Riforma della previdenza per Alleanza e Mediolanum

 

  By: Moderatore on Sabato 18 Dicembre 2004 16:37

Alleanza rallenta, si smorzano le voci di fusione Dopo che Generali esclude per ora ulteriori acquisti Milano, 17 dic - Alleanza rallenta ma resta ampiamente in territorio positivo dopo cheGenerali, salita sopra al 50%, ha escluso per il momento ulteriori acquisti sulla controllata. Il titolo, spinto fin dal mattino dalle voci di fusione con la casa madre triestina, sale dell'1% a 9,8 euro dopo aver toccato in mattinata il massimo dell'anno sopra i 10 euro a 10,02. Deboli, dal canto loro, le azioni Generali che cedono l'1% a 24,3 euro Sul mercato gia' in passato erano circolati rumors su un possibile riassetto del Leone di Trieste che comprenderebbe la fusione di Alleanza con la controllante Generali e ora, a due mesi e mezzo dalla nomina di Ugo Ruffolo alla guida di Alleanza, secondo alcuni trader i tempi potrebbero essere maturi per una riorganizzazione del gruppo Generali in Italia. Gli analisti, in particolare, vedono di buon occhio una qualche forma di integrazione tra Banca Generali e Alleanza, operazione ipotizzata al momento della nomina in Alleanza di Ruffolo, grande esperto di reti. Peraltro, nel suo messaggio di insediamento in Alleanza, Ruffolo aveva individuato nell'autonomia gestionale di Alleanza e nella sua appartenenza al gruppo Generali due punti di forza "che si integrano a vicenda". Il mercato, comunque, non mostra unita' di visioni sul futuro di Alleanza. Per autorevoli broker esteri come Goldman Sachs e Morgan Stanely, ad esempio, un'aggregazione tra Generali e Alleanza e' improbabile. Secondo un analista di una primaria sim milanese, aldila' dei rumors, "il titolo e' rimasto indietro rispetto ai competitor ed e' sottovalutato". Dall'inizio dell'anno infatti Alleanza e' salita del 12% circa, mentre Ras ha messo a segno un +23% e Generali un +17%. "Le azioni della societa', considerati i fondamentali e le recenti performance - afferma l'analista - meritano di salire ben oltre i 10 euro ed e' normale che a fine anno il mercato si ricopra sul titolo". Oggi, dalle comunicazioni Consob, e' emerso che Generali ha arrotondato la propria partecipazione nella controllata Alleanza superando la soglia del 50% dal precedente 49,4%. Ieri inoltre Standard&Poor's ha assegnato ad Alleanza il giudizio "AA" come financial enhancement rating (FER), con outlook stabile. Si tratta del primo rating Fer assegnato ad una compagnia italiana, ed e' relativo alla capacita' di effettuare pagamenti tempestivi sulle transazioni con rating di Standard&Poor's. MILANO, 17 DIC - L' incremento della quota in portafoglio delle Generali nella controllata Alleanza ''fino alla maggioranza assoluta, ribadisce la strategicita' della compagnia per il gruppo Generali''. Lo afferma un portavoce del Leone in merito alla salita in Alleanza dal precedente 49,425% all' attuale 50,029%, di cui lo 0,108% senza voto, come reso noto dagli aggiornamenti Consob. L' operazione ''consente inoltre di ripristinare il controllo giuridico in Alleanza - aggiunge - condizione da noi ritenuta importante. Al momento non sono previsti ulteriori acquisti''.

 

  By: Moderatore on Sabato 11 Ottobre 2003 18:22

Stock: Alleanza

Alleanza e Mediolanum le «baciate» dalla riforma Klotz (Fpk): «La libertà di scelta, se ci sarà, favorisce le grandi compagnie come Generali Attenti alla concorrenza di banche ed estero» di Camilla Conti - 11-10-2003 "B&F" Una rivoluzione che porterà nuova linfa al business delle polizze Vita. Sono queste le speranze delle compagnie di assicurazione che dalla riforma previdenziale si attendono una spinta alla raccolta e una crescita strutturale della domanda di prodotti vita. Ma qualche rallentamento, avvertono, il sistema potrebbe subirlo se sarà attuata la riforma delle pensioni rendendo obbligatorio il passaggio del Tfr nei fondi pensione. Se ci sarà la riforma molti capitali potrebbero però andare ad arricchire i fondi pensione: oggi quando si cambia lavoro si riceve il Tfr, e in genere questo viene investito, almeno in parte, in polizze vita. Ma con la riforma chi cambia professione non riceverà più il trattamento di fine rapporto fino allora maturato, perché quella liquidità rimarrà nel fondo pensione. Va però considerato che una parte rilevante dei fondi pensione, si stima il 20-30%, sarà convogliata sui piani previdenziali gestiti dagli assicuratori. Quali saranno le compagnie che più beneficeranno degli effetti della riforma? «Sicuramente Alleanza e Mediolanum - commenta Federico Salerno, di Ubm - dove il Vita pesa per il 100% del totale raccolto, senza dimenticare che sono anche le uniche due compagnie che offrono polizze di lunga durata». Quello delle polizze inidividuali, secondo l’analista di Ubm, sarà un mercato più di nicchia ma redditizio mentre «sui fondi di pensione aperti si scatenerà la gara fra banche e assicurazioni per mettere le mani su un piatto che potrebbe valere qualche decina di miliardi». Molto dipenderà dai prodotti sui quali le compagnie intenderanno puntare, se più sulle polizze collettive o su quelle individuali. «Se ci sarà libertà di scelta - commenta Fabrizio Lualdi, di Credit Suisse First Boston - un po’tutti potranno beneficiarne, non solo gli assicurativi ma anche le banche. Alleanza è forte sulle fasce medio-basse del mercato. Mediolanum va invece a competere con Ras e Generali. Sarà poi interessante vedere quali saranno gli incentivi sui prodotti e se verranno favoriti i piani pensionistici aziendali. In quel caso sarà l’azienda a trattare con i provider e i margini cambierebbero sensibilmente favorendo gruppi come il SanPaolo Imi che può contare su ben undici fondi chiusi, o su Mediolanum e Unipol che ne hanno sei». Per Holger Klotz, di Fpk, «è ancora presto per capire gli effetti di un provvedimento i cui dettagli sono passibili di nuovi cambiamenti. Sarà interessante capire cosa succederà con il silenzio-assenso sul Tfr, quando tutti avranno campo libero e partirà la corsa alla costruzione di nuovi fondi pensione. A fare la differenza in quel caso saranno i costi. Per questo vedo meglio posizionate le compagnie come Ras, Alleanza e soprattutto Generali che può contare su un’enorme base di clientela e una forza vendita di oltre 40 mila persone. La condizione migliore per giocare un ruolo nella riforma: si fanno soldi solo se si fanno volumi. Le compagnie dovranno però fare i conti con la concorrenza delle banche che operano con costi inferiori e con i colossi inglesi e americani che possono offrire servizi di fondo pensione estremamente competitivi».