Si Schianta Tutto

Non piangere per me Argentina - Moderatore  

  By: Moderatore on Lunedì 26 Dicembre 2011 20:13

Non bisogna essere esperti legali per sapere cosa è successo in Argentina nel gennaio 2002 perchè ci sono centinaia di reportage e articoli e tutti raccontano la stessa cosa. Nel caso dell'Argentina era però più semplice perchè avevano sempre il peso, non avevano creato una nuova valuta, solo agganciato sul mercato dei cambi al dollaro. Quando il cambio è stato "sganciato" non è cambiato niente formalmente, non hanno ridenominato tutto in una nuova valuta, semplicemente i peso valevano 1/3 del giorno prima e poi l'inflazione ovviamente è esplosa. Da noi il grosso problema è se ridenomini ad esempio i debiti, i mutui ad esempio, in lire o nella nuova valuta in cui l'Italia si ritrovi. Si cominciano ora a vedere contratti presso il notaio in cui si inserisce la clausola "...il pagamento avverrà nella valuta in essere nella Repubblica Federale Tedesca a quella data..." In Argentina: i) hanno sganciato di colpo il peso dal cambio fisso 1 a 1 con il dollaro USA e istantaneamente il cambio è salito a 3.5 peso per 1 dollaro ii) hanno congelato simultaneamente i conti correnti, carte di credito, tutto quello che uno aveva in Argentina, consentendo un prelievo massimo 250 peso a settimana a famiglia (la cifra esatta in euro sarebbe stata allora circa 70-80 euro.... al cambio di 1.20 dollari per euro e 3.3 pesos per 1 dollaro), più che altro per evitare la fuga dei capitali all'estero e il fallimento istantaneo di tutte le banche iii) hanno convertito però anche i conti in dollari, esistenti in Argentina, in peso (incredibile ma vero!) Comunque nel mese del crac, dicembre 2001, in Argentina sono cambiati TRE PRESIDENTI DEL CONSIGLIO e quello che ha dichiarato default ^De La Rua è dovuto scappare dal tetto del palazzo presidenziale in elicottero#http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9556^, come gli ultii americani che evacuavano l'ambasciata a Saigon nel 1974, non si è fidato a scappare in auto anche se blindata. Quando cominciano a costruire un eliporto sul tetto del Quirinale sai che devi prepararti al peggio. Comunque non se ne parla, ma da questa estate in Bielorussia è successa la stessa cosa, -70% del cambio e i bielorussi che avevano dollari si sono salvati...

 

  By: None on Lunedì 26 Dicembre 2011 20:12

Non bisogna essere esperti legali per sapere cosa è successo in Argentina nel gennaio 2002 perchè ci sono centinaia di reportage e articoli e tutti raccontano la stessa cosa. Nel caso dell'Argentina era però più semplice perchè avevano sempre il peso, non avevano creato una nuova valuta, solo agganciato sul mercato dei cambi al dollaro. Quando il cambio è stato "sganciato" non è cambiato niente formalmente, non hanno ridenominato tutto in una nuova valuta, semplicemente i peso valevano 1/3 del giorno prima e poi l'inflazione ovviamente è esplosa. Da noi il grosso problema è se ridenomini ad esempio i debiti, i mutui ad esempio, in lire o nella nuova valuta in cui l'Italia si ritrovi. Si cominciano ora a vedere contratti presso il notaio in cui si inserisce la clausola "...il pagamento avverrà nella valuta in essere nella Repubblica Federale Tedesca a quella data..." In Argentina: i) hanno sganciato di colpo il peso dal cambio fisso 1 a 1 con il dollaro USA e istantaneamente il cambio è salito a 3.5 peso per 1 dollaro ii) hanno congelato simultaneamente i conti correnti, carte di credito, tutto quello che uno aveva in Argentina, consentendo un prelievo massimo 250 peso a settimana a famiglia (la cifra esatta in euro sarebbe stata allora circa 70-80 euro.... al cambio di 1.20 dollari per euro e 3.3 pesos per 1 dollaro), più che altro per evitare la fuga dei capitali all'estero e il fallimento istantaneo di tutte le banche iii) hanno convertito però anche i conti in dollari, esistenti in Argentina, in peso (incredibile ma vero!) Comunque nel mese del crac, dicembre 2001, in Argentina sono cambiati TRE PRESIDENTI DEL CONSIGLIO quello che ha dichiarato default ^De La Rua è dovuto scappare dal tetto del palazzo presidenziale in elicottero#http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=9556^, come gli ultii americani che evacuavano l'ambasciata a Saigon nel 1974, non si è fidato a scappare in auto anche se blindata. Quando cominciano a costruire un eliporto sul tetto del Quirinale sai che devi prepararti al peggio. Comunque non se ne parla, ma da questa estate in Bielorussia è successa la stessa cosa, i bielorussi che avevano dollari si sono salvati...

 

  By: GZ on Lunedì 26 Dicembre 2011 19:52

.

 

  By: themaui on Lunedì 26 Dicembre 2011 19:09

FEDERAZIONE NAZIONALE CONSUMATORI E UTENTI Comunicato Stampa 26 dicembre 2011 CONSUMI: ANDAMENTO PEGGIORE DI QUANTO STIMATO. 4 MILIARDI LA SPESA TOTALE DELLE FAMIGLIE PER I CONSUMI NATALIZI, PARI A 166 EURO A FAMIGLIA. L’O.N.F., Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha elaborato i dati sui consumi relativi alle festività natalizie, pervenuti dai centri di elaborazione dislocati nel Nord, Centro e Sud Italia (sia nelle piccole che nelle grandi città). Purtroppo, le nostre previsioni negative sono risultate sottostimate. Infatti, in pressoché tutti i settori, si è verificata una forte contrazione rispetto ai consumi natalizi dello scorso anno. La spesa totale si è attestata a 4 miliardi di Euro, rispetto ai 4,4 che erano stati stimati. Pertanto, la spesa media a famiglia è stata di 166 Euro. Di seguito i primi consuntivi relativi ai consumi natalizi articolati nei diversi settori di spesa. • Abbigliamento e calzature -18% • Mobili, arredamento ed elettrodomestici -24% • Profumeria e cura della persona -7% • Giocattoli -3% • Alimentazione -1,5% • Elettronica di consumo +1% (trainata dal passaggio al digitale terrestre di alcune regioni e dalla vendita di smartphone) • Editoria (libri e cd) stabile (grazie alle forti promozioni) • Turismo -8% “E’ chiaro, quindi, che da tutto ciò deriva l’urgente necessità di affiancare alle misure di riequilibrio dei conti (che solo per la manovra Monti costeranno alle famiglie 1129 Euro), interventi determinati per avviare una nuova fase di sviluppo, attraverso il rilancio degli investimenti nei settori produttivi.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. http://www.federconsumatori.it/ShowDoc.asp?nid=20111226102338&t=new

 

  By: vaona on Lunedì 26 Dicembre 2011 17:00

Proviamo con il contributo di tutti farci un regalo di fine anno,schematico,poiche' credo che la criticita' delle scelte operative quotidiane derivano dalle troppe informazioni. L'analisi comportamentale purtroppo e' individuale,risente della dimensione del patrimonio,dalla cultura,dalle esperienze ,dalla emotivita'/sensibilita' personale. Molti blogger ,compreso il mitico Zibordi, sono molto dubbiosi sulla tenuta dell'Italia,quante opinioni molto ben documentate ci stanno fornendo da mesi :da Giannino,a Barrai e molti altri. Nelle banche non sanno rispondere ,nei blog nemmemo ,possibile che le esperienze successe in altri paesi non possano dare risposte alle decine di richieste che traspaiono anche in questo forum. Come proteggere i ns pochi o tanti risparmi ? 1- Ipotizzando un default e' ragionevole spostare in banche straniere (Lugano,Austria ecc) parte dei risparmi ,convertendoli in un giardinetto di valute (obblig. o fondi,azioni), in caso di svalutazione della futura moneta nazionale e' possibile che la parte spostata all'estero si rivaluti fortemente (30-50%). Ognuno a seconda della dimensione del patrimonio portera' % diverse . 2- Ipotizzando un default ,chi non se la sente di spostare parte del capitale all'estero ,banalmente perche' dovrebbe svendere titoli in portafoglio con forti minusvalenze siano essi BTP ,oppure fondi o azioni,oppure perche' non ha grossi capitali Bene questo signore cosa fa per proteggere il capitale ? Acquistare obbligazioni a 3-5 anni es BEI in AUD,NOK,CAD,SEK Dollari ! Qualcuno ha delle certezze su cosa potrebbero fare le banche? Una conversione a tassi predefiniti e non di mercato? E' successo in Argentina? in Mexico? nei paesi Baltici? Oro : Cassetta di sicurezza bancaria : E' mai successa un blocco dei beni posseduti nelle cassette ? stessa cosa se qualcuno ha depositato della valuta? Il regalo che vorrei ricevere sono certezze ,esperti legali all'opera! chi opera o ha operato in banca riesce a recuperare informazioni su cosa e' successo in Argentina 10 anni fa ,certezze non articoli giornalistici tratti da internet. La mia e' una richiesta semplice ,probabilmente molto piu' complessa perche' non esige della filosofia ,ma concretezza.Ringrazio tutti per il contributo, le migliaia di noi che partecipano ai forum ,al Blogeconomy day, sciroppandosi centinaia e centinaia di articoli hanno bisogno di sintesi ,di operativita' spicciola. Buon anno ,tanta salute e tanto lavoro.

 

  By: Gano* on Lunedì 26 Dicembre 2011 13:29

la scarsa reazione dei mercati? perchè han capito che sempre più vecchiette compreranno il bund d'ora in poi e saranno dolori -------------------------------------------------------------------------------------------- Ah si', saranno dolori? Ma come? E quindi la decurtazione della tua gia' magra pensione per ripagare il debito di stato che servirà poi a ripagare le banche non è un' ottima idea? E io che pensavo... Vecchiette che si comprano i bund? Scusa, ma di quali vecchiette stai parlando? Non ho capito...

 

  By: gianlini on Lunedì 26 Dicembre 2011 12:38

se ho capito bene è perchè non può farlo deve prestare ad intermediari (le banche) che poi comprano loro i titoli la scarsa reazione dei mercati? perchè han capito che sempre più vecchiette compreranno il bund d'ora in poi e saranno dolori

 

  By: Gano* on Lunedì 26 Dicembre 2011 11:48

Ah si'? E allora la BCE quel denaro all' 1% perche' lo presta alle banche e non agli stati per rimettere il loro debito? E come mai i mercati dei bonds non hanno festeggiato il carry trade che il volgo si aspettava che ne derivasse, del tipo prendo denaro all' 1% e compro i BTP al 7%?

 

  By: hobi on Lunedì 26 Dicembre 2011 11:08

Fatti 100 i problemi finanziari dell'Italia 99 sono imputabili al debito pubblico ,e l'1% alle banche. Anzi sinora l'Italia ha solo incassato dalle banche ( Tremonti Bonds onerosissimi, e piccola commissione di garanzia sui Bonds del Decreto "salva Italia "). Hobi

 

  By: gianlini on Lunedì 26 Dicembre 2011 10:53

Praticamente ora noi paghiamo tasse recessive per poter rimborsare alle banche i debiti pubblici da loro detenuti e queste con quanto a loro rimborsato creano posizioni sempre piu' pericolose e insostenibili. Oppure ci comprano Antonveneta a prezzi da collezionista. Mi pare sia questo no il riassunto di tutti i ragionamenti? Altrimenti non si sarebbero ridotte in questo modo. Basterebbe nazionalizzare ora le banche in difficoltà, non farle fallire, e rimborsare cosi' direttamente i piccoli risparmiatori. Non vedo perche' decurtare la gia' magra pensione di Gianlini per cercare a tutti i costi di tenere in vita dei malati terminali e fare bruciare loro ulteriore ricchezza. Tanto poi quando la ricchezza privata sara' finita e non ci sara' piu' modo di sostenerle, il sistema fallirà lo stesso. A quel punto pero' non ci saranno piu' nemmeno i soldi per far girare la macchina e quindi anche per rimborsare i piccoli risparmiatori. Non credere di riuscire alla fin dei salmi a salvare l' obbligazionista di MPS o di Unicredit... ----------------------------------------------------------- gano, di qeusto discorso non ho capito niente tu continui a ritenere che ci siano degli uni (le banche) e degli altri (i cittadini). Questa è con molta probabilità la situazione della Grecia. Ma mi sembra che non sia affatto la poszinoe dell'Italia; in cui è vero che c'è molta ricchezza, ma questa è di fatto quasi tutta o direttamente in debito pubblico italiano, o in debito bancario che alla fine è di nuovo debito pubblico italiano essendo con buona probabilità la maggioranza dgli azionisti di Antonveneta italiani, anche il fatto che MPS l'abbia strapagata non costituisce un gross problema : degli italiani (gli azionisti di Antonveneta) si sono arricchi, altri italiani (gli azionisti di MPS) si sono impoveriti; ma di per sè è tutto rimasto per così dire "in famiglia"

 

  By: themaui on Lunedì 26 Dicembre 2011 00:14

Italia, si torna alla lira? Almeno due banche di caratura mondiale "hanno preso delle misure" per ritornare ad effettuare transazioni in vecchie valute della zona euro tra cui lira, dracma e escudo. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti ben informate. Le banche in questione hanno già contattato Swift, l'azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali, per avere la tecnologia e i codici necessari Sabato, 24 dicembre 2011 - 09:55:26 L'Italia tornerà ad avere le lire? Sono in tanti a sperarlo, economisti o semplici cittadini che imputano all'euro lo svuotamento dei propri portafogli. Per il momento se ne è solo discusso, ma l'idea potrebbe prendere corpo. Almeno così sembra visto che due banche di caratura mondiale "hanno preso delle misure" per ritornare ad effettuare transazioni in vecchie valute della zona euro tra cui lira, dracma e escudo. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti ben informate. Le banche in questione hanno già contattato Swift, l'azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali, per avere la tecnologia e i codici necessari, riferiscono le fonti. Un portavoce di Swift ha detto al quotidiano finanziario che l'azienda è pronta a fare tutto quanto sarà necessario per garantire il regolare svolgimento delle transazioni, ma che "non è il caso fare commenti su questioni specificamente legate alla zona euro". Secondo il Wall Street Journal, le banche stanno studiando tutti gli aspetti del possibile impatto che avrebbe l'uscita di uno o più paesi dalla zona euro. IN GERMANIA... Di Andrea Deugeni A Bruxelles, qualche tempo fa, c'è stato un primo scambio di vedute tra i ministri finanziari di Eurolandia, sulle recenti proposte franco-tedesche, (in cui sarebbe coinvolta anche l'Italia) di modifica dei trattati che aprano la strada a una vera unione delle politiche di bilancio. Modifica che preveda la chiusura del rubinetto dei trasferimenti comunitari, l'esclusione dal diritto di voto con conseguente annullamento del diritto di veto e multe più pesanti per chi viola le regole di Maastricht su deficit e debito. Inutile dire che la richiesta di un inasprimento della procedura delle sanzioni per i Paesi più spendaccioni arriva da Berlino, dicktat contabili che, nella testa di Angela Merkel, sarebbero gli unici in grado di mettere in sicurezza l'euro. Ma mentre la Germania si prepara a dare al via alla nuova fase fiscale dell'Unione Europea, dalla Svizzera rimbalzano voci che Frau Angela si starebbe predisponendo una via di fuga nel caso la crisi dell'eurodebito dovesse avvitarsi nel breve e allargare il contagio a Francia e Germania, le economie più forti del Vecchio Continente. "So che un ente collegato al ministero della Difesa tedesco, in ordine a un piano 'B' sul probabile crollo dell'euro, sta predisponendo la stampigliatura con inchiostro indelebile sulla nuova produzione della moneta unica con la scritta euro-tedesco. In realtà si tratta di un ritorno al vecchio marco. L'euro-tedesco sarebbe l'unico accettato in Germania e servirebbe a garantire la genuinità tedesca". Lo rivela ad Affaritaliani.it l'eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio Il piano B sarebbe quello dell'immediato ritorno al marco tanto che Berlino si sarebbe in gran segreto portata avanti, tornando a stampare la vecchia moneta con l'aquila teutonica in Ticino, in due tipografie, una delle quali già stampa anche rubli russi e dong vietnamiti. La scelta della Svizzera sarebbe dettata dal fatto che, stando ai trattati istitutivi dell'Unione Monetaria (Uem), i Paesi che aderiscono all’euro non possono tornare a battere il vecchio conio. Per ora, si tratta soltanto di un'indiscrezione che se confermata, però, getterebbe i mercati finanziari nel panico più totale. Intanto le voci sono giunte anche a Strasburgo dove Mara Bizzotto, europarlamentare della Lega Nord ha presentato un'interrogazione urgente alla Commissione "affinché sia fatta chiarezza al più presto sull'argomento". "Il fallimento dell'euro è ormai sotto gli occhi di tutti, e la cosa che stupisce di più è che un Paese come la Germania, vero pilastro della moneta unica, stia già pensando di scaricare l'Unione Europea. Secondo economisti e addetti ai lavori, infatti, Berlino avrebbe già incaricato due aziende svizzere di stampare marchi in quantità consistenti", ha aggiunto la Bizzotto. di Francesco Bertolucci “Da lunedì scorso abbiamo ricominciato a stampare i marchi e smesso di stampare Euro”. A renderlo noto non è un parlamentare tedesco ma un lavoratore della zecca di Berlino che ha confidato la notizia ad Affaritaliani.it. “La notizia è top secret – rivela la fonte che, per ovvie ragioni, ha preferito rimanere anonima – tanto che gli organi di stampa tedesca lo sanno ma non lo dicono per evitare crisi di panico nei mercati. Dal 28 novembre nella zecca di Berlino e nelle altre zecche tedesche abbiamo smesso di stampare Euro e abbiamo ripreso a stampare i marchi”. Il 28 novembre è stato anche il giorno nel quale lo stato tedesco ha ammesso, tramite il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, che i mezzi finanziari della Germania "non sono infiniti" e che "non abbiamo una forza finanziaria infinita e l'Europa non può pretendere di avere una forza che non ha. La Germania è forte ma non dispone di forze illimitate". “Continuando a questo ritmo – aggiunge il lavoratore - saremmo tranquillamente in grado di sopperire alla richiesta di moneta necessaria per coprire il nostro mercato interno se venisse a mancare l'Euro. Sulle monete c'è scritta la data del prossimo anno”. Forse, la mossa tedesca è solo una precauzione e un modo per essere già pronti nel caso di catastrofe dell'Euro anche se la vendita del debito pubblico italiano in mano alla Germania – circa 8 miliardi di Euro – fatta in estate prima che venisse fuori la crisi delle nostre finanze non fa presagire niente di buono. Per quanto riguarda la ventilata ipotesi di 'nuovo Euro' invece – una moneta della fascia Nord più forte e stabile che coinvolgerebbe Germania, Svezia e Norvegia, e una della fascia sud più debole e soggetta a svalutazioni – dalla zecca non arriva nessuna conferma. “Ne abbiamo sentito parlare – ammette – ma non abbiamo visto nessun cliché né cominciato a stamparne qualcuna per prova. http://affaritaliani.libero.it/economia/italia-lira.html

 

  By: Gano* on Domenica 25 Dicembre 2011 21:06

se lo stato non restituisce i soldi alle banche, queste non restituiranno i soldi ai loro depositanti ed obbligazionisti ------------------------------------------------------------------------------------------- Praticamente ora noi paghiamo tasse recessive per poter rimborsare alle banche i debiti pubblici da loro detenuti e queste con quanto a loro rimborsato creano posizioni sempre piu' pericolose e insostenibili. Oppure ci comprano Antonveneta a prezzi da collezionista. Mi pare sia questo no il riassunto di tutti i ragionamenti? Altrimenti non si sarebbero ridotte in questo modo. Basterebbe nazionalizzare ora le banche in difficoltà, non farle fallire, e rimborsare cosi' direttamente i piccoli risparmiatori. Non vedo perche' decurtare la gia' magra pensione di Gianlini per cercare a tutti i costi di tenere in vita dei malati terminali e fare bruciare loro ulteriore ricchezza. Tanto poi quando la ricchezza privata sara' finita e non ci sara' piu' modo di sostenerle, il sistema fallirà lo stesso. A quel punto pero' non ci saranno piu' nemmeno i soldi per far girare la macchina e quindi anche per rimborsare i piccoli risparmiatori. Non credere di riuscire alla fin dei salmi a salvare l' obbligazionista di MPS o di Unicredit...

 

  By: gianlini on Domenica 25 Dicembre 2011 21:00

f

 

  By: gianlini on Domenica 25 Dicembre 2011 21:00

per quello che capisco io hai: depositante-obbligazionista che presta soldi alla banca banca che con quei soldi compra debito pubblico stato che fa fatica a restituire i soldi presi in prestito se lo stato non restituisce i soldi alle banche, queste non restituiranno i soldi ai loro depositanti ed obbligazionisti mi sembra di capire che tu ritenga che fra questi ultimi non ci siano tanti piccoli cittadini ma solo qualche enorme tycoon, e tra l'altro quasi solo non-italiani a me sembra invece di capire (proprio ieri mi diceva il mio amico ingegnere disoccupato che ha praticamente tutti i suoi soldi in obbligazioni banca intesa) che vi sia un fiottio di piccoli e normalissimi cittadini che detengono nel modo indiretto indicato sopra una cospicua quota del debito pubblico che tu vorresti allegramente cancellare a te l'onere di dimostrarmi il contrario

 

  By: Gano* on Domenica 25 Dicembre 2011 20:31

Non seguo bene il tuom ragionamento Gianlini. So solo che per salvare le banche stai gia' rinunciando alla tua pur magra pensione. Altrimenti probabilmente sarebbero gia' tutte fallite e nazionalizzate a costo zero. Il prezzo dell' azione poi e' molto relativo. Costano poco ora o costavano troppo prima? L' unico motivo per cui penso che tenteranno la missione impossibile di salvare l' euro e' proprio per tentare di salvare le banche.