La Moneta Elettronica di Stato (conti correnti presso il Tesoro che pagano interessi)

 

  By: shera on Martedì 02 Aprile 2013 02:36

Dott Zibordi mancano dei punti nella sua analisi: Il mio modello è molto più semplice: la moneta vera è quella elettronica, le banconote non sono stampate per aumentare la massa monetaria ma solo per permettere transazioni o mettere soldi sotto il materasso. La moneta elettronica viene creata con la certezza che dovrà essere riportata in banca, quindi viene meno il problema di creare credito aspettando depositi. Se lo stato accreditasse moneta alle banche invece che regolamentare il modo in cui creano moneta, cambierebbe principalmente che il rischio di credito è stabilito centralmente e non dal fantomatico Mercato. Il problema è che nella realtà il mercato non sono modelli econometrici ma piuttosto la sacca con i soldi che si prendono i manager come bonus. Quindi il meccanismo è: Credito a gogo -> bolla economica -> bonus e dividendi -> fallimenti -> tasse Infine bisogna distinguere il problema euro per l'italia, il problema globalizzazione/mafiaglobale e la deregulation bancaria: sono tre problemi distinti che si sovrappongono sull'euro, ma hanno origine diversa. Riassumendo: quei dirigenti di banca ciprioti che hanno diversificato miliardi di euro della propria banca comprando debito greco, bond greci, sirtaki bond e bond ellenici... ecco quei fenomeni quanto hanno preso di bonus e stock options? Il dollaro ha una tale diffusione, anche come titoli al portatore, che presumo il ruolo delle banche nella creazione di moneta sia in rapporto inferiore rispetto all'euro dei banchieri.... ma ci sono dati ufficiali della M3?
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

Come mai ogni tanto le banche falliscono di colpo ? - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 02 Aprile 2013 01:32

Come mai nelle banche di Cipro, che avevano perdite per circa 10 miliardi, hanno di punto in bianco confiscato interamente i depositi dei clienti sopra 100 mila euro, cioè hanno congelato o confiscato circa 40 miliardi di euro e senza preavviso ? C'è rischio che succeda ora anche con MontePaschi o Banco Popolare, ad esempio visto che arrivano sempre di sorpresa e negano fino all'ultimo ? Come mai nel 2008 metà delle banche occidentali di colpo hanno dovuto essere salvate, senza preavviso, di colpo tutte hanno fatto crac ? Come mai continuano anche oggi a saltare e vengono salvate ora, vedi MontePaschi o nazionalizzate, vedi la terza banca olandese o confiscano i depositi dei clienti come a Cipro ? Leggi le pagine del testo tradotto qui sotto e finalmente lo capisci. Il concetto chiave è: "...IL FATTO CHE LE BANCHE NON ABBIANO DENARO CHE PRESTANO MA LO CREINO SPIEGA LA FRAGILITA' DEL SISTEMA FINANZIARIO,.. ma ^il pubblico non riesce a distinguere tra la moneta che è stata risparmiata e depositata e quella che è stata creata “dal nulla” dalla banca#http://leconomistamascherato.blogspot.it/2011/05/il-trucco-di-mandraghi-la-creazione-del.html^...." Ho finalmente trovato una traduzione in italiano del capitolo di Richard Werner che ti spiega COME FUNZIONANO REALMENTE LE BANCHE. ^Richard Werner#http://www.southampton.ac.uk/management/about/staff/werner.page^ è un economista tedesco con PHD a Oxford che dirige il centro per l'analisi delle banche dell'università di Southampton e che ha inventato, nel 1994 quando insegnava in Giappone e faceva il consulente per il governo giapponese, il concetto e il termine di "Allegerimento Quantitativo" che poi in diversi modi tutte le banche centrali hanno dovuto adottare (distorcendolo da come lo prescrive Werner). Oltre a insegnare ha una società che fa consulenza e investimenti e insomma Werner è qualche spanna sopra al resto degli esperti ed economisti (deve essere per questo che i suoi testi, che in Giappone ad esempio sono best-seller, in italiano non sono tradotti. Questa qui sotto è l'unica cosa che trovi tradotta) Che io sappia solo ^Marco DellaLuna#http://marcodellaluna.info/sito/index.php?s=werner^ e il sottoscritto lo citano, i prof. italiani stile Bagnai e simili queste cose non le menzionano mai...Bagnai ad es. ha questo ^libro di 300 pagine sull'euro#http://goofynomics.blogspot.it/^ con cui ora gira l'Italia, ma pur essendo un testo sulla moneta (euro o lira) della creazione di moneta da parte delle banche non fa menzione. Per quanto riguarda la "MMT" stile Mosler-Mitchell-Wray-Gailbraith non ne parlano quasi mai, anche se quando glielo chiedo Mosler mi risponde: "ah sì, è vero...". In pratica nella MMT sembra che solo lo stato crei moneta cioè si parla di come "dovrebbe essere" e non di come è la realtà della moneta. Nella prefazione ai ^"Sette Peccati Mortali dell'Economia"#http://moslereconomics.com/2009/12/10/7-deadly-innocent-frauds/^ di Mosler ad esempio, il suo amico Gailbraith dice ... "(e anche le banche creano moneta)"... ma così di passaggio ed è l'unica menzione in tutto il libro. Ma che sia così invece lo sanno e sapevano in tanti in economia da Wicksell o Schumpeter tra quelli del passato a tanti banchieri importanti comeBernard Litaer e i migliori economisti veri, come Maurice Allais o Steve Keen che io cito qui. -------------------------------- ^"La Caratteristica Essenziale delle Banche: la Creazione del Credito"#http://leconomistamascherato.blogspot.com/2010/04/most-important-feature-of-banks-credit.html^ - Traduzione a cura di Marco Saba – http://marcosaba.be (Tratto da: ^New Paradigm in Macroeconomics, di Richard Werner, edizioni PalgraveMacmillan, 2005#http://www.amazon.com/The-New-Paradigm-Macroeconomics-Macroeconomic/dp/1403920745^; pp. 174-180) Molti dei testi di economia che trattano delle banche, ancor oggi riconoscono che esse possono “creare il credito” e i capi delle banche centrali dei paesi di lingua inglese ne parlano in termini di "credit creation". Tuttavia, pare che il significato originale di questa espressione sia andato perso. Questi libri ed autori che usano le parole “creazione del credito”, le intendono con un significato differente. I proponenti dell'odierna “visione del credito” definiscono la creazione del credito come “il processo attraverso il quale il risparmio viene canalizzato per usi alternativi” (Bernanke, 1993, p.50). Per Bernanke, la “creazione del credito” è d'altronde la “diversione” o il trasferimento di potere d'acquisto già esistente. Questo è anche il modo in cui la intendono gli economisti di altre correnti, inclusi i monetaristi tipo Meltzer (1995). Essi sono infatti tutti d'accordo nel classificare le banchec ome meri intermediari finanziari che forniscono servizi simili ed in parallelo con i mercatinon-bancari e dei capitali. [21] Chiaramente, definita così, la creazione del credito non è una caratteristica esclusiva delle banche. Di conseguenza, quanti propongono questa visione del credito, sostengono anche che gli aggregati del credito non devono essere considerati come “un fattore casuale indipendente che condiziona l'economia”, ma piuttosto: "...le condizioni del credito – misurate meglio peraltro dal premio finanziario esterno e non dalla quantità aggregata del credito – sono un fattore endogeno che aiuta a formare la risposta dinamica dell'economia ai cambiamenti nella politica monetaria. In questo modo la teoria non ha particolari implicazioni sul potere di previsione relativo dell'aggregato delcredito (Bernanke e Gertler, 1995, pp. 43 e ss.).." La rappresentazione delle banche come semplici intermediari finanziari viene tramandata dalla spiegazione della creazione del credito nei libri di testo. Questa spiegazione la dipinge come il processo costituito da prestiti successivi, da parte delle banche, intermediarie di potere d'acquisto già esistente. La Figura 12.1 riproduce la rappresentazione dei libri di testo della creazione del credito: la Banca “A” riceve un nuovo deposito di 100 euro. Se il requisito di riserva è dell'1%, i testi dicono che la Banca “A” può prestare 99 euro e depositare 1 euro presso la banca centrale come riserva. I 99 euro possono essere, tuttavia, poi ridepositati in un'altra banca, la Banca “B”, la quale a sua volta potrà prestare il 99% del deposito (98,01 euro) e trattenere l'1% come riserva. Questo processo continuerebbe fino a quando alla fine verrebbero prestati 9.900 euro in totale (nell'aggregato del sistema bancario, NdT). I libri di testo rappresentano la creazione del credito come se si trattasse di intermediazioni finanziarie successive. Secondo questa descrizione, una singola banca sarebbe incapace di creare credito da sola. --- (vedi figura a fondo pagina) --- Anche se questa rappresentazione finisce per ammettere che nel complesso il sistema bancario crea moneta, la creazione del credito sembra essere il risultato di un processo diffuso nel quale la moneta “circola” nell'economia (in linea col concetto di “velocità” nell'equazione quantitativa). La cosa più importante è che ci raccontano che ogni banca può solo prestare il 99% della moneta che ha in deposito. Questo renderebbe le banche simili agli amministratori di fondi che prestano i risparmi loro affidati e così vengono considerate dei semplici intermediari finanziari. Di conseguenza, la comprensione di Bernanke della creazione del credito come un incanalamento (successivo) del risparmiopresso gli investitori non è molto lungimirante e la maggior parte degli economisticonsiderano le banche meramente come un canale alternativo del mercato dei capitali o dialtre intermediazioni [22].Il concetto di “moltiplicatore monetario” di Phillips' (1920), che lega le riserve ed il contante ai depositi bancari (la massa monetaria) non ha aiutato molto a risolvere questa incomprensione. Tuttavia Goodhart (1989b) ha chiarito che le identità del moltiplicatore hanno “una mancanza di qualsiasi contenuto innato sia teoretico che comportamentale”(p.133) talché i conti dei processi sottostanti basati su questa “sono alla meglio fuorvianti e spesso errati”'. [23] Attraverso la nostra osservazione empirica delle banche, come nel caso degli orafi di Londra citato nei capitoli precedenti, concludiamo che la rappresentazione accademica delle azioni di ogni banca è inaccurata (Figura 12.1 ). In primo luogo, la rappresentazione frequente dell'attività delle banche come “attività di prestito” è fuorviante. La definizione di questa parola, secondo il dizionario della Lingua Italiana (2010 Zanichelli editore) è la seguente: prestare [pre-stà-re] verbo transitivo ( io prèsto) 1 .dare qualcosa a qualcuno perché la usi e poi la restituisca: Esempio: hai una penna da prestarmi?; si è fatto prestare i soldi dai genitori Come si può vedere, l'uso normale del concetto di prestito implica che un oggetto siafisicamente rimosso dall'uso di una entità A e venga posta in uso dell'entità B. Prestare indica un trasferimento di un bene esistente per l'uso esclusivo di qualcun altro. Secondo le leggi della fisica, questa è la possibilità dell'uso naturale. Tuttavia, il credito esteso dalle banche non rimuove il potere d'acquisto o la pretesa sull'uso di risorse da nessun altro agente economico. Quindi, parlando in senso stretto, non può essere descritto come“prestito”. Le banche non prestano moneta, la creano. Allo stesso tempo la “creazione del credito” non si riferisce ad una semplice intermediazione finanziaria, come recentementemolti autori hanno argomentato. Sempre secondo lo Zanichelli: creazione l'atto del creare, specialmente da parte di una divinità: Esempio: la creazione del mondo Sinonimi: genesi 2.invenzione e realizzazione di qualcosa la cosa stessa creata: Esempio: quel quadro è la sua ultima creazione3. fondazione, istituzione: Esempio: hanno annunciato la creazione di un nuovo ministero VEDI cosmogonia creare verbo transitivo (io crèo ,tu crèi) 1. far nascere dal nulla, dare vita: Esempio: Dio ha creato il cielo e la Terra. Sinonimi: generare,originare 2. comporre, realizzare; ideare, inventare: Esempio: creare un'opera d'arte; lo stilista ha creatonuovi modelli per la sfilata. Sinonimi: plasmare La parola creazione si riferisce all'atto del creare o a qualcosa che è stata inventata o prodotta. Il verbo creare indica il far nascere dal nulla, l'inventare. Se i risparmi fossero giàesistiti, il loro semplice trasferimento non potrebbe essere descritto come creazione delcredito. Quindi, l'etimologia della definizione “creazione del credito” ci rivela subito che originariamente si riferiva alla creazione di nuovo credito (moneta) che prima non esisteva. Invece di riferirsi al trasferimento di potere d'acquisto già esistente, come Bernanke lo descrive, molti autori riconobbero che descriveva l'abilità di ogni singola banca di crearemoneta “dal nulla” [24]. In accordo con questa visione alternativa, possiamo mostrare unapiù accurata presentazione della creazione creditizia nella Figura 12.2, che dipinge ilbilancio di una banca che riceve un nuovo deposito di 100 euro registrandolo come nuova passività della banca. Invece di prestare 99 euro, come raccontano i libri di testo, la bancausa i 100 euro come riserva presso la banca centrale (inserendoli nell'ATTIVO del suobilancio). I 100 euro possono ora diventare quell'1% sulla base del quale la banca puòprestare 99 volte tanto. Così scopriamo che è proprio la prima banca che può emettere unnuovo prestito di 9.900 euro. Dal momento in cui il prestito è erogato, la banca aumentasimultaneamente il suo attivo di 9.900 euro (l'ammontare del prestito, che è un attivo perla banca) ed i suoi depositi di 9.900 euro – cioè la persona o la società che riceve il prestito di 9.900 euro sul suo conto corrente – creando moneta che può ora essere spesa per effettuare transazioni. La moneta che la banca ha creato è un incremento contabile del 99% del suo bilancio (i 100 euro del deposito iniziale più i 9.900 euro di prestito/deposito). [25]In questo modo si rispetta il requisito di riserva. Contrariamente alla spiegazione usuale sul fatto che i depositanti non debbono essere investiti con le sembianze di un ruolo che essi non giocano affatto. La teoria alla quale gli economisti sono così attaccati rende i depositanti dei risparmiatori mentre essi non lo sono e non intendono esserlo; questa teoria attribuisce loro un ruolo nell'offerta del credito che essi non hanno. La teoria della“creazione del credito” non solo riconosce fatti eclatanti senza oscurarli con torbide elucubrazioni artificiali, ma porta anche alla luce il meccanismo peculiare del risparmio e dell'investimento che è caratteristico della tipica società capitalistica ed il ruolo reale delle banche nell'evoluzione capitalista. (p.1114). Anche Wicksell (1898) sapeva che ogni banca può individualmente creare denaro: "...Le banche nelle loro attività di prestito non solo non sono limitate dal capitale proprio;esse non sono limitate, almeno nell'immediato, da nessun capitale qualsivoglia;concentrando nelle loro mani quasi tutti i pagamenti, esse creano esse stesse il denaro dicui necessitano..." (Wicksell, 1907, pp.214-215). In un sistema puro di credito, dove tutti i pagamenti vengono effettuati attraverso trasferimenti nei libri contabili, le banche sono in grado di garantire in ogni momento qualsiasi ammontare di prestiti a qualsiasi, per quanto minimo, tasso di interesse. (Wicksell, 1907, p.215) Hahn (1920) enfatizza che ogni banca può creare moneta “dal nulla” e ne ha precisato le conseguenze macroeconomiche. Schumpeter (1912) si riferisce a questa creazione di nuovamoneta come se fosse equivalente all'emissione di nuovi “biglietti” per un gioco. Secondo lui, il banchiere non è in rimo luogo tanto l'intermediario del bene “potere d'acquisto”, ma piuttosto è il produttore di questo bene. Le banche creano ulteriori pretese su risorse già esistenti. La creazione di credito bancario non indirizza moneta esistente verso nuovi utilizzi, ma crea moneta nuova che prima non esisteva e la indirizza per qualche utilizzo. Questo procedimento era più ovvio al tempo quando non c'era il monopolio d'emissione di banconote in capo alle banche centrali – com'era fino al 1913 negli Stati Uniti. Come sottolinea Goodhart (1989c), in quei giorni la responsabilità delle banche non consisteva nei depositi, ma nelle banconote emesse. Queste aumentavano solo quando venivano emessi nuovi prestiti. Quindi i prestiti venivano pagati emettendo nuove banconote. Quello che rende possibile questa contabilità “creativa” è l'altra funzione delle banche come regolatrici di tutte le transazioni non in contanti nell'economia. Se esse volessero, potrebbero emettere prestiti ai clienti non sotto la forma di prelievi di fondi da qualche parte del sistema finanziario, ma semplicemente attraverso la creazione di finzioni contabili dove pretendono che il prestatario abbia versato somme nel sistema bancario. Poiché le banche lavorano come i contabili delle registrazioni – mentre il resto dell'economia crede che siano dei contabili onesti - è possibile che esse banche aumentino il denaro presente nei conti di qualcuno di noi (quelli che ricevono un prestito) semplicemente alterando le registrazioni contabili. Nessun altro se ne accorgerà, poiché il pubblico non riesce a distinguere tra la moneta che è stata risparmiata e depositata e quella che è stata creata “dal nulla” dalla banca. [26] Questa è stata anche la maggiore caratteristica che contraddistingue la creazione del credito e lo svilimento della lega metallica della moneta effettuata dai monarchi nel tentativo di aumentare la massa monetaria: la moneta svilita poteva essere saggiata ed identificata come tale da operatori esperti o saggiatori professionisti, mentre la creazione del credito bancario è impossibile da distinguere rispetto ai depositi legittimi, specialmente quando la maggioranza delle transazioni ha già luogo senza uso di contante attraverso il sistema bancario. Ne concludiamo che la caratteristica delle banche di creatrici del credito (cosa che possiamo definire ugualmente come la loro abilità di “creare moneta”) è quello che le rende speciali. Questa caratteristica spiega anche perché i banchieri diventano sempre così potenti ed influenti, potendo facilmente espandersi in varie industrie, diventando presto il centro di una rete di società affiliate o che essi hanno fondato o che hanno comprato (la vita è molto più semplice quando si ha la licenza di creare moneta a corso legale!). Grazie all'abilità speciale delle banche di creare il credito, possiamo ora chiaramente demarcare statisticamente le varie forme di raccolta dei fondi e trovare una descrizione accurata della “massa monetaria”. Solamente la banca centrale (di norma autorizzata ad agire come banca) e le banche ordinarie possono creare nuovo credito e moneta ed usarlo direttamente per regolare le transazioni attraverso il sistema dei pagamenti principale usato nell'economia. Questo le differenzia sia sul livello microeconomico che macroeconomico dagli altri agenti economici e rende il finanziamento da parte delle banche ordinarie e delle banche centrali “imperfettamente sostituibile”. Così quando analizziamo l'economia, le banche e le banche centrali devono essere considerate separatamente dagli altri attori. Le banche governative, quando come solitamente accade sono finanziate dal Tesoro, gli intermediari finanziari non bancari (come le società di leasing, le assicurazioni vita, i fondi d'investimento), i privati, le società ed il governo stesso hanno tutti qualcosa in comune: essi non possono (legalmente) soddisfare questa funzione delle banche e della banca centrale.[27] Mentre le banche sono creatrici di credito, le altre istituzioni finanziarie sono intermediari finanziari. In questo senso –macroeconomico – il credito bancario non può mai essere sostituito perfettamente dal credito intermediato. Ma c'è di più: in questo senso, un “canale di credito bancario”, definito dalla creazione di nuovo credito, non solo esisterà ma dominerà pure altri canali di trasmissione. Le banche quindi non possono altro che giocare un ruolo cruciale in ogni economia. L'esempio della Figura 12.2, tuttavia, rimane un esempio poiché nella pratica attuale le banche sono raramente, se non mai, limitate nella loro facoltà di prestito dai requisti di riserva. Come sosteneva Goodhart (1989c), le banche centrali che stabiliscono l'obiettivo per il tasso d'interesse interbancario, forniranno qualsiasi ammontare di riserva necessario alle banche cosicché al giorno mensile della verifica del rispetto dei requisiti di riserva, gli interessi a breve termine non subiscano un aumento repentino. Questo solleva delle problematiche per la politica monetaria, in particolare come si possa controllare più efficacemente la creazione del credito bancario, specialmente quando riconosciamo l'esistenza di una informazione imperfetta. Inoltre, il fatto che le banche non abbiamo denaro, ma lo creano, spiega perché la fragilità finanziaria sia un grave problema per il settore bancario. Per essere in grado di considerare la questione delle crisi bancarie, come rispondere a queste e come evitarle innanzitutto, diventa quindi necessario evidenziare il collegamento tra il sistema bancario e la macroeconomia. Dobiamo sciogliere l'enigma del collegamento tra la moneta e l'economia. --------------- Note: * Il Prof.Richard Wernerè direttore del International Development e direttore fondatore del Centre for Banking, Finance and Sustainable Development all'Università di Southampton. Richard è anche un membro dell' Executive Board e dell' Advisory Board della School of Management. 21 L'intermediazione è il processo attraverso il quale le banche e altre istituzioni finanziarieconfezionano la maturità, i termini ed i tipi di richieste finanziarie per soddisfare ladomanda dei privati e degli uomini d'affari (Meltzer, 1995, p.62) 22 L'eccezione è la moneta endogena e la Scuola Austriaca di Economia che riconoscono lacreazione del credito. 23 “Il moltiplicatore bancario mostra solo che se si può osservare il cambiamento nellabase monetaria tra due eventi, e se si possono predire i due razio rilevanti, allora si sarà ingrado di predire il cambiamento della quantità di moneta con un alto grado di confidenza.Questo lascia ben poco da dedurre sul processo di aggiustamento. Infatti, molti dei contidel processo dinamico di aggiustamento che sono derivati dall'approccio moltiplicatore sonoal meglio fuorvianti e speso sbagliati” (1989b, p.136). Goodhart spiega anche chevirtualmente qualsiasi moltiplicatore può essere costruito in modo da collegare unaggregato più largo ad uno dei suoi componenti minori. Egli fornisce l'esempio ipotetico del“moltiplicatore di patate” di tutta la spesa del consumatore per dimostrare in modo eloquente che quest'esercizio non illumina il comportamento, senza parlare delle relazionidi casualità. 24 La prova di questo fatto può essere trovata nei lavori di Law (1705), Thornton (1802).Mueller (1816), Rau (1826, 1832), Wagner (1857, 1872), Knies (1873), Macleod (1855/56),Wicksell (1898), Spiethoff (1905), Schumpeter (1912) e Hahn (1920). Un certo numero dieconomisti ha anche continuato a riconoscere questo fatto nel dopoguerra, anche se la loroinfluenza è rimasta limitata. Per esempio, Trescott (1960) puntualizza che per effettuare unprestito di mille dollari ad un cliente, “una banca ha solo bisogno di accreditare il suo contodi mille dollari nella contabilità con un tratto di penna... Il processo della creazione dei depositi è ovviamente semplice e senza pena per le banche....” (p.55). 25 Mentre i prestiti della banca aumentano di 9.900 euro, così fanno anche i depositi. Il deposito iniziale diventa la riserva R di 100 euro, il che permette un deposito D di 10.000euro. In questo modo il requisito di riserva (R/D) dell'1 % viene soddisfatto. 26 Si può anche dire che la banca semplicemente “pretende” di avere moneta e nessuno sene accorge. Questa azione può essere facilmente individuata come fraudolenta.Storicamente, il prestito di oro che veniva promesso come fosse in deposito presso gli orafi,così come l'emissione di ricevute di deposito senza che alcun deposito avesse avuto luogo(emissione di note), era ovviamente considerato illegale a quel tempo. Oggi la legislazionebancaria ha legalizzato questo procedimento. Tuttavia c'è una tradizione accademica,quella della Scuola Austriaca di Economia, che sostiene che la creazione di credito bancariorimane illegale, poiché più pretese di possesso della stessa risorsa vengono emesse dallebanche simultaneamente verso diversi clienti (vedi Hoppe et al. 1998). 27 L'eccezione è il governo statunitense. Gli autori della costituzione degli Stati Uniti siassicurarono che il governo avesse diritto di emettere moneta, una prerogativa utilizzatal'ultima volta dal presidente John F. Kennedy in uno dei suoi ultimi Ordini Esecutivi (ilnumero 11.110) del 4 giugno 1963.

 

  By: Morphy on Venerdì 01 Marzo 2013 19:41

Stiglis: "Ciò che proponiamo come un abbozzo per un nuovo modo di vivere si può riassumere nella frase: "Lavorino le macchine, noi godiamoci la vita"" Se Stigliz è pagato per dire boiate comincio pure io e propongo la vita del Michelas... morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

"Lavorino le macchine, noi godiamoci la vita" (?) - Moderatore  

  By: Moderatore on Venerdì 01 Marzo 2013 04:22

Hanno proprio in testa il default, ma "selettivo" per i BTP e vogliono rimanere nell'Euro, è molto chiaro. A parte questo sono dei rivoluzionari: "...utilizzare gli incrementi di produttività per lavorare di meno, redistribuire il reddito via fiscalità (vedi J.E.Stiglitz, The price of inequality Norton, 2012), promuovere la progressiva introduzione del reddito di cittadinanza e della partecipazione agli utili di impresa..." ----------- Intervento di Joe Stiglitz e Mauro Gallegati, 2002, dal Blog di Grillo "Cosa accadrà in caso di default ed abbandono dell’euro? Come uscire dalla crisi sfruttando l’opportunità del cambiamento? Non proponiamo nuove strategie di crescita, ma un diverso modo di vivere e produrre. A tal fine, individuiamo una strategia dal basso (da noi tutti abitanti questo Pianeta) ed una dall’alto. La diminuzione del tasso di profitto del settore reale nei Paesi avanzati ha generato un'espansione del settore finanziario che ha garantito la tenuta del sistema fino allo scoppio della bolla immobiliare nel 2007. La crescita del profitto ha portato alla necessità di reinvestire i risparmi accumulati. Il rallentamento dell’economia reale nei Paesi avanzati ha implicato una fuoriuscita di risorse da questo settore non più remunerativo, incentivando la delocalizzazione produttiva e l’investimento finanziario in attività sempre più rischiose e complesse. L’iniezione di liquidità effettuata a più riprese dalle banche centrali americana ed europea non ha sortito rilevanti effetti positivi sull’economia reale dei Paesi occidentali, mentre le banche hanno ripreso a speculare grazie alla maggiore liquidità a disposizione, accrescendo i propri profitti. Il salvataggio delle banche, con la conseguente socializzazione di perdite private, è importante per la salvaguardia del risparmio del ceto medio. Però non è da escludere un’azione di indirizzo pubblico da parte dello Stato che ha investito risorse per salvare il sistema. Inoltre, il salvataggio bancario non è in grado di risolvere da solo l’attuale crisi. Infatti, non influisce sul problema di fondo, cioè una divergenza tra una produttività crescente e una capacità di acquisto stagnante o calante. In aggiunta, il salvataggio delle banche da parte degli Stati ha fatto lievitare il debito pubblico, già elevato in alcuni Paesi come l’Italia. Quindi un problema è diventato ridurre il peso del debito pubblico rispetto al prodotto interno. La strada che i governanti europei stanno seguendo è quella dell’austerità, alcuni hanno proposto il ripudio del debito e l’uscita dall’Euro. Il ritorno alle monete nazionali renderebbe nuovamente disponibile ai singoli Paesi lo strumento della politica monetaria per garantire il debito pubblico mediante l’intervento della propria banca centrale. Questa strategia può presentare una serie di criticità. La principale è che colpirebbe pesantemente il ceto medio, lo stesso che ora sta pagando i sacrifici richiesti dalla strategia di austerità.Questo gruppo di persone verrebbe colpito sia direttamente che indirettamente. Direttamente, dato che i titoli di Stato sono la forma di risparmio principale dei piccoli risparmiatori (l’incidenza dei titoli di Stato italiani nel portafoglio di un grande imprenditore che può permettersi di investire all’estero o portare le proprie attività in Lussemburgo o alle Isole Cayman è minima rispetto all’incidenza sul portafoglio di un piccolo risparmiatore). Il default dovrebbe quindi essere “selettivo”, per colpire solo i titoli posseduti da alcuni soggetti (ad esempio, le istituzioni finanziarie estere) e ripagarli invece se posseduti da altri (ad esempio, lavoratori e pensionati). Al danno diretto si aggiungerebbero una serie di danni indiretti. L’uscita dall’Euro propedeutica ad una svalutazione della moneta (una nuova lira o un euro dei PIGS?), che faccia recuperare competitività al Paese, porterebbe nell’immediato ad una probabile impennata dell’inflazione (le materie prime quali petrolio e gas, sarebbero molto più care) e ad un peggioramento del potere d’acquisto e degli standard di vita. Inoltre, anche l’effetto benefico sulle esportazioni nel medio periodo potrebbe non avere la stessa ampiezza ottenuta dalla svalutazione del 1992, quando la competizione di prezzo dei Paesi emergenti non aveva raggiunto i livelli degli anni 2000, dopo l’ingresso della Cina nel WTO. Un default implicherebbe una perdita di credibilità sui mercati internazionali che, per un certo periodo, eviterebbero di finanziarci (se non a tassi elevatissimi). La mancanza di credito e di investimenti potrebbe acuire la recessione. Infine, l’uscita dall’Euro dell’Italia sarebbe probabilmente causa dell’archiviazione dell’esperienza della moneta unica, il che potrebbe implicare la fine del processo di integrazione europea, poggiato principalmente su basi economiche. L’attuale modello di sviluppo, basato sull'utopica credenza di una crescita senza fine, che non distingue beni da merci, genera insostenibili disuguaglianze e provoca sempre più forti criticità ambientali. Bisognerebbe puntare all’innovazione, alla cultura ed ai servizi, beni prevalentemente immateriali, ma che spesso hanno un forte legame con i territori. Ciò che proponiamo come un abbozzo per un nuovo modo di vivere si può riassumere nella frase: "Lavorino le macchine, noi godiamoci la vita". A tal fine occorre ripensare e ridisegnare in modo integrale la vita umana dominata dall’imperativo dell’accumulo di denaro, della produzione e dell’acquisto di merci. Ma in tutti i continenti, in tutte le nazioni, oltre al malessere dovuto ad un tale modello di vita, stanno emergendo fermenti creativi che spingono in altre direzioni: i movimenti delle popolazioni di Centro e Sud America contro lo sfruttamento dei suoli e delle acque, il microcredito nato in Asia e affermatosi anche nel mondo occidentale, i Gruppi di Acquisto Solidale che mettono al centro i principi di eticità e sostenibilità, ricostruendo la relazione tra il consumatore, spesso urbanizzato, e i produttori, i Movimenti per la decrescita che propongono cambiamenti dal basso, azioni pratiche per stili di vita sobri e sostenibili, a chi sperimenta una vita senza petrolio nelle "transition town". Ci sono comportamenti di cittadini/consumatori/produttori, che potrebbero innescare soprattutto in questa situazione di crisi il virus del cambiamento, ma anche nuovi punti di vista di governi che stanno ricercando indicatori più adatti del PIL per misurare il benessere di una nazione. Nel Bhutan il "Gross National Happiness", L’Ecuador e la Bolivia che mettono il "buen vivir" nelle loro Costituzioni, l’Australia con "Measures of Australia’s progress", il "Canadian Index of Wellbeing". Misure che dovrebbero esser differenti da Paese a Paese. Ricordava Fuà [1]: "Un singolo modello di sviluppo e di vita (oggi quello concentrato sulla crescita delle merci) viene proposto ed accettato come l’unico valido; bisognerebbe invece apprezzare che ogni popolazione cerchi la via corrispondente alla sua storia ai suoi caratteri, alle sue circostanze e non si senta inferiore ad un’altra per il solo fatto che quella produce più merci." Poiché viviamo un momento di transizione tra un’economia delle merci ed un’economia dei servizi occorrerà inventare nuovi lavori, magari a ritmi più umani, dematerializzando le nostre produzioni. Per il nostro Paese, un’indicazione ci può venire dal recentissimo Rapporto 2012 sull’Industria culturale in Italia: "L’Italia che verrà", di Unioncamere, Fondazione Symbola e Regione Marche. I settori coinvolti da questa indagine, sono quelli classici dei Beni culturali: architettura, design, industrie creative e culturali che, in contro tendenza, mostrano il livello dell’occupazione (il 5,6% del totale degli occupati) salito dello 0,8%, a fronte di un arretramento medio dello 0,4% (periodo 2008-2011). Allargando il campo ad altri settori dell’unicità italiana, produzioni agricole tipiche, il turismo legato alla capacità attrattiva della cultura, le attività legate al recupero del patrimonio storico, attività di formazione collegate, gli occupati salgono al 18,1% degli occupati a livello nazionale. Ritornando alla frase di Fuà, non sarebbe il caso di individuare nel valore aggiunto del settore cultura, alla sua unicità, in quello del suo indotto e dei comparti meno formali che ad esso possono essere legati, la nostra vera fonte di ricchezza? I tempi del cambiamento sono lunghi. Un'accelerazione può venire solo dall’alto. In questa prospettiva, ci si dovrà attrezzare per utilizzare gli incrementi di produttività per lavorare di meno, redistribuire il reddito via fiscalità (vedi J.E.Stiglitz, The price of inequality Norton, 2012), promuovere la progressiva introduzione del reddito di cittadinanza e della partecipazione agli utili di impresa. Solo se riusciremo a cambiare il modo di vivere di oggi avremo un domani. Ma per far ciò abbiamo tutti bisogno di un movimento che aiuti a renderci consapevoli e che cambi il modo di far politica. Come provano a fare gli Indignados, gli Occupy Wall Street e il M5S ". Joe Stiglitz e Mauro Gallegati

 

  By: Moderatore on Lunedì 11 Febbraio 2013 02:19

L'Irlanda sabato zitta zitta e quatta quatta ^ha tagliato una fetta del suo debito pubblico del -34%#http://www.ft.com/intl/cms/s/0/a4564eae-713a-11e2-9d5c-00144feab49a.html?ftcamp=published_links%2Frss%2Fcomment%2Ffeed%2F%2Fproduct#axzz2KXg81yzq^ secondo il Financial Times. Ha negoziato con la UE di trasformare parte dei suoi debiti derivanti dal salvataggio di una delle sue banche in titoli a 40 anni con tasso fisso. I calcoli del www.ft.com sono che in 40 anni l'inflazione ne taglierà via almeno un terzo.

 

  By: shera on Lunedì 11 Febbraio 2013 01:42

2+2 fa sempre 4 Bagnai fa autopromozione e marketing col suo blog, Mosler parla per gli USA e dell'italia non gliene importa poi molto, uscire dall'euro? sarebbe sufficiente mettere dei dazi e far comprare debito alla bce, ci arriveremo molto presto Il problema è politico (la mafia globale dei banchieri è entrata nelle stanze dei bottoni) non economico
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: VincenzoS on Domenica 10 Febbraio 2013 17:44

x Hobi50 Vincenzo ,io sono sempre daccordo con Lei ma,paradossalmente ,c'è un muro che ci divide. E ancora più paradossalmente io sono con il Dott. Zibordi dall'altra parte del muro. Mi spiego. Anche se con visioni totalmente diverse ,il Dott. Zibordi ed il sottoscritto, pensiamo che siano necessari comportamenti di straordinaria amministrazione. Lei ,invece, mi sembra sottovaluti la situazione e ritiene che siano necessari comportamenti razionali e virtuosi per ribaltare la situazione.Quindi ordinaria amministrazione. --------------------------------------------- Hobi, anche io penso che siano necessari comportamenti di straordinaria amministrazione ma sono in totale disaccordo con quelli proposti dal Dottor Zibordi in quanto essi non sarbbero altro, per usarela metafora che usa spesso Giannino, come dare sempre più droga a un tossicodipendente o più alcol a un avvinazzato. La malattia dell'Italia, e di tutta l'Europa, si chiama statalismo egualitario mecolato con il lobbysmo e tutti i provvedimenti di natura straordinaria da prendere devono essere provvedimenti che vadano verso la rottura di questo sistema. Credo di avere già raccontato cosa mi disse il giorno di Capodanno l'autista di uno skibus di Corvara in Val Badia, quindi non certo un riccone, che era stra-inc...ato con il ladrocinio che lo stato perpetra nei confronti degli imprenditori, quindi non certo la categoria cui lui appartiene. E questi imprenditori, con la paura della finanza, tenevano poi le Ferrari ben nascoste nei fienili (mi diceva che a Corvara ce ne sono più di 10 su 1300 abitanti, insomma come che in Italia ne circolassero mezzo milione) e si andavano a spendere i soldi per divertirsi a Dubai invece che, come succedeva fino a non molti anni fa, in loco beneficiandone tutti, a partire dall'draulico che gli montava dekka rubinetteria un po' particolare a un prezzo cinque volte il ragionevole. Come risultato di tutto ciò per fare rientrare soldi in giro diventava necessario aprire molto al turismo dei nuovi ricchi, i russi in particolare, che snaturano l'essenza stessa delle Dolomiti. Quello che quell'uomo, nella sua semplicità, aveva capito è che ogni essere umano, e in particolare quelli che hanno un ingegno tale da sapere mettere su un'azienda che crea ricchezza per tutti, ama in qualche modo distinguersi dagli altri e che per farlo è disposto a pagare cifre esageratamente alte che finiscono poi per beneficiare gli altri. E' sufficiente un po' di spirito di osservazione per rendersene conto. Io e Lei, se andiamo al ristorante, quando andiamo al ristorante e ordiniamo un piatto di spaghetti con pomodoro e basilico, siamo disposti a pagare non più di una decina di euro a volere esagerare. Il riccone (i russi, li conosco bene avendo girato per dieci anni la Russia in lungo e in largo, ne rappresentano la tipologia perfetta visto che devono rifarsi di 70 anni di comunismo) ordinerà invece un piatto di spaghetti in cui oltre a due foglie di basilico lo chef ha messo due foglie di prezzemolo e li ha chiamati sul menu "spaghetti alla master chef" e che vengono propinati a 25 euro, un prezzo totalmente folle. Oltre a ciò, al termine del pranzo per dimostrare la sua soddisfazione di essrsi distinto facendosi fregare, lascera 100 euro di mancia ai camerieri. In questo modo opera una redistribuzione della ricchezza su base del tutto volontaria e non coercitiva come fa lo stato che impone tasse per assumere forestali senza foreste. Chiedete a chiunque lavori in un ristorante di un certo livello se le cose non funzionino così. Mio figlio fa il cuoco in un ristorante a Via Veneto a Roma e poco ci manca che tiri su più di mance che di stipendio. Ecco, un primo provvedimento straordinario che prenderei sarebbe uno che permetterebbe a chi si trova nelle condizioni di farlo, di distinguersi rispetto agli altri. Insomma a un che paga diciamo 30000 euro di tasse all'anno gli direi: tu non paghi niente ma assumi alle tue dipendenze, magari come factotum, uno che fino a oggi ha fatto il forestale senza foreste e che più o meno tanto costa allo stato. Si tratta insomma di rompere l'idea che la redistribuzione della ricchezza sia compito dell stato e non della libera immaginazione umana.

 

  By: muschio on Sabato 09 Febbraio 2013 17:52

"Ma Lei veramente ritiene che un paese con un debito come il nostro,che ha smarrito la crescita da vent'anni,che non ha ancora raggiunto l'equilibrio economico nei conti nonostante continue manovre di consolidamento fiscale che hanno prodotto la devastazione sociale,che ha davanti il fiscal compact per i prossimi vent'anni,che ha un sistema paese inefficiente per burocrazia, giustizia, scuola etc,Lei veramnte pensa che noi possiamo trovar il modo di rimetterci in piedi senza fare qualcosa di terribilmente eclatante ed incisivo ?" Hobi, fai la saga delle banalità ed ovvietà. Mica abbindoli se scrivi in maniera forbita :)) Sei un pò troppo chiacchere e destintivo! con cordialità, eh!

 

  By: lutrom on Sabato 09 Febbraio 2013 15:58

Vincenzo ,io sono sempre daccordo con Lei ma,paradossalmente ,c'è un muro che ci divide. E ancora più paradossalmente io sono con il Dott. Zibordi dall'altra parte del muro. Mi spiego. Anche se con visioni totalmente diverse ,il Dott. Zibordi ed il sottoscritto, pensiamo che siano necessari comportamenti di straordinaria amministrazione. Lei ,invece, mi sembra sottovaluti la situazione e ritiene che siano necessari comportamenti razionali e virtuosi per ribaltare la situazione.Quindi ordinaria amministrazione. Ma Lei veramente ritiene che un paese con un debito come il nostro,che ha smarrito la crescita da vent'anni,che non ha ancora raggiunto l'equilibrio economico nei conti nonostante continue manovre di consolidamento fiscale che hanno prodotto la devastazione sociale,che ha davanti il fiscal compact per i prossimi vent'anni,che ha un sistema paese inefficiente per burocrazia, giustizia, scuola etc,Lei veramnte pensa che noi possiamo trovar il modo di rimetterci in piedi senza fare qualcosa di terribilmente eclatante ed incisivo ? Purtroppo contro la cancrena non bastani gli antibiotici. Hobi ---------------- Ecco, vedi, quando parli in maniera chiara e concisa mi piaci, quando fai elucubrazioni, no: in questo caso condivido anche buona parte di quel che dici. NON E' infatti POSSIBILE RISOLVERE LA SITUAZIONE ATTUALE CON METODI NORMALI!

 

  By: duca on Sabato 09 Febbraio 2013 15:53

Per Hobi ,Se qualcuno pensa che chi ha adottato le politiche di austerity con questi pessimi risultati sia un somaro ,sbaglia di grosso. Purtroppo quando i modelli non funzionano lo si sa sempre dopo.Ora lo sappiamo grazie allo studio di Blanchard ma 3 anni fa non lo sapeva nemmeno lui. Riporto uno stralcio tratto dalle Conclusioni dello studio predetto. -–-----------–----------------------------------------------------------------------------- leggiti Stigliz. Lo diceva 10 anni fa

 

  By: xandre on Sabato 09 Febbraio 2013 15:43

Ho letto alcuni posts di Giorgiofra e mi sono piaciuti.

 

  By: hobi50 on Sabato 09 Febbraio 2013 15:16

Vincenzo ,io sono sempre daccordo con Lei ma,paradossalmente ,c'è un muro che ci divide. E ancora più paradossalmente io sono con il Dott. Zibordi dall'altra parte del muro. Mi spiego. Anche se con visioni totalmente diverse ,il Dott. Zibordi ed il sottoscritto, pensiamo che siano necessari comportamenti di straordinaria amministrazione. Lei ,invece, mi sembra sottovaluti la situazione e ritiene che siano necessari comportamenti razionali e virtuosi per ribaltare la situazione.Quindi ordinaria amministrazione. Ma Lei veramente ritiene che un paese con un debito come il nostro,che ha smarrito la crescita da vent'anni,che non ha ancora raggiunto l'equilibrio economico nei conti nonostante continue manovre di consolidamento fiscale che hanno prodotto la devastazione sociale,che ha davanti il fiscal compact per i prossimi vent'anni,che ha un sistema paese inefficiente per burocrazia, giustizia, scuola etc,Lei veramnte pensa che noi possiamo trovar il modo di rimetterci in piedi senza fare qualcosa di terribilmente eclatante ed incisivo ? Purtroppo contro la cancrena non bastani gli antibiotici. Hobi

 

  By: shera on Sabato 09 Febbraio 2013 13:38

Il pil nelle economie mature è dato soprattutto dai consumi interni: da una parte ci sono le economie giovani che hanno monete deboli ed esportano, dall'altra economie con monete sopravvalutate che devono importare (e stampare per farlo, altrimenti fanno la fine dell'Italia) Se ci mettiamo nel conto i debiti delle provincie, regioni, comuni, enti pubblici e soprattutto i ritardi sui pagamenti... siamo oltre il 140%, quindi l'italia è decrepita inevitabile un default o un'annessione all'europa dei banchieri discorso a parte l'inps invece che è una barzelletta stile ruanda
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: muschio on Sabato 09 Febbraio 2013 12:37

E' il caso di puntualizzare (a beneficio di Hobi :) ) che l'effetto leva dell'inflazione contempla diversi fattori, tra cui la velocità della moneta, garanzie per crediti ecc.

 

  By: muschio on Sabato 09 Febbraio 2013 12:33

"Prima si pensava che ad ogni punto di austerity ci sarebbe stata uno 0,5% di riduzione di Pil." Questo lo potevano pensare i somaroni come te. Infatti, invariata la bilancia dei pagamenti con l'estero, ad ogni punto di austerity corrisponde ALMENO un punto in meno di Pil: per l'esattezza la diminuzione è di un punto + l'effetto leva dell'inflazione. Tutto ciò in via teorica: in pratica dipende da chi colpisce in maggior misura l'austerity.