La bolla speculativa

Immobili in America: tutto Ok - massimo  

  By: massimo on Lunedì 08 Aprile 2002 18:55

Lu condivido il tuo ragionamento, ma non devi temere nessun scoppio di bolla immobiliare perchè esiste in america da decenni e da un po' anche in europa, una fortissima immigrazione che farà sempre aumentare la domanda, a meno che tu non creda che il gap coi paesi sottosviluppati possa in breve colmarsi e non è così e neppure potranno limitare l'immigrazione per via della necessità della mano d'opera a basso prezzo per non farsi distruggere l'industria manifatturiera dal terzo mondo. Ad esempio ti porto la mia meraviglia nel vedere piccole cittadine dell'entroterra USA passare da 10.000 a 300.000 abitanti in pochi anni, ad esempio negli anni 80e 90 un fenomeno di crescita fu Atlanta che passò da 500.000 a tre milioni di abitanti. Queste sono cose chè l'europa non conosce, ma in america avvengono unpo' per l'immigrazione regolare e non ( altrimenti chi li costruisce i grattacieli? non crederai che lo facciano gli americani) e molto anche perchè ben il 20% della popolazione americana è NOMADE, nel senso che si spostano continuamente secondo quale è il posto dove aumenta l'occupazione, prima era il mid west , poi la west coast ed ora stanno nascendo nuovi poli di attrazione che faranno rimaneree deserte e senza valore molte case facendo aumentare prezzi e nuove abitazioni in altre, solo che in america non è come qui che rimangono centri storici più o meno abitati, ma rimangono deserti in attesa dello speculatore che rade tutto al suolo e ricomincia il business, è successo persino nlla grande NY con l'abbandono della zona industriale a pochi passi da manhatan che 30 anni fa era il centro di produzione tessile più importante d'america ed ora nonostante i superprezzi di NY sono tutti ruderi abbandonati, ma a NY le case cvostano sempre tanto, ciao massimo

Immobili scenario giapponese - lu.luke  

  By: lu.luke on Lunedì 08 Aprile 2002 18:48

Beh, visto l'impegno (addirittura il proprietario in persona!) fornirò io la soluzione al quiz. 1) Dalle prime direttive CEE sulle scritture di bilancio ad oggi sono passati circa 15 anni, il tempo di un formidabile mercato toro. 2) Nel frattempo le procedure concorsuali hanno quasi mutato pelle: nel senso che hanno determinato - in luogo della liquidazione - forme di sopravvivenza ultra vires delle imprese in decozione. 3) A questo si deve unire il fenomeno dell'espansione dei mezzi di formazione del credito: ciò che una volta era la cambiale, adesso è una serie di strumenti indefiniti (fino a dove arriva l'umana fantasia...) il più comico dei quali è quello definito della "cartolarizzazione" 4) Prima o poi però i nodi verranno al pettine: le aziende nel 2000/2001 hanno svalutato il magazzino e nel prossimo biennio toccherà a crediti e partecipazioni - che in fondo sono sempre crediti. 5) Intanto le stesse aziende hanno trovato l'uovo di Colombo: acquistando immobili si sono garantiti, vista la dinamica dei prezzi, un asset patrimoniale che garantirà le equazioni di bilancio compensando gli sbilanci derivanti dal punto 5). Il problema è duplice: a) gli immobili generano RENDITA e non REDDITO, b) prima o poi dovranno essere venduti e non è detto che i prezzi di realizzo sul mercato saranno tali da remunerare i costi attuali. Le implicazioni? Semplice: io non investo, ma consolido il mio capitale di rischio. Quindi non cresco come attività, anzi la sto decisamente contraendo. E' la legge del capitale così come descritta da Marx quasi 150 anni fa. Quella in immobili è accumulazione improduttiva, vale a dire esproprio dei mezzi di produzione. E non è un'eresia: lo si vede in borsa. Perchè è inutile comprare Olivetti e Tim se il suo titolare invece di pianificare investimenti e generare cash flow preferisce proteggere il patrimonio acquistando case e palazzi. A quel punto invece di comprarmi azioni, mi compro direttamente la casa. Solo che alla fine - quando l'avremo comperata tutti la casa - gli immobili non interesseranno più a nessuno. E allora boooooooooom... come in Giappone. Luke qui castigat mores Modificato da - lu.luke on 4/8/2002 16:52:7

 

  By: GZ on Lunedì 08 Aprile 2002 18:16

Beh... però il boom degli immobili è generale in tutto l'occidente e riguarda sia le imprese che i privati, sia l'america che l'europa è una seconda bolla speculativa se si vuole dovuta all'eccesso di liquidità creata dalla FED che al momento non ha sbocchi in borsa e da qualche parte deve andare a finire non capisco bene l'implicazione Ignazio de Loyola (cacciatore di eretici)

 

  By: banshee on Lunedì 08 Aprile 2002 16:32

Ho dato un'occhiata al grafico daily degli ultimi tre anni di Pagnossin. La tazza col manico non la vedo molto bene; o almeno, mi sembra molto sporca! Quel che mi sembra di vedere, invece, a partire da settembre 2001, è un triangolo rettangolo con base a 2,8, e cateto che va da 2,8 a 3,4. Mi sembra che tale figura stia per completarsi, e forse voglio solo illudermi, ma penso che possa valere la pena di aspettare un po' per vedere da che lato della figura le quotazioni decidono di uscire. Che ne dici? In ogni caso, stop secchissimo su rottura di 2,8 € !

Chi comprerà tutti questi immobili - lu.luke  

  By: lu.luke on Lunedì 08 Aprile 2002 15:50

Stock: Euro

Visto che a forza di cacciare gli eretici sul forum non scrive più nessuno (o fose è crisi da traders?) mi permetto di sottoporre ai sopravvissuti un piccolo quiz finanziario. Come sapete, nei bilanci - anche quelli a normativa UE, in attesa di quelli a normativa Berlusconi - le poste attive sono rappresentate, per la gran parte da immobilizzazioni e crediti. Per i secondi le norme di contabilità prevedono che l'imputazione avvenga secondo regole di "prudente apprezzamento", vale a dire che ciascuno fa come crede: ad esempio l'I.N.P.S. credo che viaggi intorno ai 70.000 miliardi di sofferenze - non contabilizzate come tali - con un tasso di recupero che oscilla intorno al 3/5%. Ah, dimenticavo: si sono inventati la cartolarizzazione che è un modo di moltiplicare il credito per due senza offrire una garanzia in più di solvenza. Pazienza... Gli immobili invece vanno imputati a bilancio per il valore di costo, come cespiti attivi, ovviamente. Ora, qualcuno si è accorto che il nostro amico Tronchetti con la sua Real Estate sta acsuitando tutti gli immobili in circolazione? Si? Bene, non è il solo. Quello che può lasciare perplessi è che tutti i nostri amati capitani di industria si stiano affannando a convertire i finanziamenti che ottengono in c/capitale in immobili, piuttosto che in macchinari o in altri investimenti produttivi. Tanto più che gli immobili, ora, costano parecchio, molto più di quanto - in proporzione - vale un asset produttivo in senso stretto. Il punto è che più li paghi - gli immobili - e più il loro valore di iscrizione a bilancio compensa le partite a sofferenza, evitando il dramma della possibile e necessaria ricapitalizzazione: denaro liquido che in realtà nessuno ha, come dimostra il caso Kirch. Per di più gli immobili sono anche un formidabile veicolo di garanzia bancaria e quindi il proprietario può moltiplicare le prospettive di credito personale. Insomma: hanno visto giusto loro un'altra volta, diavoli di imprenditori! D'altra parte negli States perchè si grida alla recovery perchè... ma perchè tutti gli i cittadini americani si stanno indebitando per acquistare case e poi le vendono e poi ricavano plusvalenze e poi... e poi... C'è un problema piccolo piccolo, però. Chi comprerà tutti questi immobili che ormai chiunque può vantare a dozzine, essendosi indebitato fino al collo? Il problema è già stato studiato e risolto in Giappone nel triennio di grazia 1989-1991. Ai migliori di voi soluzioni più al passo con i tempi.