I conti non tornano

si stanno ora facendo dei calcoli di quanto possono essere le perdite totali - gz  

  By: GZ on Domenica 01 Luglio 2007 21:08

Dopo che questi due fondi hedge a NY più altri due questa settimana hanno chiuso causa perdite sui CDO (derivati creati sui mutui) si stanno ora facendo dei calcoli sulle perdite totali nel mondo Bloomberg ha un pezzo che riporta i numeri, si va dai 125 ai 250 miliardi di perdite stimate sparse tra banche, fondi pensione, fondi hedge ed assicurazioni e CHE NON SONO ANCORA STATE RICONOSCIUTE I derivati sui mutui infatti, a differenza di azioni e bonds, NON SONO TRATTATI sul mercato, sono nei bilanci a un valore teorico calcolato su modelli matematici. Questo perchè nessuno li ha mai rivenduti finora, ma una volta che li vendi vengono fuori i prezzi di mercato e sono molto più bassi di quelli teorici. Oppure se Fitch, S&P e Moody abbassano il rating a questi CDO, cosa che finora non hanno fatto La matematica è che ci sono in America 800 miliardi di mutui di qualità scadente (su un totale di circa 9.000 miliardi di mutui)e le perdite dovute al fatto che la gente fa fatica a pagarli saranno dal 15% al 25% circa. Un altro dato è che nel 2006 si sono venduti CDO per 375 miliardi e il 45% erano basati su mutui "tossici" per cui approssimativamente puoi stinare che un 150 miliardi sono a rischio solo sulla base del 2006. Poi c'è la questione di che leva finanziaria usassero per comprarli, nel caso dei due fondi saltati questa settimana con 900 milioni compravano circa 7-8 miliardi di questa roba. Anche se la storia è già nota l'effetto si sentirà nei prossimi mesi perchè quasi nessuno ha ammesso finora le perdite e tutti aspettano i downgrade ---------------------------------- ...Rosner estimates that collateralized debt obligations, which have packaged thousands of bonds and derivatives into new securities, will lose $125 billion. Institutional Risk Analytics, a Hawthorne, California-based company that writes computer programs for accounting firms, says 25 percent of the face value of CDOs is in jeopardy, or $250 billion. ^Losses may rival the savings and loan crisis of the 1980s and 1990s#. http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=aN4sulHN19xc&refer=home^ The Resolution Trust Corp., formed by the U.S. government to resolve the thrift crisis, sold $452 billion of assets at a cost to taxpayers of about $140 billion...# CDOs are created by taking bonds, loans and other securities, pooling them together and chopping them into new securities with ratings ranging from the safest AAA to ones so risky they have no rankings. Investors snapped up $500 billion of the securities globally last year because they typically yield more than bonds with the same credit ratings. Sales of CDOs have risen five-fold since 2001, according to JPMorgan Chase & Co. Higher Yields One reason for the higher yields on some CDOs is that subprime-related debt made up about 45 percent of the collateral backing the $375 billion of CDOs sold in the U.S. in 2006, data compiled by Moody's and New York-based Morgan Stanley show.... ...Some investors say the ratings companies are waiting too long before downgrading the mortgage bonds and the CDOs that contain them. They noted that S&P and Moody's maintained their investment-grade ranking on Enron Corp. until days before the Houston-based energy trader filed for bankruptcy. ``That's like saying these trees are just fine as there's a forest fire on the other side of the hill,'' said James Melcher, president of money-management firm Balestra Capital Ltd. in New York, who runs a $105 million hedge fund..

 

  By: Fortunato on Martedì 12 Giugno 2007 01:06

Magari zibordi fosse solo colpa dell'oppio. Ad ogni modo meglio così, mi creda! Un saluto cordialissimo. Fortunato

Commercio con la Cina e oppiacei - gz  

  By: GZ on Martedì 12 Giugno 2007 00:41

A fare tutto questo commercio ora con la Cina si vede che arriva anche dell'oppio e si soffre di allucinazioni i gestori parlano tutti di crescita al 2% e rotti in America e di inflazione al 2% e rotti e usano questi numeri per dire di comprare in borsa, ma sono effetti degli oppiacei La crescita reale del PIL USA reale è già ZERO e l'inflazione tra il 3 e il 4% mentre il debito cresce ogni mese Se hai un paese che ha deficit esteri pari al 6-7% del PIL, un debito del consumatore pari al 115% del PIL e una crescita monetaria del 12% circa annuo (che crea inflazione) ... bisogna che ci sia crescita, altrimenti come paghi gli interessi, visto che sei costretto a tenere i tassi in dollari al 5.25% annuo ? Nonostante questo indebitamento e creazione di credito e moneta invece gli USA hanno ora una crescita ufficiale del PIL che è scesa ora allo 0.6% (ultimo dato di maggio) e scopri ora che nemmeno questo 0.6% è vero, più probabilmente la crescita reale è gia a zero o negativa Nonostante questo l'inflazione resta al 3% ufficiale e ogni mese accumuli altro debito, estero e delle famiglie (e anche del governo e delle aziende che non scherzano). Se chi accumula debiti ha crescita zero del reddito come paga un 5.25% in dollari ? Non possono mica puntare sulla svalutazione del dollaro altrimenti c'è il crac del sistema mondiale, mezza asia e il medio oriente sono legati al dollaro, è per questo che tengono i tassi al livello assurdo del 5.25% nonostante crescita zero del PIL. Il grosso dei bonds americani li hanno già venduti all'estero, gli esteri hanno un 50-55% dei treasury (in totale) e un 35-40% di quelli immobiliari e corporate, ma non è che possono comprarsi l'80% di tutte le obbligazioni americane no ? Questo mese alle aste dei treasury bonda a NY cinesi, giapponesi, coreani, arabi e fondi europei hanno comprato invece del solito 50% solo un 12% delle emissioni di treasury. I tassi dei bond sono saliti immediatamente di uno 0.4% circa e le borse hanno dato indietro un -5%, metti che accada per tre mesi di fila, i tassi salgono di un altro 0.8% e le borse danno indietro un altro -10 o -15% come ridere

 

  By: gianlini on Martedì 12 Giugno 2007 00:09

Beh, ma se diminuisce il PIL USA perche' delocalizzano, vuole dire che aumenta invece il PIL cinese o quello indiano. Poggio e buca fan pari, col vantaggio che la Cina o l' India probabilmente ora hanno piu' dinamismo degli Stati Uniti e che, come dice l' articolo aumenta pure la produttivita' (e' vero). -------- il vantaggio di chi? degli indiani e dei cinesi, non degli statunitensi... è vero che nei piani alti delle aziende tutto è sempre migliorato, però è anche vero che se la base si ribella.....magari preferisce una Procter & Gamble che fa meno utili, ma che almeno produce in US

 

  By: Esteban on Lunedì 11 Giugno 2007 23:55

Mah ... Penso che molto del debito sovrano emergente è denominato in $ . Se il $ cala e i tassi aumentano , dipende di quale paese è ma comunque aumenta il rischio e si erodono i margini.

 

  By: Gano* on Lunedì 11 Giugno 2007 23:21

Beh, ma se diminuisce il PIL USA perche' delocalizzano, vuole dire che aumenta invece il PIL cinese o quello indiano. Poggio e buca fan pari, col vantaggio che la Cina o l' India probabilmente ora hanno piu' dinamismo degli Stati Uniti e che, come dice l' articolo aumenta pure la produttivita' (e' vero). Non ci credo che a livello governativo questo non lo sapessero. D' altronde l' utile delle aziende USA aumenta ma "helps explain why wage growth for most American workers has been weak,". Si ritorna sempre li'. Chi ne fa le spese e' sempre il solito Joe Sixpack (come affettuosamente viene chiamato oltreoceano l' americano medio). D' altronde sara' proprio per il suo sacrificio se il debito americano si ridurra', se Cina ed India diventeranno enormi mercati del futuro e se la prosperita' potra' continuare a livello globale. Un eroe.

 

  By: Esteban on Lunedì 11 Giugno 2007 23:00

^Why Falling Bonds Are Good For Gold#http://gold.seekingalpha.com/article/37760?source=feed^

Il "PIL fantasma" degli Stati Uniti - gz  

  By: GZ on Lunedì 11 Giugno 2007 14:50

la storia di copertina di Business Week è sul "PIL fantasma" degli Stati Uniti cioè sulla scoperta che alcuni economisti hanno appena fatto che le statistiche del PIL e produttività americane sono inflazionate In sostanza quando si spostano migliaia di fabbriche in Cina, Messico e India come è successo negli Stati Uniti negli ultimi 10 anni i dati ufficiali di prezzi all'importazione e poi di PIL e produttività vengono falsati perchè non sono stati impostati per tenere conto di questo fenomeno. In estrema sintesi se chiudi una fabbrica in america che produceva per 1.500$ e la riapri in Cina dove produce per 1.00$ lo stesso prodotto questo cambiamento viene riflesso nella contabilità economica ufficale degli USA come un aumento di produttività americana (!!) e non viene rilevato come perdita di PIL (leggere il pezzo per i dettagli) Finora il governo e il big business hanno risposto alle critiche sulla delocalizzazione citando appunto buone statistiche del PIL e produttività, ma si è scoperto ora che sono in buona parte distorte L'implicazione è che ^il PIL USA è più basso di quello che mostrano le statistiche e così la produttività#http://www.businessweek.com/magazine/content/07_25/b4039001.htm^ e l'America che al momento cresce a meno dell'1% è probabilmente è già in recessione da un anno o due, non ce se ne accorge solo perchè l'S&P 500 è fatto di società che fanno il 55% degli utili all'estero e perchè il consumatore si è caricato di circa 5.000 miliardi di debiti dal 2002 per continuare a spendere La sostanza è un altro pezzo del puzzle su cui insisto avvertendo del crac prossimo venturo: la crescita della Cina, India (ma anche messico, brasile e simili) avviene in buona parte a spese dei paesi occidentali, in particolare degli USA che sono quelli che hanno letteralmente chiuso metà del loro settore manifatturiero. E' solo questione di tempo ma i costi di questa politica stanno per scatenare un inevitabile reazione protezionista

Short le società piccole americane - gz  

  By: GZ on Giovedì 12 Aprile 2007 15:19

Bloomberg riporta oggi che la posizione al ribasso sulle società piccole americane, quelle che sono nell'indice Russell 2000 ad esempio, è salita a 5 volte quella sulle società grandi che formano l'S&P 500 ed è la maggiore dal 2003 Le 2000 società che sono nell'indice Russell 2000 costano oggi 40 volte gli utili, cioè quanto costava l'S&P nel marzo-aprile 2000 al picco della bolla dopo di che perse un -50% e di contro le società grandi costano invece solo 17 volte gli utili. Dal minimo del 2003 il Russell è salito infatti del +145% contro un +86% dell'S&P 500 Dato però che ora l'economia USA sta rallentando sensibilmente, che le società piccole esportano meno delle grandi, sono meno diversificate e quindi hanno oscillazioni maggiori nel business, hanno meno accesso al credito e più debito, sembra assurdo che vengano valutate 40 volte gli utili e molti gestori astuti ^vanno short il Russell 2000#http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601084&sid=aVLV6bFaOyi8&refer=stocks^. Ovvio che puoi interpretare questa mega posizione al ribasso al contrario ecc... ma è messa in piedi da gente come Peter Thiel (quello che è diventato miliardario fondando Paypal e poi ha creato un hedge fund che dal 2002 è su del +240%). --------------------------------------- Short Sellers Target Small-Company Shares as U.S. Growth Slows By Michael Patterson April 12 (Bloomberg) -- Short sellers are increasingly betting against shares of America's smallest companies, and some of the biggest U.S. investors are equally pessimistic. Short positions in companies in the Russell 2000 Index, which have a median market value of $669 million, jumped last month to the highest since at least September 2003, according to Citigroup Inc. Short sellers, who bet on stock declines, are targeting so-called small-cap companies after they outperformed the Standard & Poor's 500 Index for the eighth straight year. Bank of America Capital Management, JPMorgan Private Bank and LPL Financial Services, which manage about $1 trillion, are bearish on smaller companies too. They say large-company stocks are cheap relative to earnings and will outperform small caps this year as the U.S. economy slows. Decelerating growth at home favors bigger companies, which get more of their revenue from abroad, the investors say. ``The greater the growth scare here in the United States, the more pressure on small caps,'' said Joseph Quinlan, who helps oversee $540 billion as Bank of America's chief market strategist in New York. ``You want to be in large-cap stocks.'' The percentage of shares sold short in the Russell 2000, a small-cap benchmark, was more than five times greater than in the S&P 500, consisting of companies with a median value of $13.6 billion, according to Citigroup. Short sellers borrow shares from stockholders and sell them, hoping to repurchase them at a lower price later to return to the holder. Shorts' Targets Their biggest targets among small caps as of mid-March included Accredited Home Lenders Holding Co., a mortgage lender, and Take-Two Interactive Software Inc., a video-game maker, according to monthly data from stock exchanges. The Russell 2000 has outperformed the S&P 500 every year since 1998. Since the current bull market began in October 2002, the small-company index has climbed 147 percent, almost double the S&P 500's 85 percent gain. This year, the Russell 2000 has gained 2.6 percent, while the S&P 500 has advanced 1.5 percent. Companies in the Russell 2000 sell on average for about 40.1 times earnings for the past year. S&P 500 members are valued at about 17.2 times. The gap between those two price- earnings ratios is the widest since May. ``It's not a surprise to me that some smart guys on the other side may be selling or shorting some of these stocks with the anticipation that they'll come back to a more reasonable price level,'' said Mark Keeley, who helps manage the $4.2 billion Keeley Small Cap Value Fund, which has beaten 98 percent of its peers in the past five years. ``That's not a bad bet.'' Thiel's Bet About 9.6 percent of the shares available for trading in the Russell 2000 were sold short in March, according to data compiled by Nicholas Gulden, head of U.S. portfolio trading strategies at Citigroup. That compares with a 1.9 percent short interest in members of the S&P 500. Peter Thiel, chief executive officer of Clarium Capital Management in San Francisco, is among the hedge fund managers who are betting the S&P 500 will outpace the Russell 2000. ``The way to trade equities at this point in the U.S. is short the Russell and go long the S&P,'' said Thiel, who manages about $2.1 billion. ``

 

  By: GZ on Giovedì 15 Marzo 2007 00:54

Il compenso medio di chi esce dalla Business School (gente che ha una laurea e due anni di lavoro più i due anni di B-School quindi 27-28 anni in media) è ora 183-186 mila a Harvard e Stanford e probabilmente un 150 mila nelle altre minori. Questi non sono dei direttori o managing directors, ma vanno prevalentemente in finanza dove pagano così ----------------------------- MBAs May Get Record Pay as Citigroup, Goldman Recruit (Update1) By Brian K. Sullivan and James M. O'Neill March 13 (Bloomberg) -- Wall Street recruiters can be as aggressive as professional football players, says Chris Eitzmann, who will receive his master of business administration degree in May from Dartmouth College's Tuck School of Business. ``Once given the offer, you are getting anywhere from two or three to four phone calls a day,'' said Eitzmann, 29, who graduated in 2000 from Harvard College and spent three years in the National Football League. ``They want to know if they can talk to your wife. Can they have their wife talk to your wife?'' Competition for MBAs from banks such as New York-based Citigroup Inc. and Goldman Sachs Group Inc. may push starting- pay packages above last year, when graduates averaged a record $186,174 in total compensation at Harvard Business School and $183,000 at Stanford University's Graduate School of Business. It also is prompting universities to crack down on the timing and number of on-campus recruiting events. ``There has been a tremendous uptick in the companies' presence on campus,'' said Roxanne S. Hori, director of career services at Northwestern University's Kellogg School of Management in Evanston, Illinois. Banks and consulting firms are particularly active, she said.

 

  By: Gano* on Martedì 13 Febbraio 2007 09:53

Con l' inflazione al 2% l' ultima cosa di cui ti preoccupi e' il rischio che questa salga. Magari temi piuttosto la deflazione. A meno che tu non sappia che l' inflazione REALE e' molto piu' alta...

 

  By: defilstrok on Lunedì 12 Febbraio 2007 16:54

...perché, tassi d'interesse allo 0,25% non sono altrettanto ASSURDI?

 

  By: Gano* on Lunedì 12 Febbraio 2007 16:37

Il curioso e' avere un' espansione della massa monetaria di queste proporzioni con l' inflazione che resta inchiodata al 2%. Non solo, trovo curioso anche che i banchieri centrali considerino "alta" un' inflazione che superi di poco il 2%.

 

  By: Mr.Fog on Lunedì 12 Febbraio 2007 15:07

In Europa si continua a dare troppo valore all' M3 -------------------------------------------------- Se riduci le tasse ed abbassi i tassi hai in automatico un aumento del reddito e della disponibilita' delle aziende ad investire. Se nello stesso tempo non aumenti la massa monetaria, ti ritrovi con i tassi che premono per salire. Se continui ad aumentare la liquidita', ogni azione da parte dei privati (consumano di piu') e da parte delle aziende (investono di piu') viene annullata. L'america e' ora in questa situazione. C'e' un punto pero' oltre il quale, gli effetti del maggior reddito si esauriscono, i consumi si contraggono e le aziende con eccesso di capacita' cominciano a non investire piu'. Anche se abbassi ulteriormente i tassi ed aumenti la liquidita' il sistema non reagisce. Il giappone non ne e' ancora uscito. Se non ti curi di quanto l' M3 sta salendo, rischi che l'inflazione sia l'ultimo dei tuoi problemi.

 

  By: GZ on Lunedì 12 Febbraio 2007 11:27

in Giappone hai una situazione pecualiare in cui vedi i tassi allo 0.25% e pensi che stiano facendo una politica espansiva, ma tutto il resto, tasse, spesa pubblica e massa monetaria li stanno riducendo da due anni stanno alzando le tasse e riducendo la spesa pubblica in modo drammatico, tipo un -3% del PIL annuale, perchè dopo aver lasciato gonfiare il deficit pubblico per dieci anni fino al 9% annuale e al 140% cumulato si sono spaventati di colpo questa politica fiscale diventata improvvisamente restrittiva in un modo che in occidente non succede da decenni taglia le gambe al consumatore giapponese e riduce poi l'inflazione, inoltre la massa monetaria da aprile la stanno riducendo Per compensare allora hanno solo i tassi che tengono a zero e lo Yen che di conseguenza si svaluta