Parmalat

 

  By: panarea on Domenica 16 Novembre 2003 12:48

ho bisogno veramente di una mano, chi può aiutarmi a capire: 1 - come funziona la tassazione su un ZCB con scadenza + di 18 mesi. c'è nel DL del 97 sulla riforma del capital gain ma non lo capisco 2 - come una società di diritto italiano contabilizza la vendita di una call. La mette come debito nelle passività quale fosse una sorta di obbligazione convertibile? E x il rischio come fa? Accantona una riserva? E al 31/12 come la valuta? Idem x la vendita di una put grazie a tutti buona domenica p.

 

  By: panarea on Domenica 16 Novembre 2003 12:48

ho bisogno veramente di una mano, chi può aiutarmi a capire: 1 - come funziona la tassazione su un ZCB con scadenza + di 18 mesi. c'è nel DL del 97 sulla riforma del capital gain ma non lo capisco 2 - come una società di diritto italiano contabilizza la vendita di una call. La mette come debito nelle passività quale fosse una sorta di obbligazione convertibile? E x il rischio come fa? Accantona una riserva? E al 31/12 come la valuta? Idem x la vendita di una put grazie a tutti buona domenica p.

 

  By: panarea on Venerdì 14 Novembre 2003 22:47

ciao Angelo ho visto il buy su parmalat ma non ne ho approfittato. predico bene e razzolo male.... come sta Buzzi?

Parmalat non è Finpart - angelo  

  By: angelo on Venerdì 14 Novembre 2003 15:24

Ciao panarea, prima di tutto complimenti su Parmalat, spero che tu abbia sfruttato in pratica la tua idea. Io penso che se i titoli come Parmalat o Buzzi - per restare a un'altra nostra "passione" - non esistessero bisognerebbe inventarli, perchè creano opportunità di trading incredibili ed a rischio tutto sommato contenuto, perchè il business operativo ha buoni fondamentali (vado ad occhio, ma Parmalat a 2,185 quotava ad un EV/EBITDA di circa 4-4,5x). Vorrei però approfondire due argomenti: a) "Deloitte ha firmato quindi.........". No, non sopravalutiamo il fatto che una società di revisione firmi. Nella pratica, una società di revisione non firma solo quando è certa di un bilancio totalmente inattendibile e di una situazione di dissesto quasi conclamato (vedi ad es. Giacomelli). In tanti anni di Borsa, mi pare di ricordare pochissimi casi in cui ciò sia successo. Se prendi i bilanci Cirio dal 2001 a tornare indietro, ti accorgerai che ripetutamente la società di revisione solleva dubbi sui famosi crediti verso la controllante. Però poi terminava sempre firmando, fino all'epilogo che conosciamo. Pertanto, per chi analizza un bilancio è in realtà più importante leggere le osservazioni critiche dei revisori: solo se non sono presenti si può pensare che non abbiano trovato niente di "inopportuno" (passami il termine). b) "o vendono asset per pagare i debiti....." No, la questione è un pò diversa. Parmalat non è Finpart. Non ha una situazione debitoria pesante o insostenibile. Il problema, come è stato spiegato anche dalla stampa, è che la società dichiara di avere dirca 3,5 mln di Euro di liquidità e attività finanziarie ma 1) continua a cercare di emettere nuovi bonds per ripagare i vecchi; e questo è strano poichè - si vede facilmente - Parmalat è anche tra le società quotate che hanno la più alta produzione di "Free cash Flow", cioè della cassa che ti rimane dopo aver sotratto dall'autofinanziamento gestionale il fabbisogno per investimenti fissi e di circolante. In teoria, non dovrebbe avere nessun problema a ripagare i bonds con liquidità finanziaria + free cash flow, invece cerca sempre di emettere nuovi bonds. Come mai? E come mai, con tutto questo free cash flow, i dividendi distribuiti sono una miseria? Mistero. Se glielo chiedi abbozzano delle risposte, ma assolutamente non convincenti. 2) si rifiuta ostinatamente di dare spiegazioni su come è investita questa liquidità (nel bilancio 2002, la voce "attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni", pari a 2,5 mln di Euro era così commentata nella nota integrativa: si tratta prevalentemente di obbligazioni e altri titoli. Punto e basta). Quindi il mercato teme che il dato dei 3,5 mln di cassa non sia vero (nessuno ne parla, ma chi sono i debitori delle promissory notes?) . Che in bilancio vi siano dei buchi, nascosti in finanziarie estere, che non sono revisionate dalla DELOITTE ma da quella stessa società che un anno fa ha firmato sotto il bilancio Cirio. E teme anche che - presto o tardi - Parmalat sia chiamata a pagare per quello che è il vero problema della famiglia Tanzi. Si chiama Parmatours, ed è un tour operator in stato pre-fallimentare. Combinazione, il fondo Epicurum doveva investire principalmente proprio nel settore di attività di Parmatour. Combinazione la finanziaria di Parmalat alle Cayman era domiciliata allo stesso indirizzo di Epicurum (si sa, le Cayman son piccole!). Combinazione un avvocato di fiducia dei Tanzi era anche un consulente in Italia per il fondo. Non pare anche a te che tre indizi facciano una prova? Ciò premesso, se vogliamo agire in modo sensato, non si può limitare ad annotare queste perplessità. Bisogna anche cercare di dargli un valore, per valutare se il panico crea una opportunità di investimento. E - come hai fatto notare - una perdita di capitalizzazione di 500 mln di Euro in tre giorni era un prezzo troppo alto per le perplessità - che negli ultimi giorni sono aumentate - sulla gestione finanziaria di questo gruppo.

una lancia a favore della famiglia Tanzi - PIROPIRO  

  By: PIROPIRO on Venerdì 14 Novembre 2003 15:11

Preciso innanzitutto che non possiedo nè bond, nè azioni Parmalat, ma voglio spezzare una lancia a favore della famiglia Tanzi e contro il disonesto trattamento che la società parmense ha subito. Parlare di default ai giorni d'oggi è facile, soprattutto per i nostri grandi giornalisti economici, quelli che erano a libro paga di Gardini e che idolatravano Cragnotti, quelli che ci dicevano di comperare azioni nel 2000 e quelli che ci dicevano di comperare bond ad inizio 2003. Mia mamma dice: 'i giornali son di carta, il più pataca è chi ci guarda' e chi è romagnolo sa bene cosa vuol dire pataca. A parte gli organi di stampa e di disinformazione, mi sembra che una indagine Consob fosse necessaria ed urgente. Nel 2000 Giribaldi fu processato e condannato per insider trading quando influenzò il prezzo delle azioni HDP (ora RCS)facendole aumentare a dismisura (non mi sembra che agli scopertisti che fanno il contrario venga fatto un processo....). Sotto aspetti diametricalmente opposti, mi sembra che sia perpetrato una cosa analogamente grave. Ultimo aspetto che voglio sottolineare è come in Italia le false smentite siano ormai all'ordine del giorno e che non vengano mai punite. Esempi di 'pinocchi' eclatanti sono sicuramente i Benetton che lo scorso anno a fine ottobre smentivano un'opa totalitaria su Autostrade e poi la lanciavano il primo novembre, o quando a inizio novembre smentivano la cessione a Del Vecchio della propria quota in Beni Stabili e poi la vendevano al 10 novembre. Hanno smentito anche la vendita di Autogrill, che verrà venduta a marzo-aprile 2004 fra 13 e 15 euro.... Smentire una notizia vera, può essere grave come affermare una cosa falsa??? Negli ambienti finanziari è altrettanto efficace e quindi dovrebbe essere colpita analogamente.

 

  By: panarea on Venerdì 14 Novembre 2003 14:08

riassumo il mio pensiero su Parmalat: 1 - x la legge italiana (penso sia il TUF di Draghi ma potrei sbagliarmi) quando la società di revisione certifica la comunicazione sociale questo ha una serie di conseguenza legali forti tra cui cambiano le maggioranze per invalidare la medesima comunicazione azioni di responsabilità ect. Anche il nuovo diritto societario potenzia la forza di un bilancio certificato da un revisore esterno. QUINDI ALLA DELOITTE SE HANNO FIRMATO VUOL DIRE CHE QUALCOSA DI TRASPARENTE C'E'. Gli "appunti" come su Epicurum sono importanti, ma sono stati valutati meno. Se Deloitte, che rischia il gabbio, ci crede perchè non crederci io?? 2 - Parmalat resta una società anomala perchè la famiglia vuol tenere il controllo e x crescere ha aumentato sia le scatole cinesi che i debiti. Poca trasparenza e un sbilanciamento patrimoniale sono inevitabili (il deb è 4/5 dell'attivo). La situazione è francamente imbarazzante: o vendono asset x pagare debiti (quindi migliora il deb/attivo, la società è + piccola ma loro restano padroni) o si aprono al mercato con un mega aumento di capitale a pagamento, prendono soci e soldi nuovi, impegnandosi alla trasparenza o, terzo, continuano ostinatamente a stampare debiti, e questo è lo scenario peggiore (anche se quello che i Tanzi vogliono seguire), perchè prima o poi affogheranno. il tutto dipende dall prox loro mossa: se piazzano anche privatamente un altro bond la società presto o tardi scoppierà. dipende dai Tanzi

 

  By: gianlini on Giovedì 13 Novembre 2003 20:00

concordo pienamente, luke hanno recuperato i soldi persi in epicurum

alla fine Parmalat liquida il proprio investimento nel fondo - Luigi Luccarini  

  By: Luigi Luccarini on Giovedì 13 Novembre 2003 18:48

Lontano da me togliere meriti a chi ne ha (Panarea), ma lei mi sembra poco informato. "Non si è ancora spento il clamore delle osservazioni avanzate dai revisori di Deloitte & Touche, che spiegando di non poter valutare l’investimento effettuato dal gruppo in quote del fondo Epicurum, con sede a George Town nelle Cayman Islands (British West Indies), hanno in pratica dato il là ad una pioggia di vendite di dimensioni impressionanti (in due sole sedute sono state scambiati quasi 250 milioni di titoli, con una perdita superiore ai 10 punti percentuali), che neppure successive puntualizzazioni della società sono state in grado di arginare, che nel tardo pomeriggio di ieri un comunicato ufficiale informava gli investitori di un nuovo colpo di scena, spiegando di aver ricevuto nella tarda serata Americana di martedì “formale comunicazione da parte del fondo aperto caymano Epicurum”, che lamentava, con toni di preoccupazione e forte disappunto, la grave situazione venutasi a creare in Italia, e successivamente anche in altri paesi, in relazione a e a seguito di taluni articoli di stampa e comunicati di varia fonte, anche di natura finanziaria. Il fondo ha motivato il proprio disappunto e la propria sorpresa per la rappresentazione fornita di tale investimento da parte della stampa italiana, spiega la nota di Parmalat, con le conseguenti negative reazioni di mercato. Il fondo ha altresì lamentato che le circostanze prospettatesi negli ultimi giorni e la diffusione di notizie infondate relativamente al fondo e i negativi apprezzamenti dello stesso e del suo management formulati, pur in assenza di specifiche informazioni, da parte della stampa italiana, hanno creato grave pregiudizio e danno al fondo Epicurum, sia con riferimento all’immagine e alla operatività del fondo nel suo complesso, sia con riferimento a talune ipotesi di investimento attualmente in fase di studio, in Italia e all’estero. Pertanto il fondo avrebbe espresso la propria “forte raccomandazione che la Parmalat Finanziaria voglia aderire alla richiesta di liquidare il proprio investimento nel fondo”. A causa di tale richiesta e della grave situazione, “strumentalmente e immotivatamente creatasi”, a danno del gruppo Parmalat e del fondo, conclude la nota di Parmalat Finanziaria, la società parmense ha ritenuto di accettare". Notizia di stamattina (ieri notte per i più informati) E' andata come in quell'altro bagno, quando si annunciò e poi si ritirò un megabond nel giro di 3 giorni. Fanno tutto da Parma, fanno e disfano. E sanno quello che fanno, penso.

 

  By: GZ on Giovedì 13 Novembre 2003 18:19

complimenti a Panarea per la sua analisi di "strong buy" su Parmalat due giorni fa (il titolo e' +8%) ".........Il mercato sta ora super valutando quella cassa da morto (contabilmente parlando) che è Fiat e svilendo la povera Parmalat.. strong buy...." (spiace di distogliere l'attenzione dallo sbranarsi per o contro saddam hussein/bush..)

 

  By: angelo on Giovedì 13 Novembre 2003 18:16

Se posso dare un contributo, è vero quanto sostiene Panarea riguardo al fatto che Deloitte ha fatto due osservazioni di merito - peraltro pesanti come macigni - ma ha firmato. L'equivoco è sorto su una frase - letta da un occhio inesperto - della società di revisione: "...........diversamente da quanto effettuato sul bilancio consolidato di fine esercizio, non esprimiamo un giudizio professionale di revisione sulla relazione semestrale". Tanto è vero che l'investor di Parmalat si è affrettata a mandare agli analisti la seguente precisazione: "For your information, in order to clarify something that the market is misreading. > > the statement that says:" we do not express an audit opinion on the interim....etc" It is a usual sentence written by the auditors for the review report on the six months. This is because is their procedure to review the whole only for the year end. For your review, plaese read the auditors review report on the interim financial information for the six months ended june 30, 2002. this contains exactly the same statement, in absence of any observation on the accounts". Se nella forma Panarea ha ragione, nella sostanza le due osservazioni della Deloitte sono molto pesanti: - ci era sempre stato detto che le nelle attività finanziarie c'era solo obbligazioni con rating minimo A. Ora scopriamo che ben 1 mln di Euro è in tutt'altro genere di cose di cui - ancora una volta - l'azienda non fornisce dettagli - il discorso del contratto a termine sul cambio Euro/dollaro: l'impostazione contabile dei 90 mln di Euro di guadagno del periodo marzo/giugno è discutibile (anche se esiste un principio di prudenza del bilancio: gli utili non realizzati è meglio non portali in conto economico.......). quello su cui non si discute, è che Parmalat ha portato tra i ricavi anche i 43 mln versati dal fondo come "margine iniziale", cioè una posta che non è un ricavo ma un debito. Chiudo con una battutaccia per l'amico Panarea: quando discutevamo di teoria fonanziaria scrivevi" in un mercato efficiente, il valore di un'azienda è solo e soltanto il prezzo a cui è stato battuto l'ultimo scambio, il resto sono chiacchere." Mi fa piacere vedere che adesso ti sei convertito a chi pensa che il mercato, almeno nei momenti "importanti" è tutto meno che efficiente (tu l'hai chiamato "miope", io preferisco "emotivo" ma la sostanza non cambia di molto). Il mercato esagera sempre, ecco perchè ha un senso per noi passare buona parte della giornata davanti ad un video.

 

  By: Luigi Luccarini on Giovedì 13 Novembre 2003 18:15

Ma certo Panarea, leggiamo bene e magari mettiamoci anche un bel paio di occhiali... "Parmalat, in relazione alle notizie apparse sulla stampa relativamente alla richiesta formulata da CONSOB di integrare l’informativa da fornire in occasione dell’approvazione della Relazione trimestrale al 30 settembre 2003, che hanno provocato un anomalo andamento dei volumi e dei prezzi del titolo sul mercato, intende qui di seguito fornire le maggiori informazioni richieste, con fax inviato alla Società il 31 ottobre u.s. dalla Autorità di vigilanza, in merito alle seguenti poste di bilancio: · Attivo non immobilizzato · Prestiti obbligazionari · Participation agreement. Questo comunicato anticipa parzialmente la Relazione trimestrale al 30 settembre 2003 che verrà esaminata dal Consiglio di Amministrazione della Società nella riunione convocata per venerdì 14 novembre p.v., al termine della quale verrà diffuso al mercato un comunicato sull’andamento economico e finanziario del Gruppo. Attivo non immobilizzato I) I titoli iscritti nell’attivo circolante comprendono per 496,5 milioni di €uro le quote di un fondo comune d’investimento estero, denominato Fondo Epicurum, iscritte ad un valore pari al costo di sottoscrizione, dunque riconducibile al costo sostenuto alla data di riferimento. L’investimento nel suddetto fondo è stato effettuato nel corso dell’esercizio 2002, in considerazione di un rendimento atteso superiore alla media dei rendimenti dei titoli attualmente in portafoglio; la durata prospettica dell’investimento è di breve periodo (1-3 anni) e comunque in funzione del rendimento realizzato. Le quote del fondo sono liquidabili in tempi molto brevi valutabili in meno di 30 giorni. II) Le obbligazioni iscritte nell’attivo circolante, per un valore pari a 1.577 milioni di euro, hanno tutte un rating minimo singola A, ad eccezione dell’investimento in titoli “Sires Star”, sottoscritti nell’ambito di una operazione finanziaria con una primaria istituzione bancaria internazionale, per un ammontare di 34,2 milioni di €uro. Il pagamento degli interessi di tale titolo è garantito da una primaria istituzione bancaria internazionale. III) Nell’attivo circolante sono iscritte promissory notes per un valore pari a 572 milioni di €uro. I titoli indicati nei punti I, II, III sono stati classificati nella voce di bilancio “attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni” in considerazione della esigibilità e liquidabilità di tali titoli nel breve periodo. Prestiti obbligazionari In merito ai prestiti obbligazionari, CONSOB ha preso atto del dettaglio informativo presente nell’ultima semestrale ed ha chiesto che venga mantenuto nei futuri documenti contabili. Nei prossimi documenti contabili tutti i prestiti obbligazionari emessi dalle imprese controllate saranno classificati nella voce “obbligazioni”, prevista al raggruppamento D del passivo, anziché nella voce “debiti verso banche”. I prestiti obbligazionari emessi da imprese controllate in scadenza nel 2003 e nel 2004 per un ammontare complessivo di 550 milioni di €uro sono stati in parte riacquistati, per un ammontare di nominali 360 milioni, da un’altra impresa inclusa nell’area di consolidamento. Pertanto, alla data del 30 settembre 2003, i mezzi finanziari necessari al Gruppo Parmalat per far fronte ai rimborsi dei prestiti da onorare entro il 31 dicembre 2004 ammontano a 190 milioni di €uro. A questo ammontare si potrebbe aggiungere l’importo di 246,4 milioni di €uro, maggiorato del relativo rendimento, nell’eventualità che tutti i portatori delle obbligazioni Parmalat Soparfi SA equity linked bonds 2002/2022 esercitino, come consentito dal relativo regolamento, la richiesta di rimborso anticipato nel mese di dicembre 2004. I suddetti prestiti obbligazionari saranno rimborsati utilizzando la liquidità. Participation agreement Si tratta di operazioni di finanziamento tra società del Gruppo tramite le quali una società del Gruppo mette a disposizione una determinata somma di denaro presso un istituto di credito che a sua volta la utilizza per finanziare un’altra società del Gruppo residente in un altro Paese. Il valore totale di tali rapporti infragruppo al 30 settembre 2003 era pari a 819 milioni di US$. Le società controllate che hanno utilizzato questa forma di finanziamento intercompany sono le seguenti: o Parmalat de Mexico o Parmalat Netherlands BV o Parmalat Partecipacoes do Brasil LTDA o Parmalat de Venezuela CA o Wishaw Trading o Parmalat Capital Finance Limited o Bonlat Financing Corporation o Parmalat Soparfi SA o Eurofood IFSC Limited I vantaggi per questo tipo di operazioni sono di natura operativa in quanto permettono, con maggior snellezza, l’utilizzo di linee di credito nei vari Paesi in cui il Gruppo opera". Buon divertimento...

 

  By: panarea on Giovedì 13 Novembre 2003 18:14

andiamo piano e leggiamo bene, 1- Deloitte ha firmato con alcune osservazioni, ma ha firmato 2 - Questo ePicurum è una ca***ata che il gruppo si poteva evitare. mettiamo che i 496 milioni di euro siano oggi zero perchè spesi con le donnine 3 - la valutazione sui derivati NON E' PREVISTA DALLA NS. LEGGE E ANCORA MOLTO FUMOSA SU COME SI VALUTA (QUESTO E' IL VERO PROBLEMA DELLA FINANZA OGGI: PER ESEMPIO, NON IN QUESTO CASO, L'AVER VENDUTO UNA PUT CON LEVA GIGANTESCA MAGARI CREA UN RISCHIO IMMENSO, COME LO SI VALUTA?). Ma signori, è tutti i c***o di derivati che ha l UBS come gli valutiamo?? Oppure ha un bel rating.. insomma secondo me il mercato è miope, se Deloitte firma PArmalat è messi ancora decentemente, contabilizzando Epicurum e i derivati come zero, lo Stato Patrimoniale "regge" ancora, ma allora il bilancio Fiat l'avete letto??? Il mercato sta ora super valutando quella cassa da morto (contabilmente parlando) che è Fiat e svilendo la povera Parmalat.. strong buy MILANO, 11 novembre (Reuters) - L'investimento di Parmalat (Milano: PRFI.MI - notizie - bacheca) nel fondo Epicurum non è al momento valutabile in quanto, alla data del 30 giugno 2003, non sono disponibili informazioni dettagliate sulla situazione del fondo in grado di evidenziare il rendimento malutato. E' quanto si legge nella relazione dei revisori Deloitte & Touche alla relazione semestrale del gruppo alimentare che si conclude con un sostanziale via libera. Le quote del fondo comune di investimento, che nella relazione dei revisori non è mai citato direttamente come Epicurum, sono iscritte al valore di sottoscrizione, come già ricordato ieri da Parmalat nel comunicato con cui forniva precisazione sull'attivo non immobilizzato, comprendente anche un investimento nel fondo Epicurum per 496,5 milioni di euro. "La società ci ha informato che il primo bilancio disponibile del fondo sarà quello al 31 dicembre 2003, data di chiusura del primo esercizio del fondo stesso. Pertanto, in mancanza di tale documentazione, non è stato possibile disporre di elementi a supporto della corretta esposizione di tali attività finanziarie iscritte nella relazione semestrale del gruppo al 30 giugno 2003 e degli effetti delle operazioni effettuate dal fondo nel periodo", si legge nella relazione di Deloitte. Sotto la lente dei revisori anche un contratto di finanza derivata stipulato da una società del gruppo Parmalat con lo stesso fondo, in base al quale le parti si sono impegnate a liquidarsi trimestralmente, fino al 2007, con riferimento ad un importo nozionale di 850 milioni di euro, le differenze cambio dollaro/euro maturate rispetto ad un cambio iniziale concordato. Alla stipula del contratto, ricorda Deloitte, al gruppo è stato corrisposto un importo iniziale di circa 45 milioni di dollari che è stato interamente accreditato al conto economico del semestre tra gli altri ricavi e proventi. Inoltre, il conto economico del periodo include un provento finanziario di circa 90 milioni euro conseguente alla variazione del cambio, favorevole al gruppo, nel primo trimestre di operatività del contratto. In assenza di principi contabili nazionali sull'argomento Deloitte ha ritenuto appropriato fare riferimento ai principi contabili internazionali di prossima applicazione per le società con azioni quotate (Ias), secondo i quali i pagamenti iniziali in questo tipo di contratto devono essere inizialmente iscritti come passività. Alla fine di ogni periodo contabile successivo, i contratti derivati in corso devono essere valutati al "fair value" e, in base a tale valutazione, deve essere rettificata l'iscrizione iniziale. Pertanto, concludono i revisori, "in assenza di una valutazione indipendente del "fair value" al 30 giugno 2003 di tale contratto, non siamo in grado di confermare la correttezza della contabilizzazione dell'incasso iniziale effettuata dal gruppo". Deloitte evidenzia inoltre il ricorso al cosiddetto "decreto salvacalcio" che ha consentito alla controllata Parma Ac di iscrivere, tra le immobilizzazioni immateriali, la svalutazione dei diritti pluriennali alle prestazioni degli sportivi professionisti per un importo, al netto dell'ammortamento del periodo, di circa 215 milioni. Il gruppo, si legge nella relazione, non ha evidenziato nelle note di commento alla relazione semestrale al 30 giugno 2003 l'effetto dell'applicazione della legge. "Sulla base di quanto svolto, ad eccezione dei possibili effetti connessi alle limitazioni evidenziate nel precedente paragrafo 2 (fondo di investimento) e della carenza di informativa indicata al precedente paragrafo 4 (decreto salvacalcio), non siamo venuti a conoscenza di variazioni e integrazioni significative che dovrebbero essere apportate ai prospetti contabili consolidati e alle relative note esplicative e integrative", conclude Deloitte.

 

  By: Luigi Luccarini on Giovedì 13 Novembre 2003 18:12

Leggo e riporto fedelmente... Precipita Parmalat che scambia a 2,465 euro in calo del 4,5% con volumi elevati: oltre 20 mln i pezzi scambiati contro una media degli ultimi 30 giorni inferiore ai 5 mln. "Queste sono le conseguenze di una mancanza di chiarezza con il mercato", sostiene un analista. "Inoltre ieri e'' stata pubblicata, sul sito della Parmalat, la relazione della societa'' di revisone Deloitte & Touche - continua l''operatore - che ha dichiarato di non essere in grado di esprimere un giudizio professionale sui conti semestrali del gruppo perche'' non sono riusciti a fare chiarezza su alcune operazioni. Una dichiarazione sufficiente a seminare il panico fra gli investitori.

 

  By: xxxxxx on Venerdì 07 Novembre 2003 22:11

Assolutamente legittime le richieste della Consob. Del resto dopo il caso Cirio deve far vedere che fà il suo lavoro. Io stesso ad inizio anno avevo chiesto a Parmalat le stesse cose, ma se prendono tempo con la Consob, è pensabile che possano rispondere prontamente ad un piccolo azionista? No, infatti non mi hanno nemmeno risposto. Allora mi sono fatto i miei calcoli e ho pensato che il Tanzi ha tutto l'interesse a tenere questa montagna di obbligazioni, a fornire un'informativa insufficiente e spesso ambigua e in definitiva a far tremare i polsi ai piccoli azionisti e obbligazionisti. Alla fine della giostra ci guadagna soprattutto lui alle spalle dei piccoli azionisti (nell'ultimo mega ribasso lui comprava) e ci guadagna anche l'azionista Parmalat in generale alle spalle dell'obbligazionista visto che le obbligazioni non sono "normali" (nel senso che hanno formule che favoriscono quasi sempre l'azionista e non l'obbligazionista) e che periodicamente vengono fatte crollare per essere poi ricomprate da società controllate. A parte la condannabilità di tale comportamento, sulla quale ci sarebbe da discutere e anche tanto, penso che anche adesso ci troviamo di fronte alla solita faccenda; per cui tenendo sempre conto che in effetti il bilancio è sempre poco chiaro anche su altre faccende e che quindi non è da escludere del tutto che ci sia qualche "buco", secondo me se non se ne hanno molte (azioni) conviene tenerle, e se non se ne hanno si può fare una piccola puntatina. Personalmente, dopo aver guadagnato tanto con questo titolo in occasione dell'ultimo crollo, ero uscito del tutto, ma oggi ho deciso di rimetterci qualcosa (veramente poco). Penso che scenderà ancora, ma non c'è problema.

 

  By: Kurtinaitis on Venerdì 07 Novembre 2003 20:04

Dopo alcuni mesi di tranquillità, ricomincia la rumba su Parmalat, con l'azione a -4% e i bond in smottamento sensibile dopo che la Consob ha chiesto al gruppo di fare chiarezza sull'attivo circolante. Ad esempio il bond scadenza 2009 e cedola 5,5%, che all'epoca della crisi marzolina era sceso fino a 82 centesimi e poi pian piano si era riportato fin quasi alla parità, oggi veniva trattato in area 95. In particolare gli uomini di Cardia vogliono sapere di che cosa sono fatti i 3,5 miliardi di euro di liquidità che Parmalat dichiara all'attivo della propria situazione patrimoniale. Come scriveva ieri il Sole 24 Ore, "Parmalat dovrà fornire dettagliate descrizioni sulla composizione dell'attivo circolante, ma soprattutto sulla sua reale disponibilità e liquidabilità", parole sibilline che evidentemente sono suonate inquietanti per molti possessori di bond che oggi facevano la fila ai borsini per vendere. La risposta della società è attesa per il 14 Novembre, quando sarà rilasciata (dopo l'approvazione del cda) la relazione relativa al terzo trimestre 2003.