il futuro del liberalismo - gz
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By: GZ on Domenica 04 Aprile 2004 04:23
(USemLab)
.....se dobbiamo parlare di LIBERI mercati e di una LIBERA società ....E tutto questo sistema socialista dipende dalle parole di quattro burocrati e dalle palle che continuano a uscire dalla loro bocca. Io credo che forse neanche in Russia si fosse arrivati a tanto.......
...L'America è finita ottanta anni fa quando Benjamin Strong la cedette agli apprendisti stregoni di Threadneedle Street. Il capitalismo e il libero mercato e commercio non ci sono mai veramente stati. Ma nel secolo del Gold Standard qualcosa saltò fuori che aveva qualche somiglianza. Un regime di moneta inconvertibile in un sistema di banca centrale è una economia di piano in disguise . I pianificatori decidono i successi e gli insuccessi, a chi il credito e a chi no, chi salvare in ogni caso e chi strangolare. Un gioco di prestigio. Il prestatore di ultima istanza... Prestatore di cosa ?
Qualcuno come noi non ha fiducia. Qualcuno là fuori accumula oro, la moneta senza debiti appiccicati. ....
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Nel mondo il pensiero Liberale-Libertario-Liberista e' esistito solo inghilterra, stati uniti, australia, olanda e poi in misura minore in francia, italia, germania e scandinavia ed e' in declino da un pezzo.
Il fatto che le banche centrali modifichino i tassi a tre mesi invece di lasciare che li determini liberamente il mercato e' parte di un fenomeno generale.
Nella pratica nessuno piu' puo' fare niente senza subire quintali di regolamentazioni e tasse che crescono ogni anno e ormai solo a giocare in borsa sei libero di operare come vuoi.
Mi ricordo "Quarteback" che un anno e passa fa scriveva qui e raccontava che faceva l'imprenditore, ma aveva venduto e speculava ora solo in borsa perche' non ne poteva piu' del peso della burocrazia e delle tasse o Lanci con la storia che per mettere un lettino abbronzante ora c'e' una legge che devi assumere un fisioterapista oppure (mi cito) qui in emilia non puoi allargare una finestra in casa tua senza il permesso del comune.
Tutto questo riflette il fatto che il pensiero liberale e' in via di estinzione, ad esempio nelle universita' italiane quando studiavo economia io negli anni '80 nessuno mai in nessun corso ti faceva leggere la scuola davvero liberale che e' quella "Austriaca" (a parte Sergio Ricossa a Torino). Censurata, cancellata dalle biblioteche e dai corsi, anche adesso, non trovi nemmeno tradotti molti libri di von Mises, Hayek, Carl Merger, Rothbard..., pago una cena a chi mi trova corsi di economia Austriaca (a parte forse Antonio Martino a Roma).
In America se non altro e' l'unico posto al mondo dove e' ancora relativamente popolare, ci sono corsi in quasi tutti gli atenei, se ne parla su sui media importanti come Barron's dove uno dei due commentatori, Dolan la segue, anche molti libri di borsa la citano, gente come Niederhoffer e Sperandeo, poi parecchi su TheStree.com, i tizi su Minyanville.com. PrudentBear.com e altri venti siti dedicati, l'idea che il governo quando interviene crei piu' problemi di quanti ne risolva ha ancora abbastanza sostenitori.
E' quindi una bella cosa che gente che si occupa di borsa ne parli qui sopra come in tre o quattro hanno fatto (masfuli, banshee, usemlab..), ma e' curioso fare finta che la poca liberta' economica sia solo causata dalla FED di Greenspan e la pietra dello scandalo sia l'america, uno dei pochi posti al mondo dove puoi ancora aprire un ristorante o guidare un taxi senza permessi e licenze e creare da solo un fondo di investimento, una banca o un broker.
Se in una famiglia picchiano sistematicamente i bambini e in un altra ogni tanto gli danno un ceffone, cosa direste di qualcuno che grida tutti i giorni allo scandalo riguardo alla seconda e non dice mai mezza parola sulla prima ? Puoi avere ragione sull'argomento preso a se', ma se ignori il contesto, ne esageri le proporzioni, vedi solo l'albero e non la foresta alla fine fai molta confusione
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il futuro del liberalismo
di PIERO OSTELLINO
....In Francia nel quadro dei concorsi biennali per l' agrégation , cioè per accedere ai più alti livelli dell'insegnamento universitario, la presidenza della Commissione giudicatrice è stata assegnata a Pascal Salin, un economista di scuola liberale, noto e apprezzato in tutto il mondo. La Commissione, a sua volta, fra i quaranta candidati selezionati per essere ammessi alla seconda prova che designerà i quindici docenti di economia che accederanno al livello superiore, ne ha promossi sei di impostazione liberale, pari al 15 per cento rispetto all'85 per cento non di scuola liberale.
Bene. Anzi, male. Sono stati, però, sufficienti la nomina di Pascal Salin a presidente della Commissione giudicatrice, quella, da parte dello stesso Salin, di altri commissari, come lui appartenenti alla Scuola austriaca di economia, e l'ammissione alla prova successiva di sei liberali su quaranta perché il mondo accademico e intellettuale francese insorgesse e scatenasse una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti di Salin e gridasse allo scandalo per la (parziale) promozione dei sei.
Di che cosa sono, dunque, accusati Salin e gli altri commissari da lui nominati? Di appartenere a una Scuola di economia liberale alternativa a quelle marxista e keynesiana; una Scuola che pur ha avuto fra i suoi rappresentanti uomini come Ludwig von Mises, Friedrich A. von Hayek, Carl Merger, Murray N. Rothbard. Essi sono, cioè, accusati di rappresentare, con la loro stessa presenza nella Commissione, una «rottura» rispetto alla fino a ieri incontrastata egemonia delle due altre scuole; di aver spezzato, in buona sostanza, il monopolio di un preciso «campo ideologico» e, come si direbbe da noi, di aver promosso - con la designazione dei sei liberali - un certo pluralismo nell'insegnamento accademico nazionale. «Chi accusa la Commissione di essere ideologicamente orientata - dice il professor Pierre Garello dell'università di Aix en Provence e Marsiglia - lo è a maggior ragione egli stesso (e nelle giurie precedenti si è visto di tutto, compresi alcuni membri del Partito comunista)». ........