By: Sir Wildman on Mercoledì 17 Aprile 2013 14:24
1) Tanto per cominciare in Italia lo stato intermedia il 60% del pil e ha una tassazione da record mondiale ed ogni attività sia economica sia sociale è pesantemente regolamentata... non la chiamerei esattamente un'economia di libero mercato!
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Innegabile. E' oltre il 50%, non credo si arrivi al 60%, ma e' sicuramente un dato di fatto.
Il termine "socialismo reale" significa: un sistema che sulla carta non è socialista, ma lo è nei fatti! E a tutti gli effetti è lo stesso della vecchia Unione Sovietica. Per es. anche in Italia tutti avrebbero (condizionale) diritto a tutto ma in realtà non hanno diritto a nulla.. come lei giustamente evidenzia dato che per redistribuire qualcosa bisogna che qualcuno prima la produca... concetto alieno ai nostri politici e alla mentalità dell'italiano medio.
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Magari con i dovuti distinguo, ma e' chiaro cosa vuoi dire, ed e' anche questo condivisibile.
3) Un'altra cosa su cui bisognerebbe mettersi d'accordo è cos'è il welfare! Per me è fornire i servizi essenziali (e soltanto quelli) al costo più basso possibile e ad una qualità media sufficiente... in pratica se il servizio da fornire fosse il trasporto aereo il welfare sarebbe un buglietto della Rayanair con atterraggio in uno scalo secondario in un'orario non di punta... se vuoi di più o di meglio pagatelo! Non è compito dello stato darti il suerfluo! Per esempio impiegare centinaia di migliaia di dipendenti pubblici per fornire servizi di istruzione quando oggi è disponibile l'e-learning, che consente di fornire gli stessi servizi a costi quasi nulli, non è welfare! E' assistenzialismo! E' un modo per garantire un certo status sociale e un certo trattamento economico a persone che non se lo meritano assolutamente! La conseguenza di questo è che siccome molte persone guadagnano molto più della loro produttività molte altre devono guadagnare meno perchè devono pagare la differenza alle prime... inoltre migliaia di persone invece di contribuire a creare ricchezza nel settore privato non solo non ne creano alcuna, ma anzi la consumano...
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Sono d'accordo sul concetto di base.
Pero' poi mi rifaccio all'esperienza, e credo non sia solo un discorso di stato
o privato, ma di mentalita' in generale: qua in Italia anche buona parte del privato
no funziona, e' questo il problema.
La scuola e' indubbiamente fatta a uso e consumo degli insegnanti, mentre sicuramente
dovrebbe essere a uso e consumo dello studente. Pero' non mi pare che le scuole private
siano superiori. La mentalita' ormai e' di dare pezzi di carta a destra e manca.
Io sono per resettare la scuola, ripartendo proprio dalle maestranze e
facendo testare da enti esterni (anche internazionali) le capacita' reali acquisite
dagli insegnanti. Se gli studenti falliscono te ne vai.
Per me la scuola pubblica che funzioni e' fondamentale in un paese avanzato, forse anche piu' che la democrazia stessa. Una popolazione di ignoranti porta all'inevitabile
declino del paese stesso.
Ed e' vero anche quello che dice sull'e-learning, specialmente nelle superiori
e nell'universita'. Cosa serve pagare uno che vada a fare tutti gli anni lo stesso
corse (con cambiamenti minimi o nulli) quando puoi prendere il miglior insegnante
del mondo e vedertelo in streaming? Personalmente l'ho fatto varie volte, per esempio
con alcuni corsi di fisica avanza di Stanford e anche con qualche corso di ingegneria.
L'insegnante a quel punto potrebbe fare il tutor, invece del pappagallo, e la cosa
sarebbe molto piu' utile.
E poi vanno cambiati completamente i programmi. Oggi ci sono nazioni che ottengono
risultati nettamente migliori dei nostri. Per una volta costa tanto copiare?
So che per esempio in Finlandia, seguono metodi molot diversi e ottengono risultati
invidiabili. Insegnare non e' solo presentare in maniera piatta la conoscenza, ma
e' anche creare i giusti stimoli nello studente.
Per la sanita' idem. Gli US (riforma Obama a parte) spendono il 16% del pil per lasciar
fuori una parte della popolazione (cosa che comporta tra l'altro grandi rischi sanitari).
Noi spendiamo il 7-8% e copriamo tutti. E non e' vero che va tutto male, ci sono anche
eccellenze. E parlo di cose che ho vissuto a Padova e a Trieste con miei familiari.
Ci sono reparti da chiudere in Italia e eccellenze incredibili. Dimostrazione
che non e' un discorso del tipo privato e' bello.
Questo ragionamento che si rifà alla teoria austriaca del capitale e che è di puro buon senso, è ben chiaro ai paesi del nord Europa dove il welfare è pensato come AIUTO TEMPORANEO, che ti da le possibilità per rimetterti in piedi nel momento del bisogno per esempio insegnandoti nuove mansioni per trovarti un nuovo lavoro, e viene fornito solo a certe condizioni (che impari nuove mansioni o fai un servizio civile o di volontariato, e per un importo sensibilmente inferiore a quanto guadagna chi lavora!) e per periodi di tempo limitati... quello è welfare buono che ha una funzione economica e sociale quindi anche chi non ne ha bisogno è più o meno contento di pagare le tasse per finanziarlo perchè sa che al bisogno ne potrà usufruire anche lui (cosa che da noi non avviene: i giovani pagano un welfare sontuoso ai vecchi, ma per loro non c'è alcun welfare) e che il sistema è congegnato con equità e buon senso: chi riceve il welfare non sta meglio di chi glie lo paga! Per questi motivi il nostro non è welfare! E' assistenzialismo! E' furto legalizzato a danno dei contribuenti! La gente non paga per avere in cambio dei servizi ma per mantenere milioni di persone per non fare nulla o peggio per rendere la vita impossibile e limitare le libertà a chi vuole lavorare e produrre e che in definitiva li mantiene! Questo è un cancro che deve essere distrutto il prima possibile perchè non solo porta alla miseria economica ma spezza anche i legami di solidarierà e di pacifica coesione tra le persone! Porta la gente a cercare ogni modo per approfittare del sistema a danno degli altri... questa è l'Italia di oggi esattamente come l'Unione Sovietica! La capisce questa differenza si o no?
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Esatto. Il punto e' non lasciare la gente emarginata, a meno che non lo voglia proprio.
A differenza dell'unione sovietica, c'e' da dire che qua da noi e' piu' uno scontro
generazionale.
Io personalmente sarei per l'abolizione quasi totale del welfare (quello vero!), ma questo è un altro discorso!
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L'abolizione mi sembra roba d'altri tempi. Io credo che nella vita le disgrazie
capitino e che e' giusto dare i mezzi per rialzarsi a chiunque. Che non e' poi
differente da quanto detto da lei sopra.
Ma oggi la situazione e' in divenire, e questi vecchi stereotipi sono obsoleti.
Nel manifatturiero, nei prossimi 5-10 anni e' prevista in tutto il mondo un'automazione
massiccia, competitiva persino col cinese (e ci sono fabbriche cinesi che hanno scelto
l'automazione spinta all'operaio a basso costo).
Se in Italia non spingiamo l'imprenditore ad agganciare quest'onda che sta arrivando
siamo letteralmente morti (a livello manifatturiero).
Io sarei per una Tremonti specifica per chi si dota di macchine allo stato dell'arte
e per chi si rifa l'infrastruttura IT. Detassazione completa degli utili reinvestiti.
Di aiutari gli altri in questo momento me ne frego perche' tanto sono morti lo stesso
nel giro di qualche anno.