Il dibattito a Ferrara con economista PD - GZ
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By: GZ on Mercoledì 23 Luglio 2014 06:16
Il dibattito a Ferrara con un economista del PD oeganizzato da un giornale locale.
^"Giovedì 24 dibattito: Una via d’uscita dalla crisi"#http://www.ferraraitalia.it/una-via-duscita-dalla-crisi-proposte-concrete-per-la-ripresa-economica-15603.html^
facebook di "FerraraItalia" che ^mette in evidenza l'appuntamento#https://www.facebook.com/events/328217013995048/?notif_t=plan_user_joined^
Uno dei pochi dibattiti in Italia in cui si discutono tesi contrapposte. Come noto, la tradizione italica è di tenere solo discussioni di economia con chi è già più o meno d'accordo, che sia il festival economia di Trento coi vari Zingales, il convegno sul debito pubblico del Corriere a fine giugno, i dibattiti degli economisti in zona Tsipras (Realfonzo, Cesaratto...quelli che promuovono il referendum ora contro l'austerità), i neoliberisti di Boldrin, Noise from Amerika e soci, il gruppo anti-euro di Borghi, Bagnai, Rinaldi...e persino i nostri MMT non hanno mai messo Mosler a confronto con uno che fosse in disaccordo. Cioè da noi, che io sappia, non si è visto un solo dibattito pubblico in cui uno era per la lira e uno per l'euro o uno per l'austerità e uno per la MMT ecc..
In questo caso invece sarà una cosa all'ultimo sangue, come si può vedere dallo scambio da cui è nato il dibattito
#b#Luigi Marattin#/b# 25 giugno 2014
Normalmente le tesi di quei ragazzi (il pur simpatico e onesto Bertoni) hanno bisogno almeno di cinque righe per essere catalogate nella definizione che meritano, e che è irripetibile in fascia protetta. Stavolta però si sino superati, perché è bastata la prima riga. Alla domanda (intelligente) del giornalista su come si possa evitare l'iper-inflazione che deriverebbe dall"aumento della base monetaria in circolazione (fenomeno che ha distrutto svariate economie negli ultimi 100 anni), questi finti economisti rispondono: "semplice! Si aumentano le tasse!". Ma l'aumento di tassazione, diminuendo la domanda aggregata come loro stessi - in un delirio di contraddizioni - riconoscono, vanifica l'effetto espansivo dell'aumento di base monetaria. In pratica, ad una politica monetaria espansiva si fa corrispondere una politica fiscale restrittiva, con effetti totali nulli.
Anzi, si potrebbe argomentare che poiché la politica fiscale restrittiva ha effetti anche sul lato dell'offerta (diminuendo l'accumulazione dei fattori produttivi, che determinando la produzione e quindi il Pil), l'effetto complessivo sarebbe anche pesantemente recessivo. Tutta roba che si insegna nell'arco delle prime tre settimane di un qualsiasi corso base di economia a ragazzi di 19 anni. Giuse', dai retta a me. Lascia stare questa monnezza intellettuale. Saluti. Gigi
#b#Giovanni Zibordi#/b# 27 giugno 2014
Abbiamo qui il caso di un giovane ricercatore di 35 anni che essendo in politica come assessore forse non ricerca tanto che cataloga come "ragazzi" chi ha 20 anni di più di lui, ha studiato tre anni in un dottorato e due in un MBA, lavorato in consulenza di strategia e si occupa di mercati finanziari da quindici anni dal punto di vista operativo (in altre parole ha sia conoscenza di macroeconomia che esperienza pratica delle cose di cui parla).
A parità di QI, il fatto di avere una ventina di anni di esperienza addizionali, in aggiunta a 9 nove anni di studi anche più esteso del nostro, potrebbe suggerire cautela prima di avventarsi in dichiarazioni di "monnezza intellettuale" .
Andando invece nello specifico, chi legge il nostro libro, gli articoli e i blog pubblicati e assiste alle nostre conferenze afferra senza problemi che non esiste ragione al mondo per cui lo stato italiano debba finanziare i deficit, come fa da 30 anni, vendendo debito sul mercato e pagando 2 o 3 punti percentuali sopra l'inflazione e, accumulando così circa 3,300 mid di euro (traslando dalle lire e attualizzando i valori) di interessi. ^Una prova, tra le tante che si possono fornire, viene ad esempio dell'ultimo report del Tesoro inglese#https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/318657/whole_of_government_accounts_2012-13.pdf^) a pagina 62
#i# As at 31 March 2011, there were some £1,059 billion of gilts outstanding but the WGA shows a smaller figure of £746 billion (Figure 10). The WGA is not intended to include as liabilities gilts held as assets by entities in the WGA, such as the Bank of England Asset Purchase Facility Fund as part of Quantitative Easing (paragraphs 7.53 to 7.54).
e a pagina 65:
Consolidating Quantitative Easing does not significantly reduce the overall liabilities of government but it does reduce the number reported as government borrowing. Once intra-government transactions are eliminated, the scheme represents an exchange of gilts (liabilities of the National Loans Fund) for central bank reserves (liabilities of the Bank of England).#/i#
Tradotto in italiano significa che nel paese in cui Marattin ha anche studiato. lo stato NON si finanzia, da alcuni anni, più con debito. Ha scelto di finanziarsi con moneta della Banca Centrale perchè questa non costa nessun interesse e da quando ha adottato questa politica che Marattin definisce come folle, come noto la disoccupazione inglese si è ridotta a meno della metà della nostra mentre l'inflazione è attualmente intorno al 3%.
Per poter fare la stessa identica cosa che gli inglesi ad esempio stanno facendo con successo, abbiamo escogitato una soluzione equivalenteche consenta di rimanere nella zona euro. I meccanismi di crediti fiscali e BTP a valenza fiscale che proponiamo servono ad avere maggiori deficit pubblici senza indebitarsi, esattamente come si fa in UK, USA e Giappone. La soluzione tecnica è diversa, ma l'effetto (consentire maggiori deficit) è simile e l'esperienza dei deficit, finanziati con moneta, di questi paesi smentisce le simpatiche farneticazioni di Marattin.
Il tema è spiegato in dettaglio nelle 390 pagine del libro che abbiamo pubblicato con una casa editrice universitaria, che ha introduzioni da parte di un economista ex Bankitalia e ex FMI come Biagio Bossone e da un esperto finanziario americano che l'Economist nel 2012 ha messo in copertina come fondatore di una scuola di pensiero economico e che Krugman, ad esempio, cita spesso nella sua colonna al NY Times. Dato il tono sgangherato di Marattin occorre sottolineare che l'esperienza combinata di studio e quella pratica delle problematiche finanziarie che il sottoscritto, Marco Cattaneo, Biagio Bossone e Warren Mosler vantano è nettamente sproporzionata rispetto a quella del nostro assessore.
Con questo, si discute volentieri con tutti e nel mio caso tengo un forum da anni (www.monetazione.it/forum/DefaultEconomia.html) dove rispondo a ogni domanda e in cui Marattin può trovare di che colmare le lacune dovute alla giovane età e mettersi al corrente sul quello che succede nel mondo finanziario
Giovanni Zibordi