Offensivi, difensivi e zappe sui piedi

 

  By: beppe on Venerdì 30 Marzo 2007 14:10

""....Quindi il loro ridimensionamento, diversamente da quanto pensavo fino a poco tempo fa, potrebbe avvenire tra 1 annetto. Nel frattempo tanta volatilità.""" esattamente quello che dicono dal 21 gennaio alla pioneer investments bep

 

  By: giveme5 on Venerdì 30 Marzo 2007 13:19

volevo postarlo in "Il segnale viene da qui" dopo il grafico di Zibordi ....... se sovrapponi i grafici sono quasi tutti sincronizzati con quelli che della speculazione che si finanzia in Yen Cioè se sovrapponi il grafico della borsa a quello del dollaro neozelanda (che rende il 7.5%, più della russia o india) contro Yen (prendi a prestito cioè in Yen allo 0.5%) vedi che sono identici ! Anzi questo NZD/JPY anticipa anche l'S&P 500. In parole povere questo grafico ti da un idea della speculazione che si finanzia in Yen e poi da lì si allarga a tutto............. Provo a tirare alcune conseguenze da quest'ultima sua (e di Defil, ripetuta) evidenziazione. Per quel poco che ho capito, quindi chi ha voglia e tempo mi corregga ! Mi pare ci siano 3 grossi polmoni del vigoroso toro di quest'ultimi 4,5 anni: - Il poderoso credito/debito ottenuto in USA e Europa, specie indebitando privati ed aziende (gli stati negli anni precedenti); mediamente abbiamo tutti un iper-debito complessivo ("privato" + "statale"), il tutto moltiplcato dalla leva e dalle alchimie finanziarie di parcellizzazione e diluizione dei debiti; - L'elevata liquidità immessa nel sistema finanziario mondiale dalle banche centrali; - Il basso costo del denaro in Giappone, Svizzera, zona Euro, e fino a 1,5 anni fa anche in USA. Le conseguenze inflattive delle 3 dinamiche di cui sopra si sono per lo più indirizzate verso l'ipervalutazione dell'immobiliare, verso quasi tutte le materie prime, sui costi di molti servizi (terziario) e su bond e listini azionari; meno sulla pura spesa di sussistenza (cibo, vestiario). Ma il bilancio complessivo per la gente comune è di netta perdita di potere d'acquisto (oltre ai debiti). Da 3-4 mesi cominciano ad uscire numerose crepe: anzitutto nei portafogli della gente, poi nelle economie degli stati e per ultimo qualche scricchiolo nella finanza. Finanza che ha corso a perdifiato, oltrepassando ogni equilibrio col "sottostante" (privati, aziende e stati). Dalla sua (e di Defil) constatazone, di cui sopra, evinco però che a dare l'inizio alla frana, al riequilibrio finanziario, non sarà il gonfiarsi e l'evidenziarsi a tutti dei problemi del "sottostante" (insolvenze, fallimenti di società finanziarie, caduta dell'immobiliare, rallentamento delle economie esportatrici, etc.); seconde me ciò causerà solo volatilità (è già iniziata). Ad accendere la miccia nei mercati finanziari sarà bensì (azzardo) solo L'ACCADERE CONTESTUALE di questi 2 eventi: - l'aumento dei tassi di sconto di Yen e Chf; - un tasso di sconto sul US$ che si mantenga "alto" (difficle quantificarlo, direi sopra al 5%). Il primo avverrà, ma lentamente. Ma il secondo quando avverrà ? Sembra che la Fed, per dare momentaneo fiato all'affogare del "sottostante" USA, procederà a breve ad una riduzione del tasso sul Dollaro. Che probabilmente incancrenirebbe ulteriormente gli squilibri americani, ma che nei prossimi 6-12 mesi manterrebbe sostenuti listini borsistici, mat. prime, immobiliare, etc. Quindi il loro ridimensionamento, diversamente da quanto pensavo fino a poco tempo fa, potrebbe avvenire tra 1 annetto. Nel frattempo tanta volatilità.

 

  By: Fortunato on Giovedì 29 Marzo 2007 19:44

hobi, un vecchio adagio recita: mai dire mai. Non è irrealistico e d'aora in avanti dovremo riconsiderare molte scelte del passato se vorremo realizzare una vera globalizzazione equilibrata. Il rischio di dumping è troppo elevato e comporterebbe conseguenze anche molto violente a carattere economico. C'è troppo squilibrio e occorre subito metterci le mani,più tempo trascorrerà e più rischieremo un default contro gli interessi di tutti. Non è piùpossibile una cosa del genere. Non può considerarsi un casoche l'ultima crisi è venuta proprio dalla Cina. Forse sarà proprio la Cina, se non cambierà totalemnte indirizzo( ma realmente non come ha fatto sino ad ora: a parole), il centro della prossima crisi. Fortunato

 

  By: GZ on Giovedì 29 Marzo 2007 18:53

...Qualche trasferimento di ricchezza da un paese all'altro . Modesti aumenti nell'inflazione.... ------------------------------ Il trasferimento di ricchezza è stato il maggiore mai registrato nella storia ed è avvenuto in soli 4-5 anni ! Parliamo di 600 miliardi l'anno dal 2004 ad oggi per via del petrolio triplicato, altri 100 miliardi per le altre materie prime. Lo vedi nelle riserve ufficiali della Russia che da zero sono andate a 500 miliardi e nelle stime sui petrodollari che cumulati sono almeno 2.000 miliardi poi per la delocalizzazione e outsorcing in Asia della produzione basta pensare che Cina ed altri paesi emergenti hanno accumulato circa 2.000 miliardi di riserve (e lasciamo stare il Giapppone che svalutando abilmente del -40% ha ammassato altri 1.000 miliardi di riserve grazie al surplus da export) Hobi, parliamo di 4-5.000 miliardi, MILIARDI, di risorse che si sono spostate in 5 anni. Ovvio che nel frattempo ci sono anche stati benefici perchè i pc e altra elettronica, scarpe e magliette costavano un poco meno e perchè Valentino, Tod's, Geox, Bulgari e anche Siemes, ABB, Volkswagen hanno venduto in Asia. e poi Barclay's, Credite Suisse, Merril Lynch, Goldman Sachs e Deutsche fanno emissioni, Ipo, vendono bonds e derivati, gestiscono soldi ai ricchi russi ecc.. Ma il saldo netto è terribilmente squilibrato, loro vendono merci e in cambio comprano asset da noi e indebitandosi non si diventa ricchi

 

  By: hobi on Giovedì 29 Marzo 2007 18:18

E' illogico ed irrealistico pensare che il processo di terziarizzazione dell'economia ,che per il momento ha interessato i paesi più avanzati, si fermi ai confini degli stessi. Oramai l'80% circa del Pil americano è costituito da servizi. Non so in Cina ma considerando che il 45% del PIl è fatto da investimenti, un 10/15% del delta import/export non penso che la quota servizi sia un granchè. Questa fetta crescerà nel tempo in maniera esponenziale. E naturalmente non ci sono solo risparmio e finanza ...( Gianlini). Se Paulsen si è mosso tre volte è solo perchè la Cina deve aprire proprio questi mercati . Un dato dovrebbe far capire l'importanza del terziario. Negli ultimi 5 anni l'indice CRB delle materie prime è raddoppiato. E cosa ha comportato un fatto tanto eclatante ? Pressochè nulla. Qualche trasferimento di ricchezza da un paese all'altro . Modesti aumenti nell'inflazione. Niente di simile a quanto procurò negli anni 70 il primo shock petrolifero. Oramai il vecchio detto ...quello che va bene alla General Motors , va bene all' America ...non ha + senso. Un'ultima modesta precisazione . Quando sostenevo che le ragioni di scambio ci sono favorevoli mi riferivo, ovviamente, ai tassi di cambio. Non si puo gridare continuamente che lo Yuan e lo Yen sono sottotovalutati e ...poi sostenere esattamente il contrario. A meno di confondere le ragioni di scambio con i trasferimenti di ricchezza da un paese all'altro causati dai prezzi delle commodity. Hobi

 

  By: Fortunato on Giovedì 29 Marzo 2007 17:41

hobi, non è timore per il fenomeno delocalizzazione in generale; sappiamo tutti che un'azienda industriale è ricchezza vera che produce altrettanto ricchezza vera attraverso tutti i cicli. qualunque nazione non può farne a meno. E' parte del patrimonio della stessa, un patrimonio a cui nesuno al mondo può rinunciare a meno che non voglia suicidarsi. Insomma stiamo assistendo alla parte finale di una strategia iniziata negli anni '80 quando si "predicavano" certe sciocchezze come quella del comparto dell'auto era definito maturo, i risultati sono sotto gli occh di tutti noi. Fortunato

 

  By: gianlini on Giovedì 29 Marzo 2007 16:28

hobi.... mi risulta poco chiaro come 300 milioni di persone possano vivere alle spalle di 1 miliardo e 300 milioni fornendo solo servizi bancari ed assicurativi finora lo hanno potuto fare da stati tipo montecarlo, il lussemburgo, le isole Jersey o Cayman, magari ci riesce Dubai in Asia, forse metà Londra (5 milioni di persone) ma uno stato di 300 milioni di persone ... mah!

 

  By: Gano* on Giovedì 29 Marzo 2007 16:21

Il saggio dice: finche' dura...

 

  By: hobi on Giovedì 29 Marzo 2007 15:36

C'è un diffuso timore che la delocalizzazione possa portare ad una pericolosa dipendenza dall'estero. La dipendenza ,ovviamente,c'è ma i paesi in cui si è delocalizzato sono ancora + dipendenti da noi perchè , anche loro, evolvono naturalmente verso la terziarizzazione. E qui siamo + bravi. Guardiamo quello che sta succedendo in Cina. Stephen Roach ( sito di Morgan Stanley)ha esemplificato tutti i problemi che deve affrontare la Cina per uscire dal suo attuale modello di sviluppo che sta diventando insostenibile. Ma dire che devono essere incentivati i consumi interni è fiato sprecato se risparmio ed assicurazioni non svolgono efficacemente un ruolo di protezione del consumatore. Tempo fa ricordavo dei 3 viaggi che il Segretario di Stato americano ha fatto in Cina. Gli americani, che nel busines vedono più lontano, vogliono che non siano più i T-Bonds la contropartita delle loro importazioni , ma sevizi bancari, assicurativi, insomma tutto ciò che ha alto valore aggiunto. Hobi

 

  By: Pitagora on Giovedì 29 Marzo 2007 15:27

L' economia reale è in parte sostenuta dagli alti valori degli immobili e delle azioni, che ci fanno credere di essere più ricchi di quanto siamo realmente. Ce ne renderemo conto (purtroppo), quando altri fattori negativi, minore occupazione e prezzi in aumento, contribuiranno a renderci più difficile la vita. Speriamo di sbagliarci, o almeno speriamo che tale fase non sia più aspra di quanto si possa temere.

 

  By: GZ on Giovedì 29 Marzo 2007 15:13

...A ciò aggiungasi un miglioramento delle ragioni di scambio a favore dell'occidente dovuto ai modelli di sviluppo scelti dai paesi asiatici..... ----------- ???!!!! ma stiamo a scherzare 1) da 4 anni con il petrolio salito a 60$-70$ al barile contro i 20$ del 2001 vengono trasferiti 600 miliardi di dollari dai paesi industriali (corea, giappone, europa, america) a favore di russia, arabia, libia, emirati, iran, venezuela (anche norvegia)... ( 50 milioni di barili al giorno consumati da europa+Usa X 360 giorni X 40 dollari di aumento...) 2) in aggiunta le materie prime da nickel a rame all'argento al ferro all'alluminio sono raddoppiate e qui sono altri miliardi, senza contare che ora anche mais, frumento, soya salgono 3) tutti i paesi occidentali eccetto germania olanda e scandinavia sono sprofondati in profondo rosso di bilancia dei pagamenti perchè hanno perso quote di mercato ovunque e hanno chiuso fabbriche e tagliato posti di lavoro, perchè non è che la Cina o il resto dell'asia esportano 1.000 miliardi in più di quanto facessero nel 2000 e si diventa tutti più ricchi di 1.000 miliardi, ci sono paesi che perdono. Ieri la storia più letta del Wall Street Journal era su Alan Blinder top advisor di clinton e guru della globalizzazione che ha cambiato un poco idea perchè calcola che in america ci sono 10 o 20 milioni di posti di lavoro a rischio 4) dal 2001 ad oggi si è aggiunto circa 6-7.000 miliardi di debito sulle spalle del consumatore occidentale, per comprare l'auto, la casa, gli elettrodomestici, sulla carta di credito ecc.. in un periodo in cui i tassi erano sul 2-3%. Ora sono sul 4.1% in europa e 4.7% in america e il debito totale è sui 15.000 miliardi di cui la metà aggiunti negli ultimi 5 anni (a proposito come mai questa montagna di debito del consumatore ? Non è che si è COMPENSATO CON I DEBITI LE PERDITE DI REDDITO AI PUNTI 1), 2) e 3) ?) Morale: i consumatori occidentali oggi pagano circa 300 miliardi di interessi in più di 5 anni fa. Somma il costo dell'aumento del prezzo del GREGGIO, delle MATERIE PRIME, della PERDITA DI FABBRICHE e dell'AUMENTO DEL DEBITO e dei TASSI DI INTERESSE, aggiungi le TASSE che sono salite un poco (in giappone, italia, inghilterra in particolare) ed è ovvio che l'economia europea ed americana REALE (redditi, investimenti e consumi, non prezzi di borsa e immobili) è nel guano

 

  By: Fortunato on Giovedì 29 Marzo 2007 14:32

Pienamente d'accordo hobi; aggiungerei anche che la delocalizzazione del sistema produttivo di USA e UE (in parte) potrà e dovrà avere un processo inverso, sono sicuro che ora gli stati dovranno prendere delle decisioni in tal senso perchè hanno lasciato emigrare la ricchezza vera credendo di aver trovato la panacea. Fortunato

 

  By: hobi on Giovedì 29 Marzo 2007 11:39

Penso che la buona salute dell'economia mondiale abbondantemente riflessa nell'andamento dei mercati sia il risultato di un processo di globabalizzazione che ha fatto entrare grandi quantità di forza lavoro nuova nel circuito produttivo con progressivi livelli di efficienza. A ciò aggiungasi un miglioramento delle ragioni di scambio a favore dell'occidente dovuto ai modelli di sviluppo scelti dai paesi asiatici. E' altresì vero che i mercati sono cresciuti al di la di quella che è la salute dell'economia perchè favoriti essenzialmente da : 1) profitti in forte aumento che vanno ,ovviamente, di pari passo con una compressione salariale 2) grande abbondanza di credito( in via di esaurimento)in cui si puo pure inquadrare il carry trade. In questo quadro assolutamente positivo le minacce non vengono dal lato finanziario ma dagli imbalances strutturali che vedono la + grande economia mondiale ,quella statunitense,obbligata a cambiare il modello di sviluppo basato sull'indebitamento dei consumatori. Nel passaggio a nuovi equilibri ci potrebbe stare la crisi. E' comunque difficile pensare che la politica non guardi più di prima al versante lavoro : meno profitti più salari è lo scenario prossimo venturo. Naturalmente parliamo di anni. Hobi

 

  By: defilstrok on Giovedì 29 Marzo 2007 02:41

Be' mi rinfranco che ci sia qualcuno che, diversamente da hobi, vede un legame perverso tra carry trade e indici. Oggi ne abbiamo avuto l'ennesima riprova: mentre mi divertivo a fare la telecronacra dell'euro/yen gli indici scendevano, salvo frenare (o addirittura andare in verde come il Dax, non appena yen e franco mettevano la retromarcia verso euro. A mio avviso però ci siamo. Ricordo che da mesi insistevo sulla marcia dell'euro verso i massimi ai danni del dollaro con scarso vantaggio per Yen e ChF. Ma mentre questi vs Usd hanno già recuperato qualcosa, la battaglia di questa settimana è tutta contro l'euro. E sono convinto che si risolverà entro tre sedute. La discesa di oggi dello SMI fà da monito. Inoltre, checché se ne dica e per quanto logorino il sistema nervoso sugli indici sussiste un'ipotesi di massimo relativo. Diamo tempo al tempo e soprattutto, pur tenendo aperta l'ipotesi di un nuovo sciacquone indici/cambi, non escludiamo l'ipotesi alternativa di una discesa più lenta e controllata. Buonanotte a tutti

 

  By: gianlini on Giovedì 29 Marzo 2007 00:50

questo è un po' il dato di fatto anche a livello economico questa ondata di liquidità ha sostanzialmente parificato tutti gli operatori economici, tutti sembrano in grado di fare business, guadagnare, ingrandirsi a prescindere da dimensione, nazionalità, storia, ecc. gli argentini di tenaris come i russi di gazprom come i messicani di telmex come gli americani della citybank come gli italiani di enel e i tedeschi di porsche, i finlandesi di nokia e i kuwaitiani, gli spagnoli costruttori edili come i giapponesi costruttori di hi-fi, i coreani come gli indiani della mittal, e l'elenco potrebbe continuare