LE MISTIFICAZIONI DELLA STAMPA

 

  By: angelo on Venerdì 23 Gennaio 2004 13:56

Framilk, sono d'accordo con lei che il problema principale non è il monomandato o il plurimandato. Può diventarlo, perchè - per fare un esempio -io vedo situazioni molto differenziate in merito alla performance dei fondi di una determinata categoria (es azionari Italia). E se non esitesse il monomandato il promotore potrebbe non solo consigliare il cliente in base ad una asset allocation strategica (es 40% azionari italia) ma anche in base ad un asset allocation che a volte definiamo "tattica" (all'interno dei fondi azionari Italia secgliamo il prodotto X, perchè se per 5 anni di fila ha fatto meglio della media qualcosa vorrà pur dire). Riguardo la professionalità, siete Voi l'esempio che lo schema tradizioanle è insuffciente. Bastassero gli input della casa madre, perchè sottoscrivere altri servizi? Ma concordo con lei che questi aspetti non sono il punto principale. Per me, il punto principale è che nel mondo esistono due business model in merito alla consulenza in materia di investimenti: a) l'esperto guadagna quando vende (es promotore finanziario); b) l'esperto gaudagna quando guadgna il cliente ( stile hedge funds, ma non solo, è anche -per esempio - lo stile di molta consulenza indipendente rivolta al piccolo/medio investitore presente su Internet, seppure con una grossa varianza in termini di qualità dei consigli); Io mi permetto di preferire lo schema b). Che poi chi si guadagna da vivere con lo schema a) possa non essere d'accordo, risentirsi, o addirittura chiedermi il curriculum, rientra nel gioco delle parti che ognuno di noi capisce di dover fare quando viene al mondo.

200 prodotti di risparmio gestito la differenza la facciamo noi - framilk  

  By: framilk on Venerdì 23 Gennaio 2004 12:12

X giovanni, angelo, alessandra Caro giovanni, io sono d'accordo con lei in parte. Nel senso che nutro seri dubbi circa la possibilità di risolvere i problemi legati alla scarsa consulenza che si ritiene derivi dal momnomandato(sottolineo si ritiene). Se io oggi sono un monomandatario a porescindere da quello che i miei clienti pensano della mia professionalità, io non sarei un bravo consulente. Questo mi lascia perplesso perchè se è vero come si è detto in precedenza che il risparmio gest. non è efficente, il fatto di allargare gli orizzonti del portafoglio offribile non risolve il problema. mi spiego. La mia realtà lavorativa ha la possibilità di offrire tra prodotti propri e di terzi circa 150 tipologie di fondi. Di questi 150 circa il 30% sono tra le maggiori performance del settore o comunque sopra la media. Bene questo significa avere a disposizione circa 50 prodotti per poter dare al cliente sicuramenbte un servizio quantomeno non scadente. La differenza la facciamo noi. Lei crede che con il plurimandato non ci saranno le pressioni delle diverse società di gestione per poter sollecitare il collocamento dei propri prodotti. lei crede che proprio per la regola del libero mercato le società non invoglieranno i consulenti/promotori a collocare quello dove poter mangiare di più? Io credo che la cosa più inportante oggi è avere a disposizione un portafoglio che possa offrire delle performance con ranking dignitosi e il resto tocca a noi. Lavorare sulla formazione di ogniuno di noi è quello che fa la differenza davvero. In tutti i settori. Il plurimandato ben venga per una questione di libertà professionale ma non risolve il problema alla base: le performance assolute del settore. Alessandra, lei dice che se il promotore viene stimolato settimanalmente le performance arrivano.. Ma le dirò che interventi setimanali sui portafogli sono del tutto inefficaci quanto controproducenti perchè porterebbero il margine di errore a livelli altissimi e non sarebbe conforme a quello che sono le regole di un asset allocation oltre a ricadere nella sfera della attività di gestione autonoma dei capitali che la consob vieta. Un promootore non fa trading sui portafogli clienti non può farlo sia materialmente sia giuridicamente. X angelo Lei dice che il promotore è come l'agente immobiliare che le vuole vendere... Bene, è vero molti fanno quello. E' anche vero che se io le voglio vendere una soluzione di investimento che possa mettarla in condizione di ottenere qualche pounto in più dal suo capitale e di seguirla personalmenete legando iu miei guadagni al fatto che lei sia soddisfatto del mio operato e che quindi rimanga cliente, mi dice cosa c'è di sbagliato. Mi dice cosa vuol dire vendere? Se io facessi il consulente indipendente le dovrei vendere un portafoglio studiato ad ok e farmi pagare la percella. Ma dovrei vendere così come Zibordi vende il suo servizio. La differenza è cosa e come si vende. Se l'agente immobiliare le vende un bidone lei non torna più da lui e così per tutti. Se io suggerisco delle fragature il cliente liquida e non mangio. Se un medico per una visita di cinque minuti vuole 200 E io non torno più.

 

  By: angelo on Venerdì 23 Gennaio 2004 11:00

Giovanni e Framilk, a costo di ripetermi, già il semplice fatto che abbiate sentito il bisogno di abbonarvi ad un servizio di consulenza quale quello di Cobraf (o anche solo di consultare questo forum, che come ha detto Zibordi un pò di tempo fà andrebbe forse messo a pagamento, poichè vi si rimediano più informazioni che in altre cose che costano) dimostra che vi distanziate dal promotore medio. Io - sulla media - ho qualche esperienza in più e - per quel che può valere - ritengo che ci sia una differenza fondamentale tra i fattori che portano al successo un consulente quale il medico, l'avvocato ed il commercialista. In questi casi, pur contando, sicuramente la facilità di approccio e di rapporti personali, AT THE END OF THE DAY "va avanti" chi è più preparato professionalmente. Nei lavori "di vendita" (è offensivo chiamarli così?), va avanti chi è più bravo a convincere il cliente a comprare qualcosa. Se voi siete una eccezione a questo ne sono felice (soprattutto per i Vs clienti), ma qui stiamo facendo - credo - un discorso generale, che trascende dall'esperienza di 2 (o anche di 20, o anche di 200) persone. ____________________________________________________________________ ......non nego che gradirei sapere che tipo di attività svolgono coloro i quali criticano la mia attività: questo per capire da che pulpito viene la predica! ____________________________________________________________________ Giovanni, Lavoro a contatto della Borsa, in modi e ruoli diversi da quasi 20 anni, e Le posso assicurare che ho avuto anche a che fare con il compito di fornire analisi fondamentale a promotori di una importante struttura (non una delle "grandi", ma importante a livello qualitativo, non so se mi intende). Quindi ho avuto modo di provare sul campo quale fosse la preparazione media di personaggi che avevano portafogli di centinaia di miliardi (probabilmente perchè si erano trovati nel posto giusto nel 1984-1985, quando sono partiti su un territorio "vergine", interamente da colonizzare). Per il resto, su un forum, si è quello che si scrive. Se io ho scelto di essere Angelo e di non firmarmi con nome e cognome, come fa - tra gli altri - il cortese Cecconi, avrò evidentemente i miei motivi. Le posso però assicurare - anche se Lei non avrà mai riscontro su quello che dico - che io razzolo esattamente come predico. Anche e soprattutto con riferimento agli investimenti ed alla consulenza di Borsa. Ciò detto, ripeto, su questo forum sono soltanto quello che ho scritto nei miei posts e che Zibordi ha avuto la cortesia di mettere tra "il meglio di...". Credo che - e lo dico senza superbia - rileggendoli chiunqua possa farsi un'idea e dare un giudizio su "da che pulpito viene la predica". Vede, io ho iniziato a scrivere qui perchè mi sembrava giusto ricambiare in qualche modo per l'utilità che ne traevo leggendolo (a proposito, Banshee, Massimo Peppe, please come back!). Ma se do fastidio, posso sempre smettere e cercare di soppravvivere ugualmente. E se posso terminare anch'io con una richiesta, visto che Lei ci dice: "non a caso DEVO essere preparato sia dal punto di vista tecnico (timing, cicli di mercato, analisi tecnica, ecc.) sia fondamentale (meglio un settore od una altro? meglio un paese od un altro? quant'è il P/e della borsa Indiana? etc)" potrebbe prendere in considerazione di intervenire in questo forum su questi importanti argomenti e non solo e sempre quando si parla della professione di promotore finanziario (senza ironia, mi scuserà se non la chiamo consulente, ma se c'è una legge che vi definisce "promotori", un motivo ci sarà.....non crede)? Senza offesa, Angelo.

 

  By: angelo on Venerdì 23 Gennaio 2004 00:54

Caro Framilk, io non la conosco e non mi permetto di mettere in dubbio quanto Lei afferma, in merito alla serietà del suo lavoro (sono sicuro che esistono promotori che operano col giusto scrupolo), sulle difficoltà che un singolo professionista incontrerebbe a seguire in maniera personalizzata centinaia di clienti ecc. Ho incontrato anch'io persone che si dicevano disposte a rischiare, purchè l'incertezza consistesse nel guadagnare il 10 oppure il 20%. So anch'io che molto spesso un buon promotore o un buon consulente è prima di tutto un buon psicologo, oltre che un asset allocator "elementare" (cioè tra i tipi di fondi che sono ammessi da un unico mandato in esclusiva). Per esempio, ieri ho ricevuto una chiamata di un caro amico che era preoccupato per la sua rilevante posizione in Telecom rnc e mi chiedeva se non c'era rischio di un'altra Parmalat. Io (che dalla faccenda non avevo niente da perdere nè da guadagnare) gli ho risposto che secondo me la sua domanda era razionalmente illogica, e denotava un segno di resa psicologica. Per me, Lui non aveva paura che Telecomn fallisse, ma - nel suo inconscio - non voleva più saperne del "rischio di detenere azioni". Ciò detto rimane - secondo me - il problema originario del risparmio gestito italiano: il conflitto di interessi potenziale tra promotore e cliente: 1) o un promotore piazza i fondi della sua ditta (siano oppure no i più adatti alla situazione) oppure non guadagna. 2) un promotore guadagna quando il cliente "muove", non quando crea valore aggiunto per il cliente. Questo quadro di riferimento non è creato dai promotori ma da un impiatno legislativo che assimila la vendita di prodotti finanziari a quella delle polizze assicurative. Purtroppo, regole che non possono fare gran danno nel settore assicurativo (le polizze delle diverse compagnie sono più o meno tutte uguali), sono deleterie nel settore finanziario, perchè impediscono la "selezione della specie" e la "sopravvivenza" dei soli prodotti migliori. Finchè non vengono rimosse ( a livello legislativo), dovrò sempre ricordarmi che il promotore non è nè il mio consulente nè un mio amico, esattamente come un agente immobiliare che cerca di vendermi un alloggio non è un mio consulente. E' un intermediario che guadagna se ottiene la firma su un pezzo di carta. Niente di male, basterebbe evitare di presentarsi come "mega strateghi finanziari" e chiarire che si è un agente di vendita. Oppure, se si desidera fare veramente i consulenti, dimostrare inanzitutto la propria indipendenza rinunciando ad avere mandati in esclusiva e legando il proprio compenso al risultato del cliente. Senza offesa, Angelo.

 

  By: Alessandra on Giovedì 22 Gennaio 2004 21:52

Caro framilk, sa cosa non condivido del risparmio gestito, la seguente realtà: se il risparmiatore "stressa con diplomazia", diciamo settimanalmente, il proprio P.F. ottiene sempre un Utile dalla propria gestione. Non appena il risparmiatore si rilassa, perchè ad esempio va al mare, l'utile svanisce, a prescindere dall'andamento dei mercati. Un po' come con le commissioni di un conto corrente. Più richiedi, più ottieni. Se ti rilassi un attimo ... gira un batch di notte che ripristina condizioni uguali per tutti. Quindi, dopo un pò, il risparmiatore si rassegna. Alessandra

 

  By: framilk on Giovedì 22 Gennaio 2004 21:22

Caro angelo, il risparmio gestito è un compromesso. A fronte di performance non brillanti o prorio deludenti affre dei vantaggi operativi e standar di sicurezza non trascurabili. Il fatto che un promotore dia a chi chiede qualcosa di tranquillo il fondo H.Tech è un altro discorso che verte sulla professionalità di ognuno. Il sottoscritto segue zibordi da tre anni ele posso garantire che non ho mai tradotto e indicato alla clientela indicazioni cobraf, non perchè non le ritenessi valide anzi, ma perchè le assicuro non sarei in grado di gestirle con l'efficenza e la tranquillità necessaria. Su circa duecento clienti che seguo circa una ventina fanno (facevano) trading, autonomamente e con altro istituto diverso dal mio. questo perchè so di non poter dare un servizio qualificato. Forse costruendo portafogli in linea con rendimento atteso e rischio del cliente riesco a dare un servizio più attento. Non sono un mago della finanza ma le assicuro che la cura di un cliente dal punto di vista finanziario passa attraverso una miriade di messaggi relazionali e una serie di attenzioni persona per persona. Non mi interessa guadagnare tuutto e subito, mi interessa chge il cliente sia mio a lungo. Non mi interessa che un cliente guadagni il 20 o il trenta se per lui va bene il 5. Perchè farlo rischiare?? Ecco perchè i discorsi sulla performance lasciano il tempo che trovano. E' vero che il gestito rende meno ma come potei dare un servizio a duecento clienti dando uno ad uno un portafoglio da segure giornalmente, far fronte alle variate operazioni di riscatto versamento piccoli accumuli ecc.?? Chi mi assicura che un titolo BBB sia in realtà una parmalat??? A questo proposito ora tutti fanno i saputelli dicendo si vedeva, era da immaginare ecc. ma resta il fatto che situazioni del genere dove ti inventano miliardi in bilancio e tu operatore leggi il rating BBB e sei consapevole di dare un titolo non eccelso ma quantomeno in larga misura lontano da default , per scrupolo leggi il bilancio e vedi liquidità, che fai?? Questo non è come i titoli argentini, li' credo ci sia veramente del dolo ma su parmalat (escluso gli ordini dall'alto) credo che era davvero difficilie immaginare questo. Sono d'accordo anche con le fregature B. 121, li c'è dolo. Preciso che non ho mai dati titoli corporate se non attraverso fondi, quindi parlo da non interessato direttamente. Vi assicuro che il lavoro da promotore non è quello che si vede in giro. Non è quello di dare performance superiori alla media. Non è quello di indovinare il titolo e il fondo. E' guidare dare al cliente quello che lui vuole e che serve. Dall'allocazione ottimale dei sui risparmi a quello di gestire le sue ansie di aiutare a trovare un modo per raggiungere i suoi obiettivi. E' difficilissimo. Non si gioca tutto sul punto o i punti in più dell'indice. Un'occhio al mercato e l'altro a lui e non sempre le due cose sono conciliabili. Sa quanta gente ti dice in sede di analisi conoscitiva di riuscire tranquillamente a sopportare il -10% a fronte di poetnzialità maggiori e poi a -5% sviene?? Oggi ho capito e so individuarli e so cosa dare loro. Necessaraimente la professionalità di ognuno passa dall'esparienza e questo significa anche aver sbagliato ed imparato dagli errori.

 

  By: angelo on Giovedì 22 Gennaio 2004 18:26

Framilk non ha torto quando pensa che per molti non vi sono grosse alternative al risparmio gestito, giacchè anche seguire Zibordi od un servizio di consulenza similare richiede una conoscenza perlomeno generale di quello di cui si sta parlando, dimestichezza con PC e Internet, tempo di seguire un minimo le cose e per passare gli ordini in tempo reale e non il giorno dopo. Ma tutto questo non è minimamente una scusante per le magagne del risparmio gestito. Io conosco una persona che non è stupida, è tra il personale direttivo di una piccola azienda, ma che non ha ancora capito che la persona con cui parla è un venditore; Lei lo chiama il mio "gestore", perchè è così che questo tizio si è presentato. Come un disegnatore di strategie finanziarie. E il cliente è ignaro che queste strategie sono state disegnate con la logica di: a) strizzare l'occhio ai prodotti che più gli retrocedono; b) switchare spesso (o fare media su fondi in perdita), sempre con l'oochio rivolto prima al proprio portafoglio e poi a quello del cliente. Risultato, una persona che aveva chiesto prodotti assolutamente senza rischio si trova in portafoglio quel famoso fondo Internet di cui si è parlato anche in questo forum. Quel promotore ha sbagliato non perchè il fondo non ha sovraperformato, ma perchè ha dato al cliente pere per mele, alla ricerca della maggiori commissioni possibili. E la parte deludente della storia è che non pagherà pegno in nessun modo.

A noi è capitato un ottimo promotore - Alessio  

  By: Alessio on Giovedì 22 Gennaio 2004 17:00

Mi permetto di inserirmi per riportare la mia esperienza diretta in quanto mio padre saranno 10 anni che è seguito da un suo amico promotore e guai a chi glielo tocca! Questo da sempre lavora così: 2 fondi di investimento un azionario USA e un fondo monetario; si entra e si esce dall'azionario in base a dei segnali che dà un programma che si è costruito lui (mediamente 3/4 volte all'anno) perchè dice che è fondamentale tagliare le perdite quando arrivano al 10/13%. Vado a memoria: gli ha fatto azzerare l'azionario a giugno del 2002 restando fuori fino a maggio del 2003, ora da quella data è al 100% nel fondo azionario USA. I conti precisi non li conosco ma in questi 10 anni mio padre con i suoi suggerimenti ha perso poco e in certi momenti ha guadagnato bene. Se però parlo con amici e sento i discorsi in giro mi rendo conto che questa è un'eccezione in quanto su 100 promotori 99 non lavorano così ma vendono al cliente i prodotti che hanno le provvigioni più alte senza minimamente curarsi di chi hanno davanti, ecco che il servizio che darebbero al cliente, come dice panarea, viene pagato salatissimo che il cliente ne farebbe volentieri a meno. Alessio

 

  By: panarea on Giovedì 22 Gennaio 2004 16:32

In dieci anni di attività le assicuro che non ho mai sentito un cliente medio che liquidava per andare a replicarsi da solo l'Eurostox 50 o il mib 30 Dj ecc. - - - - - - - - - - - - - Per forza, se replica con un bel ETF che bisogno ha di chiamarLa? Ha ragione Gianlini, il PF, il gestore non serve a rendere di più, serve a renderti la vita + comoda, + facile, ti da un servizio che giustamente si fa pagare. Punto e basta. Voi il letto la mattina lo mettete a posto da soli? ci pensa la moglie? la fidanzata? la mamma? la governante? l'amante? be, la cosa non è difficile è un servizio facile facile, ma se lo fa la colf, giustamente vuol essere pagata (forse anche l'amante...). così come il PF è un servizio a pagamento, non un modo x diventare ricchi. Capito questo, siamo tutti felici

 

  By: Alessandra on Giovedì 22 Gennaio 2004 16:00

Ragazzi, mi viene da ridere a leggere certe considerazioni sul Risparmio Gestito. Esperienza personale: il Trading che ho fatto seguendo esclusivamente i messaggi SMS di Zibordi nell'anno Sett 2002/2003 con un capitale Iniziale pari alla metà di quello dato in Gestione, ha avuto un UTILE POSITIVO, tolte anche tutte le spese. La " Gestione Patrimoniale", affidata ad una delle Banche Italiane, forse, più famose per il Risparmio Gestito, ha fatto nello stesso anno ZERO UTILE, anzi è stata decurtata anche delle spese iniziali. E non mi dilungo poichè ho già litigato abbastanza con la mia Banca! Ma se uno ha dei risparmi e non ha tempo e voglia di autogestirseli a chi li deve affidare, in Italia, questi soldi? Mah? Ciao Alessandra

 

  By: gianlini on Giovedì 22 Gennaio 2004 15:12

condivido abbastanze e aggiungo una considerazione in molti casi il risparmio gestito mi da un servizio: mi incassa le cedole, me le reinveste, accetta PAC da 100 euri al mese, mi vende 412,54 quote per il controvalore di 2523,18 euri...ecc.ecc. tutte cose che posso fare da solo, se già le faccio, se ho un conto con fineco o imiweb o sella.....ma se non le faccio già?? quanto mi costa il deposito ammiistrato presso una banca, quanto mi costa ogni singola operazione (ad esempio ogni cedola è un'operazione che passa sul cc) .....alla fine forse le commissioni sono ancora troppo alte, ma credo che il servizio che si chiede al risparmio gestito non è di per sè quello di fare meglio degli indici, ma di farlo più veloce, più comodo (tel al cell del pf e gli dico fammi lo swithc da ..a .. ) e con meno vincoli. io per lo meno lo vivo così

Sì, ma professor Scienza non ha mai incontrato il vero risparmiatore - framilk  

  By: framilk on Giovedì 22 Gennaio 2004 13:45

X Zibordi Le parla uno che con il gestito ci lavora e solo con quello. E' fuori discussione che dall'analisi del risparmio gestito scaturisce sulla maggior parte degli operatori una performance inferiore all'indice di riferimento. però la mia domanda è: perchè a fronte di questa sottoperformance non viene considerato il fattore positivo cioè quello di una massima frammentazione del rischio? Perchè oggi chi ha un fondo corporate è tranquillo e chi aveva seppur 10 bon tra cui cirio e parmalat ecc..piange?? Non parliamo di aziendine del terzo mondo dove il rischio è calcolato come quelle argentine. Se lei compone un portafoglio con 10 titoli seppur con rating medio alto come fa ad essere certo di tutelarli dal rischio? L'analisi di scienza è giusta ma probabilmenmte il professore non ha mai incontrato il vero risparmiatore che l'unica cosa di cui era capace era quella di rinnovare BOT. E questi sono il 80%! Probabilmente tra 20 anni la cultura finanziaria sarà diversa ma oggi è cosi. Come fa un risparmiatore matalmeccanico o agricoltore (maestri nel loro campo e zero in campo finanziario) a fare da soli??? A fare cosa? Accendere il PC e seguire Zibordi? La realtà è diversa, è fatta di gente che è passata dal 10% dei Bot a meno del due. Ha comprato fondi azionari e quando ha visto e sentito che con le azioni si guadagnava di più si è riempito di seat tim e tiscali. Ed ora?? In dieci anni di attività le assicuro che non ho mai sentito un cliente medio che liquidava per andare a replicarsi da solo l'Eurostox 50 o il mib 30 Dj ecc. Son usciti per andare a comprarsi quello che in piazza si diceva cioè tiscali, seat ecc... Allora è vero che il risparmio gestito in assoluto è una c..... ma forse per chi vive e lavora seriamente a gestire i bisogni, le aspirazioni, le ansie del risparmiatore medio è lo strumento più adatto anche a fronte di qualche punto in meno.

Cirio e Parmalat sono il meno: il risparmio gestito da solo costa 15 miliardi di euro ogni anno - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 20 Gennaio 2004 00:28

da ^www.beppescienza.it#www.beppescienza.it^: "....il risparmio gestito in Italia sia un fallimento e continui a distruggere ricchezza, come denunciato tra l’altro dall’autorevole ufficio studi di Mediobanca. La stragrande maggioranza dei fondi italiani ha regolarmente dato ai risparmiatori un rendimento inferiore a quello che avrebbero ottenuto se avessero fatto da soli. Meglio stare attenti ”, dice ancora, “a non dare troppa importanza a vicende come l’Argentina, la Cirio e la Parmalat. Sono casi isolati e, tranne l’ultimo, tutto sommato ristretti. I danni provocati dal risparmio gestito negli ultimi 20 anni sono estremamente maggiori”. Il professore fa una stima, che considera prudente: “su circa 700-800 miliardi di euro di risparmi gestiti in Italia i risparmiatori ci perdono mediamente il 2% all’anno, rispetto a ciò che otterrebbero facendo da sé.” Fa circa 15 miliardi di euro ogni anno...." --------------------------------------------------- UN ALTRO "PRODOTTO" SCADENTE DELLE BANCHE ITALIANE Una barzelletta. Ecco cosa sembra la puntata del progetto Patti Chiari - del sistema bancario italiano - dedicata alle "Obbligazioni a basso rischio e a basso rendimento". Incongruenze e omissioni sono così numerose che uno non sa dove cominciare e tanto meno quando finire. Comunque ci ho provato e agl'interessati segnalo il mio articolo su la Repubblica di oggi (19-1-2004, Affari & Finanza p. 39) intitolato "Patti molto strombazzati ma poco Chiari". Ulteriore documentazione al riguardo è disponibile nella mia pagina web all'Università di Torino www.beppescienza.it#www.beppescienza.it^

 

  By: gianlini on Mercoledì 07 Gennaio 2004 19:59

07 gen 18:39 Fondi: raccolta record nel 2003 ROMA - I fondi comuni di investimento hanno raccolto 25,1 miliardi di euro nel 2003. E' il risultato migliore dal 2000, anno nel quale i fondi toccarono quota 29.6 miliardi. (Agr)

Giornalisti finanziari al servizio dei gestori - gz  

  By: GZ on Martedì 25 Novembre 2003 01:50

Una volta al mese per i nuovi lettori del sito aggiorniamo il capitolo: "Mistificazioni della stampa finanziaria italiana". Tesi. il compito della maggioranza dei giornalisti finanziari sembra quello di indottrinare il popolo per mantenerne la fiducia in chi gli gestisce i soldi. Dimostrazione. L'inserto del lunedì del corriere non è certo il peggio che si può leggere anzi, ma è di intento puramente celebrativo : ^Ecco i Gestori con Un Tocco In Più: "...successo su tutti i fronti....risultati di tutto interesse...soddisfazione per i clienti "#http://www.corriere.it/edicola/economia.jsp?path=TUTTI_GLI_ARTICOLI&doc=SGR15^) Cosa suscita tanto entusiasmo ? I migliori gruppi di fondi italiani. Bene vediamoli. In tutto il panorama dei circa 1.200 fondi che si vendono in italia il Corriere presenta oggi quattro società piccole che hanno reso il 13% nell'ultimo anno. Dato che la media dei fondi in Italia è sull'8% per gli azionari (stando a quanto pubblicava sempre il corriere) e l'insieme dei fondi ha reso sul +4% (includendo il reddito fisso) ecco allora che il Corriere ha trovato "...i gestori con un tocco in più...". Che hanno fatto un grasso +13% nell'ultimo anno. Peccato che l'indice delle borsa mondiali (ad es misurato dal "Morgan Stanley World Index") un anno fa fosse a quota 790 e ora sia a 966: quindi in base all'aritmetica sia salito del +20% (più un 2% circa di dividendi). Questo è il rendimento che nel 2003 fa da pietra di paragone nel mondo (il "benchmark"), cioè questo è quello che un gestore diversificato dovrebbe OTTENERE COME MINIMO. Senza contare che il +20% medio lo hanno fatto gli indici pesati, ma la media dei titoli è salita molto di più (in america il titolo medio è salito del +50% ecc....). Diciamo che uno che avesse comprato un paniere di azioni a casaccio in diversi paesi in media un +30% lo faceva negli ultimi 12 mesi. Ma il miglior gestore italiano trovato dal Corriere, quello che batte tutti gli altri evidentemente sotto sotto teme il problema perchè a metà intervista mette le mani avanti "....Uno dei grandi vantaggi su cui il nostro team di gestione può contare è l'assoluta indipendenza operativa dal benchmark nelle scelte di portafoglio - dice Paolo Bosani , responsabile fondi di Kairos Partners -. Il confronto con il benchmark si esaurisce a livello di volatilità ...." Lo credo bene: le borse del mondo sono salite dal +22% in su in media. Questo dovrebbe essere il gruppo di fondi migliore di tutte le centinaia di fondi esistenti in italia e ha fatto il +13%. Ovvio che: "...il confronto con il benchmark .." lo evita come la peste. Ma la giornalista è di animo troppo delicato per accennare a un confronto così spigoloso e quindi si glissa e si passa a celebrare la creme della creme del risparmio gestito nostrano: "...brillanti, in particolare, i risultati del fondo hi tech, più 28%...". Peccato che il Nasdaq sia salito del +60% in un anno..... "...come fondo azionario Paesi emergenti (+19% in un anno...". Sfortunatamente le borse dei paesi Emergenti in media sono salite più del +50%. E così via..