Rame, Alluminio, Nickel...minerali

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 18 Novembre 2005 12:38

Ciao Gian, non capisco..se si intendono coperti,ma non lo sono, chi paga? Perche' si paga..vero?

 

  By: gianlini on Venerdì 18 Novembre 2005 12:31

no, fog, la cina non è gianlini, quindi i margini sono intesi coperti.... d'altronde per i margini è un po' come i finanziamenti, non li danno a chi chiede 10.000 euri, ma chi ne chiede almeno 10 miliardi non ha problemi ad ottenerli.

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 18 Novembre 2005 12:28

Il commento in italiano qui sotto centra come i cavoli a merenda, -------------------------------------------------------- allora non sono impazzito, i margini c'erano (800 ml) e le posizioni stanno o sono chiuse...!?!

 

  By: GZ on Venerdì 18 Novembre 2005 10:57

Il commento in italiano qui sotto centra come i cavoli a merenda, sembra scritto da un giornalista sportivo o che viene dalla cronaca nera o politica e che non ha mai visto un mercato finanziario semplicemente i trader cinesi di rame giocano con i soldi dello stato cinese e ancora non hanno capito bene come funziona il mercato, è come se un ente statale italiano si mettesse a speculare sui derivati o cambi, probabilmente essendo soldi di tutti, della collettività, farebbe qualche guaio (adesso che ci penso la Bankitalia ha perso un sacco di soldi sui cambi del dollaro, una cifra simile in realtà a quella persa dai cinesi sul rame)

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 18 Novembre 2005 09:37

100-200 mila tonnellate ------- un buco nero di 356 miliardi di euro ------------------------------------ quindi? nessuno verra' pagato? fallira' il LME? quali le conseguenze?

 

  By: ditropan on Venerdì 18 Novembre 2005 00:58

Derivati: altro disastro Maurizio Blondet 17/11/2005 PECHINO - Il prezzo del rame è schizzato alle stelle, il signor Liu Qibing è scomparso da giorni, e il London Metal Exchange (LME) è sull'orlo di un abisso. Fatto è che il signor Liu Qibing si è esposto enormemente, vendendo «short» (allo scoperto) fra le 100 e le 200 mila tonnellate di rame. Rame che non aveva, ma che pensava di comprare dopo il ribasso: aveva scommesso infatti - questo è il senso delle vendite short - sul ribasso del metallo rosso, utilizzando alcuni dei più semplici prodotti derivati finanziari, i future e gli swap. Invece il rame è rincarato, e Liu non si è fatto più vedere. Ora, in mancanza di sue manovre, 100-200 mila tonnellate di rame dovrebbero essere consegnate fisicamente nei magazzini del LME (in Corea e a Singapore) entro il 21 dicembre prossimo. Pochi sperano che Liu riappaia e compri, ai prezzi maggiorati, quell'enorme cumulo di lingotti da consegnare, regolarizzando la sua posizione: forse è già stato inghiottito dal Laogai, il Gulag cinese; forse ha ricevuto in testa il proiettile di prammatica, il cui costo sarà addebitato ai familiari. Il guaio è che Liu Qibing non è un privato speculatore. E' il trader che opera nel settore metalli per lo State Reserve Bureau (SRB), l'ente di Stato cinese che gestisce e controlla l'approvvigionamento di materie prime strategiche. E il guaio aggiuntivo, ora, è che lo statale SRB sostiene di conoscere appena mister Liu, e di non averlo incaricato del trading. «Le sue posizioni short sono le sue, non le nostre», ha detto alla Reuter un portavoce dell'ente di Pechino. La scusa ovviamente non regge. Liu era alla Borsa Metalli di Londra da 10 anni, e tutti lo conoscevano come l'uomo del SRB. Lo Stato cinese controlla e autorizza uno per uno i privati e le aziende cinesi che operano sui mercati internazionali. Liu non può che essere stato autorizzato, non solo; aveva l'obbligo di sottoporre le sue esposizioni commerciali alle autorità regolatrici cinesi. D'altra parte, per fare commerci di tali volumi, non poteva non avere - e non esibire - le prove che la sua solvibilità era garantita dall'organizzazione per cui diceva di lavorare. Dunque, sarebbe lo Stato cinese a sobbarcarsi le conseguenze, comprando chilo per chilo, a prezzi crescenti, il rame da consegnare come da contratto. Ma Pechino sembra intenzionata a disconoscere Liu e i suoi contratti; anche se ne frattempo ha messo all'asta un po' di rame delle sue riserve strategiche con l'evidente intento (fallito) di far calare i prezzi, ed ha proclamato di avere riserve «molte volte» maggiori delle promesse di mister Liu; ufficialmente il regime continua a ripetere che il solo scopo del suo SRB è quello di «stabilizzare» i prezzi mondiali dei metalli, con interventi marginali e non con arrischiate speculazioni. Che consegni la merce nella sua totalità, è impossibile. Ecco perché la Borsa dei Metalli di Londra trema: un altro, ennesimo buco sta per aprirsi nel mercato senza regole dei derivati. A conti fatti, nel caso migliore, un buco nero di 356 miliardi di euro: tanto valgono 100 mila tonnellate di rame ai prezzi correnti. Con effetti aggiuntivi di scarsità drammatica nelle forniture industriali, crisi, chiusura di aziende, licenziamenti. E' un altro lieto risultato della globalizzazione. L'abolizione imposta del controllo sui cambi, mercati finanziari «competitivi» e «creativi» su scala mondiale, e la tecnologia informatica, hanno creato mille nuove opportunità per ogni tipo di malversazione, al di fuori di ogni controllo: il riciclaggio di denaro sporco avviene soprattutto grazie alla finanza derivata, e si calcola che vi faccia passare 3 mila miliardi di dollari: un capitale siderale che alimenta il mercato della droga, delle armi, degli esseri umani e della prostituzione, delle contraffazioni di marchi e di medicinali, la violazione dei brevetti da Paesi con sistemi legali semi-barbari quale appunto la Cina. Uno Stato delinquenziale cui sono state spalancate le porte del «mercato», perché ha «un ruolo-guida nell'economia mondiale» e (come dice il nostro ministro Fini, detto Kippà) «è impossibile isolarla». Allora va bene così; si chiama a giocare al casinò del mondo un noto baro. Ed ora, patetico, il Financial Times invita il baro di Pechino a «una maggiore trasparenza», a più «responsabilità», perché la roulette di Londra possa continuare a girare (1). Un giorno forse si potrà fare il conto di quanto la globalizzazione ha nuociuto agli esseri umani e alla stessa economia: quanti capitali ha distrutto e incenerito e quanti uomini ha ammazzato la sua disumana «efficienza competitiva». Ma oggi no: questo sistema imposto, che porta via ogni certezza della vita alle persone normali - che vedono il loro posto di lavoro emigrare in Cina e India, che vedono morire i loro risparmi in qualche speculazione in corso all'altro capo del mondo - piace ai padroni del vapore, e a loro - a qualcuno di loro - porta profitti. Il tempo non è maturo; bisognerà aspettare la catastrofe. Maurizio Blondet Note 1) R. McGregor e Geoff Dyer, «China denies links to trader», Financial Times, 16 novembre 2005.

 

  By: ditropan on Venerdì 18 Novembre 2005 00:56

il trader in oggetto ha shortato i contratti futures al LME di Londra, in particolare qualcosa come 100.000 tonnellate di rame, poichè un contratto ha come sottostante 25 ton. ... questo pazzo si è shortato qualcosa come : 100.000 / 25 = 4000 contratti futures !!! ... va bene che lavori per un governo .... ma 4000 contratti mi sembrano un pò troppi ... alla faccia del risk managment.

 

  By: cisha on Giovedì 17 Novembre 2005 16:40

A questo punto del grafico una girata su phelps dodge non ci starebbe male.

 

  By: GZ on Giovedì 17 Novembre 2005 16:32

il governo cinese è il primo consumatore al mondo di rame (qualche milione di tonneallate) ed è anche una potenza nucleare gli lasciano più margini sui futures di gianlini se lo chiedono

 

  By: gianmario on Giovedì 17 Novembre 2005 15:52

Ma io non capisco davvero:sempre sul rame avvengono i casini??? quello della Baring bank nell'88(?) e ora questo qui.Beh...se lo beccano all'aeroporto di Tokyo come quel trader inglese potremmo andare short con maggiore sicurezza!!Ma sull'oro o sull'argento non si vede quasi mai uno sbilancio di questo tipo .Non mi ricordo più chi disse(nella prima edizione di Market Wizards)che il mercato che più gli piaceva era quello del Rame:aggiungeva però che era poco liquido(ma si riferiva a NY forse)

 

  By: gianlini on Giovedì 17 Novembre 2005 12:53

e l'ente governativo cinese non subisce i cosiddetti margin calls? (a me era arrivato con fib a 21600 nel 2001 alle 10.30 del mattino ad esempio)

 

  By: GZ on Giovedì 17 Novembre 2005 12:27

lavora per SRB, l'ente governativo cinese per le materie prime, cioè per il governo cinese, ma non è che i giornalisti possono andare a Pechino e intervistare chi gli pare come a Milano o Londra sembra che per paura dei suoi superiori a Pechino questo trader abbia raddoppiato e raddoppiato le posizioni al ribasso senza dire niente sperando che il mercato cedesse

 

  By: gianlini on Giovedì 17 Novembre 2005 12:22

scusi, ma come è possibile che un trader possa aprire una posizione di tale entità senza che alla borsa nessuno sappia chi sia?? e i margini?

 

  By: GZ on Giovedì 17 Novembre 2005 11:35

......Salve, ergo visto che le notizie ormai sono uscite e i massim i storici sono stati fatti...Lei non farebbe un serio pensiero ad andare Short ora il rame ?? ... --------------------- Il Mistero del Trader Cinese consiste nel fatto che dopo aver messo in piedi una posizione ^short da 200mila tonnellate usando circa 800 milioni di dollari di un agenzia statale #http://thescotsman.scotsman.com/index.cfm?id=2248112005^ il trader è Scomparso. Addirittura l'ente cinese per cui lavorava nega sembra la sua esistenza. E' una situazione simile alla Sumitono giapponese che sul rame perse 2.6 miliardi otto anni fa. All'epoca seguivo un poco il ^rame#^ e ricordo che Soros decise di andare short il rame perchè appunto c'era sotto una mega posizione short fuori controllo e quindi una volta liquidata (ricomprando alla scadenza) il rame avrebbe dovuto collassare. Ricordo anche che il rame continuò a salire per altri due mesi e Soros perse (anche io qualche cosa) E' una cosa che richiede molta concentrazione perchè può succedere di tutto visto che l'attore principale è una società statale cinese a Pechino di cui nessuno sa niente e che nega persino che il suo trader principale sia mai esistito