I conti non tornano

 

  By: Mr.Fog on Mercoledì 21 Dicembre 2005 15:32

A parte tutto l'Italia è il paese con l'età media più avanzata ,di forte e recente origine contadina (la terra, la casa)di scarsa cultura (la cultura borghese è stata distrutta dal filo-comunismo pluridecennale )di forti legami familiari con la sua catena di sussistenze e il freno ad uscirne fuori ed affrontare il mondo (persino nell'industria) -------------------------------------------------- Ma se le tue attività sono aumentate perchè non devi bilanciarle aumentando anche le passività ? ----------------------------------------------------------- Se la ricchezza è distribuita nella scala di istruzione bassa non può che ristagnare o essere consumata senza sviluppo . --------------------------------------------------------------- davvero non vi siete accorti che, a parità di lavoro, il reddito è calato? --------------------------------------------------------- Ragazzi, mi pare che state sognando una bella inflazione al 20% che redistribusca un poco il reddito e stimoli chi e' abile a prendersi dei rischi. Se vogliamo che l'Italia si smuova, deve succedere qualcosa, che cosa non so, ma da sempre gli "svenuti" si svegliano a schiaffi!

 

  By: cisha on Mercoledì 21 Dicembre 2005 15:28

Gianlini ha perfettamente ragione. Dobbiamo forse imparare dagli anglosassoni che nell'arco della vita sono abituati a cambiare spesso non solo tipo di azienda ma anche tipo di attività...oltre a fare centinaia di chilometri per recarsi al lavoro (in aereo). Le nostre società stanno dvenendo sempre meno statiche (un conto erano gli anni '50, il dopoguerra, il pil elevato, la ricostruzione e tante belle cose.. compreso il fatto che erano in pochi a "godere") Oggi siamo in molti e tutti vogliamo "tutto" o quasi. Non sappiamo più accontentarci delle cose semplici (della serie voglio andare a Roma e quindi prendo il treno. No!!! ci vogliamo andare in macchina... a tutti i costi...letteralmente parlando). Dobbiamo valutare bene quali sono le proprie reali possibilità economiche; ed allora se le cose che abbiamo non ci bastano dobbiamo essere disposti a cambiare lavoro...magari fare anche il fruttivendolo, allevare mucche e cavalli, buttarsi sul trading, ecc. ecc. a meno che uno non sia animato da una vera e propria passione per quello che sta facendo. Ci sono degli scrittori o degli scienziati che convinti di fare la cosa giusta hanno sacrificato tutta o quasi la loro vita perchè credevano nell'opera o nell'idea che stavano seguendo. Certo questi non avevano la BMW XZ5 e forse vivevano in una stanzetta riscaldata a mala pena. Solo che un bel giorno è arrivata l'ispirazione e sono diventati grandi i più grandi...del mondo. W la VIOLA.

 

  By: Moderator on Mercoledì 21 Dicembre 2005 15:22

In passato bastava il marito a mantenere la famiglia , più numerosa di oggi ; oggi lavorano tutti e due i genitori per mantenere una famiglia più piccola .Su questo non ci piove. Se il capofamiglia era laureato , la famiglia faceva 2-3 mesi di vacanza estiva ,poteva mandare all'università tutti i figli e aiutarli a comprare casa . Oggi per aiutare a comprar casa a 4 figli (oggi non ce l'ha più nessuno)occorre aver risparmiato 1 milione di euro ,avanzati dal mantenere 4 figli e moglie casalinga come allora .

 

  By: gianlini on Mercoledì 21 Dicembre 2005 14:53

e io ti ho dimostrato che per certi lavori la situazione è migliorata tantissimo Xtol dove sta scritto che a medesimo lavoro debba corrispondere negli anni medesima capacità di acquisto? non so che laurea tu abbia, ma di certo io che ho quella di ingegneria, che ai tempi di mio padre (anche lui ingegnere) mi avrebbe permesso di avere villa e due domestiche, ho dovuto rivolgermi al trading per tirar su un po' la barchetta..... (con grande disgusto del genitore ingegnere)

 

  By: XTOL on Mercoledì 21 Dicembre 2005 14:44

davvero non vi siete accorti che, a parità di lavoro, il reddito è calato? paragonate un fruttivendolo del 1960 a uno attuale. un medico del 1960, e via discorrendo.

 

  By: Moderator on Mercoledì 21 Dicembre 2005 14:00

Io e mia moglie (entrambi laureati e con rendite da affitti) galleggiamo a stento. ----------Xtol---------------- sempre il solito riscontro :in Italia la ricchezza è distribuita non secondo una gerarchia di istruzione e specializzazione : la qual cosa comporta una mancanza di sviluppo perchè ormai il progresso è in mano agli istruiti ma finanziati e compensati economicamente.Se la ricchezza è distribuita nella scala di istruzione bassa non può che ristagnare o essere consumata senza sviluppo . I tempi dell'industria col padroncino che consulta il tecnico per fare il pezzo nuovo invece di pagare l'ingegnere sono finiti.Ci sono pochi che si laureano in ingegneria anche perchè c'è poca richiesta da apparato semi-obsoleto .Dove l'industria tira c'è tanti ingegneri (Cina India Usa). Non per impicciarmi ma quanto caspita spendete !? se avete rendite da affitti avrete anche la casa in proprietà .Fatevi comprare dai suoceri o vendete le case ,che è un buon periodo per farlo ,e comprate una farmacia per tua moglie ,che tanto le spese sanitarie aumenteranno sempre di più .

il 37esimo giocatore della rosa dell'Inter - gianlini  

  By: gianlini on Mercoledì 21 Dicembre 2005 13:50

Io e mia moglie (entrambi laureati ------------ ribaltiamo il punto di vista un mio lontano parente era un discreto calciatore negli anni '50, giocava in serie B come centrocampista nella Cremonese, d'estate era tutto il giorno sui campi, e d'inverno la sera e la mattina presto nel fienile e nella stalla, si allenava qualche ora al giorno, e ogni tanto se segnava gli regalavano un po' di vino o di salumi il figlio è il 37esimo giocatore della rosa dell'Inter, non gioca praticamente mai, tranne nel turno preliminare della Coppa Italia contro il Casale, ha una BMW X5, un appartamento concessogli dalla società, dato che è un bel ragazzo ogni tanto compare in discoteca e la società per cui sfila gli regala uno o due completi a volta, stava anche pensando ad un calendario su cui comparire ma l'ingaggio di 20000 euri gli è sembrato un po' poco cmq la Marcuzzi l'ha contattato per il GF6, pare che anche con 2 settimane di permanenza nella casa il contratto con Mediaset valga 100-150.000 euri l'anno....

 

  By: XTOL on Mercoledì 21 Dicembre 2005 13:16

ma qual'è il termine di confronto ? -----------------------gz--------------- mah, forse il fatto che i genitori di mia moglie (lui fruttivendolo, lei assistente all'asilo) si sono fatti una villetta, una seconda casa, molti viaggi e si ritrovano molto denaro in banca. Io e mia moglie (entrambi laureati e con rendite da affitti) galleggiamo a stento. per dirla in dollari, mi risulta che quel che si comprava con 13 cent nel 1950 adesso costa 1 $

 

  By: GZ on Mercoledì 21 Dicembre 2005 12:03

- Roma, 21 dic - Nel mese di novembre, le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato una variazione positiva del 3% su base annuale. Lo comunica l'Istat. ''L'aumento registrato nel perido gennaio-novembre 2005, rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, e' del 3,2%'', spiega l'Istat.. ---------------------------- Ieri c'era la notizia che la Germania è al 12% di disoccupazione e l'Italia al 7% e rotti! Non è un risultato clamoroso ? Oggi che le retribuzioni italiane sono salite più del PIL e dell'inflazione. Il bollettino della Banca d'Italia mostra quest'anno che la ricchezza delle famiglie è al massimo storico, MASSIMO STORICO, il che vuole dire nel 2005 il valore delle case, titoli, azioni e altre forme di investimento ha toccato il massimo della storia italiana..... E come ne parlano sui giornali ?: (Repubblica) "....E' un quadro a tinte fosche quello tracciato dal XXIII Rapporto sul risparmio... Nel 2004 è proseguita la tendenza delle famiglie ad accumulare indebitamento lordo, giunto al 28% del Pil.." Ma se le tue attività sono aumentate perchè non devi bilanciarle aumentando anche le passività ? E lasciamo perdere il boom economico di tutti i paesi che una volta si chiamavano "in via di sviluppo" e delle borse. I media danno sistematicamente un immagine dell'economia distorta in senso pessimista per ragioni politiche e non solo. E non accade solo in Italia: negli Stati Uniti gli ultimi sondaggi indicano che il 35% della popolazione pensa che il paese sia in recessione. Questo mentre il PIL cresce al 3.7% attualmente, la spesa per consumi tra il 3 e il 4% e la disoccupazione è scesa al 6% Sicuramente c'è chi sta bene e chi sta male in queste medie, ma qual'è il termine di confronto ? Direi come si stava 30 anni fa o come si sta in altri paesi simili al nostro e non i pregiudizi politici dei giornalisti, che dovendo dirla come va detta, quando ci sono governi di destra dipingono l'economia in senso negativo

 

  By: Moderator on Mercoledì 21 Dicembre 2005 10:50

Sono talmente vecchi che le compagnie non gli possono fare il contratto. A parte tutto l'Italia è il paese con l'età media più avanzata ,di forte e recente origine contadina (la terra, la casa)di scarsa cultura (la cultura borghese è stata distrutta dal filo-comunismo pluridecennale )di forti legami familiari con la sua catena di sussistenze e il freno ad uscirne fuori ed affrontare il mondo (persino nell'industria)

 

  By: Andrea on Mercoledì 21 Dicembre 2005 10:46

Zibordi, non ho tempo adesso per leggere l'articolo e digerirlo. Approfitto dell'argomento però per esporre una mia riflessione e chiedere a tutti coloro che vorranno farlo un parere. Giorni addietro sfogliavo un quotidiano (non ricordo quale) e nella stessa pagina di notizie economiche ne ho lette due riferite alla situazione italiana. Una parlava di stagnazione dei consumi che da qualche anno sono fermi immobili sugli stessi valori. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno c'è da essere felici che non siano calati, ma crescita proprio non ce n'è. L'altra parlava di credito al consumo e di come stia crescendo, in Italia, a ritmi vertiginosi (se non ricordo male 140% anno su anno). Siccome l'immobiliare è escluso da questi argomenti mi sembra una notizia poco incoraggiante che per continuare a consumare esattamente come prima adesso ci sia sempre più gente che si deve indebitare. Il credito al consumo mi sembra una buona occasione di crescita, ma qui non ne genera, pare solo contrastare il calo! D'altro canto se la gente prendesse a prestito i quattrini per acquistare il frigo e il cellulare UMTS per investire in borsa i risparmi o fare altri investimenti, potrei anche rallegrarmi ugualmente. Invece disinvestono, eliminano l'assicurazione, consumano esattamente come prima e per farlo prendono i soldi a prestito? Siamo sicuri che il quadro sia roseo? O sono io che mi perdo dei dettagli molto importanti?

 

  By: m.apertura on Mercoledì 21 Dicembre 2005 10:35

cala dal 28 al 25 % la percentuale di chi ha sottoscritto una polizza vita ---------------------------------------------------------------------- ma questa è una notizia splendida! c'è un 3% di italiani che ha deciso di smettere di farsi derubare dalle compagnie di assicurazioni.

La summa di tutti i pregiudizi finanziari ottusi e piagnoni - gz  

  By: GZ on Mercoledì 21 Dicembre 2005 03:24

Questo è un articolo bellissimo ^"Italiani più poveri, non riescono a risparmiare"#http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanzadettaglio_news.tpl&del=20051220&fonte=LFN&codnews=43955#^ perchè concentra tutti i pregiudizi economici e finanziari ottusi e piagnoni che intasano i media e il cervello degli italiani ------------------ "....cala dal 92 all'89% la percentuale degli intervistati che esprimono un giudizio di "sufficienza" o "più che sufficienza" del reddito percepito....." ==> In Italia siamo a quasi il 90% che pensa di avere un reddito sufficiente. E' un sintomo di povertà ? Nel resto del mondo o 40 anni fa qual'era la percentuale di soddisfazione, se non si è sempre al 100% vuole dire che c'è la crisi economica ? -------------------------- "....E' un quadro a tinte fosche quello tracciato dal XXIII Rapporto sul risparmio... Nel 2004 è proseguita la tendenza delle famiglie ad accumulare indebitamento lordo, giunto al 28% del Pil...." ==> Gli spagnoli e francesi hanno indebitamento pari al 45%-60% del PIL, gli inglesi e americani al 70% del PIL, persino i tedeschi sono leggermente più indebitati, solo nei paesi tipo Cina o India le percentuali di indebitamento sono più basse !!! Perchè mai solo ai lavoratori italiani, quasi tutti proprietari di almeno una casa, dovrebbe essere negato di utilizzare del debito ?. Solo per i ricchi e Ricucci è lecito ? O solo al resto degli occidentali e non agli italiani ? ------------------------------------------------------ " "...sembrano invece ritenere i titoli a reddito fisso il miglior investimento anche per il lungo periodo........la maggior parte degli intervistati ha bocciato la Borsa: l'82% (percentuale che sale al 91 tra i giovani tra i 19 e i 29 anni)..." ==> Siamo nel 2005 ed è dal 1983 che tutti i valori degli immobili, reddito fisso e azioni stanno costantemente salendo, è stato il periodo di maggiore guadagno per gli investimenti della storia. Negli ultimi tre anni la borsa italiana ha reso un +65% totale inclusi dividendi. Per le azioni italiane come ho documentato decine di volte, negli ultimi 20 anni il rendimento totale medio, inclusi dividendi, nominale, è stato il 21% medio ANNUO, contro un inflazione media dell'8.5% annuo e mentre il reddito fisso ha reso in media sull'11% annuo (ovviamente c'erano anni di inflazione elevata) E il 91% dei giovani ritiene sbagliato investire in azioni a lungo termine !!!!! ------------------------------------------------- Italiani più poveri, non riescono a risparmiare MILANO. E' un quadro a tinte fosche quello tracciato dal XXIII Rapporto sul risparmio redatto dalla Bnl, in collaborazione con il Centro Einaudi. Gli italiani, infatti, si sentono più poveri e il loro giudizio sul reddito che percepiscono ha segnato un netto peggioramento. In pratica, gli italiani appaiono insoddisfatti del proprio reddito, desiderosi di risparmiare ma sempre più impossibilitati di farlo, timorosi rispetto al futuro e perennemente alla ricerca di investimenti sicuri, saldamente ancorati al mattone, estremamente critici nei confronti delle banche. "Il dato del 2005 - si legge nella parte del rapporto relativa al giudizio degli italiani sul reddito corrente - indica un netto peggioramento, che riporta la valutazione sul reddito corrente al valore medio del periodo 1993-1996, uno dei periodi più difficili per l'Italia". In particolare, è scesa dal 92 all'89% la percentuale degli intervistati che esprimono un giudizio di "sufficienza" o "più che sufficienza" del reddito percepito.Nello stesso tempo, nel 2005 sono aumentati dall'8,3 al 10,6% coloro che ritengono di avere un reddito "insufficiente" o "del tutto insufficiente". Le valutazioni negative si accentuano in riferimento al reddito futuro, dell'età della pensione. Infatti scende dall'11% dello scorso anno all'8% la percentuale di chi ritiene che al momento della pensione disporrà di un reddito "più che sufficiente". I giovani sono tuttavia più ottimisti: nella fascia tra i 20 e i 30 anni solo il 10% ritiene che al momento della pensione avrà un reddito insufficiente o del tutto insufficiente (percentuale che tra chi ha tra i 50 e i 60 anni arriva al 27%, e sale al 47% per chi ha oltre 60 anni). Di pari passo, gli italiani si indebitano di più e risparmiano di meno. Nel 2004 è proseguita la tendenza delle famiglie ad accumulare indebitamento lordo, giunto al 28% del Pil. Uno scenario che vede gli italiani comportarsi sempre più come cicale, ma "per necessità, e non per scelta". Il 51,4% degli italiani - spiega infatti il Rapporto - non ha risparmiato nel 2005. Una percentuale elevata, che continua ad aumentare: era al 48% nel 2004, al 45% nel 2003, al 38% nel 2002. E non è riuscita a fermare questa tendenza la politica di riduzione delle tasse. Ma la quota di coloro che non hanno modificato il proprio comportamento è pari all'81%, perchè il taglio delle tasse "è stato di importo troppo limitato e non è stato indice di un cambiamento duraturo della politica fiscale". Le pensioni sono in cima alle preoccupazioni del risparmiatore italiano. Cala dal 28% dello scorso anno al 25% la percentuale delle persone che affermano di aver sottoscritto una polizza vita che garantirà un vitalizio, e dal 22% al 16% la percentuale di chi aderisce a un fondo pernsione di categoria. Stabile al 6,5% la percentuale di chi ha aderito a un fondo pensione aperto. Prevale il "fai-da-te" pensionistico, passato dal 42% al 49,4%. Ma c'è grande incertezza sulla pensione pubblica. Solo un giovane italiano (di età compresa tra i 19 e i 29 anni) su 100 ritiene l'importo della pensione certo e chiaramente definito. Incertezza che tuttavia non influenza le scelte attuali per il 51% degli intervistati, percentuale che sale al 60 per i giovani. E questo spiega il sostanziale disinteresse per i fondi pensione. Alta la diffidenza verso la Borsa. Alla domanda su quale fosse l'investimento preferibile sul lungo periodo, la maggior parte degli intervistati ha bocciato la Borsa: l'82% (percentuale che sale al 91 tra i giovani tra i 19 e i 29 anni) ritiene infatti rischiosi i titoli azionari, mentre indica come attività meno rischiosi i depositi bancari (43,5%) e i Bot (43,8%). "Gli italiani non credono quindi alla teoria della diversificazione temporale - commentano i redattori del Rapporto - secondo cui i titoli azionari devono essere privilegiati per un investimento di lungo periodo poichè la probabilità di perdita sarebbe inferiore; sembrano invece ritenere i titoli a reddito fisso il miglior investimento anche per il lungo periodo". Se i depositi bancari vengono considerati una scelta sicura, tuttavia questo non significa che il rapporto tra gli italiani e le banche sia soddisfacente. I correntisti cambiano raramente banca solo perchè "le banche sono tutte uguali" (32,3%), o per evitare le salate spese di chiusura (11,6%). Rimane tuttavia stabile la percentuale di chi si dichiara soddisfatto della banca di famiglia (76,7%). Per gli italiani l'investimento principe rimane sempre il mattone: l'acquisto o la ristrutturazione della casa restano infatti i motivi principali di risparmio (27%). In rialzo, infatti, la soddisfazione nei confronti dell'investimento in abitazioni, che passa dal 54% dell'anno scorso al 62%. L'87% degli intervistati ritiene importante la possibilità di lasciare l'immobile in eredità. Cresce il grado di conoscenza dei fondi immobiliari, che passa dal 26% del 2004 al 35%.

 

  By: cisha on Giovedì 27 Ottobre 2005 19:06

Fin quando i fondi non hanno lavato bene i portafogli (vedi anche in Italia) le borse non invertono. Dopo che la maggior parte dei dati usciti sono positivi non vedo altri motivi plausibili. Se uno avesse dei polmoni forti direi che potrebbe comprare da quì alla fine della prossima settimana tutti gli indici e qualche titolo sparso....anche a caso specialmente in europa e specialmente in germania. E poi è uno spettacolo già visto da sempre ...a noi ci fanno bagnare di sangue e poi verso le 19,00 italiane (quando a WS sono sicuri che le borse europeee son tutte chiuse) ARRIVANO GLI STRONG BUY DEI SOLITI ANALISTI.

 

  By: GZ on Giovedì 27 Ottobre 2005 16:09

Dunque, metà dell'S&P 500 ha riportato le trimestrali finora e gli utili sono a +13% rispetto all'anno scorso e hanno superato le stime del 4%. Questo è il 14esimo trimestre consecutivo in cui l'incremento è non solo positivo, ma sempre superiore al 10% Dato che l'S&P 500 dal 1 gennaio perde un -2% uno può dire:"... ma se non reagisce positivamente vuole dire che ormai questo è il massimo che poteva dare.... dopo 14 trimestri ottimi ora gli utili sono al picco e da qui scenderanno e la borsa anticipa..." Resta però il fatto che a forza di salire gli utili, dato che appunto l'indice dei titoli maggiori è fermo ai livelli di novembre 2004, fanno sì che l'indice costi "poco", per la precisione è tornato a costare quanto nel 1996 (15 volte gli utili) -------------------------------------------------------------- ^Earnings reports 13% higher than last year#http://www.usatoday.com/money/companies/earnings/2005-10-25-earnings-usat_x.htm^ Nearly half the companies in the S&P 500 have reported third-quarter results, and they're already making history. So far, earnings are 13.1% ahead of last year, S&P says — marking a record 14-consecutive quarters S&P 500 companies have turned in double-digit growth. But the earnings record shattering doesn't stop there. Additionally, 69% of companies have beaten analysts estimates, up from the 62% that did it last year and the 59% that usually do, Thomson Financial says.........