Commodities

 

  By: GZ on Lunedì 06 Agosto 2007 22:52

ogni tanto si hanno delle soddisfazioni (e la dimostrazione che andare contro il trend può funzionare) vai al ribasso di petrolio, benzina e rame perchè pensi che l'economia americana sia cotta e alla fine l'america consuma più di tutta l'asia e sudamerica e i mercati sono tutti collegati, se cede la borsa cedono anche le materie prime più legate al ciclo... e il petrolio solo oggi crolla di un -5%, solo tre giorni fa sfiorava il massimo assoluto sui 79$ a NY e toccava quello assoluto a Londra come Brent e oggi siamo a 71 dollari il barile (la benzina è venuta giù di un -25% a NY, il rame sta cedendo)

 

  By: GZ on Lunedì 09 Luglio 2007 19:25

la Boeing ha inaugurato oggi il nuovo 747 che è tutto venduto fino al 2015 circa 750 aerei, metà dell'aviazione mondiale lo compra consumerà un 20% in meno dei vecchi 747 nell'auto, camion, aerei, riscaldamento quando la gente vede che paga di più dopo qualche anno cerca di ridurre i consumi

 

  By: gianlini on Lunedì 09 Luglio 2007 19:06

Oddio i consumi di petrolio possono salire anche in presenza di una escalation del prezzo, il petrolio serve, alla fine sono gli altri consumi che dovranno diminuire

 

  By: GZ on Lunedì 09 Luglio 2007 18:50

il mondo è cambiato opppure si sbagliano di grosso dopo tre anni di petrolio sui 60-70 dollari al barile i consumi dovrebbero perlomeno smettere di salire, invece qui si pensa ora che salgano sempre pagando sempre di più ------------------ IEA warns of global oil shortage By Javier Blas, Commodities Correspondent July 9 2007 The world economy faces a tight oil market in the next five years because of a combination of accelerating consumption and output falls in mature areas, such as the North Sea, and long delays in new production projects. The warning on Monday by the International Energy Agency, the energy watchdog, comes as oil prices surge above $76 a barrel, to $2.50 a barrel below last summer’s all-time high of $78.65. The IEA said in its Medium Term Oil Market Repot that ”oil looks extremely tight in five years time” and there are ”prospects of even tighter natural gas markets at the turn of the decade”. The IEA forecast that demand will grow at an annual rate of 1.9 per cent during the next five years, to reach 95.8m barrels a day in 2012. China and other emerging countries will lead the increase in consumption. The new forecast sees oil production growth in the next five years outside the Organisation of the Petroleum Exporting Countries at 1 per cent, roughly half the rate of demand growth projections. The widening gap between demand and non-Opec supply will force Opec, the oil cartel which controls about 40 per cent of global oil output, sharply to increase its production between 2007 and 2012. The IEA estimates Opec would have to supply about 36.2m b/d in five years, from today’s 31.3m b/d. That would reduce the cartel’s spare capacity to 1.6 per cent of global demand, down from 2.0 per cent in 2007. ”Despite four years of high oil prices, this report sees increasing market tightness beyond 2010, with Opec’s spare capacity declining to minimal levels by 2012,” the IEA said. Non-Opec cumulative growth in the next five years would add 2.6m b/d of new net production capacity, down from the 4.6m b/d cumulative increase in the period 2000-07. The IEA said the smaller increase was due to falling production in mature areas – especially in the North Sea – and long delays in new production projects in other areas. UK production is set to decline from today’s 1.7m b/d to just 1m b/d in 2012. That is below the official UK governmen forecast range of 1.1m-1.6m b/d for 2012. Norway’s oil production will fall to 2m b/d in 2012 from today’s 2.5m b/d. International and national oil companies were not investing enough to compensate for those declines, the watchdog added. ”Substantially higher cash returns to shareholders stand in curious contrast to growing upstream supply tightness and essentially unchanged exploration and production effort,” the report said. Biofuels would contribute to ease the supply crunch, although would still represent a small percentage of global supply. The IEA forecasts global biofuels output to double in five years to reach 1.75m b/d in 2012

 

  By: gianlini on Venerdì 06 Luglio 2007 20:13

certo che non era un auspicio di morte, ma era poco scaramantico come intervento.... cmq mi risulta che ogni tanto le guardie del corpo le abbiano uccise, nel momento del rapimento anche perchè spesso sono dei nigeriani, quindi a valore nullo (Lagos, 20 milioni di abitanti, chi ci è stato parla dell'inferno in terra)

 

  By: GZ on Venerdì 06 Luglio 2007 19:03

non è che mi lamentavo che mancano i morti, solo che sono alcuni anni che leggo queste notizie dei rapimenti in nigeria come sottofondo del fatto che "...oggi il petrolio a NY è su di un 2.1%.." e non ricordo una sola volta che sia successo qualcosa o abbiano tenuto l'ostaggio per del tempo inoltre non si capisce perchè e come questi guerriglieri sequestrino solo un paio di tecnici occidentali alla volta praticamente ogni settimana tutto l'anno, il governo nigeriano gli concede qualcosa per l'ostaggio ? non si capisce... le compagnie e il governo nigeriano non possono permettersi con 30 o 40 miliardi di ricavi dalla Nigeria di pagare una scorta ?...

 

  By: gianlini on Venerdì 06 Luglio 2007 18:27

nessuno mai viene ammazzato, tutti ---------- speriamo bene, zibordi, per lo meno questa bimba!

 

  By: GZ on Venerdì 06 Luglio 2007 18:19

il greggio sale da un mese mentre le scorte continuano a crescere e sono ora in america le maggiori degli ultimi nove anni, allo stesso tempo la domanda in europa ed america causa l'inverno molto caldo e qualche risparmio è praticamente piatta e sale solo in asia e paesi emergenti, in totale dovrebbe salire meno del 2% nel 2007 dopo che nel 2006 è salita del.... qualcuno vuole indovinare ? ... dell'1% circa ma tutti i giorni ci sono notizie di rapimenti in nigeria e ogni rapimento vale 1 dollari al barile almeno vedi ieri con quello di questa bambina inglese che per i traders di greggio è il pretesto per spingere ancora è un mese che mi sono messo a leggere tutti i giorni le notizie sul greggio e benzina e le uniche due cose che vedo citate sono problemi di raffinerie in america in riparazione e rapimenti in nigeria, più il solito accenno alla tensione in iraq, iran e medioriente e ovviamente almeno 1 dollaro di rialzo per i falliti attentati a londra questi rapimenti in nigeria sono dozzine, uno alla settimana per quasi tutto l'anno, nessuno mai viene ammazzato, tutti tornano sempre a casa dopo dieci giorni e dato però che sono il pretesto per far salire il greggio da 60 a 70 dollari il barile e la bolletta petrolifera mondiale da 700 a 900 miliardi di dollari (circa..) viene da pensare che siano stipendiati dai paesi produttori e le società petrolifere

 

  By: defilstrok on Venerdì 06 Luglio 2007 17:44

Evvaaaaiii!! Greggio a 73 dollari!! Ma non vi preoccupate! Quando farete benzina non pensate all'inflazione e guardate al Core Index (senza Food&Energy)!

 

  By: beppe on Martedì 03 Luglio 2007 15:41

grande giveme5!!! bep p.s. ha ragione il mitico Magdi: noi non ci vogliamo bene.

Ma c'è anche un'Italia d'eccellenza. A dispetto dei politici - polipolio  

  By: giveme5 on Martedì 03 Luglio 2007 15:14

Ciò che scrivi, Este, è più che un rischio ipotetico. E' già realtà per tanti settori produttivi EU & USA; in Italia ad es. il tessile va ancora maluccio (salvo poche nicchie); l'indotto calzaturiero/pelletiero/abbigliamento e molta manifattura artigianale sono stati spazzati via; in agricoltura importiamo i pomodori (inquinati) cinesi !! Le grandi imprese delocalizzano i siti produttivi.... Che la politica non guidi e, salvo eccezioni (Sarko e Tremonti), neppure capisca questi processi che stanno impoverendo i ns. paesi è cosa che fa veramente inc....re. Però c'è una cosa che voglio dire sull'Italia: non siamo ancora spacciati, esiste un tessuto imprenditoriale di cui QUASI NESSUNO parla / si accorge / studia, CHE RESISTE. Ed è ancora esteso, compete, innova, nel silenzio e fuori dai riflettori; un'altra Italia dentro l'Italietta decadente di cui un po' tutti noi discettiamo. E' il vero motore e la speranza dell'Italia economica. Ma è come non esistesse. Perchè si tratta di imprese famigliari o di srl o medio piccole spa che spesso occupano nicchie di mercato (e spesso da leaders), che non sono quotate in borsa, che non hanno proprietà di giornali, la cui stra-maggiornaza di loro non è nei consigli d'amministrazione delle banche. Di loro non parla il Financial Times o Reuters o Bloomberg (o il Sole 24Ore, Repubblica, l'Espresso, Panorama, Il Corriere); non frequentano i salotti di Confindustria, non vanno a Ballarò o da Vespa. Non solo, hanno anche quasi tutto contro: da Confindustria alla macchina burocratica statale tra le peggiori dell'occidente (salvo l'eccezzione della Lombardia), sistema logistico vecchio, intasato e più costoso d'Europa. Con una classe politica che, anzichè supportarli (Francia e Germania docet) - o neanche sa che esistono (penso che min. 2/3 dei ns. politici non ha mai fatto esperienza d'impresa / mercato / competizione internazionale delle merci; autoreferenti, provenienti perlopiù dalla mentalità statalista-assistenzialista del centrosud); - o che pensa sia composto solo da mannelloni sempliciotti evasori (cioè come sono loro). Invece questo tessuto imprenditoriale esiste, è zeppo d'eccellenze mondiali, lotta, produce, vende, vive e qualche volta vince. Siccome conosco un po' questo mondo, pur molto ma molto preoccupato, non dispero completamente per il futuro dei ns. figli; nonostante quasi tutto remi contro. P.S. Ma quel grafico là sui costi di produzione in riduzione che roba è ? Quale realtà descrive ?

 

  By: Esteban on Martedì 03 Luglio 2007 13:29

Credo l'ultima ... Stiamo facendo come l'america , importiamo il grezzo costo Zero lire dalla cina ed il "finito" lo curiamo quì (l'etichetta e la selezione prodotto). Tra qualche anno , come è accaduto in america, saranno andate perse le capacità e le aziende specializzate, che ora vengono fatte saltare da questa globalizzazione selvaggia e delle quali tutti se ne fregano. Cioè quelli che lavorano veramente .... silurati da chi premia le integrazioni ed il valore "per fusione" virtuale ma che non produce occupazione e crea problemi all'ennesima potenza. Ci ritroveremo tra 10 anni tutti in spiaggia a fare i Vu comprà di prodotti cinesi. Pure i nostri figli , nel frattempo, come in america, daranno per scontato che gli hamburger crescono sugli alberi, perchè il latte già ce lo limitano e tra un pò pure le mucche spariranno ... Scherzo .... ma se guardo la realtà non posso fare a meno di chiedermi come si può arrivare a questi livelli Soldi ? quì in Italia dove si rideva del transgenico ed ora è una cosa normale. In argentina dicono che dopo il Default il prossimo sarà il disastro della soia trans-genica e del lifo .... non ricordo il nome, un pesticida utilizzato (pare) per far crescere senza problemi una soia transgenica con radice dna cancerogena che alla fine ha inquinato irrimediabilmente le coltivazioni ed il terreno in argentina rendendolo improduttivo. Grazie Monsanto !!!! E siccome noi Italiani pensiamo sempre di essere in ritardo rispetto all'america , magari tra un pò , dopo che i principi dei nostri avi verranno dimenticati, saremmo costretti a sposare tali assurdità e pure noi compreremo la soia dall'argentina :-).

 

  By: giveme5 on Martedì 03 Luglio 2007 12:09

Secondo questo grafico (tratto da bloomberg) del report quotidiano di Unicredit, da Settembre-Ottobre 2006 i costi alla produzione in Eurozona, quindi la spinta inflattiva, sono in calo !! Non so più cosa pensare, è un dato che va contro la mia (limitata) percezione della realtà. Come si spiega ciò ? Chi mi sa dire quale commodity si è svalutata da allora ? Non so trovarne una. E col petrolio ora a 71$. Cos'è, tutto effetto dell'avanzamento tecnologico ? O sta aumentando il numero della forza lavoro a costo 0 (sempre + schiavi nelle fabbriche di cina - vietnam - bangladesh etc. ?)

 

  By: GZ on Mercoledì 13 Giugno 2007 12:13

questo David Threlkeld è il trader che 10 anni fa denunciò la manipolazione del mercato del rame da parte di Sumitomo che poi portò al crac (sia di Sumitomo che del rame)

 

  By: GZ on Mercoledì 13 Giugno 2007 04:28

There's trickery in base metals game BRIAN MILNER Globe and Mail Update June 8, 2007 at 7:03 PM EDT Anyone who spends a few minutes chatting with David Threlkeld will come away convinced that the overheated commodities market — or at least the base metals chunk of it — is about to blow up and that any investors who stick around are about to lose their shirts. What happened to nickel this week only confirms his gloomy assessment, based on personal experience as a long-time metals trader and adviser, that the market is essentially rigged — and not in favour of ordinary investors. Nickel futures plunged nearly 6 per cent Thursday on the London Metal Exchange and another 1.4 per cent Friday to close at $42,300 (U.S.) a tonne, well off the record $51,650 reached in May. Some analysts offered the usual explanations for the sharp reversal of fortune — weaker demand, higher inventories, a long overdue market correction. And, oh yes, there was the small matter of the LME's decision to intervene in the market over suspicions of collusion among the small number of players who control the world's trading and supply. “Everybody loves to play games. And at the end of the day, you run out of room. We've seen it time after time,” says Mr. Threlkeld. Today, he runs his own trading and consulting firm in Scottsdale, Ariz., but he is best-known for exposing a multi-billion-dollar scam to corner the copper market when he was a top-drawer trader in London back in 1991. Are we witnessing more manipulation at work? Definitely, he says resignedly, and not only in nickel but the other base metals as well. “You have all these metals at absolutely stupid numbers, which is unsustainable. And the question is: When reality returns, does it return in a week or a year?” Here's how Mr. Threlkeld views what has been unfolding in nickel. Producers, hedge funds and other key participants have driven prices up and kept them artificially high, in part by withholding nickel from the market and squeezing short-sellers. The LME has rules against such manipulation, requiring holders of the metal to lend it back into the marketplace when stockpiles reach a certain level. This week, it changed those rules to cut the amount that can be kept out of the market. But no one, including the LME, really knows how big the nickel and other metal positions actually are, because a lot of the trading is done “over-the-counter,” says Mr. Threlkeld. “You can only try to guess what exposures are, and you've got no idea what bank exposures are in derivatives or guaranteed prices,” he adds. “My sense is that the LME has one foot on a land mine and one foot in a trap.” The commodities market has never been for the faint of heart. And even such perpetual bulls as Jim Rogers acknowledge that a correction in nickel and other base metals has been long overdue. “Something that has gone up that much that fast often has a significant correction. So it would not surprise me at all if nickel went down 50 per cent.” That's not a prediction, Mr. Rogers hastens to add. “I'm just saying that nickel is overdue for a tidy correction, given the scope of what's happened.” Even after the recent selloff, nickel is still up more than 500 per cent in the past five years. So a major decline would put a big dent in the profits of Canadian producers, which is why investors in resource equities always need to keep a sharp eye on commodity shifts. And not only resources. “If you get a rapid selloff , it's going to have a domino effect,” Mr. Threlkeld says. “People who have positions in metals always have positions in oil, bonds and this, that and the other thing. We'll see liquidations of those assets to deal with margin calls.” Sure, you could write off Mr. Threlkeld as yet another conspiracy theorist, of whom an inordinate number reside in the commodity world. But if you keep pumping money into metals that remain well above historic highs, you're playing into the hands of the pros who live for these times when the gullible throw money at investments they don't understand and whose risks they don't fully appreciate.