Black out (Fusione Fredda, Andrea Rossi....)

 

  By: Melchior! on Domenica 03 Febbraio 2013 14:44

@Duca "Critiche ponderate!? Franchini ? Ironia e senso dell'umorismo ? ;)

 

  By: Nevanlinna on Domenica 03 Febbraio 2013 14:21

@XTOL Sappia - molto velocemente - che i disegni di Leonardo sembrano disegni ma non lo sono [cercherò di chiarire dopo], e che Henri Poincaré [uno dei cinque grandi matematici dell'umanità] era autistico. [Al Louvre mi hanno impedito di fotografare la gente di faccia - motivi di privacy, ovviamente - fine dei tempi]

 

  By: Nevanlinna on Domenica 03 Febbraio 2013 14:16

@Melchior Le potrei rispondere con altre domande - le sue opinioni sono rilevanti - ma mi chiamano a tavola. A dopo.

 

  By: LEN4-Eye on Domenica 03 Febbraio 2013 14:14

 

  By: Melchior! on Domenica 03 Febbraio 2013 14:12

@Nevanlinna "perché la qualità generale della ricerca FF sia sempre media, modesta, bassa - dov'è lo squillo di tromba? " Le rispondo con le parole di Martin Fleischmann: http://www.lenr-canr.org/acrobat/Fleischmanreflection.pdf "The first is the question: what fraction of the total knowledge base is in the Public Domain?" Credo che la ricerca FF modesta sia solo quella di pubblico dominio, l'altra sta sotto l'etichetta: "classified" militare e non. Bisognerebbe anche chiedersi cosa sarebbe successo se dieci anni fa dopo il rapporto-41 si fosse finanziata la ricerca sulla FF con la stessa cifra spesa per l'acquisto di Balotelli ? Mai come adesso i meccanismi di MATRIX sono stati così chiaramente esposti! La invito inoltre a un esperimento sociale interessante: Provi a instaurare una conversazione sulla fusione fredda con un accademico (ricercatore associato o ordinario) di una qualsiasi università Italiana: è un esperienza interessante che finisce comunque pochi secondi (non minuti) dopo che l'interlocutore ha realizzato che sull'argomento A) non sono previsti finanziamenti B) le riviste scientifiche "più autorevoli" non accettano papers!

 

  By: Nevanlinna on Domenica 03 Febbraio 2013 13:41

@Melchior E infatti ho scritto la "m" minuscola - il male più pericoloso è proprio quello. Però Lei - che è un tecnico [benché emotivo, e questo mi piace] - lasci stare le trappole circolari [quelle degli infiniti rilanci], e mi spieghi perché la qualità generale della ricerca FF sia sempre media, modesta, bassa - dov'è lo squillo di tromba? Uno solo, non chiedo kilowatt, trizio, trasmutazioni. Un mottetto, compatto, ben articolato, ineccepibile e portato al di là dei prodromi, in modo da costituire una solida base al dubbio. Ho letto di qualcosa fatto a Lecce, anni fa, col laser, che mi è sembrata interessante, ma poi più nulla. Ho letto di esplosioni con neutroni di fili di titanio raffreddati nell'azoto - e stop. Che esito hanno avuto le esperienze italiane sulle proprietà superficiali del palladio? E la collaborazione con i laboratori della marina americana [5% positivi - 10 su 200, emissioni di radiofrequenza e neutroni], prosegue o no? Altro argomento è l'inerzia concettuale: consideriamo l'idea [diciamo] di Rossi, secondo cui i fenomeni nella mesoscala devono venir forzati, stante che la Natura non regala nulla. Se ci sono arrivato io, dovrebbero esserci arrivati anche i professionisti. A anni di distanza da questa intuizione, tutti i fusionisti [almeno pubblicamente] sono ancora a rincorrere fili o trucioli più o meno ricotti di varie leghe, o laserini a infrarossi in atmosfere deuterate ecc. [veda l'ultimo convegno in Giappone]. E' legittimo chiedervi ragione di questa incapacità di cambiamento, anche in relazione ai non brillanti risultati del passato. Evitando le complesse meraviglie rossiniane, perché nessun ricercatore ha preso un foglietto di buckypaper, l'ha salato con nanopolveri metalliche e riscaldato tramite spazzolate di radiofrequenza in atmosfera di idrogeno? Non mi sembra difficile e sarebbe innovativo. Lo stesso Ahern, con tutte le pose che si sparano laggiù, ha fatto molto meno - e ovviamente non ha ottenuto nulla.

 

  By: XTOL on Domenica 03 Febbraio 2013 13:41

@Nevanlinna ---un singolo concetto che ci dica PERCHE' ... un tratto comune della volontà, del sentimento e dell'intelletto da cui dipendano e le statue e i dipinti e le poesie e le scoperte ... --- eheh cherchez la femme può andare? l'etologia sa cose che la fisica non può sapere :) semplificazioni a parte, inserisco 3 disegni che mi hanno davvero colpito (ne parla appunto il libro di Ramachandran) il primo è di un bambino (non è il mio! :), il secondo di leonardo, il terzo.. di una bimba autistica di 8 anni lascio liberi tutti di cercare una spiegazione (o di leggere il libro)

 

  By: duca on Domenica 03 Febbraio 2013 13:32

Melchior......... "ma mi facci il piacere" Non merita una critica seria..... ne lei ne Franchini del quale bisogna solo stabilire se ci è o se ci fa!

 

  By: Melchior! on Domenica 03 Febbraio 2013 12:41

@Nevanlinna Critiche ponderate e inattacabili di Franchini al famoso Rapporto-41, bisognerebbe segnalarle a Rubbia, che si era complimentato con gli autori! http://www.scribd.com/doc/63332943/Rapporto-41 Da notare in particolare la seguente osservazione: "Infine manca la certezza di dati sperimentali incontestabili, dal momento che i graficidi Fig. 9 possono essere l'esito di una facile sofisticazione." Pochi sanno infatti che con il computer è possibile creare grafici di qualsiasi tipo, anche in assenza di dati sperimentali. A difesa di Franchini va detto che mettere una barriera intorno a certe ricerche delicate ha il vantaggio di impedirne l'accesso a menti chiuse e facilmente influenzabili e di rivelare gli aspetti più evidenti e a volte umoristici delle difese di MATRIX. P.S. Il Male non esiste il male si, dualismo debole, gnosi siro-alessandrina

 

  By: Nevanlinna on Domenica 03 Febbraio 2013 12:15

@XTOL La ringrazio del riferimento, che non conoscevo. Di rimando le indico "Una memoria prodigiosa" di Aleksander R. Lurija. Lurija va letto prima o dopo "Funes el memorioso" [in "Ficciones" di Jorge Luis Borges], tradotto in italiano da Fruttero e Lucentini come "Funes, o della memoria", da cui cito: ..."C’era una pergola; l’oscurità potè sembrarmi totale. Udii d’un tratto la voce alta e burlesca di Ireneo. Questa voce parlava latino; questa voce (che veniva dalla tenebra) articolava con dilettazione morosa un discorso, o preghiera, o incanto. Risonavano le sillabe romane nel patio di terra; il mio timore le credette indecifrabili, interminabili; poi, nell’enorme dialogo di quella notte, seppi che erano il primo paragrafo del capitolo ventesimoquarto del libro settimo della Naturalis Historia. L’argomento di questo capitolo è la memoria; le ultime parole furono "ut nihil non iisdem verbis redderetur auditum" [traduco io, Nevanlinna: "affinché niente di ciò che è udito non venga reso con le stesse parole"] ... Giungo, ora, al punto più difficile del mio racconto; il quale ... non ha altro tema che questo dialogo di mezzo secolo fa. ... Ireneo cominciò con l’enumerare, in latino e in spagnolo, i casi di memoria prodigiosa registrati dalla Naturalis Historia: Ciro, re dei persiani, che sapeva chiamare per nome tutti i soldati del suo esercito: Mitridate Eupatore, che amministrava la giustizia nelle ventidue lingue del suo impero; Simonie, inventore della mnemotecnica; Metrodoro, che professava l’arte di ripetere fedelmente ciò che avesse ascoltato una sola volta. Con evidente buona fede, si meravigliò che simili casi potessero sorprendere. Mi disse che prima di quella sera piovigginosa in cui il cavallo lo travolse, era stato ciò che sono tutti i cristiani: un cieco, un sordo, uno stordito, uno smemorato. ... Per diciannove anni aveva vissuto come chi sogna: guardava senza vedere, ascoltava senza udire, dimenticava tutto, o quasi tutto. Cadendo, perdette i sensi; quando li riacquistò, il presente era quasi intollerabile tanto era ricco e nitido, e così pure i ricordi più antichi e più banali. Poco dopo s’accorse della paralisi; la cosa appena l’interessò; ragionò (sentì) che l’immobilità era un prezzo minimo; ora la sua percezione e la sua memoria erano infallibili. ... Noi, in un’occhiata, percepiamo: tre bicchieri su una tavola. Funes: tutti i tralci, i grappoli e gli acini d’una pergola. SAPEVA LE FORME DELLE NUBI AUSTRALI dell’alba del 30 aprile 1882, e poteva confrontarle, nel ricordo, con la copertina marmorizzata di un libro che aveva visto una sola volta, o con le spume che sollevò un remo, nel Rio Negro, la vigilia della battaglia di Quebracho. ... Due o tre volte aveva ricostruito una giornata intera; non aveva mai esitato, ma ogni ricostruzione aveva chiesto un’intera giornata. Mi disse: - Ho più ricordi io da solo, di quanti ne avranno avuti tutti gli uomini messi insieme, da che mondo è mondo -. Anche disse: - I miei sogni, sono come la vostra veglia -. E anche: - LA MIA MEMORIA, signore, E' COME UN DEPOSITO DI RIFIUTI -. Un cerchio su una lavagna, un triangolo rettangolo, un rombo, sono forme che noi possiamo intuire pienamente; allo stesso modo Ireneo vedeva i crini rabbuffati d’un puledro, una mandra innumerevole in una sierra, i tanti volti d’un morto durante una lunga veglia funebre. Non so quante stelle vedeva in cielo. ... Locke, nel secolo XVII, propose (e rifiutò) un idioma impossibile in cui ogni singola cosa, ogni pietra, ogni uccello e ogni ramo avesse un nome proprio; Funes, aveva pensato, una volta, a un idioma di questo genere, ma l’aveva scartato parendogli troppo generico, troppo ambiguo. Egli ricordava, infatti, non solo ogni foglia di ogni albero di ogni montagna, ma anche ognuna delle volte che l’aveva percepita e immaginata. ... I due progetti che ho detto (un VOCABOLARIO INDEFINITO PER LA SERIE NATURALE DEI NUMERI, un inutile catalogo mentale di tutte le immagini del ricordo) sono insensati, ma rivelano una certa balbuziente grandezza. ... GLI ERA MOLTO DIFFICILE DORMIRE. Dormire è distrarsi dal mondo; Funes, sdraiato sulla branda, nel buio, si figurava ogni scalfittura e ogni rilievo delle case precise che lo circondavano. Verso est, in fondo al quartiere, c’era uno sparso disordine di case nuove, sconosciute. Funes le immaginava nere, compatte, fatte di tenebra omogenea; in questa direzione voltava il capo per dormire. Anche soleva immaginarsi in fondo al fiume, cullato e annullato dalla corrente. ... Pensai che ciascuna delle mie parole (ciascuno dei miei movimenti) durerebbe nella sua implacabile memoria; mi gelò il timore di moltiplicare inutili gesti. ... Ireneo Funes morì nel 1889, d’una congestione polmonare." _________________________________________________________________________________________ Quando chiedo una spiegazione generale intendo un singolo concetto che ci dica PERCHE'. Ignoro la lingua in cui debba [o possa] essere espresso, e la sintassi e l'estensione dei termini. Certo che la memoria d'Ireneo sarebbe utile a formare il catalogo [i nostri anni sono ricchi di elenchi dettagliatissimi e inumani], ma dal catalogo alla sintesi ci corre. Il male [ammesso che esista, e non sia il mero svolgersi del secondo principio dalla vita alla morte] prende nella Storia forme inaspettate. Oggi ha trovato sede nel concetto di oggettività, distribuita in caselle di database e terabytes. Dal Grand Siècle alla Rivoluzione, tramite la borghesia del XIX secolo, infine con i semiconduttori e i linguaggi di programmazione, l'Occidente sta per chiudere bottega. Ne siamo tutti contenti. A nostra testimonianza rimarranno le stanze del Museo.

 

  By: XTOL on Domenica 03 Febbraio 2013 10:22

Mi sono chiesto se sia possibile un singolo pensiero che unisca e spieghi TUTTE le opere d'arte del Museo. Se esistesse, qualcuno - prima o poi - dovrebbe prendersi l'onero di concepirlo e deporlo nella mente degli altri. Sarebbe comunque un pensiero vertiginoso.--- Beh, qualcuno che ci prova c'è, anche se non dà la vertigine: ---a proposito di cosa percepiamo come arte, vi segnalo l'ultimo libro di Vilayanur S. Ramachandran: ^L' uomo che credeva di essere morto e altri casi clinici sul mistero della natura umana#http://www.ibs.it/code/9788804615873/ramachandran-vilayanur-s/uomo-che-credeva-di.html^ nel libro (imho, bellissimo) ci sono due capitoli dedicati alla neuroestetica, la scienza che, alla luce delle scoperte della neurobiologia, studia i come e i perchè di ciò che definiamo arte.

 

  By: duca on Domenica 03 Febbraio 2013 03:00

Per Nevanlinna e DaRallo Avete visto questo http://worldwide.espacenet.com/publicationDetails/biblio?DB=EPODOC&II=0&ND=3&adjacent=true&locale=en_EP&FT=D&date=20110928&CC=EP&NR=2368252A1&KC=A1 http://worldwide.espacenet.com/publicationDetails/originalDocument?FT=D&date=20130116&DB=EPODOC&locale=en_EP&CC=EP&NR=2368252B1&KC=B1&ND=5 (è il brevetto europeo di Piantelli) cosa ne pensate? (forse ne avete già parlato e me lo sono perso...... ditemi se avete già commentato in passato).

 

  By: Nevanlinna on Domenica 03 Febbraio 2013 01:01

@Poli Grazie per la risposta, non intendevo prendere in giro nessuno. A volte sono di cattivo umore per questioni generali, che non hanno niente a che vedere con la FF. [Ad es. non mi piace il sistema di giudizio all'americana, che sottopone la ricerca al concetto di produzione/prodotto. Nell'abilitazione appena scaduta il ministero ha chiesto ai partecipanti di indicare i "prodotti" delle loro attività intellettuali - assimilando l'intelletto a un organo, del tutto analogo alla cistifellea che secerne bile o all'intestino crasso che produce sterco.]

 

  By: Poli on Domenica 03 Febbraio 2013 00:57

neva non sono contrario all'espressione dei propri pensieri, tutt'altro, anche se 49 su 50 è un po' troppo. io nel mio modo d'essere preferisco sempre cercare di capire come stanno le cose prima di esprimermi, non mi piace sbagliare e non mi piace essere preso per i fondelli. tu fai pure non volevo disturbare chiedevo solo lumi e pensavo alludessi ad altro quando.

 

  By: Nevanlinna on Domenica 03 Febbraio 2013 00:36

@Poli Magari uno potrebbe cercare una risposta [timida, incompleta, sbagliata] nella propria intelligenza. Dei cinquanta uomini del vagone, 49 hanno fatto così. Per loro la cosa ha funzionato, non vedo perché l'ultimo debba fare diversamente. Banche-dati per i dotati, televisione per il popolino?