Vi sembra normale che un paese SOTTO ATTACCO (anzi SOTTO "OPERAZIONE SPECIALE")
non solo possa tranquillamente sopperire alla produzione nazionale ma addirittura ESPORTARE????
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E perché mai dovrebbe stupire.
Da due anni prosegue regolare la fornitura di gas all’Ucraina da parte di Gazprom, e tramite la stessa linea si continua a rifornire, seppur in quantità minori, l’occidente amante delle sanzioni.
Non vi è nulla di anomalo in questo. Ciò che è anomalo è l’incapacità di tanti osservatori di comprendere che l’attuale contesa in Ucraina non ha nulla a che vedere con le operazioni militari al fronte (peraltro assai modeste) e nessuna somiglianza con le guerre del passato.
Il termine “operazione speciale”, da tutti malinteso come una forma di ipocrisia, fu usato da Putin per sottolineare il carattere assolutamente politico dell’intervento, privo quindi di quelle velleità di conquista e sopraffazione che hanno caratterizzato il mondo fino alla WW2 e che comunemente chiamiamo guerre.
Se davvero Putin avesse voluto fare la guerra all’Ucraina, disponeva di tutti i mezzi militari per costringere Kiev alla resa in poche settimane. Con bombardamenti a tappeto stile Baghdad oppure, molto più semplicemente, chiudendo i rubinetti del gas che arriva in Ucraina.
Perchè non l’ha fatto?
Per la semplice ragione che l’annessione e occupazione dell’Ucraina avrebbe comportato di ritrovarsi a stretto contatto con i paesi Nato dell’europa centrale (Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania) con la necessità di presidiare una lunga linea di confine prima inesistente, per giunta in territorio ostile.
La guerra che non interessa a Putin, interessa invece alla patetica, infantile e subalterna classe dirigente europea (Fico e Orban esclusi) che al pari del Duce, gonfiano il petto cianciando di truppe pronte a partire sperando poi di non doverlo fare.
Intanto a Mosca un attentato uccide 60 persone e Putin, prima di parlare, pensa.
I nostri leader invece parlano perché pensare non gli sarebbe di alcun aiuto.