cul-de-sac - banshee
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By: banshee on Domenica 09 Marzo 2003 13:05
NEW YORK - La svolta si è avuta, forse, venerdì sera, quando George Bush ha telefonato personalmente a Ricardo Lagos, il presidente del Cile, uno dei paesi membri del Consiglio di sicurezza. Bush si è sentito dire che il governo di Santiago non intende accettare la proposta americana di un ultimatum per l'Iraq, così ravvicinato come il 17 marzo, ed è favorevole, invece, ad una scadenza più lontana di tre-quattro mesi, come chiedono Francia e Russia.
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Bisogna aggiornare un po' le alleanze!
Sembra che il Cile non stia con la Santa Alleanza, ma piuttosto con quei viscidi (ed anche un po' figli di puttana) di francesi.
Bush, presentando una nuova risoluzione e chiedendo di votarla, sembra essersi cacciato in un vicolo cieco.
Mi pare che la risoluzione non abbia molte possibilità di passare, a meno di un miracolo, e senza neanche il bisogno che qualcuno la blocchi con un veto. Il che renderebbe la bocciatura ancor più rilevante politicamente.
A quel punto, se l'America attaccasse lo stesso, lo farebbe illegalmente dal punto di vista del diritto internazionale. Ora, l'America è forte, fortissima (militarmente almeno, perchè economicamente lo è molto meno di quanto appare), ma se lo può permettere? Bella domanda! E non si risponde ad essa con le stucchevoli considerazioni su ruolo, composizione ed utilità dell'ONU.
Molti invocano il precedente della guerra del Kossovo, ma il paragone non si pone. In Serbia la Nato non intervenne contro una risoluzione ONU, ma SENZA una risoluzione ONU. La differenza non è da poco!
Se presento una proposta di risoluzione e chiedo di votarla, una volta che quella sia stata respinta, non posso dire di aver scherzato, e fare come se quel voto non ci fosse stato.
Ieri sono stato colpito dal leggere gli editoriali di alcuni tra i maggiori giornali americani (Washington Post, New York Times, Herald Tribune). Erano tutti contrari ad un intervento in questo momento, ed in queste condizioni.
Una cosa davvero esilarante poi, è l'accusa che gli Americani, di casa loro e di casa nostra, fanno alla Francia. Di essere cioè contraria all'intervento per salvaguardare le concessioni sul 60% del petrolio iracheno che hanno alcune società francesi insieme a quelle russe.
Mentre ovviamente il fatto che tutte le compagnie petrolifere statunitensi siano escluse da quelle concessioni (e che Saddam chieda di essere pagato in euro per il suo petrolio, insisto che questo è un punto non da poco) non c'entra nulla con la smania dell'Amministrazione americana di impadronirsi dell'Iraq, nevvero?
Ma certo, certo! Noi tutti veniam giù dalla montagna con la piena......
Nel frattempo, il dollaro prosegue mestamente la sua parabola discendente verso la fine del suo status di world reserve currency. E' interessante notare che il suo declino inizi in concomitanza con l'irrompere fisico dell'euro sulla scena monetaria internazionale, e spiega forse un po' delle accresciute tensioni tra UE ed USA negli ultimi tempi.
Non credo che Francia e Germania debbano preoccuparsi di un eventuale sciopero dello shopping da parte del consumatore americano verso i loro prodotti, come sostiene qualche mistico di scuola bagetbozziana.
Il consumatore americano smetterà di comprare parecchie cose tra un po', a prescindere dalla provenienza.