La summa di tutti i pregiudizi finanziari ottusi e piagnoni - gz
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By: GZ on Mercoledì 21 Dicembre 2005 03:24
Questo è un articolo bellissimo ^"Italiani più poveri, non riescono a risparmiare"#http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanzadettaglio_news.tpl&del=20051220&fonte=LFN&codnews=43955#^ perchè concentra tutti i pregiudizi economici e finanziari ottusi e piagnoni che intasano i media e il cervello degli italiani
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"....cala dal 92 all'89% la percentuale degli intervistati che esprimono un giudizio di "sufficienza" o "più che sufficienza" del reddito percepito....."
==> In Italia siamo a quasi il 90% che pensa di avere un reddito sufficiente. E' un sintomo di povertà ? Nel resto del mondo o 40 anni fa qual'era la percentuale di soddisfazione, se non si è sempre al 100% vuole dire che c'è la crisi economica ?
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"....E' un quadro a tinte fosche quello tracciato dal XXIII Rapporto sul risparmio... Nel 2004 è proseguita la tendenza delle famiglie ad accumulare indebitamento lordo, giunto al 28% del Pil...."
==> Gli spagnoli e francesi hanno indebitamento pari al 45%-60% del PIL, gli inglesi e americani al 70% del PIL, persino i tedeschi sono leggermente più indebitati, solo nei paesi tipo Cina o India le percentuali di indebitamento sono più basse !!! Perchè mai solo ai lavoratori italiani, quasi tutti proprietari di almeno una casa, dovrebbe essere negato di utilizzare del debito ?. Solo per i ricchi e Ricucci è lecito ? O solo al resto degli occidentali e non agli italiani ?
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" "...sembrano invece ritenere i titoli a reddito fisso il miglior investimento anche per il lungo periodo........la maggior parte degli intervistati ha bocciato la Borsa: l'82% (percentuale che sale al 91 tra i giovani tra i 19 e i 29 anni)..."
==> Siamo nel 2005 ed è dal 1983 che tutti i valori degli immobili, reddito fisso e azioni stanno costantemente salendo, è stato il periodo di maggiore guadagno per gli investimenti della storia.
Negli ultimi tre anni la borsa italiana ha reso un +65% totale inclusi dividendi. Per le azioni italiane come ho documentato decine di volte, negli ultimi 20 anni il rendimento totale medio, inclusi dividendi, nominale, è stato il 21% medio ANNUO, contro un inflazione media dell'8.5% annuo e mentre il reddito fisso ha reso in media sull'11% annuo (ovviamente c'erano anni di inflazione elevata)
E il 91% dei giovani ritiene sbagliato investire in azioni a lungo termine !!!!!
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Italiani più poveri, non riescono a risparmiare
MILANO. E' un quadro a tinte fosche quello tracciato dal XXIII Rapporto sul risparmio redatto dalla Bnl, in collaborazione con il Centro Einaudi. Gli italiani, infatti, si sentono più poveri e il loro giudizio sul reddito che percepiscono ha segnato un netto peggioramento. In pratica, gli italiani appaiono insoddisfatti del proprio reddito, desiderosi di risparmiare ma sempre più impossibilitati di farlo, timorosi rispetto al futuro e perennemente alla ricerca di investimenti sicuri, saldamente ancorati al mattone, estremamente critici nei confronti delle banche.
"Il dato del 2005 - si legge nella parte del rapporto relativa al giudizio degli italiani sul reddito corrente - indica un netto peggioramento, che riporta la valutazione sul reddito corrente al valore medio del periodo 1993-1996, uno dei periodi più difficili per l'Italia". In particolare, è scesa dal 92 all'89% la percentuale degli intervistati che esprimono un giudizio di "sufficienza" o "più che sufficienza" del reddito percepito.Nello stesso tempo, nel 2005 sono aumentati dall'8,3 al 10,6% coloro che ritengono di avere un reddito "insufficiente" o "del tutto insufficiente".
Le valutazioni negative si accentuano in riferimento al reddito futuro, dell'età della pensione. Infatti scende dall'11% dello scorso anno all'8% la percentuale di chi ritiene che al momento della pensione disporrà di un reddito "più che sufficiente". I giovani sono tuttavia più ottimisti: nella fascia tra i 20 e i 30 anni solo il 10% ritiene che al momento della pensione avrà un reddito insufficiente o del tutto insufficiente (percentuale che tra chi ha tra i 50 e i 60 anni arriva al 27%, e sale al 47% per chi ha oltre 60 anni).
Di pari passo, gli italiani si indebitano di più e risparmiano di meno. Nel 2004 è proseguita la tendenza delle famiglie ad accumulare indebitamento lordo, giunto al 28% del Pil. Uno scenario che vede gli italiani comportarsi sempre più come cicale, ma "per necessità, e non per scelta". Il 51,4% degli italiani - spiega infatti il Rapporto - non ha risparmiato nel 2005. Una percentuale elevata, che continua ad aumentare: era al 48% nel 2004, al 45% nel 2003, al 38% nel 2002. E non è riuscita a fermare questa tendenza la politica di riduzione delle tasse. Ma la quota di coloro che non hanno modificato il proprio comportamento è pari all'81%, perchè il taglio delle tasse "è stato di importo troppo limitato e non è stato indice di un cambiamento duraturo della politica fiscale".
Le pensioni sono in cima alle preoccupazioni del risparmiatore italiano. Cala dal 28% dello scorso anno al 25% la percentuale delle persone che affermano di aver sottoscritto una polizza vita che garantirà un vitalizio, e dal 22% al 16% la percentuale di chi aderisce a un fondo pernsione di categoria. Stabile al 6,5% la percentuale di chi ha aderito a un fondo pensione aperto. Prevale il "fai-da-te" pensionistico, passato dal 42% al 49,4%. Ma c'è grande incertezza sulla pensione pubblica. Solo un giovane italiano (di età compresa tra i 19 e i 29 anni) su 100 ritiene l'importo della pensione certo e chiaramente definito. Incertezza che tuttavia non influenza le scelte attuali per il 51% degli intervistati, percentuale che sale al 60 per i giovani. E questo spiega il sostanziale disinteresse per i fondi pensione.
Alta la diffidenza verso la Borsa. Alla domanda su quale fosse l'investimento preferibile sul lungo periodo, la maggior parte degli intervistati ha bocciato la Borsa: l'82% (percentuale che sale al 91 tra i giovani tra i 19 e i 29 anni) ritiene infatti rischiosi i titoli azionari, mentre indica come attività meno rischiosi i depositi bancari (43,5%) e i Bot (43,8%). "Gli italiani non credono quindi alla teoria della diversificazione temporale - commentano i redattori del Rapporto - secondo cui i titoli azionari devono essere privilegiati per un investimento di lungo periodo poichè la probabilità di perdita sarebbe inferiore; sembrano invece ritenere i titoli a reddito fisso il miglior investimento anche per il lungo periodo". Se i depositi bancari vengono considerati una scelta sicura, tuttavia questo non significa che il rapporto tra gli italiani e le banche sia soddisfacente. I correntisti cambiano raramente banca solo perchè "le banche sono tutte uguali" (32,3%), o per evitare le salate spese di chiusura (11,6%). Rimane tuttavia stabile la percentuale di chi si dichiara soddisfatto della banca di famiglia (76,7%).
Per gli italiani l'investimento principe rimane sempre il mattone: l'acquisto o la ristrutturazione della casa restano infatti i motivi principali di risparmio (27%). In rialzo, infatti, la soddisfazione nei confronti dell'investimento in abitazioni, che passa dal 54% dell'anno scorso al 62%. L'87% degli intervistati ritiene importante la possibilità di lasciare l'immobile in eredità. Cresce il grado di conoscenza dei fondi immobiliari, che passa dal 26% del 2004 al 35%.