Io gli Stati Uniti li odio

 

  By: michelino di notredame on Martedì 13 Gennaio 2004 00:30

chi e' che ha ucciso il figlio nella lavatrice? vabe'. credo che alla fine un sistema si giudichi per i risultati che produce. cioe' in pratica il livello di legalita'. la quantita' di reati commessi. e' piu' pericoloso girare di sera a napoli o los angeles? a bologna o a new orleans? ci sono piu' stupri a new york o a milano? piu' truffe a roma o a cleveland? piu' rapimenti di minori qui o la'? piu' reati legati alla droga qui o la'? si paga piu' il pizzo a palermo o a little rock? (su quest'ultima direi proprio palermo, per il resto non ne ho idea, quindi mi taccio)

 

  By: gianlini on Martedì 13 Gennaio 2004 00:19

diciamo che il sistema va confrontato con il nostro in cui una madre che ha ucciso nella lavatrice il figlio è libera di girare e oltrettutto non verrà neanche mai giudicata

 

  By: michelino di notredame on Martedì 13 Gennaio 2004 00:13

stesso argomento, Repubblica online. ------------------------------------ Controlli negli scali WASHINGTON - Mentre in Italia, il governo dice no agli "sceriffi" sugli aerei, in America, è alla porte un progetto che cambierà il volto degli scali americani. Si tratta di un vero e proprio semaforo che dovrebbe regolare il flusso dei passeggeri. Bloccando, con il rosso, quelli a rischio. Facendo passare, con il verde, quelli senza problemi. Sottoponendo a domande e perquisizioni, con il giallo, quelli che sono considerati sospetti. Il sistema potrebbe scattare fin dal prossimo mese. Il progetto, rivela oggi il quotidiano 'Washington Post', prevede l'obbligo da parte delle companie aeree di fornire alle autorità americane la lista completa dei loro passeggeri, con tanto di indirizzo, numero di telefono, data di nascita e itinerario previsto. Questo consentirà alle autorità di confrontare i dati dei passeggeri con quelli di un gigantesco archivio elettronico con i dati dei potenziali terroristi. Il computer assegnerà ad ogni passeggero un colore. Resta da vedere come si comporteranno le compagnie aeree. Alcuni mesi fa, infatti, la Transportation security administration aveva chiesto alle compagnie di fornire l'elenco dei passeggeri. Ricevendo un coro di no e suscitando vibrate proteste da alcuni gruppi per le libertà civili. Ora la Tsa torna alla carica e, stavolta, potrebbe obbligare le compagnie aeree a comunicare l'elenco dei passeggeri. Volenti o nolenti. Liste alla mano, i computer assegneranno ad ogni passeggero, oltre ad un colore del semaforo, anche un coefficiente di pericolosità, basato su molti parametri, compresi la rotta e gli aeroporti connessi al viaggio. Il programma del semaforo è destinato ad affiancarsi al controllo già scattato la scorsa settimana in tutti gli aeroporti Usa dei passeggeri in arrivo con visto: tutti devono fornire le impronte digitali e farsi fotografare. I dati vengono confrontati con un archivio elettronico dove sono raccolte le informazioni sui terroristi e sui criminali. Ma molti esperti sostengono che il sistema non funzionerà perchè l'archivio non contiene le impronte digitali dei terroristi. Critiche sta sollevando un altro programma della Tsa per creare una categoria di passeggeri "affidabili" destinati a subire controlli meno fastidiosi agli aeroporti. I passeggeri abituali, come gli uomini d'affari ed altre categorie di viaggiatori frequenti, potrebbero fornire su basi volontarie informazioni al governo, ricevendo un tesserino da usare agli aeroporti per agevolare i controlli. Una volta verificata la loro identità agli aeroporti, probabilmente con un sistema di dati biometrici, i possessori dei tesserini potranno essere indirizzati nella 'corsia veloce' dei controlli. Ma anche questa iniziativa solleva le critiche di chi dice che questo sistema non garantisce che i terroristi di Al Qaida non riescano a infiltrare la lista dei passeggeri "sicuri", ottenendo a loro volta il prezioso tesserino. (12 gennaio 2004) --------------------------------- continuo a non trovarci nulla di strano. piu' che altro burocrazia.

 

  By: michelino di notredame on Lunedì 12 Gennaio 2004 18:49

ricordo che sul passaporto che feci nell'86 per andare negli usa le impronte digitali c'erano gia'. non per questo mi sono sentito ad Auschwitz. la paranoia dei controlli l'ho trovata spesso in persone di estrema sinistra a dire il vero. in ambiente anarchico e' fortissima, a livelli da ricovero. qualsiasi forma di accertamento della tua identita' viene vissuta come una violenza, un insopportabile sopruso. una cosa che mi ha sempre incuriosito.

 

  By: GZ on Lunedì 12 Gennaio 2004 18:04

In effetti questo prova che gli americani sono spesso dei deficienti, gente che offre la cattedra ad uno come Agamben

 

  By: michelino di notredame on Lunedì 12 Gennaio 2004 17:00

AGAMBEN: TATUAGGI USA COME NEI LAGER Giorgio Agamben, filosofo docente all'universita' di Venezia e di New York, noto per i suoi scritti su Auschwitz, ha deciso di non andare piu' negli Stati Uniti per impartire i suoi corsi: lo ha spiegato ieri in prima pagina sul quotidiano francese "Le Monde", affermando di non volersi sottoporre a quello che definisce il "tatuaggio politico" degli americani. Agamben invita gli intellettuali europei a seguire il suo esempio, rifiutando le misure di sicurezza e di controllo dell'identita' adottate di recente dalle autorita' Usa: impronte digitali per gli stranieri e identificazioni biometriche come le impronte digitali sui passaporti. "Vorrei ricordare che il tatuaggio apparve senza dubbio ad Auschwitz come il modo piu' normale e piu' economico di regolare la registrazione dei deportati nei lager".

 

  By: Bardamu on Lunedì 12 Gennaio 2004 16:36

gli USA mi stanno un po' antipatici ma li stimo + degli italiani, questo sì, quindi grazie Gianlini. io suggerisco di pagare ancora meno gli immigrati clandestini e tenere in nero anche altri così i milioni di consumatori di wal mart godono di +. anyway l'articolo, oltre che occasione per evidenziare un comportamento incivile, voleva far notare che i margini le grandi e virtuose aziende usa li fanno come li facevano nell'800 o come fanno nei paesi da voi chiamati in via di sviluppo. Ma x voi era importante correre all'attacco del comunista. Vi siete conquistati una pacca sulle spalle dal berlusca, bravi ragazzi.

 

  By: gianlini on Lunedì 12 Gennaio 2004 16:26

in italia la Wal mart non c'è ma qualcuno viene sfruttato ugualmente... liberamente tratto da corriere della sera online Ingegneri, architetti e dottori in Giurisprudenza: primo lavoro tra 500 e 1.000 euro al mese. Gli ordini professionali: è inevitabile, sono troppi. E in molti scelgono di andare all'estero Far laureare un figlio in ingegneria, architettura, fisica e persino giurisprudenza è un investimento vero e proprio. Secondo stime di fonte ministeriale il mantenimento di uno studente universitario costa in media 7 mila euro all'anno, circa 600 al mese. Di conseguenza per far diventare ingegnere il proprio rampollo - tempo medio necessario sette anni - un genitore deve investire minimo 50 mila euro. E stiamo parlando di valutazioni estremamente prudenziali perché, se la sede dell'ateneo è distante dalla città di residenza della famiglia, bisogna aggiungere la spesa per vitto e alloggio e si arriva almeno a 8.300 euro. Quando però il giovane ingegnere trova il primo impiego, magari in una multinazionale o in una grande impresa italiana, nell'ultima riga della busta paga trova scritto 900 euro, la retribuzione della quinta categoria metalmeccanici. Con una cifra così modesta si può affittare un appartamento in proprio e concepire un autonomo progetto di vita? Certo che no e così i genitori del neo-occupato devono di nuovo mettere mano al portafoglio e garantire un salario integrativo. Sicuramente per qualche anno, infatti prima che l'investimento iniziale cominci ad essere veramente redditizio bisogna aspettare almeno un lustro. Lo stesso schema vale per i giovani avvocati e architetti. Il periodo di studio può essere più corto ma la retribuzione di ingresso è ancora più bassa. Laura B., laureata a Napoli in architettura con 110 e lode e pubblicazione della tesi, è entrata in un prestigioso studio della città. Guadagna 500 euro al mese senza alcun contratto, lavora 10 ore al giorno sabato compreso. Sergio L., laureato da quattro anni in legge a Genova, ha iniziato con un praticantato gratuito di sei mesi, poi ha cambiato padrone per 500 euro al mese ma è stato messo alla porta quando, dopo un intero anno di lavoro, ha chiesto due settimane di ferie non retribuite. «Ho trovato un altro studio - racconta - che mi dà 100 euro in più». Di casi così è facile trovarne a migliaia, ormai negli ambienti delle professioni il ricorso al lavoro nero non fa più scandalo, e storie come quelle di Laura B. e Sergio L. sono la prassi. E anche quando il neo-laureato viene messo in regola e può iscriversi alla cassa previdenziale, la retribuzione sale ma di poco. Secondo statistiche elaborate su dati Inarcassa la media degli architetti under 30 guadagna 10.900 euro all'anno e i loro coetanei ingegneri arrivano a 15 mila euro.

 

  By: gianlini on Lunedì 12 Gennaio 2004 15:38

torniamo al caso di Wal Mart la sx dice : 1.400.000 lavoratori sfruttati ! la dx dice : 138.000.000 lavoratori che risparmiano il 14 % nei loro acquisti la sx dice: 1000 tranvieri protestano giustamente per 25 euro in più al mese (25.000 euro in un mese) la dx dice : 2.000.000 di milanesi impiegano due ore in più per arrivare al lavoro (tradotto in cifre 20.000.000 di euro buttati via più o meno)

 

  By: gianlini on Lunedì 12 Gennaio 2004 15:32

niente divisa.. e nessuna regola...mica vogliono farsi portare via il 30 % dallo stato italiano...

 

  By: Bardamu on Lunedì 12 Gennaio 2004 15:14

chi Le dice che non lo faccia, ma tenendola in REGOLA? Gianlini, lei la mette la divisa?

 

  By: gianlini on Lunedì 12 Gennaio 2004 14:57

http://www.corriere.it/av/galleria.html?2004/gennaio/marte&1 andate a vedervi la seconda foto della prima serie....

 

  By: gianlini on Lunedì 12 Gennaio 2004 14:35

a milano costano 7 euro e mezzo - 8 euro l'ora a trovarne...

 

  By: GZ on Lunedì 12 Gennaio 2004 14:19

è molto semplice, lei cominci a dare il buon esempio e ad assumere dei clandestini romeni o albanesi qui, che ce ne sono parecchi e pagarli almeno 10-12 euro l'ora di tasca sua (se non ha un attività può cominciare dalla donna di servizio)

 

  By: Bardamu on Lunedì 12 Gennaio 2004 14:09

ah...capisco, visto che fanno la fame possono anche fare una vita di m....solo xkè è meglio che la fame.Insomma se io scappo da un paese dove c'è la pena di morte devo ringraziare se in un altro mi menano? contento lei...