». Il presidente della Fiat ha sottolineato che si tratterà di «delibere volte nella direzione di aggiungere risorse finanziarie fresche vendendo attività che non sono strategicamente essenziali per l'azienda». BAZOLI: NONOSTANTE TUTTO FIDUCIOSI IN SUPERAMENTO CRISI «Nonostante tutto abbiamo fiducia che la crisi della Fiat possa essere superata. L'esercizio del prestito convertendo è l'extrema ratio, l'ipotesi che renderebbe applicabile la conversione è quella che tutti noi desideriamo non si verifichi». Lo ha affermato il presidente di Banca Intesa, Giovanni Bazoli. BORSA, COLPO DI RENI FINALE DEL TITOLO Colpo di reni finale di Fiat che con un allungo dell'ultima mezz'ora riesce a riportarsi in terreno postivo (+0,39%) dopo aver oscillato tra un minimo di 6,84 e un massimo di 7,29 euro. Il titolo del Lingotto, sceso sotto i 7 euro nel pomeriggio, dapprima non reagisce, poi ci ripensa, all'annuncio del cambio di guardia anticipato tra Fresco e Agnelli alla presidenza. --------------------------------------------- (ASCA) - Roma, 27 feb - Csfb rimane Neutral sul titolo Fiat e conferma target price di 12,50 euro, dopo l'annunciato cambio dei vertici che verra' ratificato nel Cda di domani. Rispetto alla figura professionale di Giuseppe Morchio, che assumera' l'incarico di Ad, gli analisti di Csfb ritengono che ''gli investitori apprezzeranno il suo carisma e la sua visione strategica'', gia' dimostrata, ''alla guida della divisione cavi e sistemi della Pirelli, sebbene non crediamo che possa essere considerato un vero tagliatore di costi'' concluude la nota di Csfb. --------------------------------------------- ----------------da WEBSIM 26/02-------------- Alessandro Profumo amministratore delegato di Unicredit commenta positivamente l'uscita anticipata di Paolo Fresco da Fiat a favore di Umberto Agnelli giudicandola, come un segnale dell'impegno della famiglia Agnelli per far uscire il Lingotto dalle difficili condizioni in cui versa. ''Sono convinto che ci sia una forte volontà da parte della famiglia Agnelli a contribuire alla positiva crescita della propria azienda'', ha detto Profumo a margine di un convegno a Milano. Unicredit, insieme a Intesa, San Paolo Imi, Capitalia ha erogato al gruppo torinese in maggio un prestito convertendo da 3 miliardi di euro a fronte di garanzie sulla riduzione dell'indebitamento del Lingotto. Per Profumo al momento non ci sono novità sui prossimi nodi che la Fiat dovrà sciogliere, limitandosi a dire che ''quando ci saranno novità sarà l'azienda a comunicarlo''. Per quanto riguarda inoltre l'aumento di capitale del gruppo torinese Profumo ha detto che ''la ricapitalizzazione è una decisione che dovrà essere presa nella giusta sede''. Ieri il presidente di Fiat, Paolo Fresco, ha annunciato che lascerà la guida del Lingotto a Umberto Agnelli già al cda del 28 febbraio prossimo. Fresco ha anche detto che in cda la discussione sarà focalizzata sulle dismissioni. Per quanto rigurda la'umento di capitale, secondo una fonte finanziaria, potrebbe essere deliberato genrricamente senza fissarne tempi e modalità. ---------da FINANZA & MERCATI 26/02---------- A Piazza Affari piace la staffetta anticipata in casa Fiat. Passano pochi minuti dall’annuncio londinese di Paolo Fresco («ritengo opportuno anticipare l’avvicendamento rispetto alla prossima assemblea») e la Borsa festeggia Umberto presidente con un rimbalzo fino a quota 7,18 euro. Segno che la Borsa gradisce che l’azionista principale salga sulla tolda di comando, assumendosi tutte le responsabilità. Segno, come ha anticipato ieri Finanza & Mercati, che al Lingotto va prevalendo l’ipotesi di andare avanti solo con le dismissioni, senza procedere per ora ad alcun aumento di capitale. Certo, è possibile che venerdì il consiglio faccia un richiamo ad una futura ricapitalizzazione (da rinviare a un periodo meno infelice della Borsa) per ridurre l’impatto della decisione sull’opinione pubblica. Ma la sostanza non cambia: capitali freschi per l’Auto arriveranno solo con le vendite dei gioielli di famiglia: Avio, Toro e Fidis prima di Iveco. L’addio anticipato di Fresco, infatti, non chiude la stagione delle incertezze ma è anzi, al contrario, un sintomo delle profonde divisioni tra i protagonisti in vista del consiglio di venerdì 28. Non a caso, assieme a Paolo Fresco venerdì lascerà il vertice Alessandro Barberis, amministratore delegato dallo scorso dicembre, compagno di viaggio di Fresco nelle trasferte Usa. Al suo posto (l’ad paga anche i profondi contrasti con Giancarlo Boschetti, numero uno dell’Auto) arriverà con ogni probabilità Enrico Bondi, il manager vicino a Mediobanca cui le banche creditrici avevano sbarrato il passo nello scorso dicembre. Basti questa considerazione a spiegare la confusione che regna al Lingotto dopo l’ultimo viaggio negli Usa di Fresco: Gm, se Fiat non rinuncia alla «put», non intende versare un solo dollaro a nessun titolo nelle casse Fiat; la famiglia Agnelli tentenna di fronte alla prospettiva di versare 600 milioni nelle casse del gruppo sotto forma di aumento; le banche, almeno qualcuna (il Sanpaolo Imi in testa) non intendono accrescere la propria esposizione verso l’azienda o gli azionisti; ma un aumento che non sia sottoscritto integralmente da Ifi e Ifil minaccia di modificare l’assetto azionario della Fiat spa, con il risultato di offrire a General Motors l’occasione tanto attesa per dichiarare decaduto il «put» e abbandonare il Lingotto nelle mani di azionisti e creditori. Da Detroit, intanto, sono arrivati per ora solo segnali di conforto sul fronte industriale. «L’incontro di New York - ha detto Fresco - da questo punto di vista è andato bene. L’importante è che la collaborazione industriale vada avanti, perché se va avanti si rafforza e poi le altre cose sono conseguenze inevitabili». Ma, sul breve termine, l’ottimismo non vale. «Non mi inoltro in discorsi finanziari - ha ammesso Fresco - perché quando avremmo qualcosa da annunciare lo diremo. In questo momento non ce l’ho». Poche ore dopo questa dichiarazione Paolo Fresco ha reso pubblica la staffetta. Nessuna reazione, per ora, dal quartier generale di Umberto Agnelli, in corso Matteotti salvo la precisazione che il dottore è stato informato della decisione di Fresco già nella scorsa settimana, prima della partenza della squadra Fiat per la missione americana. In Fiat Umberto era entrato nel 1968, a 34 anni, dopo un’esperienza alla Fiat France. A lui è toccato il ruolo di ad negli anni Settanta, uno dei momenti più difficili nella storia del gruppo. Nel 1993, secondo le intenzioni dichiarate del fratello Gianni, Umberto Agnelli avrebbe dovuto assumere l’incarico di presidente. Ma alla fine, complice il veto di Enrico Cuccia, la spuntò Cesare Romiti. Modificato da - moderatore on 2/27/2003 19:36:37 Modificato da - moderatore on 2/27/2003 19:56:56

 

  By: gianlini on Venerdì 21 Febbraio 2003 11:44

Stock: FIAT

E' curioso notare che Fiat si disintegra proprio quando al governo è un personaggio non proprio simpatico all'establishment DC-ULIVO-Quercia e para-Mediobanca di un tempo....