LE MISTIFICAZIONI DELLA STAMPA

 

  By: Andrea on Venerdì 21 Ottobre 2005 17:35

Gianlini, le dirò la mia. Ieri sera, un po' per la stanchezza, un po' per il disgusto ho visto solo pochi minuti della trasmissione. Spiego meglio il disgusto ... Sono un elettore dell'attuale governo che, tirando le somme, non è sufficientemente soddisfatto dei risultati. Quindi, potenzialmente, potrei anche scegliere diversamente la prossima volta. Chiarito che i convinti di sinistra NON hanno bisogno di alcuna motivazione per continuare a votare quello schieramento, l'obiettivo di Celentano poteva essere dare una ragione per fare il salto a quelli come me e una ravvivata all'entusiasmo di quelli di sinistra che però ogni tanto si chiedono se non dovrebbero passare dall'altra parte. Orbene ... credo abbia fallito, se non altro nei miei confronti. Ho visto due cose: 1 - una sincera auto-critica della sinistra, a opera di Crozza o come si chiama, che mi è piaciuta per l'ironia, lo stile, l'intelligenza e, soprattutto, l'indiscutibile franchezza ... confermandomi che le ragioni per cui fin qui non sono riuscito a votare per loro sono, in realtà, motivo di mal di stomaco anche per alcuni dei loro stessi elettori. Quindi i miei dubbi sono motivati ... 2 - una critica di tutto il resto condotta in un modo che mi porta a credere che il livore accumulato in 5 anni (50? 500?) renda alcuni dei loro eroi persone a me non gradite. Mi riferisco, ad esempio, alle parole, ai modi e ai tempi di Santoro. Se intende tornare così in TV lo pregherei di non farlo anche perché andrebbe a sottrarre tempo ai Floris, Gabanelli ecc. che mi sembrano assai più efficaci e godibili. Depardieau, o come diamine si scrive, non lo giudico nemmeno perché il messaggio lo ha veicolato in modo tale da svilirlo di qualsiasi significato e valenza. Era solo un nome famoso da usare. Mi sono perso, ripeto, tutto quello che è seguito.

 

  By: gianlini on Venerdì 21 Ottobre 2005 14:12

mi dicono che la campagna elettorale dell'Ulivo in televisione sia iniziata con santoro da Celentano. mah, e poi il Berlusca si preoccupa di par condicio televisiva o cose del genere.... a me sembra che più sta alla larga da questo schermo meglio è!

 

  By: polipolio on Martedì 18 Ottobre 2005 23:37

wow! Gz esprime il dilemmma se essere governati da una destra che fa la sinistra o da una sinistra che fa la sinistra mentre a destra si mugugna. Capisco la nausea di Gianlini

 

  By: GZ on Martedì 18 Ottobre 2005 23:12

Sarebbe molto meglio che fossero Prodi & C a governare Ad esempio la riforma della previdenza di Maroni rende i sindacati i veri gestori del risparmio pensionistico privato dei lavoratori E' veramente una cosa da fantascienza (e fantafinanza). Come pochi sanno le pensioni private di chi oggi ha 30 o 40 anni saranno inferiori al 40% dell'ultimo stipendio a differenza di quelle attuali che sono intorno al 75% (grazie alle riforme di Amato, Ciampi e Dini e al fatto che l'INPS è stata gestita da Cgil Cisl e Uil). Ora provano a incentivare delle pensioni private per rimediare e cosa fa la famigerata destra contro cui si fanno gli scioperi generali ? Le affida alla gestione del sindacato in modo che non ci siano chances che i lavoratori privati tra 20 anni abbiano qualche ritorno per i contributi versati (".... La destinazione del Tf.r., sulla base di una procedura di silenzio assenso, solo ai fondi negoziali gestiti dai sindacati.....). Della serie: "la competizione, la libera scelta e libero mercato te li vai a vedere al cinema" Almeno se lo facesse Bertinotti o la Bindi forse ci sarebbe una destra che protesta. ---------------------------------------------- .................Il ministro del welfare Maroni ha accellerato sulla riforma delle pensioni accogliendo in larga parte le richieste dei sindacati e di Confindustria in merito a due temi fondamentali: - La destinazione del Tf.r., sulla base di una procedura di silenzio assenso, solo ai fondi negoziali (con il relativo contributo del datore di lavoro) e non già come in un primo tempo alternativamente a queste forme di contrattazione collettiva (secondo pilastro) o alle polizze individuali ( terzo pilastro); la protesta dell''Ania, organo associativo delle assicurazioni, è subito arrivata, ma difficlmente i sindacati verranno scontentati su questo punto, che consente loro di mantenere un presidio importante sulla previdenza integrativa. -Compensazioni alle imprese che perdono così di fatto il T.f.r. come forma di finanziamento interno, attraverso una defiscalizzazione di alcuni contributi a favore del lavoratore. Su questo punto Confindustria ha ricevuto piena soddisfazione.

 

  By: gianlini on Martedì 18 Ottobre 2005 16:56

si ha un vero senso di nausea a vedere che - il governo Berlusconi non ha praticamente modificato nulla in 4 anni e passa di lavoro (basta assumere una persona per capire che nulla, ma proprio nulla è cambiato in termini di tasse e di costo del lavoro, basta accendere la televisione per capire che di peggio si è passati al pessimo, basta girare per milano per capire che gli immigrati sono quadruplicati e non solo quelli onesti (essendo fidanzato con una peruviana non ce l'ho certo con gli immigrati lavoratori e civili), basta sentire dell'ennesimo omicidio in calabria (sotto gli occhi di tutti, addirittura al seggio) per capire che la mafia non ha arretrato di un millimetro il proprio raggio di azione ecc.ecc. ) - dall'altra parte hai un personaggio che calca da non meno di 30 anni la scena politica, ha una faccia abominevole (scusate il termine, ma quando ride è proprio così), un modo di esprimersi tipo locomotiva sbuffante, un programma inesistente e riferimenti continui solo a non meglio specificati grandiosi ideali, splendidi scenari, e grandi impegni

Speriamo nella svalutazione dell'euro - gz  

  By: GZ on Martedì 18 Ottobre 2005 16:17

I BOT rendono oggi al netto delle tasse attuali l'1.8% circa. Il candidato che la Stampa, Il Corriere, Repubblica (e forse altri giornali importanti perchè non leggo tutto), gli esperti, i professori e i banchieri sponsorizzano come prossimo premier alla domanda : "... come risanare il debito pubblico ..." rispondeva ieri: "...tassiamo le rendite finanziarie, i capital gain di borsa e anche i Bot... ma esclusi quelli in "modica quantità" (come per le droghe leggere ?) Il bello di avere la stampa a favore è che il giorno dopo non devi leggere che tassare obbligazioni che rendono meno dell'inflazione ed escludendo la "modica quantità" e' ridicolo.: i) perchè non c'è alcun guadagno da tassare sui Bot e CCT da un paio di anni ii) e se anche in futuro ce ne fosse le "grandi quantità" si spostano di nuovo all'estero. Come gia' stanno facendo il 60% dei fondi che ora sono di diritto irlandese di Banca Intesa di Corrado Passera o di Unicredito di Alessandro Profumo (entrambi gradi sponsor di Prodi che si fanno fotografare a votare alle primarie) Speriamo nella svalutazione dell'euro

 

  By: Andrea on Lunedì 17 Ottobre 2005 12:47

Gianlini, anche per me la domenica sera è, quasi sempre, l'unico momento di TV. Ho visto Report, come lei. E, come lei, sono rimasto basito di fronte all'impudenza ma non solo quella di Coppola. La cosa più orribile, a mio avviso, non è il sottobosco di malaffare dove questi personaggi scaltri alle volte sanno crescere con la velocità dei funghi (chissà se ammuffiranno altrettanto velocemente) ma il supporto che trovano, in Bankitalia, ad esempio. Paghiamo profumatamente un numero esorbitante di organi di controllo che, evidentemente, sono troppo impegnati a indagare sull'uso dell'organo di Lapo Elkann per dedicarsi al loro lavoro.

 

  By: gianlini on Lunedì 17 Ottobre 2005 10:32

scusate l'esaltazione, ma vedo 20 minuti di televisione al mese, e quindi quando la guardo mi faccio trascinare dall'entusiasmo....

 

  By: gianlini on Lunedì 17 Ottobre 2005 10:32

Ieri sera avete visto Report? avete visto la faccia tosta di Coppola quando spiegava come fosse naturale aver comprato a 5 milioni di euro e venduto a 30 qualche anno dopo un immobile? oppure la sequenza di "affari" fatti dallo stesso con Zunino (tutte le volte che trattavano un immobile finiva sempre per rivenderglielo a 3 volte tanto!!)?

 

  By: polipolio on Lunedì 17 Ottobre 2005 09:07

"In compenso, abbiamo avuto i furbetti del quartierino e un’altra schiera di piccoli e grandi speculatori, assaltatori, raider e soci. Più che altro, si potrebbe concludere, in mezzo secolo è cresciuta, e si è fatta più spavalda, la speculazione." ---------------- La dimostrazione che i giornalisti scrivono perché hanno la penna in mano, ma l'uso del cervello, la documentazione, le fonti etc. sono optional. I cosiddetti furbetti sono dei dilettanti rispetto ai veri raider che abbiamo avuto in passato. Sindona un nome per tutti.

se tenevi i titoli del MIB30 negli ultimi 20 anni ottenevi il +20% medio - gz  

  By: GZ on Venerdì 14 Ottobre 2005 21:46

"....Ma l’ufficio studi di Mediobanca, che è fatto un po’ da diavoli del computer, è andato oltre. Ha preso i trenta maggiori titoli (più qualche altro a alto flottante) e ha provato a calcolare che cosa hanno reso negli ultimi venti anni. L’ipotesi di base, ovviamente, è che uno abbia reinvestito tutti gli utili incassati nel titolo che li ha generati. Ebbene, la media di tutti questi investimenti ha portato, nel giro di venti anni, a un ^rendimento dell’investimento del 21,4 per cento...."#http://finanza.repubblica.it/scripts/cligipsw.dll?app=KWF&tpl=kwfinanza%5Cdettaglio_news.tpl&del=20051013&fonte=LFN&codnews=40360^ --------------------------------------------------- L'ufficio studi italiano più serio, ^quello di Mediobanca#http://www.mbres.it/ita/mb_pubblicazioni/indici.htm^, conferma quello che avevo illustrato riguardo alle borse anglosassoni (per le quali esistono tanti altri studi) e cioè che anche in Italia negli ULTIMI 20 ANNI stare investiti in borsa ha reso 3 volte di più dei titoli dei stato. Questo risultato matematico suscita stupore e anche incredulità. Questo solo perchè praticamente nessuno lo ha provato ad applicare, in quanto: i) i privati tendono a comprare nei periodi di borsa alta e ad uscirne nei periodi di borsa depressa ii) i fondi comuni e le gestioni tengono sempre il 70% del portafoglio in media in reddito fisso (anche oggi che rende il 2% lordo) ---------------------------------- Meglio la Borsa dei titoli di Stato La Repubblica, di giovedì 13 ottobre 2005 MILANO - E’ appena uscito il ^volumone di Mediobanca dal titolo “Indici e Dati”#http://www.mbres.it/ita/mb_pubblicazioni/indici.htm^, . Si tratta della più completa rassegna di quello che è successo in piazza Affari in questi anni. E contiene, per una volta, tante buone notizie. La prima è che fra l’inizio del 2004 e il giugno del 2005 ilo mercato milanese ha guadagnato in media il 25,7 per cento. E quindi chi ha creduto nella Borsa, e ci ha messo dei soldi, alla fine si è ritrovato con un bel gruzzoletto. Ma perché il listino è andato così bene? Due le spiegazioni che si ricavano rovistando dentro le sterminate tabelle dell’ufficio studi di Mediobanca. Da una parte ci sono state molte operazioni straordinarie (quelle dei furbetti del quartierino, ma non solo), che hanno fatto salire i titoli e che si sono tradotte in guadagni sostanziosi per quelli che sono andati al seguito, e che poi sono usciti per tempo. Dall’altra parte, c’è il fatto che, oggettivamente, le maggiori società quotate si sono presentate tutte con risultati molto brillanti e molto “ricchi” (dal punto di vista dei dividendi. Ma l’ufficio studi di Mediobanca, che è fatto un po’ da diavoli del computer, è andato oltre. Ha preso i trenta maggiori titoli (più qualche altro a alto flottante) e ha provato a calcolare che cosa hanno reso negli ultimi venti anni. L’ipotesi di base, ovviamente, è che uno abbia reinvestito tutti gli utili incassati nel titolo che li ha generati. Ebbene, la media di tutti questi investimenti ha portato, nel giro di venti anni, a un rendimento dell’investimento del 21,4 per cento. Nello stesso periodo di tempo un analogo investimento in titoli di Stato a medio e lungo termine avrebbe reso soltanto l’8,9 per cento. La differenza è di 12,5 punti a vantaggio della Borsa, che quindi si conferma come un genere di investimento a alta redditività. Attenzione, però, c’è un trucco. I calcoli di Mediobanca sono fatti per un investimento su tutti i titoli del paniere, non su uno solo o due. Infatti, se si va a vedere il dettaglio si scopre che i vari titoli hanno avuto, nell’arco di venti anni, rendimento molto differenti. C’è chi ha reso appena l’1 per cento (Telecom Italia) e chi invece ha reso quasi il 30 per cento (Terna). In sostanza, se uno avesse investito sul vecchio indice Mib 30, più qualche altro titolo, e avesse dato ordine alla sua banca di reinvestire i dividendi (senza stare a perdere tempo con i Fondi e con consulenti vari) avrebbe portato a casa il rendimento che si è appena detto, di quasi tre volte superiore a quello in titoli di Stato. Anche da questo studio, comunque, esce il ritratto un po’ povero del nostro capitalismo. L’ufficio studi di Mediobanca ha fatto un calcolo molto semplice. A metà del 2005 la capitalizzazione complessiva della Borsa italiana era di 581 miliardi di euro. Rispetto a dieci anni prima risultano in crescita le banche a scapito delle aziende industriali. Questa capitalizzazione della Borsa risulta essere pari al 43 per cento dell’intero Prodotto interno lordo italiano. In realtà, nel 2000 (prima del grande crollo di tutte le Borse) si era arrivati al 70 per cento. Con i valori attuali, 581 miliardi di euro di capitalizzazione complessiva, si è tornati ai livelli di inizio anni Sessanta. In sostanza, oggi la capitalizzazione totale della Borsa italiana (in percentuale sul Pil) vale quello che valeva quasi mezzo secolo fa. Insomma, abbiamo fatto un sacco di cose, ma quanto a modernità finanziaria siamo fermi da quasi cinquant’anni. In compenso, abbiamo avuto i furbetti del quartierino e un’altra schiera di piccoli e grandi speculatori, assaltatori, raider e soci. Più che altro, si potrebbe concludere, in mezzo secolo è cresciuta, e si è fatta più spavalda, la speculazione. Per la modernizzazione della finanza e del capitalismo, forse, bisognerà aspettare altri cinquant’anni.

 

  By: GZ on Domenica 21 Agosto 2005 21:53

Grazie della segnalazione Un parente mesi fa mi ha chiesto cosa pensavo dei risultati della Gestione Patrimoniale azionaria della BAM in cui ha messo soldi da fine 2003 e che gli ha dato un +9% (per cui era contento). Ho detto che la borsa italiana era salita del 20% circa e quelle mondiali un +16-17% da fine 2003 per cui manca un 7% almeno di rendimento che si sono mangiati. Essendo una cifra intorno al miliardo di lire è come se mancasse una BMW più una vacanza. Ho suggerito di mettere tutto in alcuni ETF che costano lo 0.2% invece del 5% o 7% come le GPF Giorni dopo mi ha detto che ha parlato con il responsabile della GPF che gli ha mostrato che i costi sono intorno all'1% (e ovviamente non toglierà i soldi alla fine) Cosa si può dire....che al mondo si ha quello che ci si merita ?... Il principale ufficio Studi italiano calcola che nel 2004 l'insieme dei fondi italiani hanno fatto pagare almeno 7 miliardi di costi su un utile di investimento lordo di 17 miliardi, cioè almeno il 40%. L'esperienza diretta è che a mettere soldi a fine 2003 in una GPF Azionaria ha reso il 9% (ad Aprile) quando l'indice di borsa invece è salito del 17% e quindi evidentemente i costi erano il 40%, esattamente come risulta dai calcoli di Mediobanca per il totale dei fondi. --------------------------------------------------------------- "...Basandosi sui dati desunti dai rendiconti di gestione, l'analisi dell'Ufficio Studi non considera le provvigioni riconosciute agli intermediari che collocano le quote dei fondi presso i risparmiatori. Questi costi non vengono esplicitati nei rendiconti in quanto, pur gravando sul risparmiatore, sono dedotti dalla raccolta e non incidono sul fondo. ^I costi di gestione determinati nello studio Mediobanca sottovalutano quindi gli oneri complessivi per il risparmiatore.....#http://www.mbres.it/ita/mb_pubblicazioni/faq_fondi.htm^"

I costi di gestione dei fondi sono in realta' piu' alti - max72  

  By: max72 on Sabato 20 Agosto 2005 18:44

come se non fosse sufficiente, su: http://www.mbres.it/ita/mb_pubblicazioni/faq_fondi.htm si legge: E' stato detto che i dati elaborati nello studio non riflettono compiutamente il costo di gestione dei fondi italiani E' vero. Basandosi sui dati desunti dai rendiconti di gestione, l'analisi dell'Ufficio Studi non considera le provvigioni riconosciute agli intermediari che collocano le quote dei fondi presso i risparmiatori. Questi costi non vengono esplicitati nei rendiconti in quanto, pur gravando sul risparmiatore, sono dedotti dalla raccolta e non incidono sul fondo. I costi di gestione determinati nello studio Mediobanca sottovalutano quindi gli oneri complessivi per il risparmiatore

La tabella di rendimento che nessun giornale vuole mostrare - gz  

  By: GZ on Martedì 16 Agosto 2005 16:23

Ogni anno l'ufficio studi di Mediobanca, che ^è da sempre il migliore#http://www.mbres.it/ita/^ in italia per l'analisi dei bilanci delle aziende italiane, pubblica uno studio completo di tutti i risultati dei fondi comuni e gestioni patrimoniali. I numeri sono agghiaccianti e se venissero pubblicati sul Corriere o Repubblica con il risalto che meritano dovrebbero decretare la scomparsa dell'"industria" del Risparmio Gestito. Qui sotto vedete il risultato aggregato di 1.247 fondi e Sicav italiane, azionarie, obbligazionarie e bilanciate dal 1993 al 2004. Si si fanno le somme si vede che il risparmio gestito italiano HA RESO IN TOTALE il 3% MEDIO ANNUO dal 1993. Ma dal 1993 l'indice delle borse mondiali è salito in media del +7% medio all'anno (nominale, più un 2-3% di dividendi). Nonostante il crac del 2001-2002 infatti nel 1993 il Dow Jones era 3.300 e oggi è a 10.400, l'S&P 500 era quota 400 e oggi è a 1.220....). Le obbligazioni hanno reso di meno, ma i Bund e Btp sono saliti da circa 100 a 122 in termini nominali e hanno pagato per diversi anni dei 7% annui di cedola nominale...). Come mai questa discrepanza ?. Perchè aumentano la % di azioni quando la borsa è salita e la diminuiscono quando è scesa e perchè i fondi comuni si mangiano circa il 40% dell'utile con i COSTI. Ad esempio si vede che hanno fatto circa 17 miliardi di utile LORDO nel 2004, su un patrimonio gestito di 376 miliardi di euro. Questo risultato non è buono visto che le borse sono salite del 20% abbondante nel mondo e le obbligazioni almeno di un 3%. Ma la cosa drammatica è che poi si sono mangiati anche 6.4 miliardi con i COSTI e commissioni varie che impongono al cliente rimanendo con solo 11.1 miliardi di utile (^fonte: Ufficio Studi MedioBanca#http://www.mbres.it/ita/mb_pubblicazioni/fondi.htm^. In arancio sono evidenziate le perdite e in giallo i costi)

Le mistificazione dei media sul risparmio gestito (11esima puntata) - gz  

  By: GZ on Domenica 24 Ottobre 2004 16:28

Non ho visto la trasmissione in TV, ma ^il prof. Scienza#www.dm.unito.it/personalpages/scienza/index.htm^ mi segnala che come altre volte sono state censurate tutte le critiche al giornalismo economico e le denunce più gravi verso il risparmio gestito. ------------------------------------------------------------- ....Molte grazie. Peccato solo che di oltre due ore di mie dichiarazioni su varie magnane di banche, fondi e assicurazioni, registrate in due volte che la videogiornalista è venuta apposta a Torino, non abbiano mandato in onda quasi nessuna delle denunce più gravi, come per es.: "Il risparmio gestito è come una medicina che nella stragrande maggior parte dei casi fa stare peggio chi la prende"; oppure: "La previdenza privata non solo è costosa, ma espone a gravi rischi di perdite che evita chi fa da sé, mettendo i suoi risparmi in titoli di stato legati all'inflazione". Sono state inoltre censurate tutte le critiche al giornalismo economico italiano, analogamente come capitò con la mia precedente intervista a Report del 17-3-2002..... ---------------------------------------------------- Richiamo en passant intanto che stanno cercando di spostare i miliardi del TFR nel risparmio gestito nonostante negli ultimi 5 anni il primo abbia reso il doppio del secondo e per farlo passare usano il "il silenzio-assenso" : "... Entro sei mesi dall’entrata in vigore dell’atteso decreto attuativo, i lavoratori dovranno decidere se versare la propria liquidazione (il Trattamento di fine rapporto) nelle forme di previdenza complementare (fondi di categoria, fondi aperti o polizze assicurative). Oppure se continuare a tenerla immobilizzata in azienda dove verrà rivalutata a condizioni di tutto rispetto, pari al 75% del tasso d’inflazione maggiorato di 1,5 punti percentuali. A valere sarà la regola del silenzio-assenso, per cui, se il lavoratore non dirà espressamente che è intenzionato a mantenere il Tfr nella casse aziendali, questo confluirà automaticamente nei prodotti di previdenza integrativa: fondi chiusi (quelli creati dall’azienda o dalla categoria di appartenenza), aperti (istituiti da sgr o compagnie) o nelle polizze assicurative...." ------------------------------------------------------ "...Il confronto gioca ancor più a favore del Tfr se si estende l’intervallo all’ultimo quinquennio, periodo di forte turbolenza sui listini mondiali: dal 1999 al 2004, i fondi pensione chiusi hanno ottenuto un +14,2%, quelli aperti il 5,2%, mentre la rivalutazione della liquidazione è stata del 17,9 per cento. E se ci si concentra sul triennio terribilis 2001-2004, ovviamente il divario a sfavore della previdenza integrativa si accentua (e diventa abissale se si considerano i comparti azionari dei fondi aperti). Insomma, se il lavoratore dovesse tener conto di questi numeri, nessun risultato sulla scelta di allocazione della pensione appare scontato. Il che lancia un’ombra di aleatorietà anche sugli effetti complessivi della riforma: il famoso flusso annuale di conferimenti volontari, per un volume di risorse stimato vicino ai 10 miliardi, è ancora un’ipotesi più che una realtà. Si dice che in questo modo, quel 75% di italiani che possiede il 35% della ricchezza netta del Paese potrà far fronte alla diminuita capacità del sistema pubblico di garantire pensioni adeguate. Dipende, appunto, da quanto i gestori sapranno garantire in termini di rendimenti. Ma è anche una questione di trasparenza e di costi. In base alle analisi della Covip, i fondi negoziali si presentano già adesso «piuttosto competitivi in termini di costi: alla fine del 2003 gli oneri complessivi di gestione in rapporto al patrimonio di fine esercizio erano ormai inferiori allo 0,5%, mostrando negli ultimi anni una tendenza chiaramente decrescente che è ragionevole possa continuare negli anni a venire». Per quanto riguarda i fondi aperti, «la presenza di sostenute una tantum iniziali - spiega Covip - nonché di commissioni di gestione prelevate in cifra fissa sulla posizione individuale, rendono i costi dipendenti dall’orizzonte temporale di permanenza nel fondo (complicando così i calcoli, ndr)». Considerando il periodo minimo di tre anni il costo si attesta all’1,8% del patrimonio...."