Riassumo:
Dal 1989 viene alle cronache un fenomeno strano di aumento di calore inspiegabile. Nel tentativo di inquadrarlo nel conosciuto si cercò “propose” come spiegazione il fatto che l'idrogeno penetrasse il Nichel (e molti altri materiali), accumulandosi nel cristallino e ad un certo punto inspiegabilmente riuscisse a passare la barriera coulombiana.
Ora sembra che a differenza di quello che pensavamo, io per primo, non è da inquadrarsi in un fenomeno di confinamento del protone idrogeno nei reticoli dei vari minerali.
I primi ad accorgersi furono Fleischmann e Pons , poi un grosso contributo lo diede Piantelli, infine Rossi.
Probabile che sia Fleischmann che Piantelli facessero adsorbire (adsorbire = gas entro solido) con corrente IMPULSATA. Sicuramente lo fece poi Rossi.
Senza quell'impulso il fenomeno non avviene, in presenza dell'impulso il fenomeno rimane incerto dipendendo da intensità e qualità dell'impulso (deve essere intensissimo e monodirezionale il più possibile)
Rossi non aveva la ripetibilità paventata, ma aveva capito che il segreto stava nella modalità di innesco piuttosto che sulla miscela innescata.
Rossi sapeva di avere in mano un fenomeno reale, ma i suoi tentativi di renderlo ripetibile e controllabile risultavano vani.
Il tempo passava e le sue promesse lasciavano il sospetto di....
Rossi si accorse che il punto chiave era ch se riusciva a far sì che la reazione si innescasse poi era molto facile mantenerla e spesso realizzava l'auto-sostentamento.
Cercò quindi di trovare una condizione minima di innesco molto ripetibile. Cercò la ripetibilità e non più la quantità. Alla fine arrivò al fiammifero di accensione. Paragonò il “fiammifero” ad un topo. Disse che la presenza del topo faceva muovere il gatto, che a sua volta faceva correre il topo.
Si dedicò alacremente a perfezionare il “topo”.
E qui ci fu la svolta! Il Qx presentato a Stoccolma metteva in evidenza che il punto chiave era l'impulso seguito da un onda elettromagnetica che “orientava” il fenomeno. Saltava completamente il discorso dell'adsorbimento in quanto a 600° il cristallino si degrada.
Nell'ultimo anno Rossi proseguì le sue ricerche, variando i parametri, radiofrequenza, aggiunta di campi magnetici..ecc. Ad un certo punto da quello che traspare è come se fosse arrivato vicinissimo ad un auto_sostentamento del plasma che si accende (la ballerina).
Andrea Rossi ora afferma - senza alcuna verifica o prova da parte di terzi - che il minuscolo tubo del reattore di una SK (solo pochi centimetri cubici di volume) può produrre fino a 27 kilowatt di potenza termica con un input minimo. Addirittura, in una dichiarazione rilasciata a Mats Lewan, ( un ingegnere e giornalista di tutto rispetto che ha riferito sull'evoluzione della tecnologia E-Cat per diversi anni), l'uscita può essere aumentata fino a 60 kW per un breve periodo. In alcune modalità operative, si sostiene che è possibile produrre anche l'uscita elettrica diretta, sebbene con una minore efficienza.
prof. di fisica, ha sviluppato centinaia di programmini didattici per tutti i tre anni della scuola Media, scaricabili dal sito didatticacomputer.it